hai perfettamente ragione solo se limiti il tuo discorso all'atletica
quando ci sono i motori in ballo non è così: il motorismo è uno sport
impuro nel quale non è assolutamente detto che vinca il migliore: questo succede solo nell'atletica e nei titoli dei giornali.
se un pilota è veramente bravo è più FACILE che prima o poi vinca perché prima o poi riuscirà ad ottenere materiale all'altezza dei suoi avversari e potrà far valere la sua bravura; ma la sua bravura, da sola, oggi non è più suffficiente né per vincere né per affermarsi.
guarda ex-campioni del mondo come Pedrosa, Biaggi, Capirossi, ecc. ecc.: perché non hanno continuato a vincere titoli mondiali dopo averne vinto uno, due, tre, quattro nelle categorie minori?
perché non si sono più trovati nelle condizioni di far valere la loro bravura!
lo stesso Capirossi fu abbattuto da Gibernau mentre era primo nel mondiale con la Ducati e la convalescenza gli costò la rinuncia a tre gare e altre tre gare corse con problemi fisici: come fai in questo caso a dire che quell'anno il più bravo è stato quello che ha vinto il mondiale??
sembra brutto dirlo, ma dopo aver lavorato a lungo nel mondo delle competizioni posso affermare che la principale dote di un campione del mondo è la sua fortuna.
solo secondariamente ha importanza la sua bravura.
il valore effettivo dei piloti non si può misurare a titoli mondiali, quando basta un accordo commerciale sbagliato (ad esempio con un fornitore di gomme o con una Casa motociclistica) a rallentarti due secondi al giro rispetto a chi dispone dei materiali migliori.
in quel caso, comunissimo, a vincere non è il migliore ma solo chi ha ben amministrato la schiacciante superiorità del suo mezzo.
in passato abbiamo visto altri piloti passare da Mr.Nessuno a presunti imbattibili:
un esempio per tutti quello di Doohan passato da comprimario dei GP a 5volte consecutive Campione del Mondo solo per esser stato scelto come prima guida dall'HRC in quel periodo divenuta realmente imbattibile
grazie anche all'occhio di riguardo della Michelin.
in quel periodo, esattamente come è capitato spesso ad Agostini, disponeva semplicemente del materiale migliore: onore a loro di averlo saputo sfruttare professionalmente
ma essere un grande è un'altra cosa, è saper andare oltre una condizione di handicapp...
...ma purtroppo
oggi l'elemento tecnico è di gran lunga preponderante su quello umano,
Hailwood è stato forse l'ultimo grande pilota capace di vincere anche senza il materiale migliore
perché i tempi ancora lo consentivano.
oggi non ci riuscirebbe più neanche lui.
probabilmente non sapremo mai veramente più se ci saranno più supercampioni come lui, per saperlo si dovrebbe almeno introdurre il monogomma nel mondiale, se non proprio correrlo tutti con la stessa moto...!
abbiamo riscontro continuo, ad esempio, di quanto siano effimere le presunte supremazie di piloti in palla come Rossi o Stoner: in fondo basta una gomma sbagliata, una sola, per relegarli al ruolo di comprimari.
ai tempi di Hailwood non era così: non era sufficiente una gomma a fare la differenza e l'Uomo emergeva sempre; a quei tempi era abbastanza facile capire chi era il più grande ed i titoli del mondo potevano parlare per lui.
in realtà, i cosidetti Titoli Mondiali Piloti di oggi dovrebbero essere denominati Titoli Mondiali Piloti-Case (di moto e di gomme!!) e non fare più la distinzione con i Titoli Mondiali Marche, ormai priva di senso.
ma di che stavamo parlando?