Rita59 ha scritto:
Buongiorno a tutti. Ho letto quasi tutti i vostri commenti riguardo l'incidente di Pavona.
Sono la prima a sostenere che chi guida sotto effetti di stupefacenti o alcool è un criminale.
Però, per dovere morale, vorrei informarvi su come veramente sono andati i fatti di questo tragico incidente, che ovviamente sono stati falsificati da dei giornalisti pennivendoli, che nonostante ripetute sollecitazioni a rettificare gli articoli a tutt'oggi ancora non l'hanno fatto.
Lo faranno, e pagheranno, nelle sedi opportune.
Preciso innanzi tutto che il motociclista in questione non è un "cocainome", nè un delinquente (fedina penale pulitissima) nè gli era stata mai revocata la patente per guida sotto effetto di stupefacenti, prima di quella dannata sera.
La sera dell'incidente era perfettamente lucido, come risulta anche dall'esame obiettivo fatto dal medico del pronto soccorso. Reattivo, lucido, orientato, collaborante.
E' risultato positivo alla cocaina, è vero, ma il "deficiente" l'aveva assunta il venerdi sera dopo una serata in discoteca. La cocaina però rimane nelle urine fino a 72 ore dopo l'assunzione, o qualcosa del genere. L'incidente è avvenuto la domenica notte.
Totalmente negativo a tutti gli altri test, compreso quello alcolemico.
A riprova che non stava "fatto di cocaina" ci sono vari testimoni che erano insieme a lui fino al momento dell'incidente, a mangiare le ciambelle fritte alla famosa festa di paese.
Quindi, se era fatto di cocaina, non stava certo a mangiare ciambelle fritte.
Il ragazzo ha insistito molto nel chiedere un passaggio a casa: il motociclista non voleva darglierlo, ma per questo è stato anche insultato e sollecitato dagli altri amici con frasi tipo: non fare lo st... forza accompagnalo a casa. Il motociclista alla fine ha acconsentito ... e anche se dovevano fare solo poche centinaia di metri, si è accertato che il ragazzo mettesse il casco e lo allacciasse.
Fatti un trecento/quattrocento metri dalla partenza, però già fuori dal centro abitato, all'improvviso (era circa l'una di notte) in un rettilineo completamente buio, senza illuminazione stradale, si trovano davanti una transenna, sulla carreggiata opposta. Ma proprio in mezzo alla loro carreggiata un segnale stradale (paletto di ferro) girato nel senso opposto di marcia (con la parte catarifrangente girata dalla parte opposta).
Il motociclista, che aveva già rallentato perchè si stava avvicindando all'incrocio, ha visto all'ultimo minuto il paletto, ha cercato di evitarlo sterzando di colpo, ma sono caduti.
La festa era finita da oltre un'ora e nessuno del comitato festeggiamenti e dei vigili urbani si era preoccupato di togliere le transenne e il paletto.
Probabilmente il ragazzo è caduto subito, stando dietro, mentre il motociclista che guidando si reggeva alla moto, ha fatto un'altro centinaio di metri, fino a che ha deciso di dare un calcio alla moto e saltare fuori.
Quando si è alzato, non ha visto più il suo amico. Ha iniziato a correre per cercarlo.
Ma lui stava parecchi metri più indietro. Ha cercato subito di rianimarlo facendogli perfino una respirazione bocca a bocca, nonostante il ragazzo perdesse sangue dalla bocca. Infatti in ospedale aveva il volto completamente sporco di sangue nonostante non avesse riportato alcuna ferita sul viso.
Inutile dire in questo forum, che se la moto andava a 200 km/h, come qualcuno ha scritto, il motociclista avrebbe riportato almeno qualche frattura, invece ha riportato soltanto diverse escoriazioni.
Vi ho voluto raccontare questo non per giustificare "il deficiente".
Chi vi parla è una mamma, la mamma del motoclista. Sono veramente arrabbiata con mio figlio per quello che ha fatto. Non volevo che si prendesse una moto. Mi vengono i brividi quando sento come corrono sulle strade. Sono oltre 30 anni che ho la patente. Ne ho viste di tutti i colori sulle strade e ho perso anche parecchi amici con incidenti stradali.
Per questo non volevo che comprasse una moto, anche se è stata stata una sua passione da quando era piccolo. Avevo deciso di farglierla sparire, ma purtroppo, non ho fatto in tempo.
Però, per come è successo l'incidente, non posso dargli nessuna colpa. Se quel dannato paletto non fosse stato in mezzo alla strada, l'incidente non sarebbe avvenuto e il ragazzo sarebbe ancora vivo.
Mio figlio pagherà per quello che ha fatto, per le leggerezze che ha commesso. E pagherà non solo in un'aula di tribunale, ma credo che il ricordo di quella notte rimarrà per sempre impresso nella sua memoria e nella sua anima. E questa sarà la sua peggiore punizione.
Rita anche io sono padre di tre figlie per cui posso capire perfettamente quello che stai provando in questo momento cosi come capisco come sia difficile il mestiere di genitore per cui ti sono vicino.
Premetto che molti dei commenti che hai letto non sono specificatamente rivolti al fatto accaduto ma da esso prendono spunto per delle riflessioni più generali sul come sempre più speso i giovani di oggi intendono il concetto di "divertimento".
Sono anche conscio che, come spesso accade, i giornalisti tendono a stravolgere la notizie dando, a chi legge, un'idea distorta di come sono andati i fatti. A volte lo fanno in buona fede, perché le notizie gli vengono riportate in modo errato, altre in malafede per vendere qualche giornale in più.
Alla fine spero e mi auguro che chi ha sbagliato paghi. Per quando riguarda tuo figlio purtroppo ha imparato la lezione sulla propria pelle e credo che una cosa del genere, come da te sottolineato, aldilà dell'aspetto penale lo segnerà per sempre sotto il profilo morale.
Purtroppo la leggerezza fatta, pur se parzialmente comprensibile dalla giovane età, ha portato alla morte di un altro giovane e questo è gravissimo.
un abbraccio sincero