Ah, capisco.... Tipo una specie di Power Jet.....
Ma scusa, tornando al discorso del carburatore a monte.... Non capisco come possa non influire la lunghezza dei condotti.
Proviamo a fare lo sviluppo del sistema che ho descritto prima; se lo immaginiamo in linea retta, tra la valvola del carburatore e la camera di combustione possiamo arrivare ad avere tranquillamente 1,5-2 metri.
Ora, la quantità di fluido presente in tutto il condotto immagino sia sufficiente per diversi cicli (anche se questo è funzione della velocità di rotazione dell'albero).
Quindi faccio un esempio: acceleratore rilasciato (es:staccata), nel condotto è presente una ridotta quantità di aria/benzina, ed è presente una elevata depressione, giusto? Se da questo stato passo immediatamente a quello di gas spalancato, magari con motore a ridotto numero di giri, immagino che la prima miscela aspirata sia quella povera già presente nel condotto, ma la depressione nel condotto, almeno prima della turbina (ma anche dopo, se si considera il turbo-lag), si porterà velocemente verso un valore vicino a quello della pressione atmosferica, mentre i gas aumentano la velocità.
Il motore, in questa fase, non dovrebbe girare irregolare fino a quando non si ristabilisce il corretto rapporto di aira+benzina/giri motore?
Il fluido, dal mio punto di vista, un po' di inerzia la possiede. Non sarà molta, ma c'è.... E se gli effetti di detta inerzia sono trascurabili quando la fonte di alimentazione è molto vicina alle camere non capisco come la lontananza non porti con sè nessun effetto negativo.
E, come giustamente dici tu, le onde di pressione in questo caso possono venire non considerate?
Mi sto tirando un po' matto.....