Debe ha scritto:
Conversazione che ha preso e che può prendere direzioni davvero interessanti e che fanno riflettere. Io negli anni ho cambiato molte moto muovendomi soprattutto sull'usato, ma mai ho criticato qualcuno per la sua scelta, forse proprio perché in prima persona ho avuto moto da 185 cavalli e moto da 50 e ne ho capite le profonde differenze. Ma a prescindere da queste differenze, mai avrei comunque criticato o preso in giro qualcuno per una scelta diversa da quella che avrei fatto io, anche perché non ha senso che questo avvenga. Ci sono persone che si emozionano per una partita di calcio, altre a leggere un libro, altre a dipingere e via dicendo, ma l'emozione è sempre emozione e noi siamo esseri emotivi. Alla fin fine tutta la nostra vita si traduce in emozione e ricerca dell'emozione, è l'emozione a muoverci in ogni nostro gesto e a prendere il sopravvento sulle scelte che facciamo, di qualunque tipo esse siano. Analizzando il mio percorso e lavorando su me stesso, ho capito quanto importante sia la lentezza. Io sono il primo che a lavoro corre come un matto, riuscendo a fare in una giornate la quantità di cose che solitamente gli altri fanno in una settimana, ma quando si fa meditazione, quando si fa mindfulness, quando si cerca di vivere qualcosa a pieno, solitamente si rallenta, per gustarselo di più. Non si corre davanti ad un tramonto, ma si passeggia, non si cala un dolce direttamente in trachea, ma lo si gusta a piccole forchettate. Si rallenta la respirazione, si è più presenti. Lo stesso per me accade in moto, ma come in tutte le altre cose c'è chi non è capace, o semplicemente non conosce queste cose di cui sto parlando, e mette giudizio nelle scelte degli altri. Con cattiveria a volte, con invidia altre, quando non si riesce a comprendere come l'altro possa essere più bravo di noi a godersi la vita, che è il primo e unico bene davvero prezioso che possediamo. Se poi dovessimo anche togliere un po' di emozionalità e parlare solo del pratico, del lato tecnico, le supersportive sono mezzi completamente errati dal punto di vista logico, se l'uso che se ne deve fare è quello stradale e non quello in pista (e nascendo targate, l'uso è stradale). Non ho mai visto nessuno sfruttare in strada una supersportiva per le sue caratteristiche, me compreso. Ma nemmeno per metà delle sue caratteristiche e potenzialità. Vedo invece centinaia di persone che hanno andature identiche alle mie che di cavalli ne ho 100 di meno, ma standoci palesemente male, tesi, con le palle schiacciate nel serbatoio, il peso sulle braccia e sui polsi, la schiena che sforza per alleggerire tale carico, le gambe piegate come se si stesse in squat o a c****e in un bosco, un gioco on-off da farti venire un attacco di nervi (perché per chi non lo sapesse 1cm di manopola su una supersportiva significa tipo variare la velocità da 60 a 160). E tutto questo perché? È la gara a chi ce l'ha più grosso? È compensazione di un ego insufficiente? Io invece me ne vado tranquillo e beato, sto comodo, mi godo il passeggio, la strada, la vita. E mi diverto, mi diverto da matti. Non critico, non giudico, ma è palesemente un controsenso vedere una persona vestita come uno del motoGp che se ne va a lavoro o al bar a fare aperitivo, al pari di vedere uno con una Harley a fare i giri al Mugello con il casco aperto e gli occhiali anni 70. Ma io lo giudico? No, perché quella persona, se ha scelto la supersportiva è perché questa le dà emozioni. Così come le ha date anche a me, e tante. Ma tante di più me ne hanno date le moto da 50-60 cavalli e le vespe che ho avuto, completamente un altro mondo. Che però va conosciuto, provato, vissuto. E mai giudicato.
Da qualche mese mi sono avvicinato al buddismo...che dire...chapeau.