Stamattina ho fatto un giretto in moto, forse l’ultimo del 2012. A Roma fa freddo, ma grazie al giusto abbigliamento (tranne i guanti, che non sono adeguati alla stagione) e alla moto calda (la F4 1000S credo che sia una moto invernale! A dicembre in città si mantiene sui 90-95 gradi, riscaldandoti piacevolmente senza salire a livelli critici per le cosce come in estate), sono stato benissimo, a parte qualche raffica eccessiva di vento che mi spostava dalla traiettoria.
Ed eccomi a sperimentare i vostri consigli.
Sempre a chiodo, ti ringrazio. Mi hai ridato fiducia negli specchietti della MV F4. Spostando il busto come consigliato da te ho addirittura la possibilità di vedere cosa accade alle mie ore sei! Eccezionale.
Ringrazio anche
Juliano, perché piegando i gomiti sul serbatoio riesco a vedere alle mie ore 5 e 7.
Ricapitolando, grazie a voi due ora riesco a vedere alle ore 5,6 e 7.
Mentre finora io riuscivo a vedere solo alle ore 4 e 8! Quindi ho ottenuto un miglioramento radicale nella visione posteriore. Scusa MV se avevo messo in così dura discussione i tuoi specchietti. Era colpa mia che non capivo come ovviare!
Purtroppo penso che con un passeggero dietro entrambe le tecniche vengano neutralizzate, ma una cosa alla volta.
Alecar, grazie, ho provato a piegarmi di più nelle curve, sporgendo il busto come suggerito da te, e un po’ meglio del solito è andata. In effetti devo muovere un po’ di più il culetto, mentre solitamente tendo a tenerlo ancorato alla sella.
Sempre a chiodo, ho pensato anche a guardare il punto di corda, o comunque a guardare più avanti di quello che ho di fronte. Ed hai ragione, è un metodo che migliora la capacità di prendere bene la curva. Quanto a correggere in caso di errore pizzicando il freno posteriore, ancora non mi viene istintivo perché tendo più a tenere saldi i piedi sulle pedane in quei frangenti, ed erroneamente li irrigidisco troppo per pensare di usare il freno posteriore
, ma terrò il consiglio a mente.
Di mio invece c’ho aggiunto questo nelle curve: spostandomi con il corpo in avanti caricando l’avantreno ho avvertito che la moto stesse apprezzando. Che poi è il contrario di quello che suggerisce l’istinto, che vorrebbe tenersi indietro per evitare il pericolo invece di piegare il corpo ancora più in avanti verso l’ostacolo.
Una cosa vorrei dirla: secondo me questa moto si dovrebbe imparare a guidarla in pista (ma forse è un ragionamento che estenderei a tutte le moto), perché solo così puoi provare sbagliando. Puoi piegarti nelle curve accelerando senza temere il guardrail a volte vicinissimo; puoi accelerare senza temere di trovare un ostacolo tipo il tizio che ha deciso di svoltare all’ultimo secondo. E così si impara a controllare meglio il mezzo anche sulle strade. Che poi questo tipo di moto secondo me va meglio in velocità che piano, perché nelle curve lente mi sembra impedita (o mi sento un impedito), mentre nelle curve più veloci (ma finora niente di che, intendiamoci) la moto sembra farmi intuire che se io fossi più sicuro lei farebbe cose turche. Lei sembra dirmi: se mi fai prendere il binario giusto poi ci penso io. Il problema è che io ancora non sono in grado di indicarle il binario giusto. E mi sa che per prenderci maggiore confidenza devo girare di più e osare un po’ alla volta.
Juliano, è vero, aver paura aiuta a sopravvivere. In effetti crescendo sono cambiato molto. Sarà anche che adesso guido un mostro di moto, ma ho più strizza e penso che mi faccia bene. Io, e lo dico seriamente, mi sento un sopravvissuto perché quando avevo 16-17 anni facevo cose estreme con la mia Gilera (lo ripeto, ottima moto, faceva tutto quello che la mia mente malata chiedeva!) e so di aver rischiato tanto. E’ stato questo il motivo per cui ho smesso di andare in moto. A vent’anni avevo capito che, visto che non riuscivo ad andare piano, avrei dovuto smettere, e così ho fatto, perché mi sentivo una sensazione strana addosso: come se mi fossi giocato tutte le carte buone, o almeno tutti i jolly.
Ora sarebbe stato più intelligente iniziare da una giapponese di 600 cc, leggera e più maneggevole, ma la F4 mi aveva ossessionato e non potevo smettere di pensare a lei!
Ma questo richiede da parte mia un maggiore livello di prudenza quindi voglio procedere per gradi.
Juliano,
se sei arrivato a leggere fin qui, tu hai effettuato delle “regolazioni del puntone di comando del mono che determina l'altezza del posteriore”? Ne parlavi qualche giorno fa, e sono curioso di sapere se tu ci hai messo mano e che effetti hai ottenuto. Racconta pure se ti va.