frozenfrog ha scritto:
E' difficile commentare... la probabile imminente scarcerazione del responsabile di questa immane tragedia purtroppo non mi lascia per niente sconcertato (tantomeno minimamente sorpreso).
E' l'ennesima testimonianza di un sistema giudiziario malato, soverchiato da mille difficoltà, spesso minato dall'incapacità, sia oggettiva che soggettiva, di chi vi lavora (ma che è anche ricco di gente di buona volontà che ogni giorno va a lavorare facendo al meglio il proprio dovere, anche se spesso inutilmente...).
E allora che cosa vogliamo fare? Certo la giustizia fai-da-te non è la strada (anche se umanamente comprendo il sentimento ed io stesso sono convinto che se fossi colpito personalmente da un tale evento probabilmente perderei la capacità di discernimento...); potete star sicuri che se dovesse capitare a voi (a noi) finireste (finiremmo) i vostri (nostri) giorni in qualche cella.
Come cittadini dovremmo farci sentire; ma in questo momento è poco ciò che possiamo fare, sembra che nella scala delle priorità questo sia un problema la cui soluzione debba essere procrastinata.
Credo non servano ricette mirabolanti; per quanto non del tutto perfetti (ma la perfezione non è di questa terra...) gli strumenti, leggi codici e altro, ci sono già; quel che manca, o che è venuto a mancare, è la capacità (ma a volte anche la volontà) di utilizzarli, ususfruirne e di attenervisi.
Credo basterebbe (ed il condizionale è d'obbligo) una riforma "light", volta ad uno snellimento delle procedure cassando (o limitando ai casi realmente necessari) quegli "strumenti" che si rivelano un boomerang per l'applicazione della legge, quindi anche rendendo inequivocabili ed inaggirabili o addirittura stravolgibili le leggi stesse con i loro articoli, commi, ecc. (tra le tante cose che ho fatto nella mia vita ci sono anche gli studi di giurisprudenza e spesso sentivo fare la domanda: "la legge si applica o si interpreta?" bene, la risposta giusta teoricamente sarebbe la prima ma poi si finisce invece per "applicare" la seconda, e perdonate il bisticcio che pare una contraddizione in termini...).
Permettetemi una considerazione a proposito di carceri paragonate a alberghi dove fare delle comode "vacanze"; non crediate che siano tutte così, anzi, è vero il contrario: quelle dove si vive bene sono una netta minoranza e non sono affatto tutte rose e fiori. Lo dico a ragion veduta, ci sono stato (non come pensate voi...), vi ho lavorato (tra le tante...) per tre anni (ero procuratore speciale responsabile dei cantieri del settore dell'edilizia carceraria per l'impresa per la quale lavoravo) ed ho visto. Ho ancora vivido nella mente il ricordo della prima volta in cui ho messo piede in una struttura penitenziaria (il carcere di Matera, per i più curiosi): ne sono uscito dopo una giornata di lavoro oserei dire letteralmente sconvolto, la realtà vista da dentro è tutt'altra cosa, credetemi (non nascondo che pur essendo un giustizialista convinto del tipo "chi sbaglia DEVE pagare a tutti i costi" avevo le lacrime agli occhi... e pur essendo tardi ho preso la macchina e ho fatto dietrofront per tornamene, in piena notte, a dormire nel mio comodo letto a Roma...).
Mi son fatto l'idea che avere tv a colori ed altre amenità del genere (assai poche in realtà) derivi dalla semplice considerazione che esiste comunque un trattamento "umano" a cui hanno diritto anche i rei (che siano condannati od in attesa di giudizio) dunque, giusto o sbagliato che sia, si concede un minimo di svago: la giornata in carcere è lunga...
Posso capire che sembri difficile da digerire come concetto, ma è così: la mia spiegazione è che purtroppo le carceri italiane siano diventate niente altro che un "parcheggio" dove scontare la propria pena in attesa di essere rimessi in libertà mentre i percorsi di recupero e di riavvio alla società (che sarebero necessari) sono veramente scarni, e quando presenti sono tenuti con mezzi inadeguati. Così, una volta rimesso in libertà, è facile che chi ha sbagliato (e magari scontato giustamente) non trovi sbocco (ci si scontra anche con il pregiudizio, sia pure legittimo, della gente "onesta") e non mi sorprende che accada che chi delinque torni a farlo (e si finisce con quelle storie reali che... "dentro è meglio che fuori"...). Drakan ha ragione, la detenzione deve essere primariamente un deterrente, ma affinchè chi delinque (o sia intenzionato a farlo) sappia che se commette un reato e viene "colto" sarà processato, condannato e sconterà la sua pena per intero (non per altri motivi).
Per tutto questo non difendo né la posizione ed i convincimenti di alcuni, né la posizione ed i convincimenti degli altri; trovo solo che siamo in una situazione (critica) di stallo da cui mi rendo conto che è arduo uscire.
Per ora non possiamo far altro che stare qui a dolerci per le povere persone e famiglie che, magari appena riuscite a trovare un equilibrio ed una ragione per ciò che le ha colpite, vengono travolte nuovamente da un'ondata di piena (paragone quanto mai calzante, considerati gli ultimi avvenimenti) che le rigetta nel caos (come minimo) e nella disperazione.
Ed è là dove va il mio pensiero (ma non posso dar loro né conforto né sollievo...).
Permettimi di dissentire quando dici che noi non possiamo fare niente perche, a mio modesto avviso, noi possiamo e dobbiamo fare tanto. Come detto in precedenza sia da me che da altri il problema è che prima di cambiare le leggi bisogna cambiare la testa di noi italiani. Noi siamo sempre pronti ad indignarci quando succedono eventi come questo. Siamo i primi a lamentarci del fatto che le attuali leggi siano inadeguate; Siamo i primi a sdegnarci quando degli assassini vengono rilasciati dopo pochissimo tempo. Ci commuoviamo davanti a scene di genitori in lacrime straziati dal dolore. Andiamo a portare in massa fiori nel luogo della tragedia. Ci rechiamo in massa al funerale dove piangiamo di lacrime sincere davanti alla bare di quelle povere vittime. Ma poi??? Passano i girni il clamore destato dal fatto finisce e noi torniamo alla vita di tutti i giorni e ci dimentichiamo di quello che è successo pronti a rifare le stesse cose elencate prima alla prossima tragedia. Le stesse persone che magari in quei giorni gridavano giustizia sono le stesse che giorni dopo si lamentano se ci sono troppi controlli da parte delle fdo. Sono le stesse che si lamentano quando si cerca di creare e far applicare leggi piu severe. Sono le stesse che si lamentano se vengono fermate per strada due volte in un anno. Sono le stesse che gridano alla persecuzione se vengono beccate quando sbagliano. Quelle che guidano costantemente con il cellulare all'orecchio o che corrono manco stessero partecipando ad un Gran Premio. Se volessimo veramente far cambiare le cose ci riusciremmo ma in fondo fa comodo a tutti non sentirsi controllati e riuscire a farla franca quando si sbaglia.
Le carceri sono dure??? Forse ma è ancora piu dura la vita di chi si vede privato dei propri affetti da una persona che si mette alla guida ubriaco o strafatto. Che deve dire un genitore che non vedrà piu crescere il proprio figlio/a che non protrà vederlo farsi una famiglia e magari giocare con i propri nipotini??? Che deve dire un figlio che si trova improvvisamente senza un padre o una madre solo a causa di un criminale. Che deve dire un marito o una moglie privato del suo compagno di vita magari con dei figli ai quali spiegare perche mamma o papà non ci sono piu. Che deve dire un ragazzo o una ragazza privati del loro amore e dei progetti per il futuro. Il carcere è brutto si ma a volte è piu brutta la vita. Il carcere prima o poi ha una fine chi ha perso un caro questa fine non la vedrà mai.