TommyTheBiker ha scritto:
Non significa niente, perché i dati sono sempre messi in proporzione.
In altre parole: se fosse un'attività così pericolosa come pensi, se anche la praticassero in pochissimi avresti una percentuale estremamente alta di incidenti gravi. Così non è, invece (per fortuna!).
In altre parole: se fosse un'attività così pericolosa come pensi, se anche la praticassero in pochissimi avresti una percentuale estremamente alta di incidenti gravi. Così non è, invece (per fortuna!).
Chi mette dati raccolti da chi in proporzione a che cosa?
Ad esempio, qui il ministero dei trasporti britannico pubblica statistiche sui morti in incidente per categoria di veicolo: in numero assoluto, e in percentuale rispetto al numero di chilometri percorsi. Il secondo numero ha lo scopo di ‘normalizzare’ le differenze che risultano, ad esempio, dal numero maggiore di auto rispetto alle moto, e dal numero maggiore di km mediamente percorsi dalle auto rispetto alle moto. Ovviamente si tratta di una stima e in quanto tale va presa con le pinze. Per inciso, forse lo fa anche il ministero italiano, non ho idea; faccio l’esempio britannico perché è quello che conosco.
La federazione, o qualche altro ente, registra forse qualcosa di simile? Soprattutto, come ho già chiesto, anche per eventi, come quello di questa tragedia, che non sono gare e che con la federazione nulla c’entrano?
Il comunicato della FMI citato parla di
Citazione:
casistica di incidenti o infortuni nell’attività di minimoto praticamente nulla
Numeri precisi non ne dà, né in termini assoluti né in una qualunque forma di rapporto percentuale.
Intendiamoci: può benissimo darsi che qualcuno i dati li metta davvero in proporzione, però nessuna informazione in proposito è stata data né nel comunicato né su questa discussione sul forum.
Provo a fare due conti, come si dice senza saper né leggere né scrivere, giusto per dare un’idea.
Ho detto che qui in UK ci sono circa 330 morti l’anno per 1.1 milioni di motocicli registrati.
Se invece di 1.1 milioni le moto fossero mille, a parità di altre condizioni, avremmo circa 0.3 morti ogni anno ( = 330 / 1100). Se queste mille moto venissero usate la metà di quanto vengono usate le moto britanniche, avremmo circa 0.15 morti l’anno, cioè circa 1 morto ogni 6.6 anni.
Questo è un esempio molto banale di come lo stesso identico rischio porti a dei numeri assoluti molto diversi soltanto perché cambia il numero di moto e il numero di km percorsi, mentre la pericolosità di fondo resta la stessa. È per questo motivo che trovo che il comunicato della federazione, soprattutto nella parte che ho citato sopra, non significa assolutamente nulla. Un morto ogni 6.6 anni potrebbe essere considerato una casistica praticamente nulla, ma non significa assolutamente niente se non sappiamo in che contesto (quante moto, quanti km percorsi) inquadrarlo.
Dati io non ne ho, ma diciamo che sarei sorpreso se i bimbetti su minimoto fossero più di mille, e se percorressero la metà dei km che percorrono i motocilisti britannici!
Ripeto: magari i dati in proporzione esistono, e , se esistono, mi interessa guardarli, ma finora nessuno li ha presentati.