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Incentivi per l'ABS in moto - Pronto il progetto salvavita
Colpo di scena nel mondo delle due ruote. Oggi al salone della moto di Milano il presidente della commissione trasporti Mario Valducci ha appena annunciato che sta per andare in porto un progetto di incentivi per montare l'ABS sulle moto. Tutto parte dall'analisi - spiega Valducci - dei nuovi modelli che i maggiori costruttori andranno a mettere in commercio l'anno prossimo (a cominciare da BMW) ed è quindi ipotizzabile che su circa 120 mila moto che si prevede di vendere, almeno settemila saranno dotate di ABS di serie, pari circa il 6% del totale. Per arrivare a un ipotetico obiettivo 10% dobbiamo quindi aggiungere altre 3500-4000 pezzi sui quali la dotazione di ABS è proposto come accessorio aggiuntivo, potrebbe dipendere da un incentivo. In sostanza: quantificando l'incentivo in cento euro/moto, significherebbe un impegno di 350.000- 400.000 euro/anno potremmo raggiungere entro l'anno almeno il 10% di moto con l'ABS.
Il progetto è stato appena lanciato in concomitanza della pubblicazione di una ricerca messa in piedi dalla Bosch e della rivista Motociclismo.
La ricerca svela come viene percepito questo dispositivo, quanti lo vorrebbero, come può salvare la vita.
L'approccio è importante perché sul tema ci sono ancora assurdi luoghi comuni (si va dal “non serve a nulla” al “è pericoloso”) ed è significativo scoprire quindi che il 62% degli intervistati vorrebbe l'ABS di serie su tutte le moto, anche se poi oggi in Europa solo il 16% dei nuovi motocicli è equipaggiato con il sistema ABS.
L'ignoranza qui regna sovrana - spiega Marco Riccardi, direttore di Motociclismo - perché ci sono ancora un sacco di persone che pensano che questo sistema non sia efficace. O che in alcune situazioni sia meglio non averlo. Una follia, ed è anche per questo che noi abbiamo una soglia di diffusione di ABS molto bassa. Insomma - conclude Riccardi - si potrebbe fare molto di più. Sia dal punto di vista delle aziende che della cultura motociclistica.
I numeri d'altra parte parlano chiaro: in Europa muoiono 5000 utenti delle due ruote l'anno e l'European Transport Safety Council sostiene che a parità di distanza, per un motociclista il rischio di morire in un incidente stradale è 18 volte superiore a quello di un automobilista. Basterebbe questo, ma c'è dell'altro: lo studio del 2009 della Vägverket (l’ACI Svedese) ha evidenziato che, grazie all'ABS, sarebbe stato possibile evitare il 38% di tutti gli incidenti con feriti e il 48% di tutti quelli gravi o mortali. E quello della Bosch sostiene infine che un quarto di tutti gli incidenti mortali si sarebbero potuti evitare se l'ABS fosse stato installato di serie. Inoltre, la gravità di oltre un terzo di questi incidenti sarebbe potuto essere assai meno pesante grazie a questa tecnologia.
È questa mole di dati ad aver convinto la UE a rendere l'ABS obbligatorio per le due ruote a partire dal 2017, convinti che così si potrebbero salvare 5.000 vite in 10 anni.
Lo studio riporta inoltre la soddisfazione del 96% di chi possiede l'ABS sulla propria moto e l'84% di chi l'ha provato su un'altra moto. L'età media degli intervistati è di 41 anni con un'esperienza alla guida di 15 anni e una percorrenza annua media di 7.000 Km. Fra gli intervistati, selezionati in base alle differenti moto guidate - sportive, naked/base, turistiche/ST, enduro stradali e custom/cruiser - il 76% considera l'ABS abbastanza o molto importante per il proprio tipo di moto (89% tra gli utenti di turistiche e enduro stradali, 78% per le naked e il 57% per le supersportive). Secondo i motociclisti coinvolti, il 47% degli incidenti potrebbero essere evitati dall'ABS. Anche i più critici - utenti delle supersportive, custom e coloro che non hanno mai provato il sistema - ne apprezzano i benefici e sono convinti che l'utilizzo del sistema antibloccaggio potrebbe evitare circa il 40% degli incidenti.
È importante dire che l'ABS è oggi molto diverso dai primi modelli: siamo alla nona generazione ed il sistema frenante ha un volume di meno di mezzo litro e pesa 700 grammi, pari a una diminuzione del 50% rispetto alla versione precedente e con prestazioni superiori.
Chi lo monta di serie? Per ora solo Kawasaki, BMW, qualche modello Ducati, KTM, Honda, Suzuki. Ma la sfida fra i costruttori è cominciata. E stavolta parliamo di un sistema che può salvare la pelle a chi sta in sella.