Balma ha scritto:
….. Questa mattina ultimo tentativo.
Tolto le ganasce ed ho aumentato il numero di solchi obliqui,
ho fatto altrettanti solchi obliqui ma in senso contrario , formando una X. …..
Chiedo scusa ma mi ero perso questa discussione e secondo me l'argomento merita di essere sviscerato così magari arrivano anche altri pareri e ci acculturiamo tutti quanti.
A mio avviso (e sottolineo a mio avviso) scanalare le ganasce non serve a nulla. Posso capire scartavetrarle un po' se hanno preso il lucido ma fare dei solchi non solo è inutile ma diminuisce la superficie di contatto ferodo-tamburo per cui al limite frena meno.
Se fosse stato utile per farle frenare di più le ganasce sarebbero state montate già scanalate all'origine dalle varie fabbriche e invece su queste moto non se ne è mai vista una…. non è che devono "drenare" del liquido per cui si scolpiscono come i pneumatici "rain" !
La forza frenante è direttamente proporzionale alla superficie di attrito, maggiore è la superficie e più frena, se scanalate la superficie si riduce e quindi anche l'attrito.
La cosa migliore per far frenare un tamburo è fare in modo che le ganasce aderiscano per tutta la superficie.
Se osservate un piatto portaceppi smontato e provate ad azionare la camma scoprite che le ganasce si spostano verso l'esterno ma così facendo la superficie esterna non è più circolare perché le ganasce si allontanano dal centro maggiormente dove c'è la camma mentre restano quasi ferme dove sono fulcrate (non so se mi sono spiegato) tanto è vero che per ovviare a questo problema inventarono i tamburi a doppia camma ma questa è un'altra storia...
Dato che il tamburo è rotondo questo movimento porta le ganasce a toccare maggiormente nei punti vicini alla camma. Per diminuire al minimo questo effetto bisogna che le ganasce siano ben rettificate e partano da una posizione il più vicina possibile al tamburo.
La cosa migliore è far rivestire le ganasce con più materiale del necessario, in modo che da montate sul piatto non entrino nel tamburo, dopodiché si mette il piatto portaceppi sul tornio e si torniscono le ganasce sulla superficie di attrito fino a portarle ad un diametro leggermente inferiore a quello del tamburo (io lascio sempre circa 5 decimi).
Questa a mio avviso è la situazione migliore per tirare fuori il massimo della forza frenante dal vostro tamburo e qualsiasi altra modifica può portare solo a peggioramenti.
In aggiunta altre due cose bisogna che siano controllate ed eventualmente corrette:
- rotondità del tamburo: una rettificata non guasta in presenza di ovalizzazione
- movimento delle ganasce: se la camma è consumata male oppure il foro su cui ruota il suo perno ha preso troppo gioco è chiaro che le ganasce non si allargheranno nel modo corretto (uniforme e parallelo a se stesso) e la frenata ovviamente ne subirà gli effetti.
Un'altra considerazione: a parità di forza esercitata sulla leva al manubrio, la forza che viene trasmessa alla camma (e quindi alle ganasce) e maggiore nel momento in cui la leva di rinvio sul piatto portaganasce si trova prossima a formare un angolo di 90° riferito alla direzione del cavetto del freno…. (spero si capisca, non ho voglia di mettermi a fare dei disegni ) per cui anche il posizionamento di tale leva sul millerighe ha una sua importanza per la buona riuscita dell'operazione.
Queste sono deduzioni derivate da operatività "autodidatta" su questi aggeggi.
Mi piacerebbe sentire altri pareri in merito