sacrum_imperium ha scritto:
forse sono stato frainteso.
certo è che se un uomo con alle spalle 20 anni di motocilcette e almeno 200 mila km su sportive di vario genere rimane vivo e vegeto, alcune considerazioni sulla vita e il pericolo deve averle pur fatte. nessuno e dico nessuno può fare 20 anni di moto affrontando ogni curva della strada alla "spera in Dio" come dice pasquiz, e rimanere vivo. forse ognuno di noi ha un amico che ha perso la vita facendo lo sbaglio di credersi immortale. sicuramente ognuno di noi ha avuto il momento "chiarificatore" sulla strada. questo momento per me è avvenuto non tanto con un incidente( ne ho avuti 2), ma con il cosiddetto scampato pericolo( penso mi seguiate). è il momento che ti fa accostare la moto, ti fa scendere da essa e ti lascia pensare con il casco in testa per almeno mezza giornata. dopo tutto cambia. questo avvertimento l'ho avuto abbastanza presto- a 25 anni- e me lo porto con me ogni volta che vado in moto.
detto questo altre considerazioni: l'autostrada a mio avviso-affrontata con il giusto approccio- rimane il luogo più sicuro per la moto( ad eccezione della pista, naturalmente).
la città e la montagna non conosciuta a fondo i luoghi più pericolosi.
ma l'uomo che guida la motcicletta rimane il fattore determinante in assoluto. è lui che valuta traffico, fondo stradale, il suo stato di riflessi, condizioni della moto.
chi affronta una curva a tutto gas solo perchè ha valutato che la propria gomma posteriore è performante e adatta al proprio mezzo è il più probabile statisticamente ( e le statistiche non sono un'opinione) a lasciarci le penne( se non oggi, domani).
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