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Casina-Dakar e ritorno
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12731436 Inviato: 28 Nov 2011 15:12
Oggetto: Casina-Dakar e ritorno
 

Ciao a tutti, motociclisti e viaggiatori. Metabolizzate le avventure e le disavventure del mio viaggio estivo in Africa, trovo finalmente il tempo e la voglia di scrivere un report che spero apprezzerete. L'idea della “destinazione Dakar”, non certo insolita, nasce nell'inverno 2011 e si ufficializza a fine marzo. Il programma è quello di giungere a Dakar, percorrendo strada normale e qualche pista (in relazione alle condizioni meteo), rientrare in Italia in aereo e spedire la moto a casa via nave. La realtà è stata, come lo scorso anno, ben diversa; sia l'andata che il ritorno sono avvenuti via terra per motivi burocratici (non mi è stato possibile spedire la moto nelle modalità che avevo programmato). Ho raggiunto Dakar attraversando Francia, Spagna, Marocco, Sahara Occidentale e Mauritania; ho girato qualche giorno per il Senegal e, ottenuto un nuovo visto mauro, ho raggiunto Bamako (in Mali) e iniziato il viaggio di ritorno attraverso il Sahel, e ancora Mauritania e gli stessi paesi del viaggio di andata. In tutto 15800 km percorsi in 21 giorni, un viaggio molto stressante sia dal punto di vista fisico che mentale. Nella mappa sotto sono indicati gli itinerari di andata (giallo) e ritorno (blu)

Grazie ai seguenti sponsor sono riuscito a ridurre l'impatto economico del viaggio; li ringrazio di cuore!

MARCO LOMBARDI ARCHITETTO
Via Caduti della Bettola, 4/A - 42034 Casina
+39 3477014464


PEPENERO CAFFE' DI BAROZZI V. E STAZZONI M.
Via Caduti Della Bettola 2/b - 42034 Casina
+39 0522608092


OLEIFICIO DEI CASTELLI CEPELLI
Via Giuseppe di Vittorio 5/A - 42030 Vezzano Sul Crostolo
+39 39 0522606169


TABACCHERIA LIPARI EURO
Via Roma, 9/B - 42034 CASINA
+39 0522609922 – tabaccherialiparieuro@gmail.com


LA CREPA RISTORANTE PIZZERIA
Via Caduti per La Libertà 14 - 42034 Casina
+39 3895847931


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Piazza 4 Novembre, 6- 42034 Casina
+39 0522609040


RISTORANTE RISERVA DEL RE
Localita' Braglie Sarzano, 1 - 42034 Casina
+39 0522609589


La preparazione del viaggio è risultata nettamente più facile di quello dello scorso anno in Pakistan; la moto era già più o meno efficiente, in quanto i grossi interventi erano stati effettuati l'anno scorso. Una pulitina a serbatoio e carburatore, una sistemata alle casse per gli attrezzi, e via. Rimane qualche grosso dubbio per un misterioso problema elettrico occorso in aprile, mai identificato e guarito da solo. Gli amici dicono che la moto si sia spaventata della destinazione, si sia offesa e comportata in questo modo per qualche giorno, ma la spiegazione non mi convince... icon_smile.gif
A livello burocratico è richiesta la patente internazionale, della quale ero già in possesso, e il Carnet de Passage en Douane per l'ingresso in Senegal. Per attraversare Mauritania e Mali è richiesto il visto di ingresso, che si puo' ottenere facilmente sia dalle loro rappresentanze consolari in Italia (come ho fatto) che in loco.
E' stato invece un po' complicato ottenere un'offerta seria e competitiva sul trasporto della moto dal Senegal all'Italia; infatti al porto di Dakar ho dovuto scontrarmi pesantemente con la burocrazia locale e con una serie di norme completamente sconosciute alla compagnia italiana che mi aveva organizzato il trasporto. Sono quindi dovuto rientrare via terra, raddoppiando le distanze e i tempi programmati.
Memore dell'esperienza pakistana, decido di non portare copertoni di scorta in quanto il trasporto è troppo scomodo. Ho poi costruito e montato un telaio in alluminio sul bauletto per potervi fissare lo zaino ed avere il piu' spazio possibile sulla sella. Come per lo scorso anno, riempio le casse di tutto quanto potrà servirmi; parti di ricambio, attrezzi, camere d'aria, ecc.
Alle due taniche da 8 litri cadauna che alloggiano nella parte posteriore delle casse ne ho aggiunta un'altra da 10 litri, portando la riserva di carburante a 39 litri (circa 600 km di autonomia).
Tutto è pronto per la partenza, fissata per il 5 agosto 2011.
 
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12731438 Inviato: 28 Nov 2011 15:13
 

05 agosto 2011
Arriva il gran giorno! Il viaggio comincia alle 12, partenza dal Pepenero caffe' di Casina con solito rito scaramantico con gli amici

Qualche minuto per i saluti di rito e partenza. La moto è un po' meno carica dell'anno scorso, il meteo buono e le previsioni pure. Mi dirigo verso la montagna del nostro Appennino, su quella strada percorsa migliaia di volte

Dopo un'ora scarsa raggiungo il Passo del Cerreto, un po' piu' esotico del solito data la presenza di un pastore con il suo gregge

mentre cadono le prime gocce, che mi costringono ad indossare la tuta antiacqua (che dovrebbe avere un'efficacia maggiore di quella dello scorso anno icon_smile.gif).
Chiaramente smette subito, e ora il meteo sembra stabile. Scendo al mare e mi immetto in autostrada, direzione Genova. Il traffico non è particolarmente intenso e ho una gran voglia di guidare. Passo il capoluogo ligure e in breve tempo raggiungo il confine di stato


Poi Montecarlo, la costa francese, e si fa sera. Nei dintorni di Barcellona vengo colto da una sorta di “nevicata” estiva; migliaia di piccole particelle bianche volano di fronte a me per qualche minuto. Sosto in un'area di servizio semideserta e parlo con il gestore. Mi viene riferito che Algeciras è ancora lontana, circa 500 km; mi carico, pensando di essere in enorme anticipo rispetto al programma.

Conosco un simpatico motociclista spagnolo, di origini sarde che parla qualche parola di italiano. Se ne va al mare vicino a Malaga e resta affascinato dal mio progetto di viaggio. Ripartiamo insieme ma lui è molto più veloce.

Ultima modifica di vignovigno il 2 Dic 2011 16:40, modificato 2 volte in totale
 
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12731442 Inviato: 28 Nov 2011 15:13
 

06 agosto 2011
Peccato che i chilometri siano molti, molti di piu'. A Valencia soffro la prima vera crisi di sonno, superata grazie a qualche caffè. Albeggia prima di Alicante

Ad Alicante non ce la faccio davvero più. Mi fermo e dormo circa un'ora su una panchina di un'area di servizio. Alle 8 di nuovo in marcia, alle 9 sono uno zombie

Mi passa finalmente la sonno e la guida in Andalusia si rivela piacevole, nonostante il gran caldo. All'ora di pranzo sono già nei pressi di Granada


Comincio a pensare di potercela fare a imbarcarmi stasera; infatti alle 17 circa entro al porto di Algeciras. Acquisto i biglietti e mi imbarco per il continente nero



Le procedure doganali per l'uscita dalla Spagna sono velocissime e vengono eseguite prima dell'imbarco.
Il traghetto è pulitissimo e molto confortevole. Non siamo in molti; la maggior parte dei passeggeri sono marocchini residenti all'estero che tornano in patria per le vacanze estive. Fra loro un discreto numero di italiani; infatti, nonostante il costo ormai folle del carburante, risulta comunque piu' economico guidare l'auto dall'Italia ad Algeciras che imbarcarsi a Genova.
La polizia marocchina esegue tutte le formalità sulla nave; occorre quindi mettersi in fila prima per il controllo dei documenti del veicolo, poi per il passaporto.

Vengo aiutato da una famiglia di marocchini che vive e lavora a Cuneo. I due figli sono entusiasti del mio progetto di viaggio, anche perchè loro non si sono mai spinti piu' a sud di Agadir.
Ben presto attracchiamo al porto di Tanger Med. Riesco a scendere per primo; c'è ancora luce ma purtroppo le operazioni di importazione della moto sono tutt'altro che finite. Mi fanno fermare in un grande parcheggio, poi mi viene spiegato cosa fare da 4 o 5 ufficiali, ognuno dei quali mi da un pezzetto di istruzioni. Poi vengo mandato in un ufficio, rimbalzato in altri per una decina di volte. Dopo circa mezz'ora mi indirizzano alla Gare Maritime, per accedere alla quale devo uscire materialmente dalla dogana, entrare in uno stabile e passare delle barriere riservate solo alla polizia. Non capisco il perchè di tale procedura, visto che tutti gli altri possessori di veicoli seguono un iter diverso!
Due giovani poliziotti, piuttosto seriosi, mi accolgono e prendono il passaporto in custodia, invitandomi dopo qualche istante a uscire dalla stanza. Obbedisco ma rimango a guardarli a loro insaputa da uno scampolo di vetro; se la ridono per qualche minuto sfogliando il passaporto dopodichè riprendono l'atteggiamento “ufficiale” e mi richiamano per la riconsegna del documento. In circa un'ora sbrigo tutte le pratiche; rimane solo l'assicurazione, che si acquista in un banchetto all'uscita dell'area doganale. E' un vero furto senza scasso: 60 euro per dieci giorni di validità. Gli altri passeggeri marocchini mi assicurano che è normale; loro pagano 90 euro con le auto e dicono che sia obbligatoria.
Esco da Tangeri Med alle 20.00 circa. Uno splendido tramonto accompagna le mie prime curve in Africa


In circa 40 minuti raggiunto Tangeri e mi insedio al primo hotel economico che trovo. Stremato e affamato mi precipito in strada per una cena pantagruelica ma la sfiga vuole che gli ATM non funzionino questa sera. Un'altra mezz'ora per cercare un cambio e finalmente mi siedo, mangio e mi godo la sensazione di essere arrivato al punto di partenza.

Ultima modifica di vignovigno il 2 Dic 2011 16:40, modificato 3 volte in totale
 
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12731455 Inviato: 28 Nov 2011 15:14
 

07 agosto 2011
Sveglia all'alba, finalmente gli ATM funzionano e sono pronto alla partenza. Preparo la moto e ringrazio Mostafa, che per 2 euro ha dormito accanto a Terminator.

Parto in quarta, risalendo le montagne dell'Atlante, su una strada scivolosissima che mi costa qualche acrobazia

Mi fermo per una lauta colazione, ovviamente in uno dei negozietti che ho imparato ad amare l'anno scorso in Medio Oriente. In tempo di Ramadan non si trovano infatti ristoranti aperti e bisogna arrangiarsi

Continuo a salire, il verde delle montagne non mi fa certo sentire in Africa ma molto piu' vicino al nostro Appennino



Nel mezzogiorno sono nei dintorni di Fes e decido di visitarne la Medina. Davvero appagante passeggiare in questo labirinto di vicoli, fra animali, artigiani intenti nelle loro attività quotidiane, commercianti di spezie, mercati; lontano dai rumori dei veicoli, e dalla frenesia della parte nuova della città






Fortunatamente la Medina di Fez è un posto iperturistico e riesco quindi a consumare un pranzo anche se in pieno Ramadan. Spettacolare l'interno del ristorante

Ho l'occasione di vedere una parte di città dall'alto, ma devo dire che non è decisamente il suo aspetto migliore


Il ritorno alla moto è problematico; mi perdo nella Medina (come ampiamente previsto) e perdo circa un'ora nel ritrovare la via del parcheggio.
Riprendo la guida del mio potente mezzo e mi lancio a folle velocità in direzione Sud

Nella città di Azrou ho un piccolo diverbio con la polizia. In genere le postazioni di controllo sono precedute da due segnali; il primo avvisa di rallentare, e il secondo, posto a circa 50 metri dal posto di blocco, di fermarsi. A questo punto il gendarme invita a proseguire a passo d'uomo verso di lui. Vedendo che non c'erano auto ferme non mi sono fermato al secondo; ne è risultata un'animata discussione fortunatamente senza conseguenze per il mio portafoglio.
Proseguo la mia marcia verso Marrakech, quando il meteo comincia a fare le bizze. Vengo colto da una sorta di tempesta di polvere e sabbia, fortunatamente di entità ridotta; poi da un temporale, breve ma intenso. La strada è scivolosissima e devo procedere quasi a passo d'uomo per una decina di chilometri. Prima di Beni Mellal sulla mia sinistra gli spettacolari specchi d'acqua della diga di Hel Hansali. Poi, caldissimo.




A Beni Mellal sorpasso una Golf con targa italiana. Appena mi vede il conducente accelera e mi raggiunge per affiancarmi e dirmi “Ciao, come va? Io lavoro a Pisa”. L'episodio mi fa sorridere e sentire contemporaneamente lontano e vicino a casa. Intanto tramonta il sole, accelero la marcia ma la vista di un incidente spaventoso mi raffredda un poco; ormai manca poco a Marrakech, percorro gli ultimi torridi chilometri sterminando migliaia di moscerini.



Ad un tratto la catena della moto fa un rumore stranissimo, una sorta di fuorigiri per un brevissimo lasso di tempo. Mi fermo a controllare, tutto pare a posto; quindi proseguo la marcia, che avviene regolarmente. Solo nelle marce basse, in accelerazione, la catena pare un po' rumorosa.
La vista delle luci della città è una liberazione, dopo cosi' tante ore di guida. Trovo un alloggio al volo e un parcheggio custodito dove Terminator potra' passare la notte. Passo la serata in Piazza Jemaa el-Fnaa, consumando un'ottima cena nell'atmosfera incantevole di Marrakech. La città non mi sembra diversa da quella di qualche anno fa, e il recente attentato pare solo una pagina nera da dimenticare in fretta. “Italiani spaghetti e cannoni”, mi dice un venditore di fumo...rido. A fine serata scambio una lunga serie di offese, in inglese e in francese, con una delle solite “guide” che propongono di accompagnarti anche dopo il millesimo rifiuto. Marrakech è anche questo! icon_smile.gif

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:45, modificato 1 volta in totale
 
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12731457 Inviato: 28 Nov 2011 15:14
 

08 agosto 2011
Una bella lubrificata alla catena di prima mattina e il problema rumorosita' sembra risolto. Poiché ho intenzione di visitare Essaouira, mi dirigo verso Ovest anziché prendere la strada più corta in direzione Agadir.

Dopo circa 50 chilometri di marcia la leva del cambio comincia a dare problemi. E' un po' sgranata e necessiterebbe di un'operazione di taglio per aumentare la forza della vite che la tiene serrata. Vedo sulla mia destra dei rottami e qualche scintilla e decido di fermarmi. Entro in una stanza, e il meccanico non si vede; è sotto alla carcassa di una 2 cavalli che taglia dei pezzi con un flessibile. Esce e mi chiede di cosa ho bisogno; un po' difficile spiegarsi, parla solo arabo. Allora prendo una chiave del 10 dal suo banco e comincio a smontare la leva, mostrandogli che e' sgranata, e indicandogli il posto dove tagliare. Con un sorriso mi fa capire di avere capito e prende in mano la situazione; ha intenzione di tagliarla con un disco di dimensioni tali che non rimarrebbe nulla della leva...riesco a fermarlo appena in tempo. Cerca un altra soluzione ma non ha né attrezzi né materiali, alchè gli suggerisco di rimontarla in posizione diversa. Cosi' fatto, il problema è temporaneamente risolto.
Terminato il lavoro, ci laviamo con un secchio d'acqua e detersivo da lavatrice in polvere. Mi torna in mente qualche episodio della mia infanzia, quando per lavarsi le mani sporche ci si arrangiava. Niente asciugamani naturalmente. Il meccanico è contentissimo (in realtà non ha fatto nulla) ma non vuole essere pagato. Gli offro comunque l'equivalente di un caffè e posiamo per una foto

Dopo la solita colazione in un negozietto

mi dirigo verso Essaouira. Guido un po' distrattamente, anche a causa del gran caldo, e finisco dritto in 2 rotonde, fortunatamente senza conseguenze. La strada e' in ottime condizioni e il traffico tale da potere viaggiare a buona velocita' senza pericoli



Mi fermo a scattare qualche foto alle pecore di un pastore

che mi chiede soldi (ovviamente non glieli do). Avrà sicuramente modo di rifarsi con le decine di autobus di turisti che passano tutti i giorni...
Giungo a Essaouira e la visito. La città non mi colpisce particolarmente; inoltre l'atmosfera pare satura di acqua proveniente dall'oceano che crea una sorta di nebbia piuttosto persistente.







Riparto alla volta di Agadir; in moto fa perfino freddo.
Anche questo tratto di strada è percorso ogni giorno da decine di autobus turistici. Nei luoghi di osservazione più spettacolari, accorrono bambini a frotte vedendomi in sosta. Chiedono denaro e, vedendoselo negato, tirano sassi oppure sputano. Questo è il risultato del comportamento irresponsabile di alcuni turisti che, elargendo monete a destra e a manca, vanno a modificare l'equilibrio di questi luoghi.





Poco prima di Agadir vengo fermato dalla polizia marocchina che mi chiede per la prima volta la “fiche”; un semplice foglio di carta sul quale sono riportate le mie generalità. Ne ho preparate una cinquantina, per accelerare le procedure di controllo ai posti di blocco.Tutto fila liscio, proseguo e raggiungo la città. Mi fermo in un quartiere ultraturistico e finalmente consumo un pranzo vero sebbene in pieno ramadan.
Proseguo la marcia verso Sud, impaziente di entrare nel Sahara occidentale.



Il paesaggio è incredibilmente monotono, fatto di aride distese di terra, senza il fascino del deserto



Mi fermo il meno possibile, solo per rifornire, e attaccando qua e là adesivi del Tinga

Il traffico è sostanzialmente nullo. Durante una sosta per travasare carburante dalle taniche, accosta un'auto per chiedere se ho bisogno di aiuto. L'autista è enormemente sorpreso alla vista di uno straniero e dialoghiamo a lungo.
Si fa buio, e ad un posto di blocco mi viene consigliato di passare la notte nella località di Tan Tan Plage. La città successiva sarebbe decisamente lontana e seguo il consiglio. Mi insedio all'hotel Dubai

e visito la cittadina, decisamente gradevole e tranquilla. Consumo una cena a base di pesce freschissimo ad un costo irrisorio.


Il francese studiato per lungo tempo a scuola comincia finalmente a perdere un po' di ruggine e trascorro una piacevole serata discorrendo con 2 giovani del luogo.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 19:32, modificato 2 volte in totale
 
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12731461 Inviato: 28 Nov 2011 15:15
 

09 agosto 2011
Raccolgo la mia roba stesa sul terrazzo dell'hotel, per niente asciugata, e riprendo il mio cammino. L'umidità è talmente elevata da bagnare i vestiti e indosso guanti e tuta anti acqua



La strada segue sempre la costa che in questo tratto è assolutamente spettacolare




Un rapida sosta colazione da un simpatico negoziante, poi ancora in marcia verso Al Layoune. Vengo fermato 7-8 volte dalla polizia, che è sempre educata e chiede solamente la solita fiche.


Nei pressi di Al Layoune, città pesantemente militarizzata, il meteo volge al bello e posso finalmente stendere i vestiti sulla moto. La sabbia invade la strada e il paesaggio cambia; l'arida distesa alla quale ero ormai abituato lascia il posto al deserto, quello vero, e alla sua sabbia finissima che mi riempe a tratti la bocca







Il paesaggio torna arido, ma il mare sembra più docile, anche se mai invitante. L'idea di un bagno non mi passa mai per la testa ma le spiagge sono incantevoli


Sempre amichevoli i benzinai, che accettano qualche foto goliardica


Nel frattempo si alza un vento molto intenso che spazza la nebbia residua e restituisce l'azzurro del cielo. La guida è difficoltosa ma ormai non sono lontano a Dakhla, dove ho in programma di passare la notte. Macino km verso sud, sempre circondato da un niente davvero spettacolare:




Percorro decine e decine di km di nulla; nessun villaggio, nessuna pompa di benzina. Abbandono la strada principale per percorrere la stretta penisola di Dakla quando il vento aumenta pericolosamente di intensità, al punto di farmi quasi cadere. Procedo pianissimo e giungo nella baia. Di fronte a me, ad alcune centinaia di metri, decine di surfers approfittano di questa condizioni tanto particolari

Arrivo in città e mi insedio nel primo hotel che trovo, di qualità davvero infima


Il gestore è simpatico e mi trattengo con lui per parecchio tempo. Mi racconta che la vita qui è molto noiosa, ma che il turismo è abbastanza fiorente. In realtà lo sto ad ascoltare perchè in lui rivivo ricordi adolescenziali, in quanto ha lo stesso identico timbro di voce di Brandon di Beverly Hills 90210. Esco e visito velocemente la città, che non offre molto



Entro in un ristorante e mi viene servita una zuppa. Comincio a mangiare, e noto qualcosa di strano nei commensali...in realtà non è ancora tempo di mangiare e il mio atteggiamento li ha un po' offesi. Neanche il tempo di provare a scusarmi, ed arriva l'ora per la cena. Anche loro mangiano e tutti dimenticano. Cambio ristorante per mangiare pesce, ma sono tutti al completo. Giro mezza città e finisco in un anonimo fast food, dove mangio pesce divinamente, ad un prezzo ancora una volta irrisorio.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:48, modificato 1 volta in totale
 
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12731462 Inviato: 28 Nov 2011 15:15
 

10 agosto 2011
Dopo una notte passata nel sacco a pelo, data l'impraticabilità delle lenzuola, saluto Brandon e corro a preparare la moto per la tappa odierna che mi porterà in Mauritania. Prima di lasciare la città cerco carburante per serbatoio e taniche ma non sembra cosa facile. Su 7-8 benzinai, nessuno ha benzina. Continuo verso la strada principale che porta in Mauritania ed arrivo all'ultima stazione, che come le altre è a secco. Non mi pare possibile; fra l'altro noto che il gestore stesso possiede un auto a benzina. Comincio allora a supplicarlo, insistendo fino alla morte e facendogli capire che so che deve avere carburante, almeno per sé. Si commuove, mi chiede quanta ne voglio, e finalmente accende la pompa. Faccio il pieno di serbatoio e taniche, ne avrò fino al confine. Ringrazio l'uomo che si allontana, mentre io sistemo le mie cose. Nel frattempo accorrono un paio di cani randagi per nulla amichevoli. Temporeggio, visto che ad ogni mio movimento gli animali si innervosiscono; arrivano altri due cani...e ancora altri 2. Ben presto nel parcheggio della stazione siamo io, Terminator e una decina di cani ringhianti. Del benzinaio nemmeno l'ombra. Rimango in attesa di un varco, per una decina di minuti; approfitto di un attimo di disattenzione e parto a razzo...pericolo scampato.
Verso la frontiera, il solito niente. Una lingua d'asfalto di 250 chilometri che attraversa un mare di sabbia





Anche la guida è molto monotona e vado dritto in una delle poche semicurve, rischiando grosso. Ben presto arrivo alla frontiera e mi accodo allo sportello della polizia.

Non sono l'unico europeo; una decina di ragazzi spagnoli ha partecipato ad una corsa organizzata attraverso il Marocco. Raggiungeranno Nouadibhou, dove spediranno a casa i mezzi e rientreranno in aereo. Insieme a noi, logicamente, parecchi africani; in maggioranza mauri, ma anche senegalesi, gambiani. Gran parte di loro di ritorno nei loro paesi dall'Europa, per mancanza di lavoro. Poi 3 ivoriani, brutti ceffi, con i quali cerco di non avere dialoghi. L'attesa è lunga ma finalmente ottengo il timbro d'uscita e mi precipito alla dogana per esportare la moto. Per fortuna le cose sono piu' rapide e in circa 15 minuti sono fuori dal “Marocco” (in realtà qui non siamo in Marocco, ma la frontiera del Sahara Occidentale è amministrata dal Marocco). Superato il cancello d'uscita, subito una sorpresa

La strada è in condizioni disastrose e rischio seriamente di insabbiarmi. Accorre un uomo, che mi urla di tenere il lato opposto della pista in quanto a destra c'è moltissima sabbia. Attraverso questi 4 km di “terra di nessuno” e mi presento alla polizia maura

L'attesa è infinita, ed il tempo si dilata nel vedere il poliziotto che esegue operazioni banali con una lentezza esasperata. Basta comunque non avere fretta, e il passaporto torna indietro timbrato. Ultimo passaggio alla dogana per importare la moto; il doganiere controlla tutti i documenti, mi compila un “Passavant” e mi chiede 10 euro. Obietto e gli dico di avere un Carnet de Passage, per il quale ho pagato un bel po' di soldi, e di non avere intenzione di pagare per il Passavant. Gli mostro il Carnet dietro sua richiesta e mi fa notare che la Mauritania non figura nella lista dei paesi per i quali il documento è valido. Non ho comunque intenzione di pagare e dopo una discussione, nemmeno tanto lunga, arriva un suo superiore che mi congeda facendolo rimanere di stucco. Saluto, esco e cambio qualche euro in ouguiye prima di procedere all'acquisto dell'assicurazione

e di essere finalmente libero in territorio mauro


Percorro la nuova, liscissima strada che collega Nouadibhou a Nouakchott, completata solo nel 2005


Imparo in fretta che in Mauritania il prezzo della benzina lo fa chi te la vende. Fuori dalla capitale la si acquista in bidoni, e non necessariamente da benzinai

Nei lunghi tratti di strada deserti in direzione Nouakchott incontro parecchie carcasse di auto che paiono un monito verso chi affronta il deserto con un mezzo inefficiente. In genere le auto in panne vengono lasciate li' e chi passa usufruisce dei pezzi di ricambio


Fortunatamente c'è anche qualche stazione di servizio “ufficiale”, provvista di benzina


Vengo fermato parecchie volte dalla polizia, ma senza regolarità. Capita che nessuno mi fermi per 80 km, e poi quattro volte in 10 km. Me la cavo sempre con le fiches, in tempi rapidissimi e le forze dell'ordine sono in genere amichevoli.




Verso sera, la luce cala abbastanza velocemente. Ad un posto di blocco ad 80 km da Nouakchott la polizia vuole convincermi a passare la notte lì; dice che non è il massimo guidare nell'oscurità ma declino l'invito e proseguo. Accelero il ritmo, e in circa 50 minuti raggiungo la periferia della capitale nel buio totale. Concentrato nella guida, forse troppo, ignoro involontariamente un posto di blocco della polizia passando davanti ai militari a forte velocità. Fortunatamente si mostrano comprensivi e mi lasciano proseguire. In qualche minuto raggiungo l'Auberge du Sahara e mi lascio corrompere da un pollo con patate fritte.

Ultima modifica di vignovigno il 3 Mar 2012 13:49, modificato 2 volte in totale
 
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12731467 Inviato: 28 Nov 2011 15:16
 

11 agosto 2011
Vorrei risalire a nord est e andare ad atar ma la catena della moto è messa male da Marrakech

Sembra che da un momento all'altro si debba spezzare e questo non mi sembra il paese più adatto per risolvere inconvenienti di questo tipo. Decido quindi a malincuore di continuare verso sud ed arrivare il prima possibile a Dakar. Là sarà sicuramente possibile sistemare la catena e quindi girare il paese.
Visito di prima mattina questa città amorfa, senza centro




Poi la solita colazione nelle épiceries, per sfuggire alle regole del ramadan

E mi metto in marcia in direzione del confine di Rosso

Il paesaggio è decisamente piu' interessante di quello del Sahara Occidentale. A tratti distese aride e gialle lasciano spazio a lingue di sabbia rossa che minacciano la carreggiata


Attraverso decine di posti di blocco, e decine di villaggi. La gente è subito piuttosto diffidente ma, superata la barriera iniziale, non trattiene la curiosità e in genere nascono dialoghi cordiali e interessanti





Man mano che ci si avvicina al confine tutti o quasi chiedono (e non ottengono, mai) soldi per indicazioni stradali. In base a quanto letto prima della partenza, il passaggio di confine di Rosso è uno dei piu' corrotti di tutta l'Africa e decido quindi, piste permettendo, di passare più ad Ovest, ed attraversare il fiume Senegal sul ponte di Diamma. Per fare ciò devo imboccare una pista, sulla destra, qualche chilometro prima del confine. Dopo diverse richieste, e dopo avere ottenuto informazioni discordanti, prendo una pista che mi porta ad un villaggio





Da qui chiedendo ancora a una decina di persone riesco ad individuare la direzione giusta per Diamma. La pista è in ottime condizioni in quanto non piove da tempo; in caso di acqua non sarei probabilmente riuscito a percorrerla



Ad un certo punto arrivo ad un posto di controllo dove un poliziotto chiede una fiche, e l'altro mi dice che devo pagare per l'ingresso ad un parco nazionale. Nasce una vivace discussione che termina solo quanto l'uomo mi mostra tutti i suoi documenti, e il comunicato ufficiale che stabilisce la tassa di entrata. Dopo diventiamo amici

Qualche chilometro ancora, e arrivo alla dogana di Diamma. Sono l'unico a dovere attraversare il confine.
Il primo casolare sulla sinistra è quello della dogana. Entro, silenzio assoluto. Due individui dormono per terra. Saluto, uno di essi raglia qualcosa all'altro, più giovane, che si alza per compilare le carte. Ci accomodiamo ad un tavolo bianco, io di fronte a lui; trascrive tutti i dati della mia moto e mi ritira il passavant consegnatomi all'entrata del paese. Poi ha un dubbio, chiede consiglio all'altro che ancora dorme, il quale si alza e gli da ragguagli. Tutti i dialoghi avvengono in arabo, tranne una frase in francese del boss esplicitamente diretta a me, “Il faut payer”, che faccio finta di non capire. In breve tempo tutto è a posto, il giovane mi riconsegna il passaporto e mi chiede 10 euro. Chiedo dapprima ragguagli, poi dico che non ho intenzione di darglieli. Il boss, che nel frattempo era tornato a dormire, alza una palpebra e barrisce con l'intenzione, forse, di spaventarmi. Poi si alza e prende il posto del giovane di fronte a me e iniziamo a discutere. Grasso, sulla quarantina, una smorfia permanente stampata sul viso. Cerco di mantenere sempre il sorriso ma quando la discussione prende toni piu' maschi diventa assolutamente difficile. Provo in tutti i modi a raccontargliela, che all'ambasciata mi hanno detto che non devo pagare, che il capo della polizia di Nouakchott mi ha detto lo stesso, ecc...ma il tizio non abbocca. Ad un certo punto si incazza di brutto e mi dice di ridargli il passaporto. Ovviamente non glielo do..preso dal nervoso sbatte sul tavolo dei fogli e dice che mi rimanda indietro a Rosso. Discutiamo altri 10 minuti ma il tipo è davvero tosto, non mi fa passare. Per tornare indietro non ho benzina. Aggiustiamo la cosa con l'equivalente di circa 6 euro.
Esco e percorro 10 metri a piedi, fino alla caserma della polizia. Entro, qui non dorme nessuno; vengo salutato molto calorosamente. Il capo è molto, troppo gentile..esegue le pratiche, timbra il passaporto e chiede 10 euro. Ora ho il passaporto in mano timbrato, indietro non mi puo' mandare. Gli dico che non ho nessuna intenzione di pagare, e nasce, guarda caso, una discussione. L'uomo non ha comunque il carisma dell'altro e ho da subito la sensazione di domarlo. Dopo una decina di minuti, mi chiede se alla dogana ho pagato...alla mia risposta “pas de tout”, desiste e mi accompagna fuori salutandomi e augurandomi buon viaggio.
Esco dalla Mauritania percorrendo il ponte sul fiume Senegal. Alla sbarra che segnala l'entrata in Senegal, vengo fermato da un uomo e mi viene richiesto il pagamento di un pedaggio. Rifiuto e discuto per 20 minuti, ma purtroppo è tutto vero. Dietro mia richiesta si procura e mi esibisce l'ordinanza secondo la quale ai cittadini europei è richiesto il pagamento del pedaggio. Pago, ottengo ricevuta.
Sono in Senegal, o quasi. Basta farsi fare un timbro sul passaporto e regolarizzare l'importazione della moto in dogana.
Vengo invitato ad entrare in in ufficio dove un poliziotto cortese (troppo) mi prende il passaporto. Mi chiede se è la prima volta che entro in Senegal; rispondo affermativamente, ma gli faccio presente che di dogane ne ho attraversate tante, sperando che non chieda soldi. Terminata la procedura, mi chiede 10 euro. Inzia la solita discussione, per la verità molto diversa dalle altre; gli faccio presente che non ho alcuna intenzione di pagare e mi avvio verso la porta. Non insiste più di tanto, ma non mi saluta.
Rimane solo da regolarizzare la posizione di Terminator e mi avvio verso la dogana

Spiego agli ufficiali la mia esigenza di uscire dal paese in aereo imbarcando la moto al porto di Dakar. Sono dubbiosi sul fatto che si possa fare; decido comunque dietro pagamento di una piccola “commissione” di non fare segnare la moto sul passaporto; in questo modo dovrei scongiurare problemi in partenza dal paese. Terminate tutte le procedure mi viene timbrato il Carnet che dovrò comunque regolarizzare entro due giorni al porto di Dakar.
Finalmente libero in Senegal. Acquisto l'assicurazione per il paese


e una SIM Orange per potere chiamare il mio contatto locale che si adopererà per la spedizione della moto.
Riprendo la marcia. Il deserto ha lasciato posto a una lussureggiante vegetazione

Raggiungo la città di Saint Louis. A causa di una deviazione non è possibile passare dal centro ed attraverso le aree più povere della città


Da qui a Dakar la distanza è breve e confido di essere in città prima di sera. Attorno a me ho la vera Africa, quella che non avevo ancora visto. Quella dei neri, dei grandi alberi, di vasi in equilibrio sulle teste delle donne; quella delle capanne di legno e delle madri 15enni. Suscito la curiosità dei locali, ma non in senso positivo. Vengo accolto con diffidenza, quasi ostilità. Il mio viaggio continua verso la capitale.
Il traffico si intensifica sempre più e, giunto a Rufisque, mi rendo conto che non è il caso di volere arrivare a tutti i costi a Dakar entro sera. Si marcia a passo d'uomo, la strada è un gigantesco ingorgo nel quale il mio ingombrante mezzo fatica a destreggiarsi

Decido quindi di passare la notte presso un albergo di Rufisque. La struttura è sostanzialmente un bordello; il sospetto mi viene quando il padrone mi chiede se la camera mi serve per dormire. Ma me lo confermerà fra qualche giorno anche Jean Francois, un docente universitario conosciuto qui. Buona la cena, e anche la birra (qui non sono molto integralisti...).
Mi accomodo nella mia camera, senza aria condizionata

La rete antizanzara è completamente bucata, ho dimenticato il repellente a casa e sono in ritardo con la profilassi antimalarica (pensavo di restare in Mauritania un paio di giorni in più). La notte, completamente insonne, sarà una delle più calde della mia vita; verrò punto da decine di zanzare, per fortuna senza danni.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:50, modificato 1 volta in totale
 
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12731468 Inviato: 28 Nov 2011 15:16
 

12 agosto 2011
Riesco ad ottenere un sorriso dal padrone dell'alloggio solo quando gli consegno i soldi per la camera. Riprendo il mio viaggio, conscio del fatto che la destinazione è vicinissima; ormai è una passeggiata



Eccomi a Dakar. Una destinazione a metà; manca qualcosa, dal punto di vista geografico o storico, per renderla una meta da sognare. E' con questo spirito che credo di avere terminato il mio viaggio, mentre mi accomodo in un dignitoso hotel per “celebrare” l'arrivo.
Sistemate un po' di cose, telefono al mio contatto locale per comunicargli il mio arrivo e mi dirigo al porto per regolarizzare l'importazione della moto

Le dogane del porto di Dakar sono una bolgia perfettamente organizzata. Chiedo subito al primo funzionario in divisa dove devo andare ma non è facile spiegare cosa devo fare, anche perchè non lo so! Vengo indirizzato in un ufficio ai piani alti, dove ha inizio il gioco che mi vede nel ruolo di palla da ping-pong. Un paio di uffici, ove nessuno mi chiede cosa devo fare; sembra che tutti sappiano tutto. Poi un ufficio al piano inferiore; qui mi viene dato un tutor che mi conduce per altri 2 uffici. Finalmente, penso, vengo fatto accomodare in quello che sembra il luogo finale. Un uomo con capelli bianchi e unghia lunghissime, molto serioso, si atteggia da persona molto importante. Evidentemente gli da fastidio che io controlli visivamente quello che fa, e mi invita con arroganza a sedermi in posizione tale da voltargli le spalle, esattamente di fronte alla sua scrivania. L'uomo, come tanti altri, non conta praticamente nulla ed ha il solo compito di mettere graffette e di preparare i documenti per un altro burocrate, in un ufficio adiacente, che non mi è concesso di vedere. Parte dei documenti vengono inoltrati all'uomo ed io vengo fatto accomodare in un altro luogo dove una donna, mentre telefona, mette timbri a caso sulle mie carte, senza neanche guardarle e senza sapere ciò che fa. Finalmente mi portano all'ufficio dove vengono regolarizzati i Carnet. Un uomo mi accoglie educatamente e dialoghiamo in inglese. Mi chiede, per la prima volta, cosa devo fare e gli espongo il mio programma di rientrare in Italia in aereo mentre la moto partirà in un container separatamente. Arriva la doccia fredda; mi viene riferito che il mio programma è realizzabile solo se la moto partirà prima di me; in caso contrario all'aeroporto se ne accorgeranno e non mi lasceranno imbarcare. Inoltre la moto verrà confiscata dalle autorità portuali.
La notizia stravolge i miei piani, in quanto non sono affatto sicuro che il mio contatto abbia la sua merce pronta in tempi brevi; l'altra soluzione sarebbe quella di acquistare un container tutto per me ma sarebbe troppo dispendioso. Certo che la compagnia di spedizioni italiana che mi ha proposto questa soluzione poteva informarsi della normativa in vigore...
L'uomo regolarizza l'ingresso della moto e rimango d'accordo che tornero' entro 4-5 giorni per comunicargli le decisioni per l'uscita dal paese.
Rientro all'hotel e comunico le novità al mio contatto che non ha la merce pronta ma promette di richiamarmi nel giro di 2-3 giorni.
Cominciando ad intravedersi problemi all'orizzonte, decido di contattare l'ambasciata maura per l'ottenimento di un nuovo visto di transito. Dovesse andare a buon fine il trasporto via nave perderei i soldi del visto, ma in caso opposto perderei tempo e non posso permettermelo.
Di nuovo in strada, nella congestionatissima Dakar, a cercare l'ambasciata come da indicazioni della guida


Scopro dopo un'ora e trenta di guida che l'ambasciata non è più qui. Vededomi spaesato, un uomo elegante alla guida di una X5 si ferma e mi chiede se ho bisogno. Lavora all'ambasciata del Regno Unito e non conosce il nuovo indirizzo di quella maura ma mi indica la zona; un'altra ora di guida e giungo là.
Il console se n'è andato mezz'ora fa, oggi è venerdi' e quindi non si fa nulla prima di martedi'. Provo a supportare la mia insistenza a suon di euri ma l'incaricato mi fa capire di essere solo un custode, niente da fare. Rientro all'hotel, ormai nauseato dal traffico incredibile di questa città. Autobus, carri a trazione animale, motorini...tutti insieme in strada. Storpi a mendicare in mezzo alla carreggiata; gente su sedie a rotelle aggrappati agli autobus..l'inferno stradale!
Esco a piedi, riuscendo a rilassarmi un poco fra i mercati e il disordine di Dakar.


Prenoto un altro alloggio per domenica (se tornero' in moto dovro' tirare la cinghia..il ritorno non era previsto) e decido di passare il week end nell'est del Paese.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:51, modificato 1 volta in totale
 
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12731469 Inviato: 28 Nov 2011 15:16
 

13 agosto 2011
Mi alzo di buon ora, raccolgo le mie cose e le porto all'Hotel Luis Sun, dove alloggero' domani sera al ritorno del mio giro ad Est. Oggi è sabato e fino a lunedi' non posso fare nulla; cerco quindi di godermi il paese, se non le persone, almeno la natura. Esco dalla caotica Dakar

e rimango imbottigliato per circa mezzo'ora a Rufisque. E' praticamente impossibile non bloccarsi qui, in quanto tutto il traffico proveniente da quasiasi direzione e diretto a Dakar deve passare di qui. E la strada e' ad una sola corsia per senso di marcia. Con un po' di pazienza sono fuori dal caos; comincia la campagna



Mi fermo in un piccolo villaggio ad osservare ragazzi che siedono all'ombra di un baobab. Sembra che questi giganteschi alberi svolgano anche una funzione di aggregazione sociale, in quanto sono spesso luoghi di ritrovo.
Fortunatamente il tempo regge. Verso Kaolack le condizioni della strada peggiorano ma rimangono comunque migliori delle aspettative

La zona è piuttosto depressa dal punto di vista economico. I carburanti sono costosi (prezzi superiori ad un euro al litro per la benzina) e le stazioni di carburante divengono spesso luoghi di accattonaggio. Viaggiare con il proprio veicolo è un lusso per pochi



Ad est di Kaolack l'Africa riprende la scena. Manca il sole nel cielo, ma ad abbagliare è il verde della vegetazione

Un passante in motorino, vedendomi fermo in un luogo isolato intento a travasare benzina dalle taniche al serbatoio, si ferma e mi mette un po' di inquietudine...ma è solo un simpatico incontro

Avvicinandosi a Tambacounda l'ambiente circostante diventa sempre più selvaggio


e rischio una caduta quando mi accorgo che sul mio ginocchio sinistro è appollaiata una cavalletta grossa come un passero, che neutralizzo con un cricco.
Giungo a Tambacounda nel primo pomeriggio e mi insedio in uno dei pochi alloggi.



Gli abitanti della città sono al solito incuriositi da me ma non si comportano in modo amichevole. In qualche ora giro dappertutto






e non riesco a raccogliere né un sorriso, né un segnale di apertura sociale da parte dei locali.
Si fa buio ed entro in una sorta di bar chiedendo dove si puo' mangiare. Vengo indirizzato al “Garage Dakar” ma le spiegazioni sono un po' vaghe. Raggiungo il luogo e con qualche difficoltà riesco a trovare il ristorante consigliato. La cameriera parla con un tono di voce bassissimo, e velocissimo. Alla quarta volta che le chiedo di ripetere mi viene voglia di alzarmi e andare ma ho troppa fame...Consumo l'ormai solito pollo con patate fritte. Ho le braccia sporche fino ai gomiti di olio, chiedo tovaglioli di carta, me ne porta UNO. Chiedo sale per le patate, risponde “pas possible”...Finalmente è ora di pagare e andare, non ho voglia di innervosirmi per episodi banali essendo conscio che nei prossimi giorni potrò avere cose molto più serie di cui preoccuparmi. Cammino verso l'alloggio nella buia Tambacounda; nessuno mi nota tranne le zanzare...

Ultima modifica di vignovigno il 2 Dic 2011 18:02, modificato 3 volte in totale
 
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12731476 Inviato: 28 Nov 2011 15:17
 

14 agosto 2011
Durante la notte cade una pioggia spaventosa. Mai sentito nulla di simile, ho l'impressione che il tetto mi crolli addosso da un momento all'altro. Balzo in piedi e apro la porta esterna perchè non riesco a concepire che a fare un tale rumore possa essere solo acqua...ed è solo acqua. Dura pochissimo, qualche minuto e tutto torna calmo. Al mattino chiedo al gestore se è normale, lui risponde “si, ha piovuto, ho sentito anch'io...”.
Fuori splende un bel sole, riparto alla volta di Dakar


Ho tempo per osservare meglio la natura attorno a me. I baobab sono alberi incredibili


Intento a fotografarne alcuni esemplari, vengo avvicinato da un signore anziano che vuole sapere tutto di me. Resterà uno delle poche persone senza secondi fini incontrate in questo viaggio.


Decido di rientrare a Dakar prendendo la N1, quindi passando da Fatick e Mbour. La strada è pessima per una decina di chilometri, ma è comunque più veloce di quella fatta ieri


In poco piu' di sei ore giungo a destinazione

La catena, che da Marrakesh è in condizioni pietose, ha miracolosamente tenuto ma non posso certo affrontare il viaggio di ritorno in queste condizioni. Oggi è domenica ed è tutto chiuso ma domani devo cercare di perdere il minor tempo possibile perchè dovrò anche ottenere il visto mauro (non ricordo che domani è Ferragosto...). Mi dirigo quindi verso una zona commerciale della città dove hanno sede un po' tutte le concessionarie di auto, fiducioso di trovare un'officina attrezzata. Le ricerche non danno i risultati sperati e decido di chiedere a delle guardie, che mi danno indicazioni per raggiungere un officina FIAT. Non riesco a trovarla, dopo una mezz'ora circa torno al punto di partenza e decido di caricare uno di loro che gentilmente mi mostra l'officina. Mi confida di non essere mai salito su una moto e di essere molto teso! Lo riporto al luogo di lavoro e gli offro un caffè.
A metà pomeriggio non ho più nulla da fare, tutto è chiuso e devo attendere domani. Metto a riposo Terminator e mi imbarco per Gorée, un'isola situata a circa 3 chilometri dalla costa divenuta famosa in passato in quanto punto cruciale per il transito degli schiavi dall'Africa alle Americhe.


L'isola mi sorprende positivamente. Mi aspettavo un assalto totale da parte di venditori (sulla barca siamo tutti turisti) invece l'atmosfera è calmissima. Gli abitanti e i commercianti si comportano in modo molto discreto



In un'ora circa completo la visita all'isola e mi rilasso in attesa della traghetto. Bevendo una birra conosco due simpatiche ragazze di Venezia, Annachiara e Valentina, turiste fa da te. Dopo un'ora di chiacchiere decidiamo di prendere la stessa barca per Dakar, ci alziamo e loro chiedono il conto. Io non so per quale stupido motivo penso di avere già pagato; nasce una colossale figuraccia con il cameriere che mi insegue per qualche metro finchè non me ne accorgo...
Passo una piacevole serata in compagnia delle ragazze e di una coppia italiana.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:52, modificato 1 volta in totale
 
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12731483 Inviato: 28 Nov 2011 15:17
 

15 agosto 2011
Sveglia di buon ora e subito in cerca di meccanici nella parte industriale della città. Pare non lavorare nessuno; chiedo a delle guardie, mi dicono che prima delle 9 non arriva nessuno. Attendo, ma neanche alla 10.00 non c'è anima viva. Imparo mio malgrado che a Ferragosto si riposa anche nei paesi non cristiani...
Ritorno verso il centro per andare in dogana e mi ferma la polizia nei pressi del porto. Controllano tutti i documenti, e mi chiedono la “vignette”; non so cosa sia e non voglio neanche saperlo. Suppongo si tratti di una sorta di bollo, ma sono sicuro che non è obbligatorio per gli stranieri altrimenti in dogana me lo avrebbe sicuramente proposto qualcuno. Il poliziotto ha voglia di creare problemi, e insiste dicendo che non sono in regola. Probabilmente è in buona fede ma io rimango sulle mie posizioni. Intanto ferma altri veicoli, e tutti hanno qualcosa di non regolare. Il conducente di un quadriciclo implora clemenza, ma lui risponde impassibile “Ce serait trop facile”. Poi si allontanano un attimo, e miracolosamente si mettono d'accordo. Torna da me, forse un po' ammorbidito, e mi dice che mi lascerà provvisoriamente andare ma che dovrò presentarmi ad un ufficio per avere una risposta ufficiale sulla “vignette”. Scrive l'indirizzo, e ci salutiamo.
Prossima tappa, gli uffici doganali del porto. Ma sono tutti tristemente chiusi.
Torno dalla polizia e chiedo di consigliarmi un meccanico da moto. Mi indicano un tizio che ha l'officina nei pressi dell'aeroporto, di cui avevo letto anche su un forum. Questa doppia conferma mi convince e mi reco sul posto. Le indicazioni corrispondono con una baracca situata in una rotonda, presidiata da tre ragazzini, il piu' grande dei quali avrà 16 anni. Non puo' essere il posto che cerco, ma chiedo ad un poliziotto, ed è proprio quello. A volte l'apparenza inganna e decido di fermarmi a chiedere. Si tratta di aprire la catena e di sostituirne un pezzo con un pezzo nuovo che ho. Il “capo” sostiene che non ci sono problemi e già si imposta per cominciare il lavoro ma vista la completa mancanza di attrezzi, e qualche dubbio sulla professionalità, lo fermo e mi allontano con una scusa.
Torno verso il centro e vedo un gommista aperto; decido di provare con loro. Sembrano gente che sa cosa fa, anche se non sono attrezzati. Per fortuna io ho qualche buona chiave

Spiego al ragazzo che la catena è in condizioni pietose da Marrakesh e che deve essere sistemata inserendo il pezzo nuovo che ho con me. E che la riparazione dovrà tenere per 8.000 km...
L'equipe apre la catena spingendo fuori i perni utilizzando la parte superiore di una candela da auto. I perni vengono ribattuti con una mazza

che, come vedrete fra qualche giorno, crea probabilmente più danno che utile. Il lavoro di mazzettatore viene affidato al più giovane (ed impreciso) Lamin, che di tanto in tanto colpisce la mano del più anziano. In circa un'ora il lavoro è terminato

Decido di fare sistemare anche la leva del cambio che ha acquistato troppo gioco. La smonto e la consegno al più anziano (e più affidabile) dell'equipe che se la porta via, e me la rende nel giro di 20 minuti. Ha allargato il taglio con un seghetto manuale in modo che la vite stringa di più sull'albero; ottimo lavoro.
Sostituisco anche il filtro dell'aria (che ovviamente mi sono portato da casa) e l'olio. Una botta di vita per Terminator; ora l'idea di guidare per altri 8.000 km diventa più stimolante.
Rientro in hotel e mi rilasso un po' per fast food, mercati e moschee della città





Al rientro in hotel conosco due simpatici signori di Torino, che hanno trasportato un Land Rover dal Mali a qui. Sono in attesa di imbarcarlo per Città del Capo, dove risiede e lavora uno di loro.
Il gestore dell'hotel mi consente mi mettere la moto all'interno

Trascorro una bella serata in compagnia dei due italiani.

Ultima modifica di vignovigno il 2 Dic 2011 18:05, modificato 2 volte in totale
 
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12731485 Inviato: 28 Nov 2011 15:18
 

16 agosto 2011
Oggi è la grande giornata, saprà finalmente se riesco a schiodarmi da qui. Mi presento all'ambasciata maura ad un orario impossibile, ma voglio essere il primo a tutti i costi. Il custode mi riconosce e mi saluta cordialmente, sentendosi quasi colpevole per la perdita di tempo che mi hanno causato. Davanti alla porta mi fa compagnia un ragazzo di colore, di nazionalità spagnola. La sua famiglia è emigrata in Spagna tanti anni fa ed è tornato qui per vedere dei parenti.
Veniamo fatti accomodare nella sala d'attesa mentre arrivano altri. Finalmente arriva il console, preceduto dal rumore dei suoi sandali sulla pietra delle scale; un uomo sulla quarantina, avvolto in uno svolazzante boubou azzurro cielo. Prende posto nella sua elegante stanza e subito si infilano dentro in due, chiudendo la porta e non rispettando l'ordine degli arrivi. Io e lo spagnolo attendiamo una decina di minuti, poi è il suo turno. Esce quasi subito, non ha i soldi per il visto di transito e non puo' mandare avanti la pratica.
Entro io, il serissimo console mi fa accomodare non degnandomi di uno sguardo e mi chiede cosa voglio. Spiego in un francese ormai oliato le mie esigenze di attraversare il suo inospitale paese e mi dice che non ci sono problemi per l'ottenimento del visto. Subito mi invita a tornare domani, ma poi dietro mia insistenza mi assicura che per le 17 sarà pronto. Il visto, della durata di tre giorni, costa 32.000 CFA (48 euro); pago con 35.000 ma non ha il resto e promette di darmelo al ritiro del visto. Saluto e ritorno al porto di Dakar per sbrigare le pratiche doganali.
Fortunatamente non devo ripetere l'iter burocratico di venerdi' scorso e mi accomodo davanti all'ufficio competente. In dieci minuti il gentile signore mi riceve; lo metto al corrente della mia decisione di abbandonare il paese via terra e mi timbra l'uscita sul Carnet de Passage.
Solito pranzo nel solito e sempre aperto fast food, ed ennesimo giro per il centro di Dakar, per uccidere un po' di tempo. Alle 14.00 sono già all'ambasciata maura, nella vana speranza che il visto sia pronto prima.
Il pomeriggio passa veloce dialogando del piu' e del meno con il solito custode e con un ragazzo Senegalese che deve fare da autista ad una donna francese incinta attraverso la Mauritania. La mia moto è fuori dai cancelli ma il custode si accorge che un individuo poco raccomandabile sta trafficando attorno alle casse e lo riprende. Poi mi apre i cancelli e mi fa accomodare all'interno..che onore..

Verso le 17 arrivano anche tutti gli altri che stamattina erano in fila per la domanda di visto. Il console esce dalla stanzina con i nostri passaporti che sono ancora sprovvisti di visto e si sposta in un altro settore dell'edificio. Alle 17.45 rieccolo, cammina ancora verso la stanzina ma nel frattempo sembra cercare qualcuno di noi..una ragazza francese, che individua quasi subito, ed alla quale da la triste notizia che il suo passaporto è stato rubato. La reazione verbale della donna è irripetibile, ed ogni considerazione sull'accaduto è assolutamente superflua (consegno il passaporto in un'ambasciata per ottenere un visto..e me lo rubano...incommentabile). L'inconveniente ci fa perdere ulteriori 30 minuti durante i quali la ragazza riversa una quantità incredibile di insulti sul console, sempre avvolto come una caramella nel suo telo azzurro. Sembra arrivato finalmente il momento della consegna dei visti; il console ci chiama ad uno ad uno e ci consegna i passaporti. Stranamente, non l'avrei mai detto, non si ricorda dei 3.000 CFA che mi deve ma glielo ricordo, e insisto finchè non me li da, con aria seccata. Non saluto, e vado.
Sono finalmente libero di lasciare il Senegal ma dopo 30 chilometri circa di traffico incredibile fa già buio. Decido di fermarmi e trascorrere la notte nel albergo-bordello già collaudato all'andata, l'Auberge.
Il padrone stavolta si lascia scappare un sorriso, è abituato a rivedere chi si ferma per consumare ma non chi si ferma per pernottare. Non sono l'unico straniero stasera; c'è un francese, Jean Francois, docente universitario che passa lunghi periodi qui in Senegal per lo studio della lingua e della cultura. Conferma i miei sospetti su questa sistemazione, e dice che ora, durante il ramadan, la gente si comporta molto meglio e quindi il locale non verrà probabilmente utilizzato per tali fini. Mi racconta poi del grande scandalo che in gennaio colpì il locale; nella camera n°12 un uomo sulla sessantina, sposato, morì di attacco cardiaco durante un intimo incontro con una giovincella, che tentò poi la fuga ma fu fermata dalla polizia. Superstiziosi come sono qui, dice che da quel momento nessuno ha più voluto quella camera. Controllo e per fortuna mi hanno dato la 13...
Trascorriamo una bella serata tra buona cucina, qualche birra e scambi di sensazioni sul popolo senegalese.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:53, modificato 1 volta in totale
 
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12731488 Inviato: 28 Nov 2011 15:18
 

17 agosto 2011
Sveglia alle ore 6.30, oggi mi aspetta una giornata pesantissima. Partendo cosi' presto spero di riuscire a dribblare il traffico ma devo ricredermi. Già a quest'ora è tutto bloccato e perdo la solita mezz'ora per uscire dall'area urbana. Con tutto il verde che mi circonda devo ritenermi molto fortunato di non avere ancora preso acqua qui, ma oggi sembra la giornata buona

Infatti comincia a piovere quasi subito, piuttosto forte. La strada è molto scivolosa, me ne accorgo quando la ruota posteriore slitta accelerando in terza marcia! Cerco di essere prudente ma rischio ancora una volta una caduta, quando in seguito ad una frenata perdo il controllo dell'anteriore. Va bene ancora una volta e continuo la marcia ad Est, su strade già percorse qualche giorno addietro


Dopo Tambacounda ricomincia a piovere forte e in modo continuativo. Il cielo è completamente scuro senza alcuna possibilità di schiarite; nel giro di un'ora sono bagnato fradicio e mi rassegno. Giungo alla città di frontiera di Kidira e sotto una pioggia battente mi appresto ad oltrepassare il ponte che segna il confine con il Mali; ma della dogana non c'è traccia. Un poliziotto mi informa che devo andare in centro al paese nella caserma della polizia e farmi timbrare il passaporto lì. Comincia un'odissea; le strade non sono asfaltate e piene di pozzanghere la cui profondità potrebbe essere un centimetro, o un metro. Ogni volta devo scendere a controllare dove si puo' passare, o chiedere aiuto ai locali che mi indicano la traiettoria da seguire. E fango dappertutto, rimanere in piedi con la moto cosi' pesante e la gomma posteriore ormai alla frutta è un'impresa. Giungo alla sede della polizia e ottengo il timbro di uscita. La dogana si trova da un'altra parte, ma non lontano; è un casolare isolato che raggiungo con relativa facilità ma pare non esserci nessuno, anche se davanti alla porta è parcheggiato un pick-up. Busso, chiamo, urlo per una decina di minuti, ma nessuno si fa vivo. Non c'è neanche un cornicione sotto cui stare quindi sono all'acqua, fradicio, sporco di fango. Cerco qualcuno in giro che mi possa aiutare e vengo mandato nella casa a fianco; busso ed esce un ragazzo ma non capisco nulla di ciò che dice...probabilmente tutta quest'acqua ha riportato un po' di ruggine nel mio francese. Torno dalla polizia e chiedo a loro; mi dicono che se non c'è nessuno, di provare ad andare direttamente al ponte che segna il confine con il Mali. Fortunatamente sembra che sia il posto giusto

Gli uffici sono semplicissimi, privi di apparecchiature informatiche. Solo grandi registri, polvere e carta carbone. L'ufficiale di turno non ha assolutamente dimestichezza con il Carnet e mi chiede cosa deve fare; io gli spiego ciò che mi hanno detto al porto e lui timbra senza problemi. Saluto e attraverso il confine fra Senegal e Mali cercando di farmi fare una foto da questo signore

che preferisce essere il soggetto piuttosto che il fotografo. Ma alla fine lo convinco

Oltrepasso il ponte e mi fermo al posto di frontiera del Mali. Mi viene controllato il visto e timbrato il passaporto in tempo record; proseguo per la dogana dove l'attesa è superiore ma comunque tollerabile. Ottengo un passavant dietro pagamento di 8 euro circa, per il quale mi viene rilasciata regolare ricevuta.
Il cielo sembra aprirsi e smette di piovere subito dopo la frontiera

Raggiungo la città di Kayes, che dista circa 80 km, prima di sera. Lotto contro il fango ad ogni incrocio e finalmente mi insedio al tetro hotel Medina. Una doccia calda sarebbe un toccasana ma mi devo accontentare..d'altra parte chi mai farebbe una doccia calda, d'estate, in Africa???

Ultima modifica di vignovigno il 2 Dic 2011 18:07, modificato 2 volte in totale
 
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12731491 Inviato: 28 Nov 2011 15:18
 

18 agosto 2011
Come al solito sveglia di buon ora e check-up mattutino alla moto. La struttura che regge le casse ha subìto molto le condizioni stradali ed è ormai alla frutta. Purtroppo non è possibile eseguire interventi perchè le viti si sono tranciate fra struttura e telaio, e per sostituirle servirebbe quantomeno un trapano e tanta pazienza.

Il tempo pare bello e decido di esplorare un forte, non lontano da Kayes. La strada non è asfaltata ma è in buone condizioni

mentre la gente mi sembra in generale più aperta di quella incontrata nel vicino Senegal.



Raggiungo il forte dopo una ventina di minuti. I custodi della struttura mi offrono una guida, ma rifiuto gentilmente per motivi di tempo, scarso interesse, e finanziari; il viaggio di ritorno sarà dispendioso e non era previsto.

Dopo una rapida visita proseguo fino al villaggio successivo


dopodichè ritorno a Kayes e stipulo per una cifra onesta un'assicurazione che copre per qualche giorno. Stranamente alla frontiera non me l'hanno proposta

A metà mattina inizio il viaggio verso al capitale, Bamako. La strada è in cattive condizioni, ma con un motociclo si riesce comunque a viaggiare a velocità sostenuta

La cosa richiede però che il livello d'attenzione sia sempre alto, condizione non facile da sostenere. Basta un attimo di distrazione, e mi ritrovo dentro una buca a circa 90 km/h; aggrappandomi al manubrio e pregando, passo indenne, con moto e casse ancora tutte d'un pezzo.
Dopo qualche decina di chilometri la strada migliora. Le casse sono sempre più “cadenti”, e la gente sempre più curiosa e socievole




Sfortunatamente, e prevedibilmente, una strada così liscia è solo un miraggio da queste parti


e la guida procede a slalom fra le buche prestando la massima attenzione. Improvvisamente però le buche si intensificano, e arrivo (veloce) in un tratto nel quale non è possibile evitarle...come al solito indurisco le braccia per evitare conseguenze tragiche, ma stavolta la buca è davvero enorme. Sento un rumore sordo e la ruota posteriore si inchioda, lasciandomi fermo in mezzo alla carreggiata. Dopo qualche secondo sopraggiunge una jeep; conducente e compagni mi aiutano a spostare la moto a bordo strada

Dico loro che probabilmente non ho necessità di ulteriore aiuto e provero' a sistemare la cosa con gli attrezzi in mio possesso.
Si sono spaccate anche le ultime viti, la struttura si è girata in avanti e l'arco che collegava posteriormente le due casse è stato trascinato dalla ruota e l'ha bloccata


Armato di pazienza comincio a smontare il tutto. Il problema è che anche il fissaggio del bauletto è fatto con le stesse viti quindi ora risulta “mobile”, in quanto infulcrato solo dietro.

Faccio un'accuratissima selezione del materiale che mi è indispensabile e decido di lasciare lì tutto il resto; fisso il bauletto al telaio della moto tramite una cinghia

Riprendo la marcia, cercando di non pensare che ciò che ho lasciato sul posto potrebbe servirmi in futuro; diversi ricambi (quelli vitali li ho presi), le casse, una tanica per carburante, il sacco a pelo. Il problema superato e il tempo che volge decisamente al bello mi danno la carica per proseguire. Sfreccio fra le campagne del nord del Mali abbagliato dagli splendidi contrasti cromatici


Mi fermo più volte, nei villaggi, a mangiare qualcosa, a rifornire, o semplicemente a parlare con qualcuno o a guardare qualcosa. Mi accolgono tutti a braccia aperte, sempre sorridenti, dandomi la sensazione di essere molto lontano da Senegal e Mauritania.


Mi sorprende la curiosità della gente, mai diretta a conoscere gli aspetti economici del mio paese, ma piuttosto a quelli sociali; sanno già che l'europeo proviene da un paese ricco e vogliono sapere cosa lo attira del Mali. O come stanno le donne da noi, o perchè non ci si sposa (non rispondo..)


Riprendo la marcia, e uno strano rumore mi accompagna per chilometri e chilometri. Sembra quasi che la gomma posteriore tocchi qualche elemento metallico; mi fermo a controllare e per fortuna il problema non è grave

Ora anche la strada è più bella, ed è tutto fantastico. Il tempo è splendido e il cielo incredibile. Tra poco calerà il sole, sono in perfetto orario e mi godo il verde viaggiando verso sud. Sento che sono in Africa, e il solo guardarmi attorno mi mette allegria...mi fermerei in ogni posto, ad ogni baracca, villaggio. Chiederei qualcosa ad ogni passante, dormirei sotto ogni albero






Una strada, un cortile, e un bigliardino...


...ed arrivo nella caotica Bamako appagato da questa splendida giornata di viaggio, e dall'aver raggiunto il punto più a sud; da domani inizierà il vero ritorno.
Non è semplicissimo trovare un hotel a poco, ma riesco nell'intento sacrificando, al solito, la qualità. Per motivi di sicurezza mi fanno mettere dentro Terminator

L'alloggio ha un'entrata anonima, molto buia. Si sale una rampa di scale e si accede ad una sorta di loggia, da attraversare trattenendo il respiro dato il tremendo odore di urina di gatto. Sulla loggia si affacciano le camere, le cui porte sono fornite di serratura solo per motivi estetici. Spaziosa la camera e pure il bagno

La mia camera non mette certo voglia di oziare; mi rimetto un po' in sesto ed esco a dare un'occhiata alla città. Ceno in un posto anonimo, senza lode e senza infamia. Passo poi la serata nel “Quartier du Fleuve”, girando un paio di bei locali, proibitivi per gli standard della popolazione media. Sono l'unico turista, oltre ad avere sbagliato stagione, devo avere sbagliato anche serata. Non mi interessa fare le ore piccole e rientro in hotel; dialogo un paio d'ore con i gestori, che al solito mi fanno il terzo grado (in senso buono) e mi parlano del loro paese e del calo del turismo a causa dei problemi di sicurezza a nord-ovest. Avrei una pazza idea di andare a Timboctou, ma con i tempi non posso davvero farcela; sarebbero bastati un paio di giorni in più. Mi vado a coricare, senza troppo entusiasmo..il sacco a pelo avrebbe fatto comodo...

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:54, modificato 1 volta in totale
 
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12731492 Inviato: 28 Nov 2011 15:19
 

19 agosto 2011
Piove a dirotto e i colori di ieri sono solo un ricordo lontano. Oggi ho intenzione di arrivare a Nioro du Sahel, al confine con la Mauritania. Non essendo una tappa particolarmente lunga, posso prendermela con comodo

Ne approfitto per una lunga colazione e un giro a piedi per la città




Dopo un paio d'ore la pioggia diminuisce l'intensità fin quasi a smettere. Solito controllo alla moto, che regala qualche sorpresa

Alleggerisco quindi ulteriormente il mezzo, eliminando anche quella tanica,e le scarpe. Saluto il gestore e parto in direzione opposta a quella di Nioro, alla disperata ricerca di un bancomat; il contante scarseggia e devo tenerlo per la Mauritania. Mentre in Senegal prelevavo regolarmente, qui gli ATM (della stessa banca) sembrano non funzionare.
E dopo il Po, il Danubio, il Dnestr, il Tigri e il Senegal, Terminator attraversa il fiume Niger


Tutti si spostano in motorino ed il traffico è intensissimo. Di ATM funzionanti non se ne trovano ; ripercorro il ponte in direzione opposta insieme a centinaia di moto, motorini e biciclette

e prendo la direzione nord per uscire da Bamako. Ad un tratto il traffico si intensifica in modo esagerato e mi trovo bloccato in una sorta di mercato. Perdo una ventina di minuti circa fra banchi di frutta, bestie e semplici curiosi. Alla prima occasione giro a destra e mi immetto su una parallela alla strada principale. Mi fermo in un negozio a chiedere come uscire dalla città senza passare da quella strada e mi viene detto di proseguire diritto fino all' incrocio successivo. Ci sarebbe poi stato da percorrere un brevissimo tratto in senso unico al contrario e per tale motivo mi consigliano di scendere dal mezzo e spingere. Ringrazio e riparto...raggiungo l'incrocio e un fischio fortissimo mi ricorda le parole del negoziante. Ho superato il cartello di divieto di accesso forse di due metri, ma il poliziotto è inflessibile. Mi richiama e mi invita a parcheggiare sull'altro lato, all'interno di un parco, dove ci sono 3 suoi colleghi. Facile immaginare le modalità del colloquio; controllo maniacale di tutti i documenti (compresa l'assicurazione), nei quali non trovano nulla di irregolare. E poi una sorta di processo, con toni molto colpevolizzanti, volti ad amplificare a dismisura la gravità dell'infrazione commessa. Dapprima provo a farmi perdonare, con toni cortesi, poi ci rinuncio. Chiedo quanto devo pagare e mi viene detto 6.000 franchi. Chiedo dove devo pagare, il poliziotto mi dice che devo pagare lui. Rifiuto e lui mi dice che se pagherò all'ufficio saranno 12.000 franchi...rifiuto ancora, chiedendo dov'è l'ufficio. A questo punto il poliziotto chiama i suoi colleghi e vengo accerchiato. Con toni pacati mi viene chiesto se sono sicuro di volere andare all'ufficio; al mio ritorno potrebbe essere successo qualcosa alla moto...
La chiudo lì con i 6.000 franchi (circa 9 euro) e tanta amarezza; avrei dovuto resistere, sono minacce da due soldi e senz'altro non avrebbero osato fare nulla a Terminator. Ma viaggiando con il Carnet la responsabilità è troppo grossa, quindi meglio così.
Saluto le carogne e riprendo la marcia verso nord, passando dal punto panoramico dal quale si vede tutta la città

Proseguo per Kati e mi fermo in una banca per cambiare contanti. Dopo 30 minuti di fila, il cassiere mi comunica che su 50 euro ci sono 13 euro di commissioni...gli chiedo se sta scherzando e lo mando a quel paese.
Avanzo 300 metri e un poliziotto si butta in mezzo alla strada per fermarmi. I toni sono quelli di una tragedia greca; vede che esce una goccia di benzina dalla mia tanica e comincia a dire “danger, danger...”. So bene dove vorrebbe arrivare ma mi impunto e gli racconto che le mie taniche di benzina sono omologate dalla Corte Suprema Italiana; gli mostro anche la scritta “Benzina” per convincerlo e in effetti rimane sorpreso. Poi controlla tutto 2-3 volte, ma per sua sfortuna tutto è a posto. Gli piace il mio marsupio da gamba e me lo chiede senza mezzi termini, ma rifiuto perchè serve anche a me...tristissimo, fa per lasciarmi andare ma mi ricordo di avere un paio di caramelle in tasca che forse accetterebbe volentieri. Gliele offro e ritrova il sorriso!
Riparto sotto un cielo plumbeo


e mi fermo a rifornire dai soliti venditori


A Diama mi viene chiesto di pagare il pedaggio, ma so benissimo che le moto sono esenti. Allora chiedo chiarimenti ma il tipo insiste. Dopo gli eventi di oggi ho proprio voglia di litigare, scendo e comincio a urlargli contro, chiedendo di mostrarmi la tariffa per i motocicli o di parlare con il capo. Si mette a ridere e dice che sta scherzando.
Anche oggi qualche centinaio di chilometri sotto la pioggia




Mi avvicino a Nioro e quindi al confine mauro ma il paesaggio, verdissimo, è molto diverso da quello che ho lasciato a Rosso

Arrivo a metà pomeriggio e mi fermo nei pressi di una caserma di polizia per chiedere informazioni sul passaggio della frontiera (che scoprirò essere a 60 km da qui). Mi viene chiesto il passavant e tutti i documenti, con toni non amichevoli e penso di avere complicato la situazione. Ma tutto fila liscio, mi danno indicazioni su dove andare a dormire. A circa 1 km c'è il piccolo paese di Nioro de Sahel dove vengo accolto con grande curiosità. Fioccano le offerte per Terminator; la più alta è di 500 euro ma non mi lascio corrompere.
Mi mettono a dormire in una casa, nuova, un po' fuori dal centro

Gironzolo per il paese aspettando l'ora di cena



Si vende ottimo pane che compro e consumo prima di cena (come al solito ho saltato il pranzo). La panetteria è immediatamente riconoscibile per l'enorme mucchio di pagnotte che giace innanzi alla porta. Un'altra particolarità di Nioro è un uomo in piedi in mezzo alla strada, con evidenti problemi mentali, che di tanto in tanto e improvvisamente urla fortissimo spaventando i passanti.
Anche il ristorante qui funziona in modo un po' strano; è sostanzialmente solo un tavolo con qualche sedia di plastica

ma alle 20.30, quando arrivano le donne con pentole piene di vivande

Ottimo cibo, consumato quasi al buio, e gente onesta. In molti vengono al ristorante solo dopo cena per guardare la tv. Sto con loro circa un'ora, in un atmosfera che non doveva essere tanto diversa da quella dell'Italia di tanti anni fa; poi la luce viene a mancare e tutti, me compreso, se ve vanno a letto.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:54, modificato 1 volta in totale
 
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12731496 Inviato: 28 Nov 2011 15:19
 

20 agosto 2011
Alle 7.00 sono pronto per la partenza. Mi hanno informato che la frontiera sarà già aperta di prima mattina e voglio cercare di passarla il prima possibile, e di spostarmi qualche centinaio di chilometri ad ovest in Mauritania. La zona che attraverserò oggi è quella teoricamente più “calda”; è qui che nel dicembre 2009 furono rapiti di due italiani che viaggiavano via terra in direzione opposta.
I 60 chilometri che mi separano dalla frontiera non sono densamente abitati, ma c'è sempre qualcuno in giro



Alle 7.30 arrivo alla frontiera, che come promesso è già aperta. Forse è sempre aperta, basta svegliare il personale

Tutto avviene velocissimamente. In 5 minuti ho il passaporto timbrato, e il passavant ritirato. Gentilissimi, onesti e sorridenti gli ufficiali.

Dal lato mauro le operazioni sono un po' più lunghe ma comunque veloci. Per il passavant pago 10 euro (per i quali ottengo una ricevuta). Poi la solita assicurazione

E sono libero di procedere. Ho tre giorni per attraversare il paese; senza noie meccaniche non avrò problemi. Attraverso velocissimamente la zona del rapimento

che comunque non mette particolare inquietudine. Con tutto quel verde, i villaggi sono frequenti e non si attraversano mai zona particolarmente isolate. Giungo alla prima città di dimensioni consistenti, Ayoun el Atrous, dove devo necessariamente rifornire. Ci sono stazioni di servizio ma non hanno benzina nelle cisterne; hanno solo bidoni e vendono il carburante alla modica cifra di 1.90 euro al litro. Non ho scelta

A fine servizio il prezzo di 1,90 euro al litro risulta più che onesto; durante il travaso dal canestro grande alle bottiglie, metà se ne va in terra icon_biggrin.gif

Lascio questo posto inospitale e mi dirigo ad ovest. Il peasaggio è un po' noioso

e nei pressi di Tintane devo aggirare un ostacolo imprevisto

Il verde del Mali lascia gradualmente spazio al rosso del deserto. Attraverso anonimi villaggi

prima di arrivare nella polverosa Kiffa, famoso punto di transito per la Parigi-Dakar (e ora anche per la Casina-Dakar...)

Pranzo in una delle solite epicéries, e fotocopio altre 50 fiches (le 40 copie che mi sono portato da casa sono finite). C'è anche il tempo per litigare con il negoziante; gli dico di fotocopiarne 2 per foglio, mi fa 25 copie, e me ne vuole fare pagare 50...ma non attacca.
Riprendo il viaggio, fiducioso nelle parole della Lonely Planet: “La strada che da Nouakchott conduce al confine con il Mali è tutta asfaltata. Il viaggio è quindi lungo ma confortevole”. Chi ha scritto la guida deve essersi fidato di qualcuno male informato




oppure deve avere dormito tutto il viaggio ed essersi perso le decine di chilometri di strada nelle condizioni mostrate in foto.
Nei dintorni di Aleg, località tristemente famosa per un episodio increscioso avvenuto qualche anno fa nel quale persero la vita cittadini francesi, la strada torna liscia


e il paesaggio cambia; entra in scena la pietra




e la fotocamera mi abbandona.
Il giorno sta finendo e non riuscirò ad arrivare a Nouakchott. Nei pressi di Boutilimit vedo qualche cartello che pubblicizza una struttura turistica e penso che ci sarà la possibilità di dormire. Trovo l'alloggio con difficoltà; e' molto grande, ma completamente deserto.
La città è interessante, la gente sembra più gentile che dalle parti di Kiffa. Ceno in un piccolo ristorante

ma a metà pasto, come al solito, va via la luce. Nel giro di un'ora la città si addormenta nel buio perfetto e nel silenzio assoluto.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:55, modificato 1 volta in totale
 
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12731502 Inviato: 28 Nov 2011 15:19
 

21 agosto 2011
In un paio d'ore sono a Nouakchott e trovo la capitale maura decisamente più caotica che all'andata.


Mi fermo in città il tempo necessario per fotocopiare altre fiches (i posti di blocco sono davvero tantissimi) e per cambiare 100 USD in ouguye visto che le risorse finanziarie scarseggiano. Fatico anche qui a trovare carburante (devo girare 5-6 stazioni) e rischio grosso passando con il rosso ad un semaforo davanti alla polizia, che fortunatamente sembra abbia altro a cui pensare.
Fortunatamente la macchina fotografica riprende a funzionare sulla rovente Nouadhibou Highway



Nel nulla più assoluto, incontro un motociclista con abbigliamento famigliare, che mi saluta in modo familiare; credo proprio sia italiano, e la polizia al prossimo posto di blocco me lo conferma.
All'estremo nord del paese la strada vira verso Ovest e costeggia per un lungo tratto la ferrovia che proviene da Zouerat-Choum, per il trasporto di minerali dall'interno del paese al mare; su tale strada ferrata sfreccia un treno lungo 2.5 km carico di pietre

Nel primo pomeriggio giungo alla frontiera, tranquillissimo in quanto in serata ho pianificato di fermarmi a Dakhla. Mi accomodo nella caserma di polizia e mi viene riferito di affrettarmi perchè la frontiera marocchina avrebbe chiuso alle 15.30 per ramadan (sono le 14.45). L'ufficiale mi liquida velocemente, mi chiede 10 euro (che non gli do) e mi accomodo in dogana. Anche qui tutto superveloce per agevolarmi, viste le tempistiche ristrette.
Percorro i 4 km di terra di nessuno, ricordandomi di stare sulla sinistra per evitare insabbiamenti, ad un ritmo da Parigi-Dakar. Arrivo davanti alla sbarra di entrata in Marocco, e...chiuso.
“Abbiamo chiuso alle 15.00 e riaprirà domani alle 9.00”, mi dice uno dei soldati. Non riesco a credere a ciò che dice. Provo ad insistere ma desisto ben presto; anche se il soldato fosse corruttibile, passare una frontiera (soprattutto con un veicolo) coinvolge una bella quantità di persone ed uffici; quindi se è chiuso non c'è nulla da fare.
Si prospetta però un problema enorme; il visto mauro è già usato, quindi non posso rientrare nel paese per trascorrere la notte nella vicina Nouadhibou. Sono quindi bloccato fra i due paesi, insieme a 3 ragazzi guineiani; 2 di essi hanno però il visto mauro a possono rientrare in città.
Inizialmente sono molto nervoso, vengo avvicinato da qualche individuo di quelli tipici che bazzicano i posti di frontiera, che mi propone un visto mauro per 100 euro. Li smarrisco con estrema decisione e rimango solo con i 3 guineiani. Cerco di vivere la situazione in modo divertente

visto che non abbiamo grandi alternative.
Basta non pensare a possibili eventi negativi; succedesse qualcosa qui, i soldati marocchini, seppur vicini, non potrebbero intervenire. Ed eventuali criminali, non sarebbero processabili...
Due dei tre guineiani fanno quindi ritorno in Mauritania. Nel frattempo arrivano 4 polacchi alla guida di un Pajero. Anche loro bloccati qui, ma la loro storia è ancora più buffa; hanno attraversato il confine, dal Marocco alla Mauritania, senza visto; le autorità marocchine li hanno fatti passare e invitati a provare a presentarsi alla frontiera maura. Ma non gli hanno detto che a brevissimo avrebbero chiuso...chiaramente i mauri li hanno rispediti indietro, ed hanno trovato la frontiera marocchina chiusa.
Comincio, con Ibrahim (il guineiano) a bombardare i soldati marocchini di richieste

per farci passare la notte oltre la sbarra, in territorio marocchino (quindi sicuro) e probabilmente più comodo e riparato dal vento. I due, uno di Fez e uno di Ouarzazate, sono gradevoli ma incorruttibili. Sicuramente hanno ordini di non accettare tali richieste e si comportano di conseguenza.

La situazione si stabilizza e rimane solo molto tempo da fare passare. E' ancora giorno, chiacchieriamo un paio d'ore con i polacchi (2 ragazzi e una coppia) che mi illustrano le loro intenzioni di raggiungere Dakhla, mandare uno di loro in aereo a Rabat con tutti i passaporti per ottenere i visti, e ripresentarsi qui fra qualche giorno. Comincia a fare freschino e i polacchi si ritirano sulla loro jeep mentre io e il ragazzo rimaniamo lì. Laureato a Conakry, Ibrahim vuole raggiungere suo fratello a Rabat perchè la situazione lavorativa in Guinea è drammatica. In Marocco è molto facile iscriversi a stages post-università e trovare un'occupazione, e i salari sono dignitosi. Per attraversare la frontiera è richiesta una quantità di denaro da esibire, detta “argent de poche”, che serve per dimostrare ai doganieri di avere le potenzialità economiche per rientrare nel proprio paese. Ma il viaggio dalla Guinea è lungo, e i mauri non perdono occasione per guadagnare qualcosa quando possono. Così Ibrahim mi confida di non avere i soldi, e mi chiede in prestito 50 euro. Io di soldi ne ho proprio pochi e non posso rischiare una fregatura; gli dico “no”, e lui incassa il mio rifiuto con dignità.
Nel frattempo cambia la guardia e uno dei nuovi arrivati, Adil, si mostra subito molto socievole. Ha una gran voglia di dialogare con gli stranieri ed è simpatico; ben presto formiamo un bel gruppo, fuori dalla sbarra, e cominciamo a parlare di tutto. Racconta di avere visto persone di tutti i tipi: moto, gente a piedi, invalidi pedalare con le mani; dei grandi traffici di hashish, che in genere vanno via mare, qualche chilometro più a Ovest; e della sua famiglia a Marrakech che lo vede circa una volta al mese. Adil chiama il ragazzo che gestisce il ristorante della frontiera e ci fa ordinare la cena, che ci viene portata appena tramonta il sole. Il caso vuole, che i 4 polacchi siamo vegetariani quindi io e Ibrahim ci facciamo una gran mangiata icon_smile.gif
Trascorriamo la prima serata raccontandoci barzellette; momenti estremamente interessanti in quanto emblema di diverse culture a confronto. Carine quelle di Adil, a noi fanno sorridere e lui rideva a crepapelle. Tutte a sfondo sessuale quelle dei polacchi, raccontate sempre dallo stesso elemento, che definirei una “sagoma”. Pazzesche quelle di Ibrahim; ne racconta un paio per le quali è veramente impossibile trovare anche solo un filo di comicità. Intanto arriva il capo del posto di frontiera che ci invita a non allontanarci assolutamente da lì durante la notte (ehm...dove vuoi che andiamo?) e ci assicura che i soldati vigileranno su tutto.
Per completare, Adil e collega si prestano le loro dotazioni personali di coperta e cuscino, e ci indicano esattamente dove sdraiarci per limitare gli effetti del vento. Mi addormento sotto le stelle, vestito da alpinista e avvolto in una coperta dell'esercito marocchino.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:55, modificato 1 volta in totale
 
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12731503 Inviato: 28 Nov 2011 15:20
 

22 agosto 2011
Dormo inaspettatamente bene, anche se mi sveglio con la bocca piena di sabbia. Meno romantico della sera prima svegliarsi fra la spazzatura

Anche Ibrahim è ancora vivo


Riusciamo a mettere insieme anche una bella colazione; io ho mezzo vasetto di marmellata acquistata a Nioro, e lui un paio di gustose pagnotte.
Ci prepariamo all'apertura della frontiera, sarebbe opportuno passare per primi visto che all'andata il processo è stato piuttosto lungo.
Tiro le somme su questo viaggio e mi accorgo che, dal punto di vista umano, è stato sotto le aspettative. Ibrahim è senz'altro un bravo ragazzo e sta viaggiando per rendere la sua vita migliore; se gli prestassi i soldi e lui mi fregasse avrei sicuramente problemi, anche se non insormontabili; ma se invece me li ridesse, mi rimarrebbe la soddisfazione di avere aiutato qualcuno con un gesto semplice. Quindi perchè perdere tale opportunità? Chiamo il ragazzo e gli dico che ho cambiato idea. Incredulo, mi ringrazia calorosamente e mi promette che me li darà all'uscita.
Terminator si accende a fatica a causa della sabbia, che il vento ha spinto dappertutto.
Finalmente alle 9.00 si apre la sbarra e cominciamo a rimbalzare fra un'ufficio e l'altro. Perdo di vista Ibrahim in quanto lui non ha il veicolo, quindi sarà più veloce. Tutto fila liscio, attendo un po' più del dovuto nella fase di importazione della moto dove un uomo con cappellino, per farmi un dispetto, mi fa attendere 10 minuti per apporre un semplice timbro su un foglio.
In un'ora circa sono fuori, Ibrahim mi attende dietro i cancelli. Mi ringrazia sentitamente, mi porge la mano con i 50 euro che nessuno vede, e mi augura fortuna. Io faccio altrettanto con lui, rifornisco, e riparto in direzione Dakhla.
Sui lunghi rettilinei del Sahara occidentale è talvolta difficile rispettare i limiti

e vengo fermato da una pattuglia, munita di radar, che mi contesta una velocità di 97 km/h con un limite di 80 km/h. Chiedo clemenza, siamo a 200 km dalla prima città; ma loro insistono, ci sarebbe una multa di 30 euro. Dico loro che posso pagare ma devono venire a Dakhla con me...tanto basta per farli desistere. E sono di nuovo libero, mentre la sabbia massacra le mie caviglie

Incrocio un motociclista italiano poco prima di Dhakla, e qualche auto in 200 km. Ad un certo punto sembra non sia possibile ottenere benzina; alla terza stazione il problema si fa serio. Anche un automobilista ha bisogno di carburante e mi invita a seguirlo; 5 chilometri dopo ci fermiamo in un casolare, dove acquistiamo una tanica da 10 litri che ci dividiamo

Mi rimetto in marcia ma dopo qualche chilometro un fuorigiri impietoso avvia l'incubo tanto temuto. Scalo una marcia, nella vana speranza di avere sfollato...ma la moto si ferma con la catena spezzata. In mezzo al nulla, a 120 km da Bojdour (la prima città), non è certo il posto ideale per effettuare una riparazione. Si ferma immediatamente l'automobilista con il quale ho fatto benzina e si fa in 4 per aiutarmi. Li' per li' non sono convinto di provare a riparare la catena; sarebbe più facile caricare la moto su un camion e fare tutto con calma domani. Ma proviamo a fare il possibile; ho un pezzo di catena nuovo, e fra gli attrezzi mi è rimasto un tubo che sosteneva la struttura delle casse, del diametro interno di poco maggiore a quello delle spine della catena. Con un cacciavite, il piccolo martello che ho, e il tubo cacciamo fuori le spine e sostituiamo il pezzo rotto con quello nuovo. Il sole sta tramontando e il simpatico automobilista mi fa capire che deve raggiungere la famiglia perchè non può perdersi la cena con loro, essendo in tempo di ramadan. Rimane da chiudere la catena

Con l'aiuto di sassi opportunamente sagomati e posizionati dietro alle maglie da ribattere, riesco a infilare le spine e a batterne le teste. A lavoro praticamente terminato, e quindi a catena ribattuta, mi accorgo di averla chiusa attorno al telaio della moto...non ci sono parole per raccontarvi lo sconforto di quei secondi. Riapro la catena, con le modalità già utilizzate, e la richiudo correttamente nel giro di 20 minuti

L'arrivo a Bojdour è trionfale. Non avrei mai pensato di riuscire a risolvere il problema sulla strada. L'idea è quella di festeggiare con ottimo pesce ma devo accontentarmi di ottimo agnello.

Ultima modifica di vignovigno il 4 Lug 2018 9:45, modificato 2 volte in totale
 
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12731505 Inviato: 28 Nov 2011 15:20
 

23 agosto 2011
Parto a notte fonda con l'idea di arrivare, in serata, il più vicino possibile alla lontanissima Tangeri. Numerosi i posti di blocco della polizia, che mi invita a prestare attenzione nella guida notturna. Le strade in realtà sono in ottime condizioni ed il traffico praticamente nullo. La fotocamera mi abbandona in via definitiva, ma devo ritenermi fortunato che mi sta lasciando alla fine del viaggio.
Un centinaio di chilometri prima di Agadir, a Tiznit, corro un grosso rischio. Guidando nel centro alzo la visiera per vedere meglio e un insetto di grosse dimensioni mi colpisce all'occhio destro. Devo fermarmi immediatamente perchè il dolore è fortissimo e posso riprendere solo dopo mezz'ora. La vista mi rimane annebbiata per diverse ore, ma proseguo verso nord.
Spererei di pranzare ad Agadir, ma non riesco a trovare il quartiere turistico dove mi ero fermato all'andata e devo, come al solito, ricorrere alle epiceries. A metà pomeriggio avanzo verso Marrakech sulla veloce, nuova autostrada che corre quasi parallela alla rue national; il traffico è quasi nullo, cosi' come deserte sono le stazioni di servizio.

Le strutture sono a livello europeo, ma arrivando dall'Africa “vera” mi paiono asettiche, senza personalità. Bagni pulitissimi, e vendita di soli cibi confezionati; in tutto l'autogrill solo io ed un motociclista spagnolo.

Un po' schifato esco dall'autostrada e ceno a Ben Guerir, in un bel ristorante all'aperto. Ottimo kebab e gente molto amichevole.


Qualche altra centinaia di chilometri e giungo al porto di Tanger Med a notte inoltrata.

Ultima modifica di vignovigno il 2 Dic 2011 18:09, modificato 2 volte in totale
 
12731508
12731508 Inviato: 28 Nov 2011 15:20
 

24 agosto 2011
La partenza della mia nave dovrebbe essere alle 5.30, ma viene rimandata alle 7.00. In realtà saliamo alle 8.00 e partiamo alle 10.00. La mia gomma posteriore è in condizioni pietose ma conto di arrivare a casa


Ho attraversato tutto il Marocco senza assicurazione, e non solo per colpa mia; non mi è certo dispiaciuto risparmiare 50-60 euro ma alla dogana in entrata non ho notato alcun operatore che le vendesse. Mi viene poi riferito in nave, da un simpatico marocchino che vive a Bra, che l'assicurazione è obbligatoria ma alla polizia non interessa nulla; quindi di fatto è come che non lo sia.

Attracchiamo al porto di Algeciras alle 12.00 circa e completo le operazioni doganali rapidissimamente. Guido sotto un caldissimo sole e neanche ricordo dov'ero l'ultima volta che ho dormito. Nei pressi di Granada la moto ha un comportamento stranissimo; in autostrada a circa 100 km/h comincia ad oscillare pericolosamente dietro. Riduco la velocità ma il mezzo diviene sempre più instabile e riesco a controllarlo per un pelo. La gomma dietro è assolutamente da sostituire, non è possibile guidare in tali condizioni con queste temperature ed esco alla ricerca di un gommista. Arrivo in un paesino e ne trovo uno che mi indirizza a Granada centro; 40 km a passo d'uomo o quasi, fino all'officina di Juajio che mi monta in tempo record una gomma nuova e mi da' un'ulteriore ribattuta alla catena


Guido tutto il giorno e mi fermo a riposare a Tatana di Murcia.

Ultima modifica di vignovigno il 28 Nov 2011 17:56, modificato 1 volta in totale
 
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12731511 Inviato: 28 Nov 2011 15:21
 

25 agosto 2011
Un giorno di pura e noiosa guida, senza sorprese; una sosta nella bella Girona, che non avevo mai visitato

e dritto a casa. E' bello pensare che solo una settimana fa ero in Africa Nera, ora sto passsando accanto agli yacht a Montecarlo!
Giungo a Casina verso le 3 di notte del 26/08/2011. Siamo stanchissimi, e Terminator mi ha confidato che forse non vorrà più fare viaggi del genere...ma mai dire mai! icon_smile.gif
E' stato il mio primo vero viaggio in Africa e devo dire che non mi ha conquistato. Ho incontrato gente diversa; fredda, al limite dell'ostilità in Senegal e Mauritania; più socievole e curiosa in Mali e Marocco. I paesaggi, i colori che la natura assume in certi momenti del giorno sono assolutamente unici ma non possono, da soli, giustificare il “Mal d'Africa Occidentale”. A quel sorriso, quel gesto di umanità, quella sana e semplice voglia di comunicare che arricchirebbe noi e loro viene troppo spesso preferita la moneta sonante. Ho incontrato gente molto più povera in Asia, dalla quale ho avuto molto di più...ma magari andrà meglio la prossima volta.

Grazie per l'attenzione!
Christian

Ultima modifica di vignovigno il 2 Dic 2011 16:45, modificato 2 volte in totale
 
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12731814 Inviato: 28 Nov 2011 16:11
 

Senza parole. Hai la mia stima.
 
12731950
12731950 Inviato: 28 Nov 2011 16:38
 

Complimenti eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif
 
12731952
12731952 Inviato: 28 Nov 2011 16:38
 

Farti i complimenti per il viaggio è quantomeno scontato, ma tant'è: complimenti!! icon_wink.gif

Riporto questo episodio perchè mi ha fatto piegare in due dal ridere

Citazione:
Avanzo 300 metri e un poliziotto si butta in mezzo alla strada per fermarmi. I toni sono quelli di una tragedia greca; vede che esce una goccia di benzina dalla mia tanica e comincia a dire “danger, danger...”. So bene dove vorrebbe arrivare ma mi impunto e gli racconto che le mie taniche di benzina sono omologate dalla Corte Suprema Italiana; gli mostro anche la scritta “Benzina” per convincerlo e in effetti rimane sorpreso.


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Ciao e ancora complimenti. 0509_up.gif

Matteo
 
12732088
12732088 Inviato: 28 Nov 2011 17:03
 

Che dire... pazzesco!! icon_eek.gif Tutti i miei complimenti!! eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif
 
12732212
12732212 Inviato: 28 Nov 2011 17:28
 

solo una cosa....woooooow....ma una curiosità...tra 10 € di qua e 10 di la in totale quanto hai speso?? icon_asd.gif icon_asd.gif
 
12733885
12733885 Inviato: 28 Nov 2011 21:47
 

Sei un grande..... e quando ti vedro' ti faro' i complimenti di persona come e' successo quando sei andato in pakistan 0509_doppio_ok.gif 0509_doppio_ok.gif 0509_doppio_ok.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif 0510_abbraccio.gif
 
12734545
12734545 Inviato: 28 Nov 2011 23:34
 

Davvero complimenti! 0509_doppio_ok.gif
 
12739780
12739780 Inviato: 30 Nov 2011 10:37
 

letto in 3 puntate...ma ..... supercomplimenti!!!! 0509_doppio_ok.gif 0509_doppio_ok.gif 0509_doppio_ok.gif 0509_up.gif

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