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Cominciamo col dire che, se posso dire, dall'alto dei miei 70.000 km di essere un motociclista esperto, ciò non vuol dire che possa affermare (e non lo affermo) di essere un esperto di moto o di motociclismo. Le mie impressioni ricavate da 1000km di guida della Suzuki Hayabusa K8 sono sicuramente viziati dal fatto di aver, fin'ora, guidato per cinque anni esclusivamente una Yamaha FZ6.
Cominciamo.
Mercoledì: primo approccio.
Ho fatto probabilmente una follia... l'ho comperata alla cieca, basandomi su pochi chilometri guidati sul mezzo di un amico (ma era la serie vecchia) e sui commenti di coloro che la possiedono... ed ora che ce l'ho davanti la guardo con referenza... quasi quasi la lascio qui e torno a casa a piedi. Il mio Cimice Arancione (FZ6 arancio del 2006) è già uscito dal mio campo visivo, all'interno del garage del concessionario, l'ho salutato con uno sguardo triste e pieno di nostalgia... ma ora mi trovo davanti una delle moto di serie più potenti del mondo (Ula più potente forse?), grossa, enorme, sembra più grande di come la ricordavo, sarà probabilmente per il colore, quel bianco con oro in sospensione che esce solamente sotto il sole...
Cinquanta metri mi separano dalla stazione di servizio più vicina, tappa obbligata visto che la moto, nuova, è completamente a secco... la sento davvero enorme sotto di me, ma il peso è assolutamente bilanciato, il baricentro basso, ed appena si rilascia la frizione la moto si avvia senza alcuno strappo... sarà che è caldo ma sto sudando freddo...
Arrivo alla stazione di servizio e faccio il pieno, poi mi avvio per la ventina di chilometri che mi separano da casa. Poche rotonde, la tangenziale di Padova mi fanno solamente assaporare il perfetto bilanciamento dei pesi, e l'incredibile dolcezza del motore... sembra davvero un motorino elettrico, senza buchi e senza strappi. Ho già dimenticato la Yamaha.
Giovedì e venerdì sono in Francia per lavoro... azz...
Sabato: si familiarizza.
Me ne vado in giro da solo per un centinaio di chilometri, un po' di autostrada per provare un po' l'allungo (entro i ristretti limiti imposti dal rodaggio) e qualche stradina di campagna curvosa, per piegare senza strafare.
Ancora una volta punto l'accento sul peso, visto che per molti è un punto debole. L'Hayabusa pesa, e molto, 260 kg in ordine di mancia si fanno sentire... da fermi, ma appena le ruote si muovono svaniscono completamente, ed il "Pennuto" (ehm... è un falco pellegrino, no?) diventa a mio parere anche più maneggevole della FZ6.
Il centinaio di chilometri percorsi non bastano a farsi un'idea completa del mezzo, ma sono sufficienti per familiarizzare con esso, in attesa del bel giro in programma per il giorno successivo con Emoglobina Blu e Motosega!
Domenica: amore!
Appuntamento nel veronese con la Emo e Motosega, due Gotici DOC che mi porteranno in giro per la lessinia ed il passo delle Fittanze per provare la mia nuova compagna di viaggio. Motosega ha una 'busa come la mia (K8). Per tutto il giorno seguo il Motosega per imitarne le traiettorie e vedere come gestisce il mezzo. Il motore c'è sempre, il peso svanisce, addio agli affanni del mio ex 600 quattro cilindri, addio al motore strozzato... qui basta aprire il gas, e se lo si fa con delicatezza la Suzuki restituisce un'erogazione dolce, regolare e lineare. Sempre, ma c'è da dire che non oso essere troppo violento nel mio rapporto con lei... non è una gattina, è una tigre...
Conclusioni
La sensazione dell'elasticità e della regolarità del motore è incredibile, difficile credere di avere poco (pochissimo) meno di 200 cv sotto il culo.
La 'busa è una moto estremamente tecnica, molto fisica, non si lascia piegare (nel vero senso della parola) facilmente, bisogna buttarla giù con rispetto ma dolce violenza, bisogna controsterzare sul serio, non lasciare che sia lei a piegare il manubrio.
E' una moto estremamente riposante, 300 km di misto curve ed autostrada non hanno stancato poi molto, se non si considera un leggero indolenzimento alle spalle, ma la posizione di guida è così diversa da quella della FZ6 che è ovvio che anche il mio fisico si deve adeguare alla nuova compagna.
E' una moto supersportiva (per stessa ammissione della Suzuki) ma non paragonatela al GSX-R 1000 o all'R1, siamo su un altro pianeta, non è un frullino, non è nè migliore nè peggiore, sicuramente quella decina di centimetri in più nell'interasse si sente nelle curve strette, ma se la paragonate alla FZ qualcosa o al CB qualcos'altro, vi assicuro che l'interasse è pressochè lo stesso, ma il baricentro basso (sebbene più importante) la rendono paradossalmente più maneggevole.
Esteticamente non ammette compromessi. Da amante del "lato b" adoro davvero il backside di questo gioiello, le frecce inglobate nella carena sono fantastiche, la gobba (quando non si abbia montato il seggiolino del passeggero) la rende fluida, sfuggente. Ma posso capire che possa non piacere, specie a chi ama i "culetti" sfuggenti e appuntiti. Il davanti è imponente, fa paura. La disponibilità per l'Italia del solo colore bianco è un peccato, ammetto che, se avessi potuto scegliere, l'avrei presa nera, ma se il colore scuro la rende più aggressiva, quel bianco panna con l'oro in sospensione la rendono davvero stilosa, elegante.
La strumentazione quasi esclusivamente analogica mi rende felice, gli orologioni che schizzano con l'accelerata, ben visibili, e ben colorati (bello l'arancione dell'illuminazione notturna) sono apprezzatissimi da chi ama il look un po retrò, ma nbello schermetto digitale il contamarce è utilissimo, e fa dimenticare i conti aritmetici che bisognava fare per associare la giusta marcia al giusto rapporto giri/velocità... ammesso di riuscire a leggere la strumentazione digitale della FZ6...
Le tre mappature per le tre differenti erogazioni non mi sembrano molto utili, ma mi riservo di esprimere un'opinione definitiva alla prima pioggia...
Ora sono arrivato ai 1000 km e non vedo l'ora di farmi un bel viaggio. Ora comincia davvero una nuova storia.
Cliccate qui per la pagina ufficiale dell'Hayabusa nel sito di Suzuki Italia.