Petrus ha scritto:
Mi pare sia chiaro per tutti che la pericolosità di girare in pista o in strada venga da tre fattori: l'imprevisto derivante dagli altri, la possibilità nostra di esagerare e gli eventuali ostacoli del percorso che affrontiamo.
L'equazione della sicurezza la possiamo quindi scrivere così:
Pg=Pe*Pi*Cs
dove:
Pg= pericolosità globale, il dato che ci interessa
Pe= Pericolo esterno, ossia la pericolosità degli agenti che ci circondano (motociclisti, guidatori, pedoni).
Pi= Pericolo interno (anche detto "Pirla inside"), ossia quel fattore mentale che ad alcuni porta a strafare in pista, e ad altri porta a fare i 300km/h in autostrada o impennare in città.
Cs= Coefficiente sicurezza del tracciato.
Delle tre variabili, due sono uguali per chiunque: il pericolo esterno Pe e il coefficiente di sicurezza Cs.
Per entrambe è evidente a tutti credo che il loro valore sia molto piu alto in strada che su pista, e quindi entrambe comportano una pericolosità globale Pg molto*molto (molto al quadrato) piu alta in strada che su pista.
Resta la terza variabile, il fattore Pirla Inside, fattore che è variabile da individuo ad individuo.
Per avere una Pg su pista anche solo pari a quella su strada, è evidente dall'equazione che non è sufficiente essere molto piu pirla quando si entra in pista rispetto quando si và in strada. Bisogna essere molto*molto piu pirla (piu pirla al quadrato).
Per avere una Pg piu alta in pista si dovrebbe essere piu pirla al cubo.
Questo può anche accadere, ma non può essere assunto a regola e dev'essere considerato come un caso eccezionale.
La norma è che lo stesso pirla che gira in strada gira anche in pista, e quindi da questa dimostrazione matematica otteniamo che la pericolosità di girare in strada è il quadrato della pericolosità della pista.
Certo che stramberie ne ho lette tante, ma questa le passa tutte