289762
Inviato: 8 Apr 2006 18:00
Oggetto: Articoli sugli autovelox
Vi metto un pò di articoli che leggevo oggi su Il Gazzettino.
ciao
chico
--------------------------------------------------
Il Gazzettino
Sabato, 8 Aprile 2006
Ecco come difendersi dall'autovelox-killer, il nostro peggiore amico
Un diluvio di cause contro le amministrazioni comunali per il numero sempre più alto di multe per velocità eccessiva
Treviso
NOSTRO INVIATO
Il nostro peggiore amico sulla strada, o il nostro miglior nemico che dir si voglia, quell'infernale macchinetta che porta il nome di autovelox è diventato ormai un incubo. Nato per salvare la vita, colpire gli indisciplinati, educare al rispetto dei limiti, si è trasformato in un caso giudiziario moltiplicato per milioni di processi. Un salasso continuo. Invisibile, subdolo, sempre in agguato come un animale rapace, colpisce quando meno te lo aspetti. Chi muove l'auto solo alla domenica o per recarsi in ufficio tuffandosi negli ingorghi quotidiani non è in grado di apprezzare fino in fondo quanto sia infido, soprattutto da quando i sindaci e gli assessori hanno scoperto che è un ottimo sistema per sanare bilanci altrimenti anoressici. Una sorta di Ici sull'auto, un'Irpef sui chilometri percorsi, una super tassa a lunga percorrenza. Dicotomia tra l'essere e il dover essere dell'automobilista buono-cattivo, a volte irrimediabilmente imbottigliato negli ingorghi da Tangenziale, altre volte impedito da controlli immanenti in autostrada o in un illusorio rettilineo di periferia.
«Purtroppo per molti amministratori comunali l'autovelox è uno strumento adottato non per fini preventivi, la sua vera funzione, ma spesso con puri scopi persecutori, con l'obiettivo più o meno dichiarato di "rimpinguare" le casse comunali». Fabio Capraro, avvocato trevigiano, si è specializzato nel trattare quelle specie di missioni non sempre impossibili costituite dalla resistenza del singolo automobilista nei confronti degli enti pubblici che lo hanno multato. È una casistica molto ricca quella che si trovano ad affrontare gli uomini con la toga. Da alcune settimane con un'arma in più. I ricorsi per autovelox vanno presentati ai giudici di pace, ma fino a un mese fa un eventuale appello finiva in Cassazione, un percorso oneroso per chiunque se rapportato alla posta in gioco (qualche centinaio di euro e qualche punto da togliere alla patente). Dal 2 marzo scorso l'appello si fa in Tribunale (per le sentenze che verranno pubblicate dopo tale data) ed è quindi prevedibile un aumento del numero dei ricorsi di secondo grado, almeno in una prima fase finchè non si sia stabilizzata la giurisprudenza.
Finora le battaglie legali combattute sul terreno non agevole delle contestazioni amministrative sono state numerose, aspre. A volte dagli esiti contraddittori. Ma altrettanto controverse sono le posizioni assunte da tante amministrazioni comunali. L'avvocato Capraro avverte: «L'autovelox è uno strumento che se usato con criterio è utile, ma va comunque utilizzato nel rispetto della normativa stradale». Non sempre è così.
CONTESTAZIONE A POSTERIORI.«Ormai è pacifico che la mancata contestazione immediata non determina in alcun modo l'estinzione dell'obbligazione di pagamento, anche se il principio generale è, per quanto possibile, quello della contestazione immediata» ricorda l'avvocato Capraro. La Cassazione ha stabilito che ciò vale anche se una pattuglia fosse stata nelle condizioni di fermare subito l'auto. Occorre però che gli autovelox siano debitamente omologati per la contestazione in automatico dell'infrazione, ovvero quando non c'è la pattuglia presente e la lettura dei dati avviene a posteriori. Occorre anche che il Prefetto individui le strade diverse da autostrade o strade extraurbane, o singoli tratti di esse, in cui sia consentita la non contestazione immediata per ragioni di sicurezza o di traffico. Ma la Cassazione ha consentito l'uso di apparecchi che non rilasciano documentazione dell'infrazione.
OMOLOGAZIONE.Eccoci al primo problema tecnico, l'idoneità delle apparecchiature, che richiede innanzitutto l'omologazione dei modelli, anche di quelli che già lo erano con il vecchio Codice della Strada. Lo stabilisce l'articolo 142 del Codice. «Si tratta di una certificazione rilasciata al produttore attestante che l'apparecchiatura ha i requisiti di legge» ricorda l'avvocato Capraro. Su questo punto in genere non vi sono contestazioni possibili.
TARATURA.Ma serve anche la taratura dei singoli apparecchi. Punto dolente, con risvolti gravi. «La taratura è prevista da una legge del '91 e dalla normativa comunitaria, ma le apparecchiature sono fuorilegge perchè non tarate. - dichiara l'avvocato veneziano Ugo Simonetti, specialista in cause d'infortunistica stradale - Infatti, i centri Sit(Sistema Italia Taratura, ndr) deputati al rilascio del certificato per gli autovelox non esistono». Eppure la Cassazione ha aperto una finestra interpretativa che va contro le legittime preoccupazioni degli automobilisti. «Si tratta di una prova diabolica che il contravventore deve dare in epoca successiva alla violazione - spiega l'avvocato Simonetti - La Cassazione ritiene che l'omologazione fa presumere il regolare funzionamento dell'apparecchio e quindi l'attendibilità del risultato, salvo la prova contraria del difetto di funzionamento». Una prova impossibile, anche perchè i verbali arrivano a casa qualche mese dopo e bisognerebbe risalire all'apparecchio che ha effettuato la misurazione.
NOTIFICHE.I margini dei ricorsi possibili così si restringono. Ma qualche falla c'è e sta trovando accoglimento presso i giudici di pace. Ad esempio il vizietto dei Comuni di delegare a società esterne la notifica dei verbali. A Treviso, per paradosso leghista, i verbali arrivano da Lamezia Terme. «I giudici ci stanno dando ragione in massa - spiega l'avvocato Capraro - stabilendo che si tratta di una pratica illegittima che comporta l'annullamento dei verbali. Non si può dare a soggetti "terzi" i dati di una persona comunque coperti dal diritto diprivacy e, inoltre, le notifiche devono essere eseguite seguendo certe procedure e avvalendosi delle persone abilitate come i messi comunali».
PUNTI E PRIVACY.Ma c'è un profilo finale che interessa chi si vede falcidiare i punti sulla patente a causa della violazione dei limiti di velocità. Se il proprietario del veicolo non dichiara chi era alla guida (ovvero il conducente a cui vanno detratti i punti dalla patente), paga una multa raddoppiata. «Ma il principio generale rimane quello della contestazione immediata che consentirebbe di verificare chi è alla guida. Invece i verbali arrivano dopo alcuni mesi. Non sempre ci si può ricordare chi usava l'auto in un determinato giorno ad una determinata ora» arringa l'avvocato Capraro. Insomma, l'ingordigia delle amministrazioni, che esaminano i dati degli autovelox anche a settimane di distanza dal fatto, crea forme di potenziale ingiustizia, nell'alternativa economica di una multa aumentata o in quella sanzionatoria di punti sottratti alla patente. E così può finire anche in questi casi a carte bollate, tra la rabbia generale. Provate a recarvi al mattino in un ufficio contravvenzioni di un grosso Comune. I dialoghi tra automobilisti e vigili urbani fanno impallidire il pur scurrile vocabolario dei politici in campagna elettorale.
Giuseppe Pietrobelli
-------------------------------------
Sabato, 8 Aprile 2006
COME FUNZIONANO
Sofisticate diavolerie con foto, laser e radar. Ma l'errore è in agguato
La tecnologia per leggere a distanza la velocità di un'auto ha fatto passi da giganti. Tuttavia, anche se altamente sofisticata, conserva possibilità di errori che non sono sempre correggibili, nè contestabili da parte di chi viene multato. È importante decodificare il verbale di contestazione per quanto riguarda l'apparecchiatura, anche ai fini di eventuali ricorsi. Ecco come districarsi in questa giungla elettronica.
QUATTRO CATEGORIE.Gli autovelox si differenziano, a seconda del funzionamento, in quattro categorie: a fotocellule, con funzionamento laser, con funzionamento radar e con ripresa Tv.
A FOTOCELLULE.È al momento l'apparecchiatura più diffusa e utilizzata. Si basa sulla misurazione dell'intervallo di tempo che un veicolo impiega per transitare davanti a due sensori sistemati sullo strumento, tradotto nella velocità del veicolo. Se la velocità è eccessiva viene scattata la foto della targa posteriore. E suldisplay di un apparecchio ricevente, a 100 metri di distanza, appare il dato rilevato, così da consentire il fermo-veicolo e la contestazione. Esemplari si trovano sul Ponte della Libertà tra Mestre e Venezia, o sul Put di Treviso. In alcuni casi i Comuni lo usano come semplice deterrente: lasciano le Autobox vuote, ma l'automobilista non può saperlo. I modelli più usati sono due: Autovelox 104/C2 (omologato nel 1993) che si monta su auto, cavalletto e in postazione fissa; Autovelox 105 SE, un'evoluzione completamente elettronica con immagini digitali (non serve la pellicola).
DUE ERRORI.Questi autovelox sono molto precisi, salvo in due casi. Il primo si verifica quando due veicoli passano quasi contemporaneamente davanti alle fotocellule: quello più lento (mettiamo che vada a 50 chilometri all'ora) sulla corsia di destra fa scattare la prima fotocellula, ma subito dopo arriva sulla corsia di sorpasso un secondo veicolo più veloce (100 chilometri all'ora) che fa scattare la seconda fotocellula. In questo caso viene fotografata la prima auto (in regola), mentre la targa della seconda è coperta. Il secondo caso si verifica con l'autovelox su strada in pendenza o in posizione obliqua rispetto alla strada: le fotocellule scattano in un tempo minore e le velocità risultano superiori a quelle effettive.
IL LASER.Funziona emettendo impulsi laser in banda infrarossa verso il veicolo, così da verificare - in meno di un secondo e anche di notte - la distanza e la velocità di avvicinamento o di allontanamento. Il modello più usato è il Telelaser LTI-2020 (omologato nel 1997-98) che costa solo 6 mila euro, pesa pochi chili ed è assai maneggevole.
IL RADAR.Si chiama TraffiPhot l'autovelox-radar più diffuso (omologazione nel 1993). È molto costoso e consente di rilevare la velocità di un veicolo in avvicinamento fino a una distanza di un chilometro, scattando la foto della targa anteriore quando si trova a 25 metri. In alcune versioni è camuffato da bidone della spazzatura. In un'altra, assomiglia a una casetta per uccelli montata su un palo di sostegno. Ma può anche essere installato su un'auto della Polizia (e in questo caso scatta anche foto da dietro). È utilizzabile anche per fotografare passaggi con il semaforo rosso.
ERRORI.Anche qui l'errore è in agguato in una situazione analoga a quella dell'autovelox a fotocellule. Se vi sono due veicoli con velocità diversa nella stessa porzione di strada, l'apparecchio che prenda di mira il veicolo più lento in arrivo può essere influenzato dall'arrivo del secondo veicolo più veloce che fa scattare la foto.
RIPRESA TV.L'apparecchiatura consente la visualizzazione a bordo di un'auto di pattuglia delle immagini ad alta risoluzione di un veicolo in movimento (per ogni tipo di infrazione), con il calcolo della sua velocità.
ERRORI.L'errore può essere indotto dal dato di partenza costituito dalla velocità dell'auto di pattuglia che viene assunta come base per il conteggio. L'usura del battistrada o il deformarsi della copertura determina una velocità non corretta (seppur di poco) sul tachimetro usato come valore-base e un calcolo errato della velocità del secondo veicolo in movimento.
G. P.
--------------------------------------------
Sabato, 8 Aprile 2006
IL COMANDANTE DELLA STRADALE
«Però in autostrada le apparecchiature hanno ridotto gli incidenti mortali»
Padova
NOSTRO INVIATO
Non si può demonizzare l'autovelox che ha contribuito ad abbattere il numero degli incidenti mortali in autostrada. Ma non si può negare che a volte sia utilizzato per far cassa piuttosto che per educare l'automobilista. Il comandante regionale della Polizia Stradale del Veneto, dottor Gianni Ronca, è ovviamente tra coloro che sostengono l'utilità della strumentazione elettronica nel controllo del traffico. E sposa le nuove frontiere laser.
Comandante, serve l'autovelox?
«Serve se viene usato in maniera intelligente. Il che significa installarlo nei tratti di strada più esposti statisticamente agli incidenti o nei tratti dove è più rischioso correre a causa di attraversamenti pedonali o di condizioni di pericolo».
L'automobilista pensa che l'autovelox colpisca in modo indiscriminato comportamenti diversi.
«Un'altra condizione sarebbe quella di colpire le velocità più elevate, ovvero chi supera di molto i limiti. In ogni caso costituisce un deterrente importante, a patto che si insista nel tempo nell'utilizzo, così da modificare i comportamenti degli automobilisti».
È utile che l'autovelox sia visibile?
«Spesso laddove c'è una segnalazione di "attenzione" alla velocità controllata elettronicamente si ottiene un maggiore rispetto da parte degli automobilisti».
L'autovelox ha ridotto gli incidenti?
«A livello nazionale sono stati ottenuti importanti risultati in ambito autostradale , dove opera solo la Polizia Stradale . Si è arrivati nell'arco degli ultimi dieci anni a una riduzione del 40 per cento degli incidenti mortali».
Però l'autovelox colpisce molto, sotto forma di multe, nei territori comunali. L'automobilista si sente vessato.
«In effetti l'impressione c'è... ma bisogna vedere caso per caso. Da un punto di vista dei risultati, invece, sulle strade ordinarie e nei centri abitati, dove l'uso degli autovelox è di competenza delle polizia municipali, è più difficile sviluppare queste forme di controllo. Infatti, la percentuale degli incidenti mortali non tende a scendere».
Quali strumenti utilizza la Stradale ?
«Autovelox tradizionali dotati di stampante e sempre di più i telelaser che effettuano la ripresa da davanti ed eliminano ogni dubbio su chi sia alla guida dell'auto perchè consentono il fermo e l'identificazione».
A quando il Sicve che consente di calcolare la velocità media su lunghi tratti?
«Spero a breve. Sono già in fase di sperimentazione sulla A13, nel tratto di competenza della Stradale di Bologna. Sarà una soluzione più adeguata e intelligente perchè non colpisce solo chi alza la velocità in singoli punti, ma chi prolunga il comportamento nel tempo».
G. P.
---------------------------------------
Sabato, 8 Aprile 2006
Autodifesa in rete
Autodifesa sul web. Provate a digitare "autovelox" su Google e troverete quasi un milione di risultati. L'argomento tira, in Rete . Vi potete trovare notizie su come evitare i rilievi. Sulle caratteristiche delle apparecchiature e sui loro difetti. Sui modelli in uso alle Forze dell'ordin e. Ma ci sono anche siti che raccolgono le segnalazioni degli automobilisti pizzicati, così da creare una mappa dei tratti di strada a rischio o di quelli dove vi è la certezza dell'in stallazione di un autovelox. Per chi si vede recapitare a casa la multa, poi, ecco una serie di siti con i consigli sulla modulistica e sulle procedure. Ricca la casistica delle contravvenzioni annullate.
-----------------------------------------------
Sabato, 8 Aprile 2006
PRO
Si reprime, ma si educano gli indisciplinati
L'autovelox serve a controllare la violazione dei limiti di velocità. Prima del nuovo Codice della strada (in vigore dall'agosto 2003) gli apparecchi non potevano essere usati senza la presenza dell'agente, dopo di allora è possi bile, previa omologazione. Lo scopo è repressi vo e allo stesso tempo educativo. Il rispetto dei limiti di velocità, secondo i fautori, ha ridotto gli incidenti mortali in autostrada.
CONTRO
I Comuni ci speculano per far cassa
«È una colossale macchina da soldi per i Comuni». Questa l'accusa formulata dagli automobilisti che trovano autovelox ovunque, anche in tratti di strada dove i limiti di velocità appaiono eccessivi. Non c'è Comune che non si sia attrezzato con apparecchi non sempre in regola per taratura e omologazione. Comuni come Padova e Treviso incamerano ogni anno due milioni di euro ciascuno per contravvenzioni.