Commento di: crazymiky81
Tratto da ASAPS.IT : a proposito di mettersi in vista.......
Si era svegliato con quell’idea, con il proposito di
alzare il tiro e tentare la sortita per far avanzare la prima linea. Ma il fronte lo ha ucciso, barbaramente, come solo in una guerra come questa può accadere.
Mario non ha fatto in tempo, stavolta, a riporre il telelaser nella valigia, alla fine di un servizio che ormai – nello scenario della Provinciale 148 – è paragonabile ad un’incursione da guastatori.
Era riuscito anche a tracciare un “missile” in arrivo, con la forma di una Bmw e che fonti certe ci dicono viaggiasse a 148 all’ora, chilometro più, chilometro meno; 148 orari in una strada in cui a 90 è già un’impresa sopravvivere; 148 orari in una strada che la stessa Polizia Stradale ha definito tra le più pericolose d’Italia.
E per sgombrare il campo da dubbi, diciamo subito che non cercheremo nemmeno per un istante di fare retorica sulla morte dell’esperto sottufficiale, che i colleghi non ricordano essere nemmeno mai andato in malattia: come tutti i nostri morti, quelli che abbiamo ricominciato a piangere con troppa frequenza, si era distinto abbastanza da vivo per la sua generosità e dedizione a quello, che più di un lavoro, si era manifestato come una vocazione, che lo attirava con l’entusiasmo di una recluta. Ecco.
E poi si muoveva in un terreno difficile, in cui tutti i giorni era costretto a confrontarsi con le insidie, le insolenze, le devastazioni degli incidenti. Un terreno accidentato, nebbioso, come può essere una strada provinciale così, perfino declassata, con i numeri di una grande arteria, con un tasso di mortalità più elevato dei quartieri sciiti di Baghdad.
Qualche numero? La strada della morte, conosciuta come “Pontina”, conta nei suoi 109 chilometri di lunghezza, qualcosa come oltre 100 nomi e cognomi segnati alla voce “vittime”, in appena cinque anni. Subito dopo, a punto e a capo, ci sono più di 3mila feriti gravi e 1.950 incidenti, che si ripetono puntuali, spesso in prossimità dei medesimi luoghi. Un numero elevatissimo, che la piazza all’undicesimo posto in questa assurda e tragica graduatoria, che tutti sapevano esserci, anche prima che quel “missile” colpisse Mario come un bersaglio a vanvera, scelto a casaccio.
Mario, questo, lo sapeva. Da tempo lui si occupava del telelaser al chilometro 58, dove “a forza di esserci” la gente ha imparato ad andare piano, rallentando un poco prima e accelerando un poco dopo. Le pattuglie di Aprilia, un distaccamento di 30 persone che copre la vigilanza stradale tra Latina e Roma, fino al Grande Raccordo Anulare, ormai erano una consuetudine in quella piazzola.
E poi una sfarettata tra chi aveva superato il check point e una pronta risposta di chi stava invece sopraggiungendo, con l’assurdo rituale del telefono messo sul sedile del passeggero dal conducente che ormai ripeteva automatico “…aspetta ci sono i poliziotti… ecco, li ho passati”, rimettendoselo all’orecchio, o delle cinture di sicurezza che qualcuno si ricordava di allacciare solo al pensiero di dover pagare o perdere punti, avevano reso quel posto sicuro.
La testa di ponte “al 58”, avrà pensato Mario mentre sorseggiava il suo ultimo caffè con i colleghi della pattuglia sud, è ormai stabile.
È ora di avanzare.
Così Mario istruisce Pietro Santillo, il suo ragazzo, un agente scelto già navigato e pronto a seguire il suo maresciallo ovunque, armandosi di quella pistola senza pallottole ma che spaventa più di un lanciarazzi RPG, e decide di piazzarsi, per la prima ed ultima volta, al chilometro 30+800.
C’è uno spiazzo, lo slargo di un’uscita. I due centauri parcheggiano la Fiat Marea e tentano la sortita. Mario guarda il traffico e “colpisce” il primo velocista. Il secondo ha la forma di una Bmw aziendale, che sfreccia – ci dicono – a 148 chilometri orari, rimasti segnati sul display del telelaser. Ma è la seconda macchina che arriva, una Passat, ad innescare la tragedia. Ancor più veloce frena, invano, e ormai divenuta missile senza controllo, colpisce l’altro che a fatica teneva la rotta. È un’esplosione di traiettorie e pezzi, che con l’effetto devastante di uno shrapnel colpisce Mario e lo spinge lontano. Qualche minuto di lucidità, poi si spegne.
Lo avete mai visto o sentito il fumo, subito dopo lo schianto? È un fumo che ha un odore così acre, così repellente, così tragicamente letale da somigliare a quello di una bomba appena esplosa.
Aveva ragione, Mario, a voler cambiare posto, a voler spostare in avanti quella prima linea ormai consolidata. Voleva portare la prevenzione, la sua divisa della Stradale, un poco più in là, dove la gente che corre non se l’aspettava, per riportare sicurezza dove ce n’era davvero bisogno.
In questo ha fallito, cadendo per colpa e incoscienza di altri.
L’effetto sorpresa ha giocato al Sovrintendente, da sempre membro del nostro sodalizio, uno scherzo fatale, facendolo restare vittima di quella sortita, di quell’iniziativa che solo i bravi poliziotti possono avere.
Noi ne conoscevamo altri 28. Tutti maledettamente bravi, tutti morti. Come conosciamo quelle 11 strade ancora più pericolose della Pontina, e quelle che seguono, tutte lì, ogni giorno, ad esigere le proprie vittime sacrificali, così spietatamente democratiche anche in questo, senza differenze, a fare incetta di vite. Tutto, senza alcuna rivendicazione se non il silenzio di troppe coscienze e il silenzio di una voce che non parla più.
Stavolta, la voce di Mario Palombi, Sovrintendente Capo. Eroe quotidiano.
Commento di: Davide
Beh però qui stiamo parlando di una cosa diversa, cioè del fatto che alcuni agenti fanno multe nascondendosi, non era il caso di Mario Paolombi che è morto per un altro motivo, svolgendo correttamente il proprio mestiere.
Commento di: crazymiky81
Caro davide volevo solo farti vedere a volte cosa vuol dire per noi mettersi in mostra e non nascosti... comunque conosco molto bene i due protagonisti protagonisti della storiella il GdP di Mantova e la polizia locale. Volevo solo farti presente una cosa. il significato della sua sentenza (così lo stesso mi ha spiegato) era quello di punire un uso così spregiudicato dell'AVX. la strada in questione ad esempio, e un viottolo di campagna dove passeranno si o no 5 auto al minuto (traffico sostenuto) oppure viene usata come scorciatoia da chi è in ritardo...e qui casca l'asino. La polizia locale infatti si piazzava lì molto presto la mattina per "beccare" i ritardatari che venivano in città.
il vero problema è che se metti in vista l'AVX su tratti di strada con limiti elevati (superiori ai 90km/h) un' utente (auto, moto, tir ed eventuali missili terra-aria con ruote....) lo vede all'ultimo secondo e pianta una frenata della madonna con il rischio che questo o lo tamponano o si ammazza lui..... ti posso assicurare di aver visto un auto sbandare per + di 70 mt. per una cosa del genere (eravamo fermi in una piazzola di sosta in autostrada a telefonare....)
Commento di: Va___lentino
Se posso dire la mia, è che moltissimi vigili urbani e da un po' di tempo vedo anche gli agenti della polizia stradale, si imboscano a posta, infrangendo loro per primi la legge. Se il CdS dice che dobbiamo fare 50 km/h su una strada a 4 corsie, per quanto possa sembrare stupido, dobbiamo TUTTI fare 50 km/h. Ma se lo stesso codice della strada dice che la pattuglia nello svolgimento delle proprie azioni deve essere ben visibile, perché questo non avviene? Perché la legge deve essere fatta rispettare a senso unico?
Io ad esempio sarei per fare una legge che permettesse l'uso di un autovelox ogni km (Così per dire) nascosto anche nell'asfalto. Ma se adesso il CdS è così lo dobbiamo rispettare tutti fino a quando non sarà modificato.
Onore all'agente MARIO.
Grandi le forze dell'ordine, tutte. Chi abusa non deve infangare il buon nome di chi compie il proprio dovere onestamente.
Commento di: Andrea750
condivido, onore a Mario, una persona che stava facendo il suo lavoro, morto per altrui imbecillità....
qui però il discorso è diverso:
nessuno dice che le forze dell'ordine debbano mettere in pericolo la loro vita, se reputano che una postazione è pericolosa che si spostino dove possono fare il loro dovere senza rimetterci di prima persona.
Qui però, come dicevi tu: "La polizia locale infatti si piazzava lì molto presto la mattina per "beccare" i ritardatari che venivano in città."
Questo vuol dire essere bastardi, se mi passi il termine... La polizia locale non era su quella stradina perchè voleva prevenire potenziali incidenti...no!! Era lì solo per rubare soldi a persone che non mettevano in pericolo nè se stessi nè gli altri!
Meriterebbero una bella punizione, perchè in quel momento rubano la paga allo stato per:
- rubare i soldi a cittadini a caso
- omettere di controllare altre strade realmente pericolose.
ATTENZIONE a distinguere le forze dell'ordine che si comportano correttamente e con giudizio (tante, per fortuna) e quelle (poche, spero) che col loro comportamento infangano il nome della categoria.
Lamps!
Commento di: felix75
Caro crazymiky81, la testimonianza che ci porti è sicuramente toccante e non può lasciarci indifferente...ma non può neanche farci chiudere gli occhi sui SOPRUSI che subiamo da parte delle forze dell'ordine (PS e VVUU) predisposti al servizio AVX, i quali si nascondono INFIDAMENTE in ogni dove, tanto il loro principio non è "farci capire che non si deve correre" ma solo "fare soldi" per il comune e quindi per loro.
Commento di: SKYPEACER
Mi dispiace sempre sentire della morte di qualcuno, soprattutto quando sta operando per il bene della collettività, perché crede nel valore di ciò che sta facendo. Purtroppo ci capita spesso di ascoltare anche altre storie Vedi: http://www.motoclub-tingavert.it/a479s.html
dove c'è qualcuno che abusa del suo potere.
Si va in strada come se dovessimo fare una guerra tra motociclisti contro automobilisti e poi ancora contro forze dell'ordine: le regole sono per tutti e dovrebbero essere per il bene di tutti.
Ma in Italia i fatti dicono che spesso le leggi sono fatte anche per favorire gli interessi economici di qualcuno invece che tutti e si instaura così una sfiducia di chi si dovrebbe sentire protetto da chi lo dovrebbe proteggere!!!
Comunque MAI parlare per categorie, ci sono quelli che danno la vita per il prossimo e quelli che se la prendono per propri interessi. Scusatemi per lo sfogo ma vivo in una città che si chiama Napoli, dove si vede tutto e di più, ogni santo giorno......
Commento di: almandithule
Autovelox: Cassazione, non sussiste l'obbligo per gli agenti operanti di rendersi visibili durante l'espletamento delle operazioni CAS Civile 17/3/2005 n° 5861
Svolgimento del processo
La Ipec sas proponeva opposizione avanti al giudice di pace di Narni avverso l'ordinanza ingiunzione 2000/5338 emessa dal prefetto di Terni in data 18.12.00 per violazione dell'art. 142 cod. str. Il giudice di pace, con sentenza del 9.4.01, accoglieva l'opposizione in ragione della mancata contestazione immediata dell'infrazione. Avverso tale provvedimento ricorre per Cassazione l'amministrazione dell'interno sulla base di un unico motivo cui non resiste la IPEC sas.
Motivi della decisione
L'Amministrazione dell'Interno deduce con l'unico motivo che erroneamente il giudice di pace ha ritenuto la insufficienza della motivazione circa l'impossibilità di procedere a contestazione immediata mentre deve escludersi che possa sindacarsi il comportamento degli agenti operatori in particolare con riferimento alla predisposizione dei controlli e dei posti di blocco.
Il ricorso è fondato
Invero l'articolo 201 del codice della strada espressamente prevede che " qualora la contestazione immediata dell'infrazione non sia possibile " deve essere notificato entro un certo termine il verbale di contestazione contenente, oltre agli estremi della violazione, le ragioni per cui la contestazione immediata non è stata possibile.
Tale norma trova applicazione anche in riferimento alle violazioni per eccesso di velocità accertate tramite autovelox.
Questa Corte ha già avuto occasione di affermare che in materia di accertamento di violazioni delle norme sui limiti di velocità compiute a mezzo apparecchiature di controllo (autovelox), nell'ipotesi in cui esse consentono la rilevazione dell'illecito solo in tempo successivo, ovvero dopo che il veicolo sia già a distanza dal posto di accertamento, è possibile effettuare la contestazione tramite verbale notificato al trasgressore in data successiva alla violazione.
Tale ipotesi è espressamente prevista dall'art. 384 reg. cod. strada, che stabilisce che in caso di impossibilità della contestazione immediata per essere stato comunque il veicolo nell'impossibilità' di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari, ovvero per l'impossibilità di raggiungerlo per essere lanciato a eccessiva velocità, in cui è inquadratole l'accertamento della violazione a mezzo di apparecchiature autovelox in esame, la contestazione può pur sempre essere effettuata successivamente, pur essendo necessario in tal caso che siano indicate a verbale le ragioni per le quali non sia stata possibile la contestazione immediata (Cass. 3836/01; Cass. 12330/99).
Questa Corte ha, a questo proposito, già avuto occasione di affermare che, ove non si sia proceduto a contestazione immediata dell'illecito, il giudice dell'opposizione ad ordinanza -ingiunzione legittimamente dispone l'annullamento del provvedimento sanzionatorio emesso dal prefetto allorchè il verbale di accertamento notificato difetti della indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata o sia corredato da una motivazione meramente apparente.
Tuttavia, nel caso di specie appare del tutto adeguata la motivazione fornita dall'autorità amministrativa che ha dato esattamente conto della sussistenza delle condizioni previste dalla legge per non dar luogo alla contestazione immediata e cioè, che l'apparecchio consentiva la rilevazione solo dopo che il veicolo era transitato ovvero era già a distanza dalla pattuglia accertatrice. A tale proposito a nulla rileva che la clausola utilizzata sia una clausoladi stile dal momento che la stessa da comunque esattamente conto dell'accadimento e giustifica quindi le ragioni della mancata contestazione immediata. La sentenza impugnata è dunque incorsa in errore laddove ha ritenuto inadeguata la motivazione dell'ordinanza - ingiunzione per il solo fatto di essere espressa con formule generiche a ciclostile.
Appare quindi fondata la prima censura avanzata dal prefetto di Terni. Lo stesso deve dirsi per la seconda.
Non esiste, infatti un obbligo per gli agenti operanti di rendersi visibili durante l'espletamento delle operazioni nè il comportamento delle pattuglie può essere sindacabile in sede di ricorso avanti al giudice ordinario, non essendo quest'ultimo abilitato a censurare l'organizzazione del servizio di vigilanza nè a sindacare le modalità organizzative del servizio di rilevamento delle infrazioni da parte della pubblica amministrazione. (Cass. 7103/01).
Nel caso di specie - come correttamente rilevato dall'amministrazione ricorrente - il giudice di pace ha effettuato un sindacato non consentito in ordine alle modalità organizzative del servizio di rilevamento invadendo così una sfera di competenza esclusiva dell'amministrazione non soggetta a sindacato giurisdizionale.
Il ricorso va, pertanto, accolto.
La sentenza impugnata va di conseguenza cassata e, sussistendo i presupposti di cui all'art. 384 c.p.c. può procedersi alla decisione nel merito rigettando l'opposizione. Il Perretta va condannato alle spese del giudizio liquidate in euro 400,00 per onorari oltre spese prenotate a debito.
P.Q.M.
Accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e decidendo nel merito rigetta l'opposizione. Condanna il resistente al pagamento delle spese di giudizio liquidate in euro 400,00 per onorari oltre spese prenotate a debito.