Cippo89 ha scritto:
STORIA:
Moto Bimm
fantastiko, come si chiama il sito
La Moto Bimm nacque a Montemurlo alla metà degli anni 60 grazie alla passione di Josè Becocci che fin da piccolo aveva coltivato il pallino della motocicletta. Il Fratello Andrea, forse contagiato da Josè, fondò invece qualche anno più tardi La AIM (Assemblaggio Italiana Motori) i cui stabilimenti si trovavano sempre in area Pratese e più precisamente a Vernio. La Motobimm si distinse subito per la vasta gamma di ciclomotori che da subito entrarono nel listino e nonostante l’impegno nella velocità in salita e i buoni risultati ottenuti, rimase una realtà soprattutto regionale. I primi modelli da cross montavano ancora il vecchio motore Minarelli a raffreddamento forzato e dei telai esilini con ruote di 17. Le ruote di 17 rimasero una costante per tutta la produzione Cross fino al 1972 e quindi questi modelli “nani” non erano particolarmente accattivanti. Una bella ruota di 19 avrebbe fatto sicuramente un altro effetto e i motorini avrebbero avuto sicuramente più successo presso i giovani. Come detto precedentemente la MotoBimm aveva una scuderia corse che si dedicava alle gare in salita che ebbe grossi risultati sportivi. I microbolidi verdi e gialli ecquipaggiati di motori Minarelli speciali fecero veramente il brutto e il cattivo tempo per diversi anni sia nel campionato regionale, sia nazionale di salita che circuito velocità juniores. La Moto Bimm vinse il campionato Italiano della Montagna nel 1971 con Franco ravagli e nel 1972 con il futuro campione del mondo Pierpaolo Bianchi. Ritornando però alla produzione di serie il discorso cambia e per certi versi ci sarebbe da capire il perché. Il colore verde e giallo utilizzato per il team corse, aggressivo e accattivante non venne riproposto nella produzione standard. I modelli in listino venivano presentati con banali blu, gialli e rossi similmetallizati. La componentistica anche sui modelli di punta del listino, per esempio il Cross P/6 con il motore minarelli a sei marce, era decisamente povera: a parte le ruote di 17 di cui ho già parlato, c’era da notare la triste forcella anteriore teleidraulica caratterizzata dal “tock” del fondo corsa anche per scendere dal marciapiede, e gli ammortizzatori degni di un ciclomotore da passeggio. Il telaio non era male e il motore una garanzia, ma tutto il resto era veramente pochino. Nelle foto sotto potete vedere come nei quattro anni che vanno dal 1969 al 1972 pur cambiando telaio e motore questi importanti componenti di successo rimasero sempre gli stessi. Nonostante questo risparmio nell’assemblaggio il modello da Cross P/6 costava nel 1972 uguale o addirittura qualcosa di più di un Fantic Caballero o del Gilera Trial 5V che a livello di componentistica davano certamente qualcosa di più. La logica di mercato fece il resto. Nel 1972 la Motobimm aveva nel proprio listino circa 24 modelli diversi: la maggior parte erano modelli economici e utilitari e la loro diffusione era concentrata soprattutto nella provincia e nelle campagne. Inizialmente la piccola casa di Montenurlo fornì per un certo periodo (1968/69) i telai ed i motori all Officina meccanica F.lli Gori la quale allestì delle 50cc da Regolarità e cross competizione di tutto rispetto. Questi veri piccoli bolidi furono venduti con il marchio Gori-Bimm.
Trovato in un sito, ma lo devo ancora leggere