Tecnica
Gli Ammortizzatori: storia e informazioni generali
Scritto da LucaRs125 - Pubblicato 04/12/2006 17:14
Soluzioni che oggi appaiono comuni e semplici, come il forcellone e gli ammortizzatori, erano sconosciute nei primi anni delle corse motociclistiche...

I piloti assorbivano infatti con le loro colonne vertebrali tutte le asperità del terreno, ma fortunatamente questa situazione non durò a lungo.

Tutti sanno che le sospensioni anteriori arrivarono sulle moto molto prima di quelle posteriori. Infatti, ancora a metà degli anni Trenta era normale vedere delle moto con solo un paio di molle sotto la parte posteriore della sella.

I telai dell’epoca disponevano della più semplice forcella che si possa immaginare: una “forcella” composta da rigidi tubi del telaio. Alcuni dei primi sistemi per rendere più confortevoli i viaggi sulla moto sfruttavano degli stantuffi che permettevano alla ruota di muoversi leggermente in alto e in basso, essendo mobile il punto nel quale il mozzo era attaccato al telaio.

Ma tali soluzioni non erano prive di difetti e di problemi.

Più tardi arrivarono i primi sistemi di “triangolazione” posteriore che funzionavano come primitivi forcelloni: fu in sistemi come quelli che vennero per la prima volta impiegati gli antenati degli attuali ammortizzatori.

All’inizio si trattava di coppie di ammortizzatori che lavoravano all’unisono mentre successivamente venne impiegato un solo ammortizzatore che svolgeva tutto il lavoro.

I sistemi progressivi di biellette sono una scoperta relativamente recente che permette di minimizzare l’effetto del dislivello del terreno nelle reazioni della motocicletta.

I sistemi di sospensione posteriore e gli stessi ammortizzatori hanno raggiunto un alto livello di sviluppo in pochi decenni.

Così si è passati dai sistemi nei quali si poteva solo modificare la durezza delle molle agli attuali ammortizzatori multi-regolabili che impiegano molle progressive e regolabili e un sistema idraulico molto sviluppato.

Sulle moderne moto da competizione non si tiene conto solo della forma e del tipo dell’ammortizzatore: la sua collocazione nel telaio può modificare un maniera importante il comportamento della moto.

Per questo gli ammortizzatori possono essere modificati nella loro lunghezza e anche nell’angolo di attacco al telaio.

 

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Commento di: gio1960 il 06-12-2006 08:40
Come non citare lo sviluppo degli ammortizzatori e telai nel fuoristrada fine anni '70, in cui si avevano le Bultaco con gli ammortizzatori verticali, portando il piede dell'ammortizzatore a metà forcellone, le Montesa con gli ammortizzatori a 45°, le Puch Rotax che avevano la doppia predisposizione, le Yamha con il monocross (che montava anche sulla XT550).
Storia passata, ma quanti sogni di occhielli saldati al telaio! Ciao.
Commento di: Sidetrack il 29-10-2007 20:22
Mi piacerebbe sapere come mai nella storia delle sospensioni, nella parte posteriore si e' passati da avere due ammortizzatori al mono-ammortizzatore.
Quali sono i vantaggi del mono? La grande escursione che hanno le moto fuoristarda si poteva raggiungere anche con due no?
grazie a chi vorra' fornire la risposta.
Commento di: yoshyoka il 27-08-2009 18:27
Non e' veramente corretto dire che il sistema di sospensione utilizzato dalle bimota tesi non e' durato nel tempo (vedi Bimote tesi 3D e le Vyrus), l'unico problema e' che non hanno raggiunto il grande pubblico (purtroppo).