Ovunque ti giri senti, che c'è stato un incidente dove ha
perso la vita qualcuno e nella maggior parte dei casi è un
giovanissim.
Secondo delle indagini condotte dall'Unione
Europea, nell'arco di 4 anni (2001-2005) i morti sono passati da
50.000 a 41.600.
Una diminuzione incoraggiante (-17,5% ), ma
insufficiente.
L'UE nel 2001 ha infatti posto l'obiettivo del
dimezzamento dei morti sulle strade entro il 2010, ma avanti di
questo passo tra quattro anni non riusciremo a scendere sotto i
32.500.
Nella sua analisi l'UE mette in luce la grande
vulnerabilità dei giovani tra i 18 e i 25 anni, una fascia
d'età che rappresenta non più del 10% della popolazione
europea ma che incide per il 21 % sui decessi registrati.
L'UE
rimarca anche il contributo "negativo" dato dalle
motociclette che hanno addirittura peggiorato la loro percentuale,
stimata oggi intorno al 14% (+ 5,6% di morti dal 2000 al
2003).
L'Italia, in questo panorama, peggiora del 40% anche se
una recente ricerca DOXA per conto di ANCMA evidenzia la maggiore
quantità di km percorsi in moto, nel nostro Paese, rispetto al
passato.
Un dato che in definitiva può solo attenuare la
drammaticità del fenomeno.
Questo è quanto
dicono le indagini condotte dall'Unione Europea che ovviamente non
dice come si muore, (auto, moto, altro), ma solo il numero dei morti
in questi 4 anni. Tanti, troppi per chiunque.
Mi rivolgo a voi
motociclisti che me compreso sappiamo quanto la strada sia pericolosa
rispetto la pista. Se vogliamo sfogarci cerchiamo di farlo in pista
in quanto in uno spazio cosi grande e con pochi pericoli, marciapiedi
e pali ma anche auto e altro, è difficile causare un incidente
mortale.
Inoltre vi faccio riflettere su quanto parlino chiaro
altre indagini, che mettono al primo posto come causa di incidenti
mortali l'aumento del traffico ovvero una famiglia del ceto medio può
anche avere una macchina per componente ma non solo..
Ci sono
automobilisti che non dovrebbero nemmeno avere la patente, come
alcuni anziani che anche se arzilli e giovani dentro sicuramente non
hanno i riflessi di una volta.
Per concludere voglio dirvi che
una volta fatto l'incidente è inutile dare la colpa
all'automobilista o a chiunque altro si possa attribuire.
Basta
fare più attenzione e andare più piano.
Io come
molti mi rendo conto che andare a 200 all'ora su una strada
extraurbana è da pazzi però pensarci dopo non aiuta,
bisogna pensarci prima. Quando è tardi non serve piangersi a
dosso.
Forse in autostrada o in pista sarebbe diverso.
Cerchiamo
tutti insieme di portare avanti una campagna di sensibilizzazione
facendo si che queste percentuali di morti sulle strade diminuisca
perché un giorno potrebbe esserci un nostro figlio su quella
strada e non voglio che sia uno dei tanti morti ma uno dei tanti
vivi.