Scritto da Maurizio60 - Pubblicato 24/11/2023 17:18
Manifesti e spot con i volti dei ragazzi morti e dei genitori sgomenti, test per l’alcool fuori delle discoteche, autovelox e pattuglie volanti.
Sono i tanti aspetti della campagna in corso in tutta Italia per
rappresentare in maniera incisiva il numero altissimo di giovani che ogni
anno perde la vita sulle strade. Bene le campagne contro gli incidenti, bene
gli spot scioccanti, ma senza educazione stradale serviranno a poco.
La cronaca quotidiana parla di quanto pericolosi sono i comportamenti di
molti utenti della strada, ma il problema persiste e ogni anno in Italia il
conto dei morti resta inalterato nel 2022, secondo i dati Istat diffusi a
luglio, sulle nostre strade sono scomparse 3.159 persone: di queste, 552
avevano meno di 30 anni.
* Sono numeri che non sembrano fare paura. Le notizie sulle ripetute stragi
del sabato sera e non solo, spesso si legge di «giovani vittime
spezzate», non bastano a far capire che, fatalità a parte,
certe leggerezze costano caro.
* La grande maggioranza degli incidenti gravi e di quelli mortali sono
dovuti a una serie di comportamenti scorretti, principalmente eccesso di
velocità, guida distratta e pericolosa, mancato rispetto della
precedenza o della distanza di sicurezza, assunzione di alcol e sostanze
stupefacenti, le cause principali di scontri, investimenti e tamponamenti
con esiti mortali. Non si può essere distratti mentre si guida,
bisogna essere concentrati e va trovato un dialogo valido per trasmettere i
messaggi corretti ai giovani.
* Sempre più spesso le notizie di cronaca riportano di incidenti
mortali dovute a una vera incoscienza nella guida e inconsapevolezza del
pericolo che si corre per alcuni comportamenti incomprensibili come quello
di riprendersi alla guida mentre si corre ad oltre 200 km/h.. di auto e
moto, non c'è differenza spesso anche, chi è alla guida di
mezzi con due ruote, non sono immuni i comportamenti disdicevoli e
pericolosi per se stessi e per altri.
* Atteggiamenti incomprensibili da parte dei giovani ma anche da parte di
adulti, di genitori che vanno in auto o in scooter o moto con i figli
piccoli, senza allacciare le cinture o assicurarli agli appositi seggiolini
nelle auto, ai tanti che si ostinano a guidare e contemporaneamente
telefonare col cellulare. Da non dimenticare poi altri comportamenti, meno
pericolosi ma significativi di un totale disinteresse per le regole come;
parcheggiare in doppia fila, sulle strisce pedonali, sulle piste ciclabili,
al posto riservato ai disabili senza averne diritto, dimenticare la
precedenza… se poi mamma e papà sono i primi a dimenticare di
impartire i giusti insegnamenti, non mettendosi, per esempio, il casco
quando salgono sullo scooter o moto per accompagnare i figli a scuola
perchè tanto è a 5 minuti di strada, magari con le cuffiette
del telefono nelle orecchie, non allacciare le cinture in auto perché
"tanto devo fare solo pochi metri" o leggendo al semaforo i messaggi urgenti
"dall'ufficio", come possiamo pretendere che crescano con un senso di
responsabilità, civico auspicato nel rispetto delle regole della Vita
e della strada come pedoni e come automobilisti, ciclisti, motociclisti e
utenti della strada qual si voglia.
* Come genitori ma anche solo come adulti dobbiamo dare il buon esempio
sempre e in ogni circostanza. Nella vita di ogni giorno, i figli apprendono
dai genitori e dagli adulti, spesso inconsapevolmente, la pratica di certi
comportamenti stradali. Acquista importanza, quindi, il senso
dell’educazione stradale.
* Il motorino, la moto o l’auto offrono a giovani ragazzi la libertà
tanto desiderata, questa libertà non deve trasformarsi in una
tragedia anche se negli ultimi trent’anni gli incidenti mortali sono
sensibilmente diminuiti. Tuttavia per i giovani tra 15 e 24 anni il tasso di
mortalità per incidente stradale è sostanzialmente invariato e
questo sembra essere una costante nel mondo occidentale. Vari sono i motivi
della condotta scorretta e nociva dei giovani alla guida di un motorino, uno
scooter, una moto o automobile che sia; l'uso di sostanze prima e dopo la
guida, attrazione per il pericolo e la sfida, stanchezza, disattenzione e
influenza del gruppo. La ricerca del rischio da parte di molti giovani
ragazzi. Gli incidenti stradali hanno anche un elevato costo economico,
costituiscono una delle prime cause di morte. In quanto tali, rappresentano
un'emergenza di sanità pubblica sia per il forte impatto sulla salute
delle persone coinvolte, sia per le conseguenze economiche. Una
«tragedia continua» che ha spinto l’Unione europea ad avviare
una serie di azioni per porre fine all’ecatombe con l’obiettivo di dimezzare
le morti entro il 2010 e il 2010 è passato da un po' è il
traguardo di dimezzare le morti oggi nel 2023 è ancora lontano
dall'essere raggiunto. La conclusione è che la sensibilità nei
confronti della sicurezza stradale in questi anni è sicuramente
cresciuta, eppure fatica a tradursi in comportamenti e abitudini. Per questo
motivo è necessario dare ampio spazio agli interventi preventivi.
* Diamo il buon esempio civico sempre, nel rispetto delle regole, diamo il
buon esempio come genitori, come adulti, come Motociclisti e Automobilisti,
spieghiamo ai nostri figli e ai più giovani i rischi celati a cui
possono andare incontro quando sono alla guida dei loro mezzi, non serve
dire "non correre" senza spiegare i rischi che si incorrono nel "correre".
Non possiamo affidare questo compito esclusivamente alla scuola guida. Oggi
sempre più istituti scolastici hanno iniziato a integrare nelle loro
attività di istruzione lezioni di sicurezza stradale, benvengano
queste iniziative anche se sarebbe auspicabile che la sicurezza stradale
diventasse una materia di studio come italiano, inglese e matematica.
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Commento di: PaoloGrandi il 09-12-2023 21:24
Imho.
C'è tanto di vero nello scritto.
Però dobbiamo anche partire da un presupposto, POLITICAMENTE SCORRETTO, di cui si tace, sempre (per convenienza?): la mobilità costa.
Costa vite umane. Morti e feriti.
Ogni volta che le persone si muovono corrono rischi. Figuriamoci se si muovono con mezzi di ca. 1,5/2 ton. Per cui ci sarà sempre da pagare un tributo di sangue alla mobilità individuale.
Che, d'altra parte, è fonte (primaria) del ns. benessere. Basta ricordarsi cosa è successo con i lockdown Covid: l'economia (mondiale) ha rischiato il crash...Senza considerare tutte le persone occupate (a livello mondiale) in questa industria.
Questo certamente non vuol dire fregarsene fatalisticamente, anzi. Giustissimo ripartire da un'Educazione Civica che non debba essere solo scolastica. Perchè solo con l'educazione potremo migliorare.
E che preveda anche di focalizzare i comportamenti, (non meno pericolosi? sicuramente odiosi), dei cosiddetti utenti deboli (pedoni, ciclisti, monopattinisti), che si sentono autorizzati a fare QUALSIASI cosa nascondendosi dietro il loro anonimato.
Se poi le forze politiche prendessero esempio dai sistemi di trasporto pubblico adottati nei principali paesi europei, sarebbe un ulteriore passo avanti.
Commento di: Maurizio60 il 09-12-2023 22:43
Ciao Paolo, intanto grazie per aver "speso" del tuo tempo per leggere e commentare il mio articolo. Mi ritrovo e condivido il tuo pensiero e evidenzio il mio.. Penso che la cosa più importante quando si va in moto sia la responsabilità personale. Non possiamo contare solo sulle regole, sull'equipaggiamento o sugli altri. Dobbiamo essere noi i primi a guidare con prudenza, rispetto e attenzione. Solo così possiamo evitare incidenti e goderci la strada. Questo il mio pensiero da motociclista "la sicurezza è nelle nostre mani". Dobbiamo massimizzare gli strumenti a nostra disposizione al momento, anche se questi palesemente insufficienti. Se si trasmette questo pensiero di "Padre in Figlio" forse diamo ai nostri figli una visione reale del problema e gli indichiamo una possibilità soluzione.