Tecnica
Guida pratica alla laminazione della fibre di vetro e carbonio
Scritto da furios13 - Pubblicato 04/11/2008 12:29
Guida pratica alla laminazione della fibra di vetro e fibre composite per la creazione di stampi ed oggetti finiti

Questa guida vuole essere un pratico aiuto a chi inizia a cimentarsi nell'uso delle resine e delle varie fibre di vetro, carbonio, kevlar ecc..


Materiali

I materiali principali necessari alla laminazione si dividono in 2 categorie: le resine e i tessuti.
Le prime sono la matrice dell'oggetto che andrete a produrre entro la quale vengono laminati i tessuti che sono la seconda categoria principale di materiali usati.


Le resine

Le resine più usate per la laminazione sono:
  • epossidica
  • vinilestere
  • poliestere
La resina epossidica è la resina per eccellenza. Dal punto di vista della resistenza è la migliore e viene usata per la costruzione di elementi strutturali (è la più costosa).
La resina poliestere tra le 3 è quella peggiore (ha bassa resistenza), viene usata per fare stampi o per riparazioni (è anche quella che costa meno).
La resina vinilestere è una buona via di mezzo fra le 3 dal punto di vista delle caratteristiche meccaniche si avvicina molto alla resina epossidica ma è meno costosa; unico lato negativo è il maggior ritiro rispetto all'epossidica e la poliestere.

Tutte le resine vano catalizzate con l'apposito catalizzatore da aggiungere al 2% del peso

Per la costruzione di stampi vi consiglio di usare la resina poliestere in quanto ha dei ritiri bassi e in fase di reticolazione e indurimento si riescono a mantenere le dimensioni dell'oggetto originale di cui si vuole creare lo stampo.

Invece per la laminazione del pezzo si può usare la resina vinilestere in quanto è dotata di buone caratteristiche di resistenza e il ritiro è diminuito dall'uso di fibre strutturali e dal controstampo.


I tessuti

I tessuti o fibre possono essere di vetro, carbonio, kevlar ecc..
Le fibre più usate sono quelle di vetro, carbonoi, kevlar e quindi faremo riferimento a queste, che sono caratterizzate dal basso peso specifico al metro quadro.

Le fibre di vetro possono essere essenzialmente di 2 tipi:
  • strutturali o biassali
  • mat
I tessuti di tipo mat sono caratterizzati dal fatto che le fibre di vetro non sono disposte in maniera ordinate ma casuale e vengono usate sopratutto per riparazioni e stampi.

Nei tessuti strutturali o biassali le fibre di vetro generalmente sono incrociate tra loro a 90°, ciò conferisce al tessuto resistenza e rigidità.

Le fibre di carbonio e kevlar si distinguono in:
  • Plain
  • Twill
  • Strutturali o biassali 
Nei tessuti plain o twill le fibre di carbonio si incrociano a 90° e circa 45° negli strutturali e biassali.

Consiglio, se dovete fare un pezzo in carbonio a vista, di usare il plain che rispetto al twill è più facile da lavorare, specialmente per chi non ha esperienza in quanto è più rigido e le fibre mantengono di più la tessitura. Inoltre è esteticamente più bello, il twill va bene per forme complesse si adatta bene a curvature strette e spigoli ma la tessitura si deforma molto più facilmente.


La creazione di uno stampo

Prendiamo per esempio un parafango; ecco il materiale necessario:
  • modello originale che dobbiamo produrre (parafango)
  • gelcoat nero per stampi
  • alcool polivinilico (distaccante)
  • mat 250 g/mq
  • mat 450 g/mq
  • resina poliestere
  • pennelli e guanti

Procedura

Prima di tutto, fissare il parafango in modo da poterci lavorare comodamente e da poter arrivare in ogni parte senza che si muova; il pezzo deve essere pulito e liscio.

La prima cosa da fare è passare l'alcool polivinilico (distaccante) che serve a far sì che la resina non si attacchi al modello e quindi a staccarsi quando la resina sarà asciugata

Una volta asciugato l'alcool date una mano di gelcoat diluito al 2 % su tutto il modello, lasciare asciugare per 12 ore dopo di che si può cominciare a stendere il mat. Dare una mano resina catalizzata al 2 % e appoggiare le pezze di mat 250 g/mq, facendolo aderire picchiettandolo bene ed eliminando le bolle. Date altre 2 mani di mat 450 g/mq ad intervalli di 12 ore usando lo stesso procedimento del mat 250 g/mq.


Distacco dello stampo

Una volta finito di laminare lo stampo, lasciare tutto per circa 2 giorni in modo che asciughi bene poi potete staccare il parafango. Cominciate col fare pressione sui bordi e pian piano andare verso il centro: vi potete aiutare con acqua calda perché squaglia l'alcool e con aria compressa, una volta staccato dovrete rifinire i bordi col dremmel e con carta vetrata seguendo i bordi che comunque lascia il gelcoat nero.


Laminazione del pezzo

Ora potrete riprodurre il parafango col materiale che più vi piace.

  • In vetroresina:

    Date una mano di alcool polivinilico all'interno del controstampo, fatelo asciugare bene e date questa volta 2 mani di gelcoat bianco ad intervalli di 12 ore, poi date una mano resina catalizzata al 2 % e appoggiare le pezze di mat 250 g/mq. Fatelo aderire bene picchiettandolo ed eliminando le bolle. Date altre 2 mani di mat 45 g/mq ad intervalli di 12 ore, usando lo stesso procedimento del mat 250 g/mq. Seguire il procedimento del controstampo per staccare il pezzo, rifinire i bordi stuccare eventuali difetti. Lisciare con carta abrasiva ed il pezzo è pronto per la verniciatura.
     
  • In carbonio:

    Date sempre una mano di alcool polivinilico, lasciare asciugare bene e date una mano di resina sempre catalizzata al 2 % e lasciate asciugare per 15 20 minuti (dev'essere molto appicicosa ma ferma). Appoggiatevi il foglio di carbonio plain che esteticamente è il più bello e pressatelo con le dita in modo che rimanga attaccato e che prenda bene le forme, dopodiché date una mano di resina. Lasciate asciugare sempre 15 20 minuti e dare la seconda passata col twill seguendo il procedimento di prima e poi dare una mano di resina e asciugare per 2 giorni. Seguire il procedimento del controstampo per staccare il pezzo, rifinire i bordi e lisciare con carta abrasiva fine e dare il trasparente.
     
 

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Commento di: wildfox67 il 29-09-2010 17:48
Scusate se inserisco un commento 'a distanza di anni' dalla stesura di questa utile guida. Quello che chiedo è un semplice chiarimento forse futile per i più esperti.

Volendo laminare con il carbonio (o con la vetroresina) una superficie, ma non solo con uno scopo estetico, devo invertire l'ordine dei passaggi effettuati in caso di utilizzo dello stampo ed evitare di utilizzare l'alcool polivinilico?
Es. Carbonio:
passaggio 1 resina catalizzata 2%
passaggio 2 carbonio twill
passaggio 3 resina catalizzata 2%
passaggio 4 carbonio plain
Passaggio 5 finitura trasparente

Es. Vetroresina:
passaggio 1 resina catalizzata 2%
passaggio 2 mat 450 g/mq (ripetere 1 o 2 volte i passaggi 1 e 2 a seconda della consistenza da dare al pezzo)
passaggio 3 resina catalizzata 2%
passaggio 4 mat 250 g/mq
Passaggio 5 gelcoat

Correggetemi se ho interpretato qualcosa nella maniera sbagliata