TommyTheBiker ha scritto:
PaoloG ha scritto:
E uno da solo come fa a farla la misura?
Semplice: non la fa e aspetta che qualcuno gli dia una mano. Non è certo l'unico lavoro che si fa in coppia su una moto: prendi lo spurgo dei freni* o la misura del sag rider, ad esempio.
Mica c'è sempre qualcuno che ti può aiutare, quindi perchè incasinarsi a fare in due un'operazione che si può fare benissimo da soli?
[peraltro mi faccio da solo anche lo spurgo e mi ero ingegnato anche per il sag, anche se poi non è servito...]
TommyTheBiker ha scritto:
L'aiuto serve solo per le prime volte, comunque: con l'esperienza impari/ricordi che tot mm di gioco sul cavalletto corrispondono a tot mm con te sopra e ce la fai pure da solo.
Ecco appunto, fermo lì. Se quando monti in sella il gioco, ovviamente, diminuisce, tanto da dover misurare la differenza fra moto scarica e moto "pilotata", così che poi ci si può fare da soli la misura con la moto sul cavalletto tenendo conto del valore che si va a perdere montando la moto ma così si è sicuri di ritrovare il valore di gioco misurato quando si era montati.... (...respiro...). Allora, chiedo: perchè non si può semplicemente fare la misura sempre con la moto sul cavalletto laterale, magari fidandosi che il range indicato sul manuale sia tutto sommato quello corretto?
Torno a dire, magari era sfuggito: il gioco della catena va lasciato per via dell'escursione della sospensione! Per come è fatto il cinematismo della stessa, evidentemente più la sospensione si chiude, più la catena tende a "tirarsi" (ovvero pignone e catena tendono ad allontanarsi...). Quindi se monta in sella uno di 50 kg, così come uno di 100, il gioco misurato a vuoto sulla moto sul cavalletto sarà sempre lo stesso (di nuovo, quello indicato dal costruttore...), perchè tale gioco sarà stato determinato in modo che con la sospensione "a pacco" la catena continui a lavorare in ogni caso correttamente.
Non a caso le moto da fuoristrada hanno giochi molto elevati, proprio per via dell'elevata escursione della sospensione; viceversa le moto stradali, al limite le sportive o da pista, i giochi sono più bassi perchè lo sono le escursioni (al netto dei cinematismi, che influiscono anche loro sui valori di gioco).
Se avessimo il pignone coassiale con il perno del forcellone questo effetto non si avrebbe, così come non si avrebbe il cosiddetto effetto "tiro catena" sulla sospensione. E' stata fatta qualche moto così, ma molto poche: cambiare il pignone significa smontare il forcellone!
TommyTheBiker ha scritto:
PaoloG ha scritto:
Strada o pista poco cambia in questo senso.
In pista la catena viene stressata molto più che su strada (pensa già solo alla differenza nelle cambiate), quindi devi andarci cauto.
Sono daccordo, infatti fondamentale è che sia ben pulita e lubrificata. Tesa il giusto ok (e nel dubbio meglio lasca che troppo tesa per quanto detto sopra...), ma soprattutto lubrificata!
TommyTheBiker ha scritto:
Senza contare che una catena non ben tesa è tutta coppia sprecata: se il sistema è in perfetta efficienza, nel passaggio motore-ruota c'è una perdita secca del 10% circa. Sulla mia moto significa quasi
dodici cavalli in meno, figurati su quelle più potenti.
Questo, come ho detto, se è tutto in perfetta efficienza. Figurati se la catena è registrata male! Considerato che c'è gente disposta a spendere paccate di soldi per prendere una manciata di cavalli, avere poi una perdita del (mettiamo) 15% anziché del 10 solo perché giri con la catena floscia...
Quello che perdiamo fra albero motore e ruota vero che sia una bella fettina, in parte legata alla tensione (che porta più che altro perdite "inerziali" diciamo così), ma in buona parte legata agli attriti insiti in questo tipo di trasmissione. E questi si "combattono" con pulizia e lubrificazione...
TommyTheBiker ha scritto:
Corollario finale. Ci sono quelli più sbattoni che alle cose ci dedicano il minimo indispensabile perché preferiscono passare il resto del tempo dando gas, e quelli più scrupolosi/puntigliosi/pelonelluovisti/paranoici (a scelta) che preferiscono controllare tre volte anche a costo di passare mezz'ora in più in garage. Io faccio parte dei secondi, e se uno mi chiede come trattare una moto in pista gli dico "fai come me che non sbagli, al massimo perdi tempo ma di sicuro non ti capita nulla di male"... poi, ognuno della sua moto ne fa quel che vuole.
Aggiungo una terza via: essere scrupolosi e precisi sulle cose per cui occorre esserlo, velocizzando altre operazioni più di routine, senza incappare nelle "pippe mentali", che magari hanno origine assennata, ma che richiedono tempo e portano benefici spesso abbastanza trascurabili.