Buongiorno a tutti. Il mio nome è Sandro.
Apro questo topic per mettere a disposizione l'esperienza meccanica fatta sulla mia Guzzi V7 850 GT, nel caso possa essere utile o di spunto ad altri che volessero intraprendere un’avventura simile, totalmente in fai da te.
Prima di entrare nel vivo dell’aspetto tecnico ritengo opportuno una premessa, l’antefatto che permetta di capire le motivazioni di certe scelte. Tuttavia dato che potrebbe essere noioso leggere questo mattone, chi fosse interessato esclusivamente alla parte tecnica potrebbe anche saltarlo a piè pari.
Gli amici che mi conoscono sanno che ho sempre amato rimaneggiare, modificare, aggiustare, far comunque andare qualunque congegno meccanico, meglio se vecchio e rotto e chje ho sempre amato le linee anni 60-70. Ho cominciato ad appassionarmi delle Guzzi da piccolo quando mio padre mi diceva che erano le migliori moto del mondo.. lui che aveva avuto in gioventù solo una vespa e una Isomoto, per poi preferire le automobili. Sono cresciuto fra i motori di trattori e falciaerba, pompe a scoppio, e nell’officina della Simca-Talbot, dove andavo con mio padre per le messe a punto delle sue varie auto. Di conseguenza i vecchi motori aste e bilanceri, sono sempre stati per me una cosa familiare ed irresistibile diventando poi anche estremamente naturale e terapeutico metterci le mani...dentro. E' la possibilità di toccare direttamente che mi piace, senza intermediari o filtri…rapporto diretto! Non potevo quindi che rimanere intrappolato dal fascino dei bicilindrici della Guzzi, con le sue linee tonde, i cilindri esposti e prosperosi, tanto che non puoi non desiderare di toccarli, anche durante una breve sosta in un parcheggio. Inizialmente fu per il motore, sul quale, con un minimo ti attrezzatura e di esperienza potresti fare tutto, ma poi piano piano ho apprezzato anche il resto. La scelta definitiva arrivò quando “scoprii” l’esistenza della serie V7, moto abbastanza “moderna” da poterla utilizzare quotidianamente, dalla linea anni 60-70 e sufficientemente semplice da poterla manutenere personalmente. Inoltre gode di una discreta intercambiabilità di pezzi con le serie successive, tanto da non avere problemi a trovare parti di ricambio, cosa importante se si fa un uso quotidiano della moto.
Si è capito che non sono un purista, né collezionista né un restauratore, se una cosa mi piace voglio viverla, usarla, se si rompe ripararla, e non relegarla a semplice oggetto d’arredamento solo perché è bella ed è d’epoca.
Mi piace anche personalizzare un po’, creare e adattare, se serve a continuare a far funzionare.
Ho sempre sognato di costruirmi una moto da solo, realizzare un Bobber su telaio Arlen Ness, con motore Guzzi 1000 a teste tonde e negli anni ho accantonato quasi tutto il necessario: motore, sospensioni, forcelle ruote sella e serbatoio scarichi... manca il telaio omologabile, per cui con il mio budget e le leggi Italiane, rimarrà un sogno ancora per un bel po’. ..
Ma veniamo al concreto. Ho un V7 850GT in uso quotidiano, V7 700 del ‘69 in un incompiuto restauro, un SP1000 demolito fonte di ricambi. Poi anche un kawa 500 mack III e un Maggiolone, insomma senza mai superare il 1974
La V7 l’ho cercata per anni, (in tealtà cercavo il California) passando intanto fra varie Guzzi (tutte prese rotte) un V65C, un T4, un 1000SP II e chi più chi meno, rifatte nella meccanica e alcune anche nell’allestimento. Moto di transito prese anche per crescere, anche per sfida con me stesso, anche per farmi un gruzzoletto...e più le trovavo "moderne", più mi piacevano le "vecchie"...
Quando finalmente sono riuscito, per destino, ad averne una alla portata delle mie tasche...l'ho presa al volo, lo stesso giorno che l'ho vista. Era già restaurata.
L’ho messa a punto (era anticipata di 15 gradi in +, collettori invertiti, carburatori non allineati…alla faccia del restauro). L’ho usata per un po’, tenendola come un oracolo, essendo proprio quello che volevo. Poi una serie di eventi hanno cambiato il mio modo di ragionare: prima mi hanno tamponato ad uno stop e si è un po’ scorticata la carrozzeria; in seguito si è rotta la coppia conica e l’ho riparata (mancava il cuscinetto piccolo della corona della coppia conica!!-alla faccia del restauratore), e in seguito una rotture importante del motore dopo i primi 5.000 km (valvola spezzata, pistone e testa da buttare). Smontando il tutto vidi che i cilindri e le fasce erano sfiniti-bella sola!. Cercai i ricambi ma non si trovavano a prezzi umani, nel frattempo avevo dei pezzi “compatibili” in cantina e l’estate inoltrata.. Decisi di assemblare con i ricambi che avevo anche con pezzi non di quel modello (gruppi termici dell’850LM).. e di godermi l’estate, rimandando il ripristino dei pezzi originali. Ma non era finita..si ruppe anche il cambio (la molla parastrappi). Se questo è il destino che destino sia! Montai il cambio SP1000 e portai i comandi a sinistra...Pezzi originali o no l'importante è che viaggi bene e mi faccia viaggiare, emozionare. Era nata la mia moto! Non ne volevo un’altra, doveva funzionare questa! Nel tempo ho cambiato alcuni accessori, sempre rimanendo nell’aspetto retrò, e cercai di renderla più attuale per un uso continuativo per i viaggi e il traffico moderno ossia installai la frenata a disco anteriore, unica modifica dettata da ragioni di sicurezza (dopo una volta che la vidi proprio brutta per me e la mia compagna). Le riparazioni che dovevano essere temporanee, come spesso succede, si rivelarono affidabili e per 5 anni mi hanno permesso di godermi la moto. Ma nulla è eterno e i pezzi erano già usati, per cui sapevo che sarebbe arrivato il momento di rismontare tutto.. Nel frattempo, da cosa nasce cosa, realizzai il progetto di installare un carburatore doppiocorpo da auto su un motore Guzzi.. Addio problemi di sincronizzazione dei carburatori!!.
Veniamo all’ultimo lavoro fatto.. l’upgrade del motore da 850cc a 950cc.. Dopo quasi un anno dedicato a studiare i manuali d'officina, i forum circa la termodinamica e meccanica dei motori V 90°, sugli alleggerimenti bielle, pistoni ed equilibratura albero, lucidatura valvole e condotti, dopo aver con pazienza trovato tutti i pezzi, ho finalmente affrontato la bestia, limato il metallo e assemblato il motore, l'ho acceso e ora sono in rodaggio.. ho terminato il lavoro alcuni giorni fa e per ora pare tutto andare ok. Tutto fatto nell’ottica dell’economicità e del riciclo. Ciò che ho realizzato è la probabile naturale evoluzione del modello, che ci sarebbe stata se la casa madre non avesse abbandonato precocemente questa serie per dedicarsi unicamente alla serie “T”.. In fondo anche mamma Guzzi aveva fatto lo stesso.. non aveva forse riciclato il cambio e i freni del V7 sport per metterli sul V7 special e creare la GT/California/Eldorado?..E quante parti derivate dal Nuovo Falcone e dai ricambi Fiat ci sono nelle guzzi V7?...
Fortuna ha voluto che recentemente io mi sia procurato la testa originale del GT per sostituire quella che era andata distrutta e una coppia di bielle da rimaneggiare.. il tutto a ottimo prezzo. I pistoni da 88 li avevo trovati tempo fa, e già da tempo avevo smontato dei cilindri sfiniti da un motore di un LM850, che ho ancora da rifare.
Era ormai troppo tardi per ripensarci, l’idea si era radicata in me sempre più malvagia ed allettante! Un V7 1000 GT (peraltro già realizzato in più parti del mondo)..ma con alcune particolatità: carburatore automobilistico e freni a disco anteriori . Unica regola: niente modifiche irreversibili! Tutte le parti originali che avrei smontato dovevano essere gelosamente custodite.
Non chiedo che le mie scelte siano condivise riguardo all’opportunità o meno di intervenire in questo modo su un mezzo di 40 anni , ma di valutare quanto realizzato dal punto di vista meccanico e dell’eventuale armonìa estetica.
Inizio lavori: metà aprile 2012
Fine lavori: mai... la mia moto è una sorta di laboratorio dinamico, sempre in evoluzione.
Materiale utilizzato:
-2 cilindri sfiniti 850 LM ( quelli con cane in ghisa).
-2 pistoni in buono stato dell'SP 1000 ( no quelli dell'SP 1000 II-III- Cali -II-III ecc che essendo per canne un nigusil hanno tolleranze diverse.)
-consumabili quanto necessario ossia fasce e semigusci, guarnizioni, o-ring ecc
Lavorazioni eseguite:
-maggiorazione dei cilindri da 83mm a 88mm
-alleggerimento dei pistoni da 88mm, delle bielle e degli spinotti per ottenere un peso delle parti installate entro i limiti del peso del bilanciamento statico dell'albero motore indicato nel manuale d’officina ossia nel mio caso 1586gr + o – 15 gr.
-bilanciamento statico di pistoni e bielle.
-ovalizzazione dei fori di passaggio delle aste nelle teste del GT per raccordarli con i fori dei passaggi nei cilindri (per la serie T il foro è già spostato).
-smerigliatura e lucidatura valvole, maggiorazione e ottimizzazione dei i condotti di aspirazione che sono stati portati a 36mm di diametro. Nelle valvole di scarico è stato variato il profilo del fungo per ridurre l’interferenza con i gas di scarico.
-ottimizzazione dei collettori di scarico, con lucidatura per quanto possibile.
-realizzazione e montaggio di un radiatore olio artigianale, occultato
-sostituzione della vaschetta recupero vapori olio con una vaschetta "agostini" e spostamento della bobina, per accogliere un carburatore doppio corpo verticale Weber DFA 40-40 su collettori Guzzi Quota1000.
Nel contempo è stata smontata anche la carrozzeria e riverniciata, nonché rifoderata la sella california, ed è stato installato un più pratico cavalletto laterale California, ma questa è un'altra storia, come tutte le modifiche estetiche e funzionali già realizzate, in parte apprezzabili in foto.
Vi posto alcune foto delle lavorazioni meccaniche eseguite e del risultato finale.
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Particolare della lavorazione delle bielle per alleggerire il peso e creare una fresatura per indirizzare i getti di olio fra le due bielle verso il pistone come le bielle più moderne, da ambo i lati, in quanto su questa biella era presente un solo foro di getto olio.
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Particolare della lavorazione dei pistoni per alleggerili asportando metallo nelle parti superflue. Purtroppo non ho trovato chi mi lavorasse gli spinotti, altrimenti avrei potuto togliere ancora alcuni grammi e ottimizzando ulteriormente i pesi.
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L'insieme delle parti lavorate, si notano fra l'altro le ovalizzazioni dei passaggi aste nelle teste e un po di conicità realizzata nell'interno degli spinotti. Le bielle in questa foto non erano ancora lavorate definitivamente.
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L'insieme assemblato con l'artistico radiatore dell'olio
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Lavoro finito... ma non definitivo.
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Durante il giro al Circeo due settimane fa. Ho montato i doppi specchi e il cavalletto california..
Appena posso posto le foto del profilo delle valvole e qualche rialaborazione p.point per evidenziare meglio i punti di intervento...
Strumentazione utilizzata per la preparazione:
banco fa lavoro pieghevole montato in cucina, morsa, trapano, dremmel, lima, calibro digitale, bilancia centesimale, due mani piene di dita, comparatore ad occhio e olio di gomito
Per il montaggio:
marciapiede sotto casa , set di chiavi e attrezzi con valigetta a scompasa nel cofano della macchina , chiave dinamometrica.. tanta pazienza e qualche accidenti tirato
Saluti a tutti.
P.S. Ringrazio la mia assistente, zavorrina aiuto meccanico .