MILANO - Come Marco Simoncelli: caduto e poi travolto da due moto che non hanno potuto evitarlo. Così è morto a Phillip Island Oscar McIntyre, 17 anni, di Sydney. Il ragazzo partecipava alla gara del campionato Superstock australiano, manifestazione di contorno del Mondiale Superbike che si preparava alla Superpole.
IL DRAMMA - Alle 14.20 locali, al secondo giro della corsa prevista su 12 giri, all’altezza della curva 1 in fondo al rettilineo, McIntyre ha perso il controllo della propria Yamaha YZF R6: l’alta velocità ha fatto percorrere al pilota senza frenare tutto lo spazio interno e la moto, un po’ come accadde a Simoncelli il 23 ottobre scorso a Sepang, è tornata in pista trasversalmente nel rettilineo successivo, tra la curva 2 e 3, nel tratto più veloce della pista. In quel momento stava arrivando il gruppo, ancora compatto, e due piloti, Luke Burgess e Michael Lockhart, non sono riusciti a evitare lo scontro. Burgess è stato immediatamente dimesso dal centro medico, mentre Lockhart resta in osservazione ma non è in pericolo di vita. Anche in questo caso, come in quello di Colin Edwards e Valentino Rossi che travolsero Sic, nessuna colpa per loro. I medici presenti sul circuito, uno dei più famosi e belli del mondo, e dotato di tutte le misure di sicurezza necessarie (qui si corre anche la MotoGp), si sono mossi subito per soccorrere il ragazzo, che però era già morto sul colpo. In seguito all’incidente è stata annullata la Superpole della Superbike. Mentre le autorità proseguono con le indagini per capire eventuali responsabilità, in pista, riprese dalla tv australiana che è stata la prima a dare la notizia, sono rimaste le drammatiche
scene viste a Sepang: disperazione al box, i colleghi di McIntyre distrutti, la gente sulle tribune in lacrime. Un altro ragazzo è morto facendo quello che più desiderava.
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