La notizia non è ancora definibile tale, nel senso che si tratta di "rumor", di voci di corridoio, ma se a queste voci si aggiungono quelle secondo cui Honda potrebbe non essere più il fornitore unico dei propulsori per la classe Moto2 del Motomondiale (che, ricordo, sono su base CBR600RR)... beh, se due indizi non fanno una prova, ci vanno molto vicino.
Ammettiamo per amore di ragionamento che sia tutto vero. Quali potrebbero essere le motivazioni dietro questa presunta scelta di Honda? Proviamo a rifletterci sopra un momento.
Iniziamo col fare un piccolo passo indietro nel tempo. Fino a pochi anni fa, quali erano i vantaggi più grossi di un 600 rispetto ad un 1000 sempre made in Japan? Grossomodo, questi:
- possibilità di essere guidati con la A2, comprando così una moto a 18 anni tenendosela per più del classico biennio di transizione da A2 ad A(3)
- necessità di una guida meno fisica grazie al peso ridotto
- potenza meno elevata e di conseguenza moto più gestibile nel quotidiano
Ce ne sono anche altri ovviamente, tra cui consumi tendenzialmente inferiori (che poi non è detto, ma sorvoliamo), assicurazione meno costosa (idem), bollo meno esoso (e qua nulla da dire) e così via. Ma quei tre sono a mio avviso i principali.
Qual è invece la situazione attuale? Il limite-ghigliottina dei 70 kW ha annullato la possibilità di prendersi una moto di quel segmento con la A2, adesso occorre la A, esattamente come per una millona. E le millone di adesso hanno un peso non ridottissimo ma nettamente più contenuto rispetto a qualche anno fa. Ma sopratutto, tramite l'elettronica sono "castrabili" in modo da ottenere un'erogazione più docile e una cavalleria in certi casi perfino inferiore a quella di un 600cc a piena potenza.
Inoltre, oggi abbiamo anche la concorrenza delle piccole cilindrate da 250-300 fino a 500cc, che non sono il top come prestazioni e di sportivo hanno ben poco, ma offrono comunque divertimento a buon mercato e sono assolutamente adatte a un neofita. Senza considerare poi la concorrenza estera, a partire dalle tricilindriche italiane e inglesi, che pur "barando" salendo lievemente di cubatura riescono a colmare il grosso difetto dei quattro in linea 600cc, ossia la cronica carenza di coppia sotto i 5-6mila giri.
Di conseguenza, ha senso per una Casa continuare a commercializzare una moto che vede la sua fetta di mercato sempre più erosa, sia dall'interno che dall'esterno? Che Honda stia per gettare una triste pietra miliare che verrà ricordata negli anni a venire come l'inizio della fine delle gloriose 600cc giapponesi? Dite la vostra nei commenti.
Fonti (in inglese):