e allora se la vogliamo dire tutta, Sandro scrisse anche me chiedendo che andatura
avremmo tenuto, temeva di rallentarci....
Io gli risposi che l'andatura era relativa e che non era il polso che serviva, ma la testa,
il sangue freddo e la determinazione, perchè si potevano presentare situazioni
difficili e imprevedibili. .........e credo che una volta tornato a casa abbia capito di cosa parlavo...........se ho ragione e se vorrà, spiegherà lui il perchè
per gli altri compagni di viaggio....sapevo già che erano "Motociclisti da situazioni difficili"
Tipo quella che si è presentata domenica mattina prorpio in cima al passo della Cayolle.
Il vento arriva all'imporvviso , a raffiche, potente e furioso, non sai mai quando lo incontri con tutta la sua furia, senti la moto che si sposta, e tu lo contrasti con il manubrio e il peso del corpo .
Uno degli errori che si possono fare in quei frangenti è levare gas o fermarsi perdendo quell'inierzia che ti permette di rimanere abbastanza dritto.
Anche quando ci fermiamo in cima al passo per attaccare gli adesivi, devo scegliere con cura la posizione in cui parcheggiare la moto, tassativamente con la prima inserita e in base alla direzione del vento, pena una rovinosa caduta a terra. Il V strom ha un grande parabrezza che potrebbe diventare una vela. Faccio tutto questo sicuro di avere sotto controllo la situazione.
Siamo tutti fermi le moto sono sui cavalletti , ci apprestiamo a fare le solite foto malgrado il vento forte come abbiamo fatto i giorni prima al col de Vars e all'Izoard e alla Bonette,
ma ll'improvviso , propio dove la strada è più alta, il vento , quello forte che non riesci a stare in piedi, istintivamente ciascuno si preoccupa della prorpia moto, in quel momento non è solo la nostra amata motocicletta da curare e proteggere , ma è anche il mezzo che ti riporta a casa, non possiamo permetterci di troncare una leva o di piegare una pedalina, il ritorno sarebbe un calvario.
Per primo mi getto sulla mia, abbracciandola , puntando i piedi per contrastare un vento mai visto che invece di placarsi si rafforza ancora così tanto che polvere e piccoli detriti ci investono. Mentre io e la moto ci sosteniamo a vicenda chiudo la visiera e alzo la testa , sento i detriti che picchiettano sul casco e vedo i miei compagni anche loro ben saldi alle loro moto in mezzo a un gran polverone.
Il tutto sarà durato un minuto buono, ma è sembrato molto di più, poi man mano che il vento calava ci siamo fatti coraggio e piano piano, uno ad uno siamo saliti in sella e abbiamo guadagnato quei 30 metri in discesa dove il vento era decisamente meno violento.
Ci siamo riuniti un paio di kilometri più a valle contenti di averla scampata .
Certo è che la prossima volta in presenza di vento forte e nella possibilità che si ripresenti una situazione del genere, prima guadagnerò quei 30 metri mettendo al sicuro il mio mezzo.
Non si smette mai di imparare.