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Inviato: 23 Mag 2011 13:35
Oggetto: Lungo il fianco sinistro dell'Italia (maggio 2011)
Sono riuscito a fare la mia calata prima che venisse il caldo pesante e la rendesse improponibile.
1200 km in due giorni: ampia la soddisfazione e ridotta la spesa, anche se l'aumento della benzina sulle lunghe distanze si fa sentire...
Martedì 17 maggio: da Parma ai Castelli romani
<small>Visualizza <a href="http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&msa=0&msid=205151348847291479058.0004a3c564b6eb0968364&ll=43.28877,11.579443&spn=3.0382,2.499786&source=embed" style="color:#0000FF;text-align:left">Primo giorno Centro Italia</a> in una mappa di dimensioni maggiori</small>
Mi metto in marcia di buon ora, e alle 8 ho già imboccato l'A1. La discesa dalla Futa mi concede già i primi brividi... ma è ancora un trasferimento: il giro vero e proprio comincia a Siena, ed entra subito nel vivo.
La bella città sullo sfondo
Si comincia a guardare verso sud...
La SS2 Cassia è, a mio giudizio, uno dei tracciati più belli d'Italia. Da Siena fino alle porte della capitale (con le dovute deviazioni) regala 200 km di pura goduria stradale e paesaggistica, con traffico pressoché inesistente.
In val d'Orcia, riserva naturale
Capisco Sting che ama tanto questi luoghi
Chissà se ha anche la moto... andrà come un assassino, tanto ha i mannelli con la Police
Ecco, un esempio di saggia deviazione è quella che sale a Radicofani, la cui rocca domina il panorama circostante
Sotto
Sopra
Dopo Radicofani raggiungo di nuovo la Cassia, e l'ambiente cambia: il Lazio e la valle del Foglia si presentano in tutta la loro desolazione: per almeno 20km fino ad Acquapendente non c'è in pratica nulla lungo la strada.
Poi d'un tratto la vista si apre sul grande lago di Bolsena.
Pezzo di lago sullo sfondo
La mancanza di piazzole in cui fermarmi per fare belle foto da qui in poi diventerà un discreto problema, costringendomi ad avventurarmi su stradine come quella sopra per avere lo scoop.
Arrivo a Viterbo ormai all'una passata. Ho puntato a fermarmi qui a mangiare e poi fare un giretto in questa città che immaginavo bella: mi illudevo. Con le sue strade budello e la sua forma imprevedibile, Viterbo mi fa girare alla tonda prima in moto e poi a piedi... mangio un misero panino e un pezzo di pizza in due posti diversi; poi appena trovo finalmente la piazza del Duomo col Palazzo dei Papi faccio le prime, scarse ed ultime foto e me ne vado abbastanza contrariato.
Il Palazzo dei Papi con la sua loggia
Per fortuna dal centro riesco subito ad imboccare la variante della SS2 detta Cimina, che attraversa un'altra riserva naturale: e godo. Deduco che il giro d'Italia abbia percorso queste strade, dato che l'asfalto è messo davvero bene... purtroppo però comincia ad esserci più traffico.
Il lago di Vico da un'altra stradina come quella sopra.
Dopo Ronciglione imbocco di nuovo la mia fedele Cassia, che avvicinandosi a Roma diventa a 4 corsie. Il momento della verità: il fantomatico e plurimaiuscolizzato Grande Raccordo Anulare mi attende... immaginavo più casino, onestamente; e quando esco sulla Tiburtina per salire a Tivoli sono ormai rasserenato: e invece... eccolo il caos capitolino! Coda continua, auto che svoltano di qua e di là ed altre che entrano senza farsi troppi problemi "emiliani" sulla precedenza... Dove sei finita Cassia?! Guardo ciò che fanno le altre moto, e piano piano riesco ad abituarmi all'ingorgo: per saltarci fuori occorre un po' di faccia tosta e temerarietà.
Ciononostante arrivo a Tivoli (a sua volta bloccata ed impresentabile) che sono quasi le 17: ho perso un sacco di tempo, mi tocca tagliare il pezzo montuoso del giro. Il caldo mi spinge dunque a fare una sosta. Mi torna in mente un programma in cui Alberto Angela gironzola in un posto bellissimo, proprio a Tivoli, ombroso, lussureggiante, pieno di cascatelle... ma dove sarà? L'aveva messo su un papa, penso... E come si chiama? Lo cerco con la moto, ma giro di nuovo alla tonda senza trovare da parcheggiare (in centro, ed è emblematico!); dopo un po' lo trovo finalmente! Villa Gregoriana, papa Gregorio, era scontato, porcogiuda! E' un luogo bellissimo e refrigerante, ma mi fa trovare la maniera di faticare anche a piedi, con gli stivali lungo sentierini pieni di scalette... comunque ne vale la pena, eccome!
La Grande cascata
Tre "piccole" cascate
Vestigia romane del tempio di Vesta
Abbandono Tivoli quasi alle 18: è ora di dirigersi verso i Castelli romani e l'hotel. Trovo delle altre belle strade, ma ormai è chiaro che qui c'è traffico e non si trova uno straccio di piazzola in cui fermarmi a godere il panorama sulla capitale...
L'abazia di Grottaferrata
Alle 19,30 entro nell'albergo, a 10 metri dall'Appia e a 1000 dall'aeroporto di Ciampino. Un posto non certo silente, e nemmeno troppo confortevole, ma in fin dei conti vale il suo prezzo.
La sera dopo una doccia necessaria prendo di nuovo la moto e faccio ancora delle curve (!!!) per raggiungere Marino e mangiare. Un altro paese che avevo sopravvalutato: la vista su Roma illuminata è bella, ma dopo cena è un mortorio. Andiamo a letto va'!
Mercoledì 18: dai Castelli romani a Parma
<small>Visualizza <a href="http://maps.google.it/maps/ms?hl=it&ie=UTF8&msa=0&msid=205151348847291479058.0004a3c58064f2108a27a&ll=43.285203,11.57959&spn=3.116638,2.46976&source=embed" style="color:#0000FF;text-align:left">Secondo giorno centro Italia</a> in una mappa di dimensioni maggiori</small>
Mi sveglio alle 7.40, colazione ampia (con quello che c'è...) poi via di nuovo. E verso sud. Stupidaggine... la strada per Velletri è indubbiamente piacevole, ma ancora è coda. Concludo il mio anello con una bella vista sul lago Albano, e finalmente qui c'è la piazzola!
Castel Gandolfo sullo sfondo
Ripresa l'Appia passo di nuovo a 10 metri dall'entrata del One Park Hotel, poi prendo il GRA dall'altra parte. Coda ancora! Soltanto alle 10,30 riesco ad essere a Bracciano e a fermarmi ai bordi del suo lago.
Il lago di Bracciano
Dopo altri rallentamenti nel paese finalmente mi riaccoglie la desolazione laziale. Una strada inanimata ma splendida attraversa un paio di vallate, finché in alto dopo vari km di nulla spunta Tolfa, un paese che sembrava morto. Per fortuna non lo è, ed ha pure un benzinaio (caro).
Comincia a scorgersi il Tirreno, e la strada atterra su Civitavecchia: è ora di conoscere la mia nuova e perdurante compagna di viaggio, l'Aurelia.
Una breve deviazione mi consente di dare un'occhiata al paese di Tarquinia. Lo trovo bellissimo, oltre che semivuoto: altro che Viterbo e Tivoli! Qui dovevo fare una sosta decente.
La chiesa di S.Maria Maggiore e le mura etrusche
Vabbè: via di nuovo.
E' quasi l'una quando raggiungo l'Argentario attraversando il mare sul suo lembo di terra centrale. Mi fermo a mangiare in un ristorante più costoso del previsto, così sto molto leggero.
Riparto in tempo verso Porto Santo Stefano, e riesco a fare un piccolo ma ultrapanoramico anello. Le isole del Giglio, di Montecristo, Giannutri, Elba, Pianosa, insomma l'Arcipelago toscano, appare un po' fosco all'orizzonte, ma lo stesso affascinante.
Panorami sulla strada dell'Argentario
Ora di andare! Attraverso l'altro lembo più lungo sul mare e riprendo l'Aurelia. L'attraversamento della maremma grossetana è lugno, caldo e noioso. L'avessi fatto mentre sto scrivendo (con 30gradi qui a Parma), forse non starei scrivendo di averlo fatto.
Esco dall'Aurelia dopo un po' e per un po', imboccando una nuova "pista": la strada provinciale dell'Accesa, che in un lampo mi porta a Massa Marittima. Sono le 16,30, ho giusto il tempo per una foto all'elegante Duomo.
Il Duomo di Massa Marittima
Ora comincia la parte più avventurosa del giro, che ho voluto tenere non a caso per ultima (da bravo scemo). Stradine strettissime imboccate "sull'atlante" attraversano vallate e colline piene di ulivi, e piano piano mi portano verso nord.
Dalle parti di Suvereto
Alle 18 o poco prima sono a Castegneto Carducci. Ciao colline, è ora di atterrare!
Sulla pianura verso l'Elba
L'Aurelia mi regala le ultime emozioni mentre si avvicina, a picco sul mare, a Livorno. Poi autostrada, Versilia, Lunigiana, e poi eccomi di nuovo nella mia provincia.
Uscito dall'A15, dopo Fornovo sulla strada della Cisa c'è traffico, e io devo fare la pipì. Sono le 20,00 quando imbocco l'ennesima deviazione a 15km da casa, che sale su una collinetta con stretti tornantini e finalmente mi concede una piazzola ed un boschetto di pace per pisciare.