Mi permetto di riportare quanto apparso su Riders Weekly un paio di settimane fa:
Citazione:
IN FRANCIA CI PENSA THOMAS A DIFENDERVI DALLE AUTO. E IN ITALIA?
Dubbi e dati sull’educazione stradale nel nostro Paese. Perché fa bene ricordare che con un’informazione più decisa staremmo tutti molto meglio.
«Salve, mi chiamo Thomas e sono un motociclista. Potreste incontrarmi per la strada. Fate attenzione a non tirarmi sotto! Grazie mille».
Poche righe su una specie di post it che si sono trovati appiccicati sulla propria auto migliaia di automobilisti parigini.
Girando il post it il trucco viene svelato: è la nuova campagna di sicurezza stradale in favore dei motociclisti. E qui vengono riportati tre consigli:
1) cercate il motociclista negli specchietti
2) non dimenticatevi mai di mettere le frecce quando svoltate
3) guardate bene in ogni direzione tutte le volte che fate manovra. Bella idea, non c’è che dire. Simpatica ed efficace.
E in Italia, a che punto siamo? In fatto di iniziative siamo messi piuttosto bene. È quando queste iniziative devono essere comunicate (e cioè arrivare al cuore, agli occhi e nella mente della gente) che la situazione diventa preoccupante. Pochi mesi va è stata lanciata la campagna occhio alla moto. Sul sito c’è una grafica accattivante, consigli utili e una sezione dove chiunque può inserire il proprio suggerimento per farsi notare dagli automobilisti. Alla presentazione di questa campagna sono stati forniti dei dati allarmanti: nel 2008 sono morti 1.461 motociclisti e scooteristi, cioè il 30 per cento del totale degli incidenti stradali. Nel 70 per cento degli incidenti sono coinvolte moto e auto, perché i motociclisti non sono correttamente percepiti dagli automobilisti. Come dire: oltre ai sistemi di sicurezza attiva (Abs, eccetera..) e passiva (casco, paraschiena, protezioni), va incentivata l’educazione stradale. Sarebbe urgente agire con più decisione e continuità. Parliamoci chiaro: se non l’andavamo a cercare noi, chi se la sarebbe mai ricordata la campagna Occhio alla moto? È stata presentata e poi dimenticata. Non è un caso che sicurmoto.it si sia lamentato di poca trasparenza nell’assegnazione dei contributi ministeriali per promuovere la sicurezza stradale. Oltretutto: dove è finita quella proposta di legge che prevedeva l’uso obbligatorio di paraschiena e protezioni? Vallo a sapere… Non resta che affidarsi al buon Thomas e lasciare qualche post it appiccicato sui vetri delle auto. Ah, no: questo succede in Francia. Scusate.
Direi che la domanda (ormai retorica...) nasce spontanea: ed in Italia…??