se in MotoGP i piloti stanno più giù della moto è per tenere la moto più alta, non più bassa!
infatti bisogna considerare moto e pilota facenti parte di un unico sistema in equilibrio.
l'inclinazione che tutto il sistema dovrà assumere in curva per contrastare la forza centrifuga dipende unicamente dalla velocità
angolare posseduta dal sistema
(
attenzione:
non la velocità periferica, ovvero quella rilevata dal tachimetro, ma la velocità della moto in rapporto al raggio di curvatura, ovvero la velocità angolare)
essendo il sistema scomponibile in moto e pilota, quest'ultimo ha la possibilità spostandosi sulla sella di variare la posizione del baricentro complessivo del sistema variando di conseguenza l'angolo d'inclinazione della moto SENZA VARIARE L'ANGOLO D'INCLINAZIONE COMPLESSIVO DEL SISTEMA.
questo dà la possibilità di
tenere la moto più dritta a parità di velocità angolare col vantaggio di sfruttare un'area meno estrema, più vasta e più favorevole della gomma a contatto col suolo aumentando infine il margine di sicurezza e la capacità della ruota di percorrere una traiettoria curva.
bisogna precisare che l'angolo d'inclinazione APPARENTE del sistema, ovvero quello stimabile ad occhio osservando l'inclinazione della moto, dipende anche dalla larghezza delle gomme: infatti, la zona di contatto tra gomma e suolo si sposta tanto più internamente alla curva quanto più larga è la gomma stessa.
questo comporta la necessità di piegare maggiormante la moto per ottenere il medesimo angolo di piega REALE a parità di velocità angolare posseduta in curva.
questo fenomeno è facilmente osservabile nelle competizioni nelle quali si possono vedere le 125 (che hanno gomme relativamente strette) piegare APPARENTEMENTE meno delle MotoGP pur percorrendo le curve a velocità genericamente superiori (in quanto più leggere)!
per quanto riguarda la sicurezza di guida, se pur rimane sempre valido il ragionamento della maggior superficie a terra della gomma quando il pilota è più inclinato della moto, ci sono da considerare molti altri fattori tra i quali la guidabilità e la possibilità di controllo della moto:
ad esempio, adottando una guida "stile motocross" piegando soprattutto la moto e rimanendo il più possibile dritti col busto, si riescono a gestire meglio delle sbandate improvvise o delle correzioni di traiettoria ma questo genere d'impostazione può essere valido per un range di velocità non eccessivo, diciamo fino a 80Km/h per dire un valore MOLTO indicativo;
per velocità superiori, (diciamo 80 - 180Km/h) proprio quelle medie con le quali in pista si percorrono le curve, rimane più valida l'impostazione col pilota all'interno della curva, cosa che dal punto di vista aerodinamico crea l'ulteriore vantaggio di una coppia sterzante che favorisce il cambio di direzione del sistema;
da notare che per la percorrenza di curve
a velocità altissime (>180Km/h) l'impostazione che risulta più conveniente è quella di rimanere in carena come se si fosse in rettilineo, un tutt'uno con la moto, al massimo sporgendo il ginocchio interno, ciò per non disturbare aerodinamicamente l'assetto del sistema rischiando di peggiorandone la stabilità.