bellepieghe ha scritto:
E' chiaro che i fattori su strada, cacca bovina compresa, sono infiniti (ed è anche questo il bello dell'andare in moto, penso), ma se riesco a limitare (o annullare) alcuni di quelli pericolosi o potenzialmente tali, probabilmente non si arriva a conseguenze o si limitano anche gli eventuali danni. Non c'è garanzia di salvarsi sempre e comunque dopo aver frequentato un corso, ma di sicuro il margine di sicurezza aumenta. Può pertanto essere "propedeutico" anche dopo numerosi anni di guida...
Non so quanti di quei milioni possano ammettere di avere qualcosa da imparare (la famosa "umiltà").
Infine faccio un esempio che potrebbe aprire un'ultriore dibattito, probabilmente OT: in centinaia di migliaia o milioni di persone vanno a sciare. Anche lo sci ha le sue regole della fisica. Ognuno scende dal pendio come può, come sa, con l'esperienza maturata nelle discese precedenti, ma non è detto che faccia i movimenti giusti e le curve come andrebbero fatte. Ciò non vuol dire che non arrivi a prendere la seggiovia per risalire.
Molte cose possono essere fatte in molti modi, non tutti giusti. Quando so qual'è il modo giusto, sono anche in grado di capire che ho sbagliato.... ma lo devo sapere qual'è il modo giusto...
Vabbè, probabilmente mi pentirò di quest'esempio, ma va bene confrontarsi anche con analogie "rischiose".
Hai in parte ragione, un corso di "guida sicura" può SENZA DUBBIO essere utile - a meno che dopo averlo fatto uno non si senta Valentino e guidi con meno prudenza di prima, cosa che ahimè capita spesso - ma la "guida sicura" è somma di un bagaglio di conoscenze minime che, come dice frozenfrog, qualunque persona dotata di un QI medio può acquisire accumulando la sufficiente esperienza, e di TANTA prudenza. Non stiamo parlando di fisica nucleare, per capire come fare una curva a 70 all'ora su una moto di 170Kg e 60cv ci vuole davvero poco. Per riprendere il tuo esempio, appropriato, io faccio snowboard e non ho MAI preso lezioni, eppure scendo senza problemi su qualsiasi tipo di pista. Di sicuro la mia tecnica è migliorabile ma, finchè non mi lancio in acrobazie folli o escursioni su neve fresca, è più che sufficiente. Per il motociclista è uguale, finchè guida un mezzo umano e in maniera conservativa, il cervello acceso, l'esperienza e della sana prudenza sono più che sufficienti a prevenire la maggior parte degli incidenti.
Il maggiore aumento del margine di sicurezza lo si ottiene guidando con prudenza. Il corso è sicuramente utile ma ha natura residuale. Se un daino attraversa la strada di colpo, forse il guzzista a 70 all'ora riesce ad evitarlo ma mi sa che il Valentino in carena a 150 gli passa attraverso.
Se vuoi il mio parere, sulle strade il problema non è dato dai motociclisti che non sanno guidare ma da quelli che guidano al di sopra delle loro possibilità, vuoi per stile di guida o per il mezzo su cui posano le chiappe. Per questi, la soluzione non è un corso di guida sicura ma una iniezione endovenosa di prudenza, umiltà e rispetto e, perchè no, cultura. Pensare che un corso possa essere la soluzione per i fratelli motociclisti che si ammazzano ogni weekend mi sembra un aver frainteso qual è la causa di questo problema. Il problema è quella maledetta presunzione di essere bravi, e il fatto di scambiare spesso e volentieri la strada per una pista.
Stevo ha scritto:
Dovete capire che gli istruttori sono dei manici incredibili e vanno in moto bene e forte; a volte si associa il termine "sicura" con andature da passeggiata sul lungomare o test da bambini con birilli...
Niente di tutto questo. Loro ti impostano posizione, sguardo, ecc. ecc. e poi su strada si gira come con degli amici che però ti guidano correttamente e con poco rischio (non senza perché un po' resta sempre...).
Di solito si impara ad andare in moto con gli amici seguendo chi é più veloce di noi (veloce non bravo) e questo, secondo me è un errore, dato che veloce spesso è più pericoloso.
Ad esempio un giorno giravamo in tre: io, uno smanettone in R6 ed un neofita con hornet. L'andatura non era eccezionale: R6 faceva strada noi seguivamo. Ad una sosta Hornet chiede lumi sulle curve ed R6 insegna. Si riparte R6 aumenta il ritmo, io seguo ma Hornet resta indietro.
Questo è il tipico atteggiamento da evitare eppure succede sempre. Come in gruppo che si mettono davanti i più veloci e dietro i più lenti costringendoli a fare le corse per tenere il ritmo.
Io quando giro con amici e vogliamo aumentare un po' facciamo il contrario: partono i più lenti, dopo poco i più "veloci" e ci si trova dopo sopra il passo.
Con tutto il rispetto, ma se il corso di guida deve servire a darci la tecnica per andare veloci su strada, allora per carità di dio chiudiamoli tutti
A questo punto meglio incentivare corsi di turismo e spiegare quante cose da vedere ci sono in giro a portata di ruota. Il motociclista non imparerà come controllare una derapata di potenza ma magari capisce che il bello della moto è il vedere posti nuovi e godersi una giornata nella natura, e non il chiudere la gomma. Scommettiamo che ci sarebbero meno incidenti?