Innanzitutto mi scuso se quanto ho scritto (non era una citazione) ti ha offeso, non era mia intenzione.
Per il resto cercherò d'esser meno poetico così da poter ragionare di cose concrete, ma va da sè che l'argomento (un po' OT), per sua natura, non può esser discusso senza qualche astrazione.
Milioni di variabili è forse esagerato?! Un sistema semplificato dell'universo può non tener conto della massa di ogni singola stella, ma considerare ad esempio una densità media della materia nello spazio... ecco che miliardi di variabili 'massa' vengono ignorate, ed è possibile comunque trarre utili informazioni dal modello. Forse avevi inteso variabili come grandezze fisiche quali temperatura, massa o pressione, oppure fenomeni come l'attrito.
Credo che il nocciolo della questione si chiami
approssimazione: ogni modello teorico approssima la realtà, nessuno (ancora, credo) la descrive compiutamente. Tendenzialmente, quanto più un modello è complesso più variabili ha, tanto meglio la approssima, ed è più oneroso da interpretare. Chi è chiamato a progettare, se è bravo, sceglie il modello più semplice che sia in grado di fornirgli la risposta cercata.
Il tuo modello degli spaghetti è semplificato e non aderente alla realtà, seguendolo salterai la cena!
Mi spiego: senza aglio olio e peperoncino approssimo gli spaghetti all'arrabbiata a spaghetti pomodoro, pecorino e prezzemolo, ma questo modello tratta solo della qualità degli ingredienti che costituiscono il condimento. Se dovessi fare la cena secondo questo modello sarei nei guai: mancano gli spaghetti, il sale, l'acqua, la pentola, il calore, lo scolapasta, le posate, ecc.. tra gli ingredienti, e di tutti servono le dosi. Servirebbe poi un modello delle operazioni da eseguire, del loro ordine e dei loro tempi, e via così...
Il tuo modello era il più semplice che raggiungesse lo scopo, non sarebbe servito citare gli altri ingredienti per presentarmi la metafora, ma converrai che al fine di preparare gli spaghetti è troppo semplice. Dunque il problema è quanto semplice può essere il modello? Tener conto o no della tale variabile?
Restiamo sul concreto, il motore. Possiamo affermare in senso assoluto che 'ci sono cose che incidono obbligatoriamente' ?! Pensa che la progettazione fluidodinamica del motore è in buona parte (per non dire tutta) monodimensionale... vuol dire approssimare ogni volume ad un tubo o ad una sfera! Sempre con il modello monodimensionale si esegue la messa a punto dei motori da competizione perché è sufficientemente accurato, economico e veloce da elaborare.
Cito
lotusengineering che offre gratuitamente il software per il monocilindrico.
Chiudo osservando che i concetti di infinito ed illimitato non sono di (relativamente) facile comprensione/applicazione, ma hanno la loro utilità... nemmeno il concetto di 'computer' è (relativamente) semplice; io non lo comprendo a fondo e nemmeno tu credo, eppure entrambi ne utilizziamo quotidianamente svariate applicazioni. Una volta compreso che è utile, per quanto ci fosse ostico abbiamo scelto di impararlo e superare il limite della nostra ignoranza.
Per quanto mi riguarda i limiti non hanno pregi o difetti, esistono... punto. Le connotazioni positive e negative vengono da noi attribuite, e solitamente in modo aleatorio.
Passando dal campo filosofico a quello fisico, mi permetto di ricordare come a scuola tutti studino
i limiti, sperando di non offenderti azzardo che non sono argomento a te familiare. Limiti di funzione, derivate ed integrali sono indispensabili per lo studio della fisica, e tutti fanno uso del concetto di infinito. Senza l'uso intensivo di quei limiti nello sviluppo delle applicazioni tecniche, credo saremmo tutti in bicicletta!