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Indice del forumTecnica di Guida

   

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Caricare l'anteriore per avere più attrito??
3716800
3716800 Inviato: 19 Feb 2008 16:11
 

Matrix7117 ha scritto:


Vai piano..Sandro, non è proprio come dici tu, la fai troppo semplice (e a tuo favore ovviamente)!
Su i vari siti internet, non è che comprendo male io, c'è proprio scritto l'esatto contrario!!


Matrix io la faccio semplice perchè in effetti se capisci bene il fenomeno lo è almeno nei concetti, se invece hai ancora dubbi significa che non hai ancora le idee chiare ed è ovvio che le cose ti sembrono difficili.

Per il resto... o mi dici dove se ne parla che vado aprire una polemica anche là icon_mrgreen.gif oppure mi dici esattamente cosa non ti torna e magari se ne parla... certamente alla frase "tu la fai roppo semplice" non so casa rispondere icon_rolleyes.gif
 
3719723
3719723 Inviato: 19 Feb 2008 20:38
 

de_corsa ha scritto:
icon_eek.gif mi sono accorto solo adesso che sto postando nel forum "Tecnica di Guida" !!!!

i


de-corsa....... mi rivolgo a te come ad altri esperti (o presunti tali o autoproclamati tali) ho un dubbio (tra tanti)
non e' che ,forse , c'e' un equivoco di fondo?
cioe' quando io "spingo" sul semimanubrio sono convinto di "caricare " l'avantreno (xche' sento il peso del mio corpo sulla mano) mentre in realta' per effetto di tale spinta sto spostando il peso leggermente piu' indietro ed in alto e che quindi lo sto "scaricando"?
potrebbe essere questo un motivo di incomprensione?
beati quelli che hanno solo certezze!!
 
3720506
3720506 Inviato: 19 Feb 2008 21:37
 

Sempre da internet.


L'angolo di deriva non è costante ma dipende da molti fattori tra i quali i più importanti sono:

1) Il carico laterale

2) la pressione di gonfiaggio

3) il carico verticale

La dipendenza dell'angolo di deriva dalla pressione di gonfiaggio è difficilmente quantificabile però si può affermare che diminuendo la pressione l'angolo di deriva aumenta rapidamente (infatti un pneumatico sgonfio sbanda prima).

La dipendenza dell'angolo di deriva dal CARICO verticale è tale che al crescere del CARICO, fino ad un certo valore, l'angolo di deriva diminuisce; superato tale valore, il fenomeno si inverte!

Ora, questo "certo valore" sono i 30°? Non lo so e non lo specifica ma a questo punto credo dipenda anche dal pneumatico (imho).
 
3722350
3722350 Inviato: 20 Feb 2008 8:51
 

Ai 3 fattori devi aggiungerne un 4... caratteristiche del pneumatico (fondamentalmente la rigidità della carcassa).

I carichi (laterali e verticali) sono legati tra loro nel senso che è il medesimo carico che compie le 2 azioni in funzione di tutti i parametri che abbiamo visto in precedenza.

Non bisogna però confondersi, il comportamento dinamico della moto non è in funzione del valore di deriva del singolo pneumatico, ma del rapporto che esce tra pneumatico anteriore e pneumatico posteriore. I valori numerici qui a noi poco importano.
Ad esempio: se tu monti sulla tua moto 2 set di gomme (pirelli tipicamente poco rigide - dunlop tipicamente rigidissime) se con pirelli hai deriva 2 all'anteriore e con dunlop hai deriva 1 ne esce solamente che le dunlop hanno più precisione di guida perchè il pneumatico farà in maniera di muoversi meno e sarà più propenso a seguire la traiettoria che il pilota imposta.
Tuttavia è il rapporto tra anteriore e posteriore a determinare il comportamento dinamico: se con pirelli hai deriva 2 all'anteriore e 2 al posteriore la tua moto seguira la traiettoria "normale" uguale alla traiettoria impostata con i dunlop se derivano 1 sia all'anteriore che al posteriore. Certamente la traiettoria con pirelli sarà spostata leggermente più in largo rispetto ai dunlop ma la moto dinamicamente chiuderà le traiettorie nella medesima maniera.

E' per quello che in pista si usano pressioni al posteriore molto più basse che in strada, per avere un rapporto di deriva tra ant e post sbilanciato a favore del posteriore in maniera di avere un comportamento dinamico del mezzo che tende a chiudere il più possibile le curve (e quindi a girare più in fretta).

Lo stesso ragionamento lo si fa' con i carichi... tendenzialmente le moto da corsa sono leggere all'anteriore proprio perchè questa ripartizione dei carichi rende la moto più agile, reattiva e tendenzialmente fa' in maniera che il posteriore derivi maggiormente rispetto all'anteriore chiudendo ancora di più le traiettorie.

"Tendenzialmente" non vuol dire girare sbilanciati al posteriore 80%-20% perchè altrimenti vengono fuori altre 1000 magagne.

La dipendenza dell'angolo di deriva dal CARICO verticale è tale che al crescere del CARICO, fino ad un certo valore, l'angolo di deriva diminuisce; superato tale valore, il fenomeno si inverte!

Questa frase in sè... almeno io non la riesco ad interpretare... vediamo se de-corsa riesce a capirla per poi spiegarla.

Comunque a mio avviso è tendenzialmente sbagliata, anche perchè all'aumentare del carico la deriva aumenta sempre, non si scappa, la gomma con la sua rigidità gonfiata ad una certa pressione si comporta similarmente ad una molla la quale con l'aumentare del carico si schiaccia sempre maggiormente... non esiste una molla che fino ad un tot di carico si allunga poi oltre questo valore inizia a schiacciarsi.. è contro le leggi della fisica.

Se poi il valore di deriva cresca in maniera lineare o no... questo non l'ho mai approfondito... ma comunque all'aumentare del carico MAI diminuisce.

Anche se intendessero in funzione del solo carico verticale o solo del carico orizzontale... il discorso non cambia perchè il carico è sempre lo stesso che svolge entrambi i compiti... nelle moto in piega anche sotto i 30° maggior carico corrisponde sempre a maggior deriva.
 
3724253
3724253 Inviato: 20 Feb 2008 13:27
 

tutte queste cose non sono di poco conto e vengono modificate ad hoc secondo lo stile di guida dl pilota e del circuito se non sbaglio icon_rolleyes.gif .
magari in circuiti con curve veloci si tenderà ad avere un posteriore più scivoloso per chiudere in maggior velocità la curva mentre in circuiti più lenti o meglio con curve molto vicine (S) si cerherà di avere una gomma più rigida appunto per essere più veloci nei cambi di direzione.
dico bene?
 
3725280
3725280 Inviato: 20 Feb 2008 14:56
 

sandro76 ha scritto:
Ai 3 fattori devi aggiungerne un 4... caratteristiche del pneumatico (fondamentalmente la rigidità della carcassa).

I carichi (laterali e verticali) sono legati tra loro nel senso che è il medesimo carico che compie le 2 azioni in funzione di tutti i parametri che abbiamo visto in precedenza.

Non bisogna però confondersi, il comportamento dinamico della moto non è in funzione del valore di deriva del singolo pneumatico, ma del rapporto che esce tra pneumatico anteriore e pneumatico posteriore. I valori numerici qui a noi poco importano.
Ad esempio: se tu monti sulla tua moto 2 set di gomme (pirelli tipicamente poco rigide - dunlop tipicamente rigidissime) se con pirelli hai deriva 2 all'anteriore e con dunlop hai deriva 1 ne esce solamente che le dunlop hanno più precisione di guida perchè il pneumatico farà in maniera di muoversi meno e sarà più propenso a seguire la traiettoria che il pilota imposta.
Tuttavia è il rapporto tra anteriore e posteriore a determinare il comportamento dinamico: se con pirelli hai deriva 2 all'anteriore e 2 al posteriore la tua moto seguira la traiettoria "normale" uguale alla traiettoria impostata con i dunlop se derivano 1 sia all'anteriore che al posteriore. Certamente la traiettoria con pirelli sarà spostata leggermente più in largo rispetto ai dunlop ma la moto dinamicamente chiuderà le traiettorie nella medesima maniera.

E' per quello che in pista si usano pressioni al posteriore molto più basse che in strada, per avere un rapporto di deriva tra ant e post sbilanciato a favore del posteriore in maniera di avere un comportamento dinamico del mezzo che tende a chiudere il più possibile le curve (e quindi a girare più in fretta).

Lo stesso ragionamento lo si fa' con i carichi... tendenzialmente le moto da corsa sono leggere all'anteriore proprio perchè questa ripartizione dei carichi rende la moto più agile, reattiva e tendenzialmente fa' in maniera che il posteriore derivi maggiormente rispetto all'anteriore chiudendo ancora di più le traiettorie.

"Tendenzialmente" non vuol dire girare sbilanciati al posteriore 80%-20% perchè altrimenti vengono fuori altre 1000 magagne.

La dipendenza dell'angolo di deriva dal CARICO verticale è tale che al crescere del CARICO, fino ad un certo valore, l'angolo di deriva diminuisce; superato tale valore, il fenomeno si inverte!

Questa frase in sè... almeno io non la riesco ad interpretare... vediamo se de-corsa riesce a capirla per poi spiegarla.

Comunque a mio avviso è tendenzialmente sbagliata, anche perchè all'aumentare del carico la deriva aumenta sempre, non si scappa, la gomma con la sua rigidità gonfiata ad una certa pressione si comporta similarmente ad una molla la quale con l'aumentare del carico si schiaccia sempre maggiormente... non esiste una molla che fino ad un tot di carico si allunga poi oltre questo valore inizia a schiacciarsi.. è contro le leggi della fisica.

Se poi il valore di deriva cresca in maniera lineare o no... questo non l'ho mai approfondito... ma comunque all'aumentare del carico MAI diminuisce.

Anche se intendessero in funzione del solo carico verticale o solo del carico orizzontale... il discorso non cambia perchè il carico è sempre lo stesso che svolge entrambi i compiti... nelle moto in piega anche sotto i 30° maggior carico corrisponde sempre a maggior deriva.


Certo, quoto, infatti secondo me, come ho scritto nell'ultimo post, ci sarebbe da considerare anche le caratteristiche dello pneumatico che potrebbe variare ancora la "situazione".
 
3725833
3725833 Inviato: 20 Feb 2008 15:40
 

gsrteo ha scritto:
tutte queste cose non sono di poco conto e vengono modificate ad hoc secondo lo stile di guida dl pilota e del circuito se non sbaglio icon_rolleyes.gif .
magari in circuiti con curve veloci si tenderà ad avere un posteriore più scivoloso per chiudere in maggior velocità la curva mentre in circuiti più lenti o meglio con curve molto vicine (S) si cerherà di avere una gomma più rigida appunto per essere più veloci nei cambi di direzione.
dico bene?


Lo stile di guida a mio avviso non conta molto... quello che veramente fa' la differenza è il tipo di asfalto, nello specifico... gli avvallamenti, le buche e quant'altro... le gomme in effetti filtrano assieme alle sospensioni una parte delle asperità, quindi TENDENZIALMENTE una gomma meno rigida o meno gonfia TENDE ad assorbire meglio, mentre una gomma più rigida e/o più gonfia tende a lasciar passare maggiormente le vibrazioni e quant'altro.

Una gomma con carcassa più morbida quindi (nell'esempio sopra Pirelli) beneficerà di una maggior filtrazione delle asperità ovattando il lavoro delle sospensioni, una gomma con carcassa più rigida (Dunlop) d'altro canto assorbirà meno queste asperità ma genererà maggior precisione di guida.
Purtroppo nella guida ci vuole sia un componente che l'altro quindi bisogna cercare un compromesso tra le 2 funzionalità.

Quindi sul discorso "scelta della rigidità della gomma" è in funzione del pilota... c'è chi preferisce guidare una moto che non faccia passare tanto le sconnessioni, c'è invece chi preferisce sentire un pochino di più le asperità (magari cercando di recuperare questa mancata filtrazione lavorando tanto sulle sospensioni) ma avere una moto più precisa.

Invece per quanto riguarda il discorso pressione gomme una volta scelta la preferenza sulla rigidità... in genere si sceglie il rapporto tra l'anteriore e il posteriore che più aggrada andando per prove pratiche, perchè non è detto che avere una moto che chiude molto le traiettorie può sempre piacere come effetto. Poi da lì ci si può spostare leggermente in meno per filtrare le sconnessioni di un circuito un po' più tortuoso o d'altro canto alzare un pelino la presisone per avere una maggiore precisione di guida se il circuito è abbastanza livellato.
 
3727847
3727847 Inviato: 20 Feb 2008 18:59
 

moooolto più complicata di come l'avevo messa giù io icon_lol.gif icon_lol.gif
si può tranquillamente scrivere un libro con tutte le considerazioni fatte fin'ora.
io mi prenoto per l'aquisto 0510_saluto.gif
 
3728077
3728077 Inviato: 20 Feb 2008 19:21
 

gsrteo ha scritto:
moooolto più complicata di come l'avevo messa giù io icon_lol.gif icon_lol.gif
si può tranquillamente scrivere un libro con tutte le considerazioni fatte fin'ora.
io mi prenoto per l'aquisto 0510_saluto.gif


E' molto più complicata di come l'avevamo messa giù tutti, considera che ho riportato poche righe per non complicare la discussione ma ci sarebbe molto altro!
 
3731679
3731679 Inviato: 21 Feb 2008 9:30
 

Allora riportale matrix così approfondiamo ulteriormente icon_wink.gif
 
3737356
3737356 Inviato: 21 Feb 2008 19:47
 

Altro materiale, sempre preso in rete.

Quale è il compito del pneumatico?

La risposta è semplice, il pneumatico deve assolvere due scopi:

- consentire il trasferimento della forza di spinta o di frenata a terra;

- generare la forza laterale necessaria per il mantenimento dell'equilibrio del motociclo in curva, o lungo una traiettoria curvilinea come quelle generate ad esempio per schivare un ostacolo, per effettuare un cambio di corsia o per percorrere una curva ad S.
Cerchiamo ora di capire come si genera la forza laterale e che valore deve avere quando il motociclo percorre una curva a raggio e a velocità costante (regime stazionario) e da quali grandezze dipende.

E' facile intuire che la forza laterale dipende dal carico verticale agente sulla ruota. Maggiore è il carico maggiore è la forza laterale generata. Meno intuitivo è comprendere la dipendenza della forza laterale dall"angolo di rollio (angolo di piega) e dallo strisciamento laterale del pneumatico, strisciamento laterale espresso dall"angolo di deriva che sarà definito nel seguito.

La forza laterale dipende non solo dal carico, dall'angolo di rollio e dall'angolo di deriva ma anche da altri due parametri che i motociclisti conoscono bene: la pressione di gonfiaggio e la temperatura del pneumatico in condizioni di esercizio.

Molto diverso è il caso dei motocicli dove gli pneumatici lavorano principalmente con il rollio e secondariamente con lo strisciamento laterale, almeno per quanto riguarda la produzione della forza laterale. Diventa quindi logico per gli pneumatici motociclistici rappresentare la forza laterale al variare dell'angolo di rollio, per valori discreti dell'angolo di deriva. (questo non mi è chiarissimo)

La forza laterale può essere espressa analiticamente mediante una funzione lineare dell'angolo di rollio e dell'angolo di deriva, come se la forza fosse la somma di due componenti indipendenti tra di loro: la componente di rollio e la componente di deriva.


Se trascuriamo l'effetto giroscopico, generato dalle ruote mentre percorrono la curva, e il fatto che gli pneumatici hanno una sezione considerevole ( il cui raggio medio di curvatura può superare anche i 100 mm nel caso delle ruote posteriori) la forza laterale necessaria per garantire l'equilibrio risulta uguale al prodotto del carico verticale per la tangente dell'angolo di rollio.

Consideriamo gli pneumatici le cui caratteristiche sono rappresentate nella figura 7. Supponiamo che il veicolo stia percorrendo una curva e che sia inclinato di 40°. La forza di rollio nel caso del pneumatico posteriore risulta insufficiente per l'equilibrio. Infatti con deriva zero la forza laterale risulta pari a circa 0.73 (punto A) mentre la forza richiesta risulta pari a 0.85. Il pneumatico posteriore quindi striscerà lateralmente verso l'esterno e il valore dell'angolo di deriva sarà proprio tale da far crescere la forza laterale al valore necessario per l'equilibrio, rappresentato dal punto B.

Nel caso del pneumatico anteriore si avrà invece nella condizione di equilibrio un angolo di deriva negativo in quanto, per un angolo di rollio di 40°, la forza prodotta dal solo rollio risulta (punto B) maggiore di quella necessaria per l'equilibrio (punto A).

In questo caso il motociclo, a causa delle caratteristiche degli pneumatici presenta un comportamento sovrasterzante. Infatti se consideriamo la stessa motocicletta che percorre la stessa curva ma equipaggiata con pneumatici ideali, in grado di fornire una forza di rollio proprio uguale a quella richiesta, il raggio di curvatura risulterebbe maggiore

Si potrebbe anche montare sull'anteriore un pneumatico scadente e uno prestante sul posteriore. In sostanza si potrebbe avere il caso di pneumatico con deriva al anteriore elevata e con deriva nulla o leggermente negativa al posteriore. Il motociclo presenterebbe con questi pneumatici un comportamento molto sottosterzante. Il comportamento sottosterzante potrebbe risultare pericoloso in quanto, nel caso fosse necessario restringere la curva, si richiederebbe al pneumatico anteriore una maggiore forza laterale ossia in definitiva un maggiore angolo di deriva.

E se il pneumatico non fosse in grado di generare questa maggiore forza cosa succederebbe?
L'anteriore scivolerebbe e la caduta sarebbe certa.

Il problema delle gomme non è tutto qui,

Ad esempio come è la dipendenza della forza di rollio e di deriva dalla temperatura, dalla pressione?
Le forze dipendono dai carichi verticali, in modo proporzionale o non proporzionale?.
Come si combina la forza laterale quando è richiesta una forza longitudinale di frenata o di spinta?
Perchè cambiando gli pneumatici, pur dando una sensazione di tenuta, la guida si sente diversa?
Come vengono influenzate le caratteristiche di maneggevolezza del motociclo dalle caratteristiche degli pneumatici?


Per me inizia ad essere un po' troppo difficile!
 
3740570
3740570 Inviato: 22 Feb 2008 9:06
 

Questo è uno scritto di Cossalter, quello che avevo menzionato molte pagine indietro docente dell'università di padova, anche se sono state cambiate alcune cosine dal testo originale, che tra l'altro è coadiuvato da disegni esplicativi.

Comunque...

Mi pare che abbia scritto un po' quello che abbiamo detto, da un punto di vista più matematico arrivando a mettere in relazione il rollio alla deriva.

A parte l'approccio matematico l'unica cosa che può trarre in inganno è quando parla di deriva negativa.
La deriva negativa legata ad un'unica ruota non può esistere, dal momento che inizia ad esserci un carico laterale sempre si avrà una deriva positiva verso l'esterno della curva, visto che il carico spinge in direzione tangente.

Nel testo usa il termine deriva negativa mettendo in relazione i 2 assi della moto dove quando la deriva dell'anteriore è inferiore alla deriva del posteriore la definisce negativa (moto sovrasterzante) mentre dove si ha una deriva dell'anteriore maggiore del posteriore si ha una deriva positiva (moto sottosterzante), un po' quel concetto che avevo cercato di descrivere qualche post in dietro.
 
3740783
3740783 Inviato: 22 Feb 2008 9:46
 

sandro76 ha scritto:
Questo è uno scritto di Cossalter, quello che avevo menzionato molte pagine indietro docente dell'università di padova, anche se sono state cambiate alcune cosine dal testo originale, che tra l'altro è coadiuvato da disegni esplicativi.

Comunque...

Mi pare che abbia scritto un po' quello che abbiamo detto, da un punto di vista più matematico arrivando a mettere in relazione il rollio alla deriva.

A parte l'approccio matematico l'unica cosa che può trarre in inganno è quando parla di deriva negativa.
La deriva negativa legata ad un'unica ruota non può esistere, dal momento che inizia ad esserci un carico laterale sempre si avrà una deriva positiva verso l'esterno della curva, visto che il carico spinge in direzione tangente.

Nel testo usa il termine deriva negativa mettendo in relazione i 2 assi della moto dove quando la deriva dell'anteriore è inferiore alla deriva del posteriore la definisce negativa (moto sovrasterzante) mentre dove si ha una deriva dell'anteriore maggiore del posteriore si ha una deriva positiva (moto sottosterzante), un po' quel concetto che avevo cercato di descrivere qualche post in dietro.


A prescindere da chi l'ha scritto , mi sembra un tantino diverso da quello che dicevate!
 
3740816
3740816 Inviato: 22 Feb 2008 9:52
 

sandro76 ha scritto:
Ai 3 fattori devi aggiungerne un 4... caratteristiche del pneumatico (fondamentalmente la rigidità della carcassa).

I carichi (laterali e verticali) sono legati tra loro nel senso che è il medesimo carico che compie le 2 azioni in funzione di tutti i parametri che abbiamo visto in precedenza.

Non bisogna però confondersi, il comportamento dinamico della moto non è in funzione del valore di deriva del singolo pneumatico, ma del rapporto che esce tra pneumatico anteriore e pneumatico posteriore. I valori numerici qui a noi poco importano.
Ad esempio: se tu monti sulla tua moto 2 set di gomme (pirelli tipicamente poco rigide - dunlop tipicamente rigidissime) se con pirelli hai deriva 2 all'anteriore e con dunlop hai deriva 1 ne esce solamente che le dunlop hanno più precisione di guida perchè il pneumatico farà in maniera di muoversi meno e sarà più propenso a seguire la traiettoria che il pilota imposta.
Tuttavia è il rapporto tra anteriore e posteriore a determinare il comportamento dinamico: se con pirelli hai deriva 2 all'anteriore e 2 al posteriore la tua moto seguira la traiettoria "normale" uguale alla traiettoria impostata con i dunlop se derivano 1 sia all'anteriore che al posteriore. Certamente la traiettoria con pirelli sarà spostata leggermente più in largo rispetto ai dunlop ma la moto dinamicamente chiuderà le traiettorie nella medesima maniera.

E' per quello che in pista si usano pressioni al posteriore molto più basse che in strada, per avere un rapporto di deriva tra ant e post sbilanciato a favore del posteriore in maniera di avere un comportamento dinamico del mezzo che tende a chiudere il più possibile le curve (e quindi a girare più in fretta).

Lo stesso ragionamento lo si fa' con i carichi... tendenzialmente le moto da corsa sono leggere all'anteriore proprio perchè questa ripartizione dei carichi rende la moto più agile, reattiva e tendenzialmente fa' in maniera che il posteriore derivi maggiormente rispetto all'anteriore chiudendo ancora di più le traiettorie.

"Tendenzialmente" non vuol dire girare sbilanciati al posteriore 80%-20% perchè altrimenti vengono fuori altre 1000 magagne.

La dipendenza dell'angolo di deriva dal CARICO verticale è tale che al crescere del CARICO, fino ad un certo valore, l'angolo di deriva diminuisce; superato tale valore, il fenomeno si inverte!

Questa frase in sè... almeno io non la riesco ad interpretare... vediamo se de-corsa riesce a capirla per poi spiegarla.

Comunque a mio avviso è tendenzialmente sbagliata, anche perchè all'aumentare del carico la deriva aumenta sempre, non si scappa, la gomma con la sua rigidità gonfiata ad una certa pressione si comporta similarmente ad una molla la quale con l'aumentare del carico si schiaccia sempre maggiormente... non esiste una molla che fino ad un tot di carico si allunga poi oltre questo valore inizia a schiacciarsi.. è contro le leggi della fisica.

Se poi il valore di deriva cresca in maniera lineare o no... questo non l'ho mai approfondito... ma comunque all'aumentare del carico MAI diminuisce.

Anche se intendessero in funzione del solo carico verticale o solo del carico orizzontale... il discorso non cambia perchè il carico è sempre lo stesso che svolge entrambi i compiti... nelle moto in piega anche sotto i 30° maggior carico corrisponde sempre a maggior deriva.


Le tesi che secondo te sono "tendenzialmente sbagliate", secondo la facoltà di ingegneria dei trasporti sono giuste, torno a ripetere che qualcosa non torna, ovvero il famoso NO iniziale non credo sia tale, forse il tuo DIPENDE o il SI fino ad un certo punto, sono le risposte esatte.
 
3740961
3740961 Inviato: 22 Feb 2008 10:18
 

Matrix7117 ha scritto:


A prescindere da chi l'ha scritto , mi sembra un tantino diverso da quello che dicevate!


A mè non pare proprio... l'apertura di questo topic parlava di grip... ora stiamo parlando di deriva e della proporzione tra deriva anteriore e deriva posteriore che è una cosa diversa.

Deriva e grip non sono mica sinonimi.
 
3741009
3741009 Inviato: 22 Feb 2008 10:25
 

Matrix7117 ha scritto:


Le tesi che secondo te sono "tendenzialmente sbagliate", secondo la facoltà di ingegneria dei trasporti sono giuste, torno a ripetere che qualcosa non torna, ovvero il famoso NO iniziale non credo sia tale, forse il tuo DIPENDE o il SI fino ad un certo punto, sono le risposte esatte.


Non hai tenuto in considerazione la mia apertura:

Questa frase in sè... almeno io non la riesco ad interpretare... vediamo se de-corsa riesce a capirla per poi spiegarla.


Mi pare di aver detto esplicitamente che non la capisco e quindi l'interpretazione che io ho dato nella mia testa può essere anche sbagliata.

Nella mia interpretazione il concetto è semplicemente sbagliato e se l'interpretazione è azzeccata nel suo contesto la può aver detta anche il papa... non fa' differenza... è sbagliata e basta.

Bisogna però vedere l'interpretazione se è giusta o meno, se è giusto il contesto o meno, come nel caso dell'esempio della gomma sul tavolo che è una teoria giusta presa nel suo contesto ma sbagliata se paragonata alla moto in curva.
 
3746584
3746584 Inviato: 22 Feb 2008 20:56
 

anche la domanda di apertura del topic è stata "interpretata" nel senso che abbiamo più o meno tutti inteso la domanda come una ricerca di grip ma se la analizziamo bene la risposta non può essere diversa da un SI semplicemente perchè nella domanda si parla di "attrito" e chiaramente l'attrito non può che aumentare col carico. altro discorso è la tenuta della traiettoria con tutte le varianti che sono state analizzate e discusse sin ora
 
3780487
3780487 Inviato: 27 Feb 2008 9:27
 

stefano1960 ha scritto:


de-corsa....... mi rivolgo a te come ad altri esperti (o presunti tali o autoproclamati tali) ho un dubbio (tra tanti)
non e' che ,forse , c'e' un equivoco di fondo?
cioe' quando io "spingo" sul semimanubrio sono convinto di "caricare " l'avantreno (xche' sento il peso del mio corpo sulla mano) mentre in realta' per effetto di tale spinta sto spostando il peso leggermente piu' indietro ed in alto e che quindi lo sto "scaricando"?
potrebbe essere questo un motivo di incomprensione?
beati quelli che hanno solo certezze!!


icon_rolleyes.gif quanto a esperienza, (io) ho solo tanti km sulle spalle, oltre agli anni... icon_wink.gif

il tuo dubbio è lecito, ma analizziamo caso per caso:
- se spingi su di un solo semimanubrio, vuol dire che l'altro lo stai tirando generando una coppia "di ribaltamento" ma nessun carico aggiuntivo sulle molle della forcella;
- se riesci a spingere su entrambi i semimanubri, spostando in qualche modo il corpo IN AVANTI è lecito dedurne che le molle stanno ricevendo una spinta in più;
- se spingi, ma allo stesso tempo scivoli indietro col sedere è anche possibile che, se pur hai applicato un carico poco meno che istantaneo (il tempo di arretrare col corpo) sulle molle, hai in realtà arretrato il baricentro del sistema.

avere solo certezze è il sistema più sicuro per sbagliare.
 
3780531
3780531 Inviato: 27 Feb 2008 9:34
 

Matrix7117 ha scritto:
Sempre da internet.


L'angolo di deriva non è costante ma dipende da molti fattori tra i quali i più importanti sono:

1) Il carico laterale

2) la pressione di gonfiaggio

3) il carico verticale

La dipendenza dell'angolo di deriva dalla pressione di gonfiaggio è difficilmente quantificabile però si può affermare che diminuendo la pressione l'angolo di deriva aumenta rapidamente (infatti un pneumatico sgonfio sbanda prima).

La dipendenza dell'angolo di deriva dal CARICO verticale è tale che al crescere del CARICO, fino ad un certo valore, l'angolo di deriva diminuisce; superato tale valore, il fenomeno si inverte!

Ora, questo "certo valore" sono i 30°? Non lo so e non lo specifica ma a questo punto credo dipenda anche dal pneumatico (imho).


Attento a non fare confusione!

La descrizione soprariportata dell'angolo di deriva è corretta ma PRESCINDE DALL'ADERENZA, considerandola "infinita".
infatti, a fini della coerenza di traiettoria bisogna quantificare anche l'eventuale scivolamento verso l'esterno della gomma sull'asfalto, che non può che aumentare la deriva effettiva dela ruota, entro la quale è compresa anche la deriva dovuta alla sola deformazione della carcassa.

L'angolo di cui si parla non è quello d'inclinazione ma quello di deriva da deformazione, che in genere è compreso tra i 2 ed i 7-8°: oltre tali valori si va solo considerando anche lo scivolamento della gomma sul'asfalto.
 
3780581
3780581 Inviato: 27 Feb 2008 9:41
 

gsrteo ha scritto:
tutte queste cose non sono di poco conto e vengono modificate ad hoc secondo lo stile di guida dl pilota e del circuito se non sbaglio icon_rolleyes.gif .
magari in circuiti con curve veloci si tenderà ad avere un posteriore più scivoloso per chiudere in maggior velocità la curva mentre in circuiti più lenti o meglio con curve molto vicine (S) si cerherà di avere una gomma più rigida appunto per essere più veloci nei cambi di direzione.
dico bene?


icon_rolleyes.gif forse sarebbe bene il contrario, visto che nelle curve lente la prima necessità è far cambiare direzione alla moto, mentre nelle curve veloci necessita molta aderenza al posteriore per permettere di tenere aperto lungo la maggior parte della traiettoria: il maggior angolo di deriva che deriverà dalla deformazione della gomma (per via del trasferimento di carico e della coppia applicata) + un minimo di scivolamento verso l'esterno faciliteranno il cambio di direzione del veicolo.
 
3780720
3780720 Inviato: 27 Feb 2008 9:59
 

gsrteo ha scritto:
anche la domanda di apertura del topic è stata "interpretata" nel senso che abbiamo più o meno tutti inteso la domanda come una ricerca di grip ma se la analizziamo bene la risposta non può essere diversa da un SI semplicemente perchè nella domanda si parla di "attrito" e chiaramente l'attrito non può che aumentare col carico. altro discorso è la tenuta della traiettoria con tutte le varianti che sono state analizzate e discusse sin ora


esatto

la mia stessa risposta iniziale, quel famoso "NO" che mi pare non sia stato scalfito da nessuna argomentazione, comprese quelle tratte da altri siti, salta direttamente all'effetto finale,
ovvero al fatto innegabile e facilmente dimostrabile a livello sperimentale che un avantreno più pesante costringe ad allargare la traiettoria.

che poi la componente verticale di tale appesantimento comporti un aumento dell'attrito assoluto al suolo, ai fini della coerenza di traiettoria a noi interessa poco,
visto che in misura maggiore l'appesantimento comporta SICURAMENTE un maggior angolo di deriva oltre ad un molto probabile, quasi certo, maggior scivolamento verso l'esterno della gomma sul'asfalto.

ricordandoci sempre che al disotto dei 30° d'inclinazione, l'aderenza in più che otteniamo può essere sfruttata solo in condizioni di estrema scivolosità, che fissano ad inclinazioni minori di 30° il limite di massima aderenza disponibile (situazione limite: asfalto freddo e bitumoso, quindi non drenante e dal conglomerato formato da sassi di fiume interi; completamente umido; pneumatico dalle scarse caratteristiche di aderenza)
 
3781464
3781464 Inviato: 27 Feb 2008 11:29
 

Rieccomi qui perchè ho approfondito l'argomento andando a rispolverare testi interessanti.

Dunque... l'inconguenza nasce da un uso leggermente diverso del termine "deriva" in entrambi i casi corretto. Mentre io, de corsa & Co. la definiamo sempre positiva all'aumentare dei carichi (a parità di altri parametri ovviamente), in quanto partendo dalla traiettoria con carico nullo (puramente ipotetica poichè impossibile) all'aumentare del carico l'angolo di deriva non può che aumentare positivamente.

Nella trattazione di Cossalter prelevata da altri siti l'uso del termine "deriva" viene valutata come derivata in funzione degli angoli di rollio e della forza laterale ideale per il mantenimento dell'equilibrio.

Per farla breve e di facile comprensione il concetto è che la forza laterale che deve generare il pneumatico per il mantenimento dell'equilibrio è la risultante della somma delle due forze distinte: Forza generata dal rollio e forza generata dalla deriva. Il concetto quindi diventa il seguente, essendo che la forza laterale che permette l'equilibrio è una e soltanto una se la forza generata dal rollio non è sufficente viene richesta una ulteriore forza generata dalla deriva generando quella che definiscono deriva positiva, oppure al contrario se la forza generata dal rollio è in esubero ecco che definiscono la deriva negativa per riequilibrare i conti.

In sostanza per semplificazione è che partono dal concetto che esiste una traiettoria ideale che permette di mantenersi in equilibrio e che sarà la tangente del piano del pneumatico, che sarà sempre spostata esternamente rispetto alla traiettoria effettiva impostata dal pneumatico, da qui lo zero da dove partono i segni positivi e negativi.

Un po' come confrontare la scala graduatua celsius alla scala fahrenheit, dove si sposta lo zero ma il concetto non cambia.

Quindi nel metodo alla Sandro tutti i valori sono positivi, mentre nel metodo alla Cossalter, essendo lo zero posizionato in una posizione ipotetica, possono assumere valori positivi o negativi.

Spero di aver riassunto il concetto assi complesso in maniera sufficentemente capibile.
 
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