Cagliari, 24 novembre 2007
Citazione:
Bianca spuntano dal lenzuolo bianco. È minuta, si capisce che è poco più che adolescente. Sembra stia dormendo, i suoi lineamenti sono rilassati. Bianca è morta ieri nel terribile schianto della moto guidata dal padre, a pochi passi dal bivio per Sa Illetta, sulla strada che porta a Pula.Tornava a casa, dopo una giornata tra i banchi della 2ª C del liceo Dettori. Nella villa di Pula non è mai arrivata. Un cordolo assassino, una manovra azzardata, forse un malore. Poco importa cosa ha causato lo schianto. Chi ieri passava di fronte a quel lenzuolo bianco focalizzava in un secondo la tragedia e continuava il viaggio accompagnato da un sentimento di rabbia e impotenza per la fine così assurda e ingiusta di una ragazzina
che aveva appena compiuto 17 anni. VIAGGIO DELLA MORTE. Manca una manciata di minuti alle 14 e Raffaello Grazzini, presidentedella società di servizi Atlantis, è in sella alla sua moto, una potente moto Guzzi Breva 1100 amaranto. Nel sedile posteriore Bianca si regge sicura avvinghiata al padre. I libri nel bauletto. I capelli ricci escono dal casco integrale dai mille colori. Il senso di libertà, in una giornata soleggiata e mite, è una sensazione che solo le due ruote possono dare. Poco prima l’uomo, 65 anni di Carrara, ma residente a Su Guventeddu, era passato a prenderla all’uscita da scuola. Chissà che invidia per le compagne. I due affrontano il traffico cittadino sino al ponte della Scafa, il limite con il caos di lamiere, poi via verso la loro abitazione immersa nel verde e affacciata sul mare di Nora. Un paradiso. Imboccano il primo rettilineo della 195. La Guzzi procede senza problemi. Ma pochi metri dopo il secondo chilometro succede l’irreparabile. Secondo quanto accertato dagli agenti della Sezione infortunistica della Polizia municipale, coordinati dal tenente Roberto De Vittor, la moto viaggiava nella corsia di sorpasso, quando all’improvviso si è trovata di fronte un’auto. Raffaello Grazzini ha cercato di evitarla, deviando verso destra. Una manovra brusca che ha fatto finire la ruota anteriore oltre il cordolo della carreggiata, in una semicurva a sinistra, dove c’è il bivio per la stradina chiusa che porta allo stagno di Santa Gilla e ora trasformato in piazzola di sosta. Il bolide, a quel punto, diventa ingovernabile. Raffaello Grazzini ha un fisico solido, impegna tutte le forze ma non riesce a superare quel dislivello di bitume. Perde l’equilibrio e la moto si piega sulla destra. Bianca viene disarcionata. Striscia sul terreno, sino a quando non va a schiantarsi contro il guardrail che delimita la parte destra della corsia. L’urto è devastante, la ragazzina va a sbattere con il petto contro la barriera metallica. Rimane appesa, in bilico con il busto riverso sulla lamiera. Chi si ferma per primo non realizza subito la portata dell’incidente: Bianca non ha ferite evidenti e non perde sangue. La adagiano sull’asfalto. Cinque metri più avanti, a dieci centimetri dalla barriera spartitraffico centrale, c’è Raffaello Grazzini. Dopo lo scontro è finito dalla parte opposta a quella della figlia, e questo gli ha salvato la vita. Ha strisciato una gamba sull’asfalto. Il dolore deve essere atroce, ma è niente in confronto alla tragedia che si è appena consumata. I SOCCORSI. A quell’ora la strada che porta a Capoterra e Sarroch è molto trafficata: c’è chi rientra per il pranzo e chi sta per raggiungere le case al mare. L’allarme dopo l’incidente è istantaneo. Dalla centrale operativa del 118 partono tre ambulanze: una ha il medico a bordo. Le telefonate arrivate al centralino non fanno presagire niente di buono. Una dottoressa soccorre la ragazzina. Le tenta tutte. La intuba, usa il defibrillatore per cercare di far ripartire il cuore. Ma per Bianca non c’è più niente da fare. Sul posto arrivano anche i Vigili del fuoco, la Polizia municipale e il carro funebre. E il viaggio verso il week end si conclude in una gelida camera mortuaria del cimitero di San Michele.
ANDREA ARTIZZU
che aveva appena compiuto 17 anni. VIAGGIO DELLA MORTE. Manca una manciata di minuti alle 14 e Raffaello Grazzini, presidentedella società di servizi Atlantis, è in sella alla sua moto, una potente moto Guzzi Breva 1100 amaranto. Nel sedile posteriore Bianca si regge sicura avvinghiata al padre. I libri nel bauletto. I capelli ricci escono dal casco integrale dai mille colori. Il senso di libertà, in una giornata soleggiata e mite, è una sensazione che solo le due ruote possono dare. Poco prima l’uomo, 65 anni di Carrara, ma residente a Su Guventeddu, era passato a prenderla all’uscita da scuola. Chissà che invidia per le compagne. I due affrontano il traffico cittadino sino al ponte della Scafa, il limite con il caos di lamiere, poi via verso la loro abitazione immersa nel verde e affacciata sul mare di Nora. Un paradiso. Imboccano il primo rettilineo della 195. La Guzzi procede senza problemi. Ma pochi metri dopo il secondo chilometro succede l’irreparabile. Secondo quanto accertato dagli agenti della Sezione infortunistica della Polizia municipale, coordinati dal tenente Roberto De Vittor, la moto viaggiava nella corsia di sorpasso, quando all’improvviso si è trovata di fronte un’auto. Raffaello Grazzini ha cercato di evitarla, deviando verso destra. Una manovra brusca che ha fatto finire la ruota anteriore oltre il cordolo della carreggiata, in una semicurva a sinistra, dove c’è il bivio per la stradina chiusa che porta allo stagno di Santa Gilla e ora trasformato in piazzola di sosta. Il bolide, a quel punto, diventa ingovernabile. Raffaello Grazzini ha un fisico solido, impegna tutte le forze ma non riesce a superare quel dislivello di bitume. Perde l’equilibrio e la moto si piega sulla destra. Bianca viene disarcionata. Striscia sul terreno, sino a quando non va a schiantarsi contro il guardrail che delimita la parte destra della corsia. L’urto è devastante, la ragazzina va a sbattere con il petto contro la barriera metallica. Rimane appesa, in bilico con il busto riverso sulla lamiera. Chi si ferma per primo non realizza subito la portata dell’incidente: Bianca non ha ferite evidenti e non perde sangue. La adagiano sull’asfalto. Cinque metri più avanti, a dieci centimetri dalla barriera spartitraffico centrale, c’è Raffaello Grazzini. Dopo lo scontro è finito dalla parte opposta a quella della figlia, e questo gli ha salvato la vita. Ha strisciato una gamba sull’asfalto. Il dolore deve essere atroce, ma è niente in confronto alla tragedia che si è appena consumata. I SOCCORSI. A quell’ora la strada che porta a Capoterra e Sarroch è molto trafficata: c’è chi rientra per il pranzo e chi sta per raggiungere le case al mare. L’allarme dopo l’incidente è istantaneo. Dalla centrale operativa del 118 partono tre ambulanze: una ha il medico a bordo. Le telefonate arrivate al centralino non fanno presagire niente di buono. Una dottoressa soccorre la ragazzina. Le tenta tutte. La intuba, usa il defibrillatore per cercare di far ripartire il cuore. Ma per Bianca non c’è più niente da fare. Sul posto arrivano anche i Vigili del fuoco, la Polizia municipale e il carro funebre. E il viaggio verso il week end si conclude in una gelida camera mortuaria del cimitero di San Michele.
ANDREA ARTIZZU
Citazione:
raccontare
qualche ricordo della loro
amica. «Amava le moto, erano
la sua passione», dice
sconvolta Francesca, 17 anni.
Ne aveva una sua, che guidava
indossando un casco
arancione».
qualche ricordo della loro
amica. «Amava le moto, erano
la sua passione», dice
sconvolta Francesca, 17 anni.
Ne aveva una sua, che guidava
indossando un casco
arancione».