Le curve vengono bene, quasi da sole, il ginocchio sfiora l’asfalto, la velocità media sale a livelli di pericolo; le manovre più impensabili vengono fatte con incredibile agilità, e la moto sembra quasi un’ appendice del nostro corpo.
Insomma siamo divenuti dei centauri.
Siamo convinti di saper guidare, e forse tecnicamente lo siamo.
Ma dimentichiamo una cosa fondamentale: "guidare" (sia auto che moto) non vuol dire andare sempre veloci e toccare con il ginocchio in terra.
Saper guidare vuol dire interpretare i segni che si vedono sulla strada:
- se in un tratto della mia corsia vedo tracce di fango o di
terra, rallento perché da un momento all'altro potrei
trovarmi, spesso dietro una curva, un bel trattore (magari con
rimorchio);
- se in lontananza vedo una strada rurale che sbuca sulla
strada che percorro, pelo il gas, perché probabilmente in
prossimità di quell 'incrocio troverò l'asfalto
sporco;
- se vedo in terra una "margherita" di vacca, mi preparo
all'evenienza di trovarmi davanti la produttrice medesima, o magari un
toro;
- se vedo degli irrigatori in azione, mi preparo
perché potrei trovare l'asfalto bagnato;
- se una curva è stretta, mi aspetto sempre di
incrociare qualcuno che vada a finire nella mia corsia, per cui piano e
a bordo strada;
- se attraverso un centro abitato, via il gas e occhio a
destra e a sinistra, possono sbucare palloni con dietro bambini,
biciclette, carrozzine e naturalmente automobili;
- se vedo una curva in ombra, rallento, d'inverno potrei
trovare ghiaccio e nelle altre stagioni l'asfalto umido e viscido;
- quando mi avvicino ad un incrocio, anche se ho la
precedenza, via il gas, mano pronta sul freno e occhi che spaziano sia
a destra che a sinistra, l’imbecille è sempre in
agguato;
- se a bordo strada vedo delle "signorine allegre", piano occhio alla strada e fate attenzione ai potenziali clienti che senza guardare se sopraggiunge qualcuno possono "inchiodare" o addirittura effettuare conversioni ad "u";