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Altri spunti di questo articolo sono tratti dal testo "Ride Safe, suggerimenti per una guida sicura" del Principe Brutto, che invito a stampare ed a leggere con molta attenzione.
In questo link potete trovare il testo integrale, per guidare in maniera corretta, rispettosa e sicura; in questo modo, darete il vostro piccolo contributo, a cambiare non solo l'immagine del motociclista nell'opinione pubblica, ma anche a proporre un modello di sicurezza stradale diverso da quello dominante al momento.
Lavorare sulla mentalità della gente richiede tempo, ma è l'unico modo per cambiare le cose in maniera duratura.
Suggerimenti per una guida sicura
Andare in moto, è un modo di viaggiare gratificante nonché un'esperienza unica. La moto regala emozioni che pochi mezzi di trasporto possono eguagliare, se non a costi ben superiori. Una moto coinvolge in maniera diretta, totale ed immediata. Nell'osservare un motociclista esperto mentre affronta in scioltezza una serie di curve, non si può far a meno di ammirarne la perizia e riconoscere che tale guida, arriva molto vicina ad essere una forma d'arte. Ma come dietro al sorriso di un'artista sul palcoscenico, si nascondono anni di prove estenuanti, dietro la leggerezza di un motociclista provetto, si cela una realtà altrettanto irta di difficoltà. Per guidare bene una moto ci vuole mestiere e condurla con competenza, richiede molta pratica ed esperienza. Dulcis in fundo, andare in moto può nuocere gravemente alla salute, una diretta conseguenza di quella leggerezza ed essenzialità che ne fanno un mezzo così emozionante.
Per molti incidenti, le condizioni della strada o le manovre di altri veicoli sono spesso indicate come circostanze al di fuori del proprio controllo, e considerate come tali senza alcuna critica. È invece importante accettare che, tranne in casi eccezionali, le cause scatenanti di un incidente sono sempre sotto il proprio controllo, e che le occorenze liquidate come "imprevisti", sono spesso frutto di errori di valutazione. Tra gli obbiettivi di un sistema di guida sicura, c'è quello di fornire gli strumenti per minimizzare le sorprese ed arrivare alle proprie decisioni di guida, in maniera affidabile e non casuale. Accettare il fatto che in (quasi) ogni incidente si ha una porzione di responsabilità è difficile, ma costituisce un passo importante..
Vorrei porre l'attenzione su due aspetti fondamentali per la nostra sicurezza:
Per gli appassionati delle statistiche... questi sono tutti i dati.
Fonte: Istat
...massima attenzione in città!
Noi Motociclisti, abbiamo a disposizione alcune risorse per evitare di restare coinvolti in un incidente stradale. Vediamo quali sono:
SICUREZZA ATTIVA E PASSIVA
Sicurezza Attiva:
Oggi anche le moto, come le auto, sono dotate di sistemi di sicurezza attivi che permettono anche al conducente meno esperto, di poter controllare il mezzo in qualsiasi situazione e con qualsiasi fondo stradale, sono attivi, tutti quei sistemi che servono a prevenire gli incidenti.
Vediamo cosa sono e come funzionano
ABS
Anche se molto stabili ed equilibrate, le moto di oggi possono diventare pericolose in caso di brusche frenate. Basta bloccare una delle gomme per rischiare di perdere l'equilibrio. I più esperti sapranno riprendere la situazione, ma non tutti hanno una grossa esperienza... per tale motivo da tempo sulle moto e sugli scooter viene adottato l'ABS (Antilock Braking Sistem), sistema che previene il bloccaggio della ruota agendo sulle pinze. Il principio di funzionamento è abbastanza semplice: il dispositivo, attraverso i suoi sensori (ruote foniche), misura la velocità di rotazione delle ruote e non appena si accorge che essa si è bloccata o sta per bloccarsi, ne “rallenta” la forza frenante agendo sull'impianto idraulico della pompa freno. In questo modo, si evita che la ruota slitti e che il conducente possa perdere il controllo del mezzo.
Per di più, con l’uso dell’ABS gli spazi di frenata vengono notevolmente accorciati, rispetto a quelli che un motociclista medio riesce ad ottenere senza ABS (in realtà ciò è vero prevalentemente per i veicoli con più di due ruote, mentre per i motoveicoli, l'obiettivo primario è non quello di accorciare lo spazio di frenata, bensì quello di evitare una caduta in conseguenza del bloccaggio di una delle due ruote. Infatti l'ABS per uso pistaiolo, tarda ancora ad affermarsi, in quanto la frenata è ancora più "lunga" rispetto ad un impianto tradizionale). Per migliorare ancora l'efficacia della frenata è stato introdotto il CBS.
CBS
Ideato e sperimentato per la prima volta sugli scooter della gamma Honda, il sistema CBS (frenata combinata) è stato il primo a dare una vera svolta alla sicurezza in moto, capace di trasmettere al pilota tanta sicurezza su qualsiasi tipo di asfalto. Molto semplice quanto ingegnoso, questo sistema sfrutta un circuito idraulico a pistoncini capace di ripartire parte della forza frenante su ambedue i dischi (anteriore e posteriore). In pratica quando si aziona la leva del freno anteriore, parte della pressione all'interno del circuito viene ripartita, mediante una valvola, sul freno posteriore; viceversa, quando si aziona la leva del freno posteriore, una valvola ritardante agisce su quello anteriore. Tutto ciò assicura una ripartizione ideale della frenata, anche se viene azionata una leva sola, se invece vengono utilizzate ambedue le leve (come si dovrebbe sempre fare), il veicolo risponde in maniera pronta e decisa al pari di una moto stradale. Tale sistema è presente sulle due ruote con un solo disco anteriore, per le altre moto con due dischi all'anteriore viene utilizzato il Dual CBS.
Dual CBS
Il sistema di frenata Dual CBS, ampiamente sperimentato su modelli di punta della HONDA, come ad esempio VFR e CBR1100XX, consente frenate sicure e una riduzione degli spazi di arresto, a tutto vantaggio del pilota principiante. Nato dall'evoluzione dell'ormai conosciuto CBS, adotta la sigla "dual" perché il suo funzionamento è applicato ai due dischi anteriori, presenti soprattutto nelle moto stradali di nuova generazione. Il Dual CBS riduce il rischio di bloccaggio della ruota anteriore e soprattutto previene un affondamento precoce della forcella, a tutto vantaggio della stabilità.
Fonte: Sicurmoto.it
Un'altra forma di sicurezza attiva sono le gomme
Oggi, buona parte dei motociclisti cerca dalla propria moto velocità e prestazioni "limite", trascurando l’aspetto più importante della sicurezza attiva: le gomme, unico punto di congiunzione tra la ricca cavalleria del motore e la strada, elemento che non deve essere mai trascurato o preso poco in considerazione. La tecnologia adottata sulle moto, da qualche anno ha fatto passi da gigante: ormai non fa più impressione vedere girare per strada “bolidi” uguali a quelli utilizzati da Valentino Rossi o Loris Capirossi in MOTO GP! Le moto del nuovo millennio sono concepite e costruite per regalare al pilota, il puro piacere di guida e la sicurezza in tutte le condizioni. Una volta 100 cavalli per una 600 cc sembravano quasi impossibili, mentre adesso sono facilissimi da trovare in qualsiasi moto. Pertanto è molto importante non trascurare la tenuta di strada e quindi le gomme.
Come distinguere una gomma USURATA da una INVECCHIATA?
La gomma usurata, come dice la stessa parola, è facilmente riconoscibile, perché caratterizzata da un evidente stato di usura del battistrada o da sfaldamenti dovuti al chattering della moto, ovvero le oscillazioni rapide della sospensione, che si comprime e si estende in maniera ciclica quando la moto è inclinata; ovviamente questo è un fenomeno che si manifesta solo alle alte velocità. Guidare con una gomma in questo stato può essere molto pericoloso, perché limita la sicurezza della moto, sia in condizioni di bagnato che di asciutto. Neanche l'ABSpotrà esservi di aiuto con queste gomme.
Gomma invecchiata
Una gomma invecchiata, è più difficilmente riconoscibile rispetto ad una usurata. Questo perché la gomma sembra ancora buona, come appena acquistata, ma in realtà nasconde delle insidie che il motociclista esperto avverte, ma il guidatore comune potrebbe sottovalutare. Per riconoscere quindi una gomma invecchiata, bisogna analizzare il comportamento della moto su strada. Se questa tende a perdere facilmente aderenza o slittare in accelerazione, allora è probabile che la gomma sia da cambiare. Ma per esserne certi bisogna guardarla da vicino: se si presenta crepata e molto dura, anche dopo numerosi chilometri (quindi non va in temperatura), allora è davvero arrivato il momento di sostituirla.
Quant'è la vita media di una Gomma?
Le gomme dopo un certo periodo, che può andare da 7 mesi ad un anno e mezzo (dipende dal tipo di mescola), si induriscono o "cristallizzano"(fenomeno che si manifesta quando le gomme subiscono ripetutamente shock termici) e così facendo perdono quella che è la loro elasticità meccanica, fondamentale per una buona tenuta di strada. Quantizzando in chilometri, sarebbe bene non superare i 6/7mila chilometri per le moto sportive, mentre per gli scooter si può tirare avanti sino ad un massimo di 12mila.
Fonte: SicurMoto.it
Sicurezza passiva
La sicurezza passiva entra in gioco, quando tutti i dispositivi che abbiamo citato nel precedente capitolo, non sono stati sufficienti ad evitare situazioni potenzialmente pericolose o, addirittura, un urto violento. A questo punto agiscono gli apparati ed i sistemi di sicurezza passivi.
Sicurezza passiva (abbigliamento tecnico)
Usare l'abbigliamento giusto, ci permette di guidare in tutta sicurezza e goderci appieno le nostre amate due ruote. Qui una recensione sui prodotti migliori ed i loro prezzi di mercato. È passivo quel sistema che protegge il centauro in caso di incidente.
Vediamo nello specifico l'abbigliamento tecnico:
Casco
L'utilizzo del casco è sempre stato oggetto di grandi discussioni e di battaglie a suon di nuovi articoli del CdS. Finalmente, sembra che la cultura stia cambiando e sempre più persone lo indossano regolarmente. Tuttavia, visti anche i dati istat sugli incidenti stradali, che nell'anno 2005 hanno causato il decesso di numerosissime vittime, è bene ricordare a tutti che, solo l'uso di un casco omologato, può davvero salvare una vita. Al fine di evitare spiacevoli conseguenze in caso di incidente, il casco viene sempre in nostro aiuto. Quando scegliete un casco assicuratevi di seguire alcune piccole regole che vi aiuteranno all'acquisto; ma vediamo assieme come orientarci.
Occhio a come calza ed al cinturino!
Assicurarsi innanzitutto che il casco calzi in maniera perfetta e confortevole, senza risultare troppo largo, ma di contro non impressionatevi se vi sembrerà stretto, perché dopo qualche tempo l'imbottitura si modellerà al vostro viso (per questo motivo... il proprio casco, non va fatto indossare a nessun altro). Un casco perfettamente aderente, eviterà di oscillare o muoversi una volta in moto, garantendo un perfetto funzionamento anche in caso di impatto. Tenete il casco indossato dal vostro rivenditore per qualche minuto, se avvertite fastidiose pressioni al volto o alla nuca, evidentemente la misura o il modello non è quello che fa per voi. Particolare attenzione al cinturino, che deve essere di buona fattura. Se presenta l'attacco a sgancio rapido, assicuratevi che questo sia agevolmente azionabile in qualsiasi situazione. Infine controllate che una volta indossato, il casco vi permetta di percepire i rumori esterni, come il clacson delle auto o frenate improvvise, e che non limiti la visuale di ciò che vi circonda. Ricordatevi che anche i caschi migliori hanno una vita limitata, oltre la quale sarebbe bene sostituirli, pertanto 2/3 anni di utilizzo giornaliero sono più che sufficienti.
Ricordate sempre che in caso di impatto il casco non si deve muovere.
L'omologazione: elemento essenziale
Altro elemento importantissimo è l'omologazione. Tutti i caschi in commercio devono essere omologati ai sensi della normativa Europea. Facilmente riconoscibili perché al loro interno, presentano un'etichetta composta da un cerchio dentro al quale si trova la lettera E, seguita dal numero distintivo del paese che ha accordato l'omologazione (per l'Italia è il 3), e dal numero d'omologazione. L'etichetta deve essere cucita sul sistema di ritenzione del casco. I vecchi caschi con omologazione D.E.M. sono ormai stati ritirati dal commercio, ma possono essere utilizzati solo sui "cinquantini". Ovviamente è bene sbarazzarsene al più presto, per passare ad un casco Jet o meglio ancora un integrale, più sicuro e al passo con la normativa.
Per chi vuole il massimo senza compromessi
Se possedete una moto potente ed altamente performante e siete sempre alla ricerca di forti emozioni e della prestazione limite (da sfogare in pista ovviamente), il casco più adatto a voi è un super leggero in Kevlar-Carbonio, che vi consente di non affaticare il collo e sopratutto ha una resistenza agli impatti molto elevata.
Infatti, questi caschi sono stati progettati e realizzati direttamente dal mondo delle corse, per ottenere il massimo in ogni condizione. Se siete disposti a spendere cifre consistenti, allora questo è quello che fa per voi.
Per chi vuole spendere il giusto
Ovviamente non potevamo dimenticarci degli "scooteristi", vasto popolo che affolla le caotiche città italiane. Per loro, la scelta è altrettanto vasta; l'importante è non orientarsi sulle famose "padelline", severamente vietate dal codice della strada. Anche per questa categoria di motociclisti è bene scegliere un casco in resina HIR-TH: leggeri, comodi e sicuri per l'uso cittadino
Attenzione, perché in commercio potreste trovare caschi regolarmente omologati, che però sono fuori legge, lo si apprende da due decreti del capo dipartimento dei trasporti terrestri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, datati entrambi 8 ottobre 2004 e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n.243 del 15 ottobre 2004.
Questo ha portato al ritiro dal mercato di tutti i seguenti caschi:
1) il casco protettivo di marca Woodex, tipo W 2003/05 (con numero di serie superiore a 70400) fabbricato dalla siciliana Woodex Helmets S.r.l. (ME);
2) il casco protettivo di marca Criko, nei modelli Criko, CK, Malbo, Gem, ZKI, Asyhang, Omega, First, Xanicee, Woaza, tutti fabbricati dalla toscana Criko Helmets S.a.S (LU).
Fonte: Sicurmoto.it
Giubbotto Tecnico
C'è solo l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda i giubbotti da moto, si va da quelli in pelle, a quelli più tecnici in materiali compositi ad altissima resistenza. Tutti i modelli sono studiati e progettati per regalare al centauro la massima sicurezza in caso di caduta, un ottimo confort d'utilizzo ed una buona protezione dagli agenti atmosferici. La tecnologia delle gare, viene ormai abitualmente portata nell'uso giornaliero per venire incontro al motociclista più esigente.
Ad ogni Motociclista il suo giubbotto
Giubbotti in pelle: ottimi in qualsiasi stagione specialmente se sfoderabili, rappresentano spesso la scelta ideale per chi possiede una moto stradale, garantendo un'ottima aderenza al corpo, evitando così fastidiose turbolenze, anche alle alte velocità, a tutto vantaggio del confort di guida. Un aspetto positivo della pelle, è che si adatta perfettamente alla corporatura di ogni pilota, in quanto sufficientemente elastica; di contro, però, questi giubbini proteggono poco dal freddo ed hanno una impermeabilità limitata. Equipaggiati con protezioni quasi indistruttibili prodotte in KEVLAR o TITANIO, i giubbotti in pelle si piazzano nel gradino più alto della scala dei giubbotti più sicuri.
Giubbotti in tessuto: anche in questo campo sono stati fatti passi da gigante, i tessuti che vengono utilizzati hanno raggiunto altissimi livelli di robustezza paragonabili ai giubbotti in pelle. I materiali più usati per creare questi giubbotti sono la CORDURA ed il GORE TEX, ambedue ottenuti dalla lavorazione di particolari polimeri che garantiscono un'ottima resistenza alle abrasioni, leggerezza e una facilità di manutenzione. Questi materiali sono stati studiati, per rimanere asciutti anche se esposti al nubifragio più violento e anche se si dovessero presentare apparentemente bagnati, questi si asciugano in pochissimo tempo (in realtà ciò vale per i capi in GoreTex in quanto quelli in cordura, benchè possano presentare un trattamento impermeabilizzante, difficilmente riescono ad evitare di bagnarsi, se si guida a lungo sotto la pioggia). Sui giubbotti di buona qualità anche le tasche esterne sono impermeabili, garantendo così di mantenere asciutti cellulare e portafogli pur tenendoli a portata di mano.
Un altro vantaggio di questi tessuti è la comodità e la vestibilità, ciò significa che potrete indossare questi giubbotti, anche una volta scesi dalla moto. Ovviamente anche su questi modelli non mancano le protezioni per spalle e schiena, disegnate appositamente per aderire perfettamente al corpo e per regalare al motociclista confort e sicurezza. Per quanto riguarda colorazioni e modelli, c'è solo l'imbarazzo della scelta, in più il rapporto qualità/prezzo è sempre favorevole, l'importante è scegliere il prodotto giusto che viene incontro alle vostre esigenze.
Fonte: Sicurmoto.it
Guanti
Guidare senza un adeguata copertura alle mani, diventa spesso problematico e chi la moto la usa 365 giorni l'anno, conosce bene l'importanza di questo accessorio. Le aziende produttrici, hanno dato libero sfogo alla fantasia creando guanti pensati per il confort e la sicurezza del centauro, in qualsiasi condizione meteorologica. La tecnologia maturata nei campi di gara, viene ormai abitualmente adoperata nell'uso quotidiano per far fronte alle maggiori richieste dei motociclisti. Per prevenire fastidiose abrasioni alle mani in caso di scivolate, sarebbe bene indossare sempre guanti con protezioni su nocche e polsi, questi offrono una protezione ottimale non rinunciando però al confort.
Ovviamente sul mercato esistono molti modelli, da quelli in fibra di carbonio a quelli in Kevlar, dal rapporto qualità/prezzo molto interessante.
Fonte: Sicurmoto.it
Tuta intera o divisibile?
Tuta intera: studiata per garantire la massima sicurezza in pista, è dotata di protezioni in materiale termocomposito per spalle, gomiti e ginocchia. Le tute sono altamente resistenti agli urti e alle abrasioni. Nei prodotti di qualità superiore, non è difficile trovare inserti in carbonio o titanio, che garantiscono sicurezza e solidità. Tanto sicura e comoda in sella alla moto, quanto limitante nei movimenti e scomoda una volta scesi. Ma ovviamente questa è realizzata per un uso prettamente "pistaiolo", anche se non è difficile vedere qualcuno che la indossa per la gita domenicale.
Tuta divisibile: come quella intera, anche questa tuta è studiata per la pista e per offrire massima sicurezza al centauro, ma nello stesso tempo pensata per regalare un po' di confort una volta scesi dalla moto. L'ideale per tutti coloro che non vogliono rinunciare alla sicurezza pur non sacrificando il confort. Il suo utilizzo è molto semplice, basta sganciare la cerniera che c'è tra la vita del pantalone e la parte inferiore del giubbotto, in un attimo vi ritroverete come se indossaste due indumenti separati.
Tra l'altro, dal punto di vista economico queste offrono un buon compromesso, accontentando così su due fronti i motociclisti più esigenti.
Fonte: Sicurmoto.it
Scarpe tecniche da moto
Le calzature in moto sono importanti al pari di quanto finora descritto. Per evitare di ripetere cose già scritte vi rimando al link di un articolo ben scritto da michelevalente.
Consigli su stivali per moto - stradale, sportivi o da turismo.
Ho appositamente voluto lasciare per ultimo, ma non meno importante nella sicurezza passiva, l'uso di un paraschiena omologato. Vi rimando a un mio articolo di qualche tempo fa:
Sicurezza Abbigliamento: Il Paraschiena
Tenendo in considerazione la definizione di sicurezza passiva, rientrano tra i dispositivi di questo ambito anche i guard-rail e le strutture di smorzamento degli urti presenti su strade ed autostrade. Anche in questo caso per descrivere al meglio i pro ed i contro dei guard-rail, ci viene in aiuto un altro bell'articolo scritto da Ark91 "Guardrail Assassini"
Come motociclisti, quindi membri di una comunità particolarmente sotto tiro, tenete conto che ogni volta che salite in sella, diventate ambasciatori dell'intera categoria. La vostra condotta di guida è osservata e valutata, da ogni altro utente della strada ed è quindi essenziale che utilizziate le vostre capacità critiche, per guidare in maniera corretta, rispettosa e sicura. In questo modo darete il vostro piccolo contributo a cambiare, non solo l'immagine del motociclista nell'opinione pubblica, ma anche a proporre un modello di sicurezza stradale, diverso da quello dominante al momento. Lavorare sulla mentalità della gente richiede tempo, ma è l'unico modo per cambiare le cose in maniera duratura.
Gli Articoli riportati sono stati raccolti dalle seguenti fonti:
Desidero ringraziare: ory, SpanknapS, BlackSkorpion, House-Gregory, Claraluca e Iskander66 per la collaborazione offerta alla realizzazione dell'Articolo, Claudio Cangialosi responsabile redazione e contenuti di SicurMOTO per la concessione alla pubblicazione degli Articoli riportati.
Come sempre... buona strada