FUNZIONI DEL CARBURATORE
Le principali funzioni del carburatore sono:
- formare una miscela di combustibile e comburente che sia omogenea ed infiammabile;
- alimentare il motore con una quantità variabile di questa miscela.
E' disponibile anche
quest'altro articolo sul funzionamento del carburatore.
La formazione della miscela si ottiene nel momento in cui il
carburante, all'uscita del polverizzatore, viene
investito dal flusso d'aria generato dalla depressione creata dal
pistone durante la fase d'aspirazione.
Il dosaggio della miscela deve rimanere nei limiti della sua
infiammabilità che, nel caso di miscela ottenuta con una normale
benzina, avviene con rapporti aria/benzina compresi tra 7:1 e 20:1.
Nell'ambito di questi limiti (rispettivamente ricco e povero) per avere
una buona combustione ci si deve avvicinare al valore stechiometrico
con valori reali compresi tra il 14,5 e 15:1.
Il dosaggio stechiometrico è quello che permette la
completa combustione della miscela con la formazione di soli vapore
acqueo ed anidride carbonica ed è diverso ogni carburante. Per le
normali benzine va da 14,5:1 a 14,8:1.
Nota: Tutti questi rapporti s'intendono sempre espressi e calcolati in
peso e non in volume.
Il corretto titolo di miscela è fondamentale per massime prestazioni e
minori emissioni inquinanti.
La valvola gas è il principale organo di
modulazione della potenza del motore.
Nei carburatori motociclistici è di tipo a serranda, piatta o
cilindrica, e nelle versioni più evolute trascina nel suo moto lo spillo
conico
REGOLAZIONE DEL TITOLO DI MISCELA
Per regolare la carburazione, bisogna sempre riferirsi alle varie
aperture della valvola gas perché ad ogni apertura funziona un circuito
diverso del carburatore.
Tuttavia, esistono carburatori molto semplificati che non consentono
una carburazione "fine" ma solo un corretto dosaggio del massimo e la
regolazione del regime minimo. (es.: Dell'Orto serie SHA)
Per la regolazione della carburazione si parte di consuetudine dal getto
del massimo, in modo da mettere al sicuro il motore da
surriscaldamenti (provocati da miscele troppo povere di benzina).
Le prove vanno effettuate a vari regimi ma sempre a pieno carico (gas
tutto aperto) per determinare il più grande getto possibile che non dia
luogo a rifiuti di carburazione, individuabili soprattutto con un
funzionamento irregolare nei 2tempi e col deposito di residui
fuligginosi sulle candele dei 4tempi.
Si parte sempre da "troppo ricca" perché più prudente per il motore
mentre una carburazione troppo magra non dà malfunzionamenti evidenti,
oltre alla scarsa potenza.
Gli elementi di taratura che controllano le varie aperture della
valvola gas sono:
- da 0 ad 1/8 (PRIMA APERTURA) regolazione VALVOLA GAS e VITI MISCELA o ARIA
- da 1/8 ad ¼ (PASSAGGIO) GETTO DEL MINIMO e SMUSSO VALVOLA GAS
- da ¼ a ¾ (PROGRESSIONE) POLVERIZZATORE e SPILLO CONICO
- da ¾ al max (MASSIMO) GETTO DEL MASSIMO
C'è da dire che esiste una certa interferenza di funzionamento
tra i vari circuiti per cui la regolazione di uno incide leggermente
anche all'inizio del funzionamento del successivo.
Per esempio lo smusso della valvola gas continua ad influenzare
leggermente la carburazione fino a circa ½ dell'apertura.
I carburatori Dell'Orto più utilizzati, del tipo a spillo e con
vaschetta centrale, "accettano" inclinazioni di montaggio da 0 a 40°
verso il motore. Per il fuoristrada, è consigliata l'inclinazione di
30°.
Tener presente che qualsiasi intervento sul filtro aria o sul solo
cornetto di aspirazione (ove sostituibile), comporta una modifica della
carburazione.
I corpi dei carburatori sono costruiti con pressofusioni di ALLUMINIO,
ZAMA e anche ELECTRON per particolari esigenze di leggerezza mentre per
gli elementi di taratura si ricorre all'ottone.
LA SCELTA DEGLI ELEMENTI DI TARATURA
Scelta del diametro del diffusore
Il criterio per la scelta del carburatore ideale deve tener conto della
potenza che il gruppo termico, alimentato dal singolo carburatore,
sviluppa.
Esistono delle tabelle indicative, fornite dalla Dell'Orto e da altre
Case costruttrici, derivanti da prove sperimentali che suggeriscono un
range di misure possibili per un'ottimale alimentazione di un singolo
gruppo termico in rapporto alla potenza erogata.
Per una corretta interpretazione bisogna tener conto che:
- Un diffusore di grande diametro può permettere l'erogazione
di maggiore potenza ai più elevati regimi di rotazione del motore, cosa
che si traduce con una maggiore velocità massima; ma il solo aumento
del diametro del carburatore non garantisce di per sé un sicuro aumento
della potenza, dipendente da molti altri fattori.
- Un diffusore di piccolo diametro garantisce invece una
migliore ripresa, quindi la scelta del diffusore ideale deve realizzare
il miglior compromesso possibile tra le esigenze di potenza e ripresa.
- Come norma empirica utilizzabile nelle elaborazioni, si può
adottare la regola di aumentare il getto del massimo di circa il 10%
per ogni millimetro in più di aumento del diametro del carburatore,
senza modificare gli altri elementi di taratura.
- Cambiando carburatore, conviene utilizzarne un altro già
tarato per un motore simile (soprattutto nel ciclo: 2T o 4T) a quello
utilizzato, in modo da poter contare su di una carburazione base
sicuramente già più vicina a quella definitiva.
- Conviene effettuare la messa a punto fine della carburazione direttamente sui campi di gara e su motori perfettamente rodati e che abbiano già raggiunto uno stabile equilibrio termico.
Si segnala anche un articolo
sui carburatori a depressione nel quale si parla dei
compromessi di scelta del diametro del diffusore.
Scelta della valvola a spillo
Negli impianti di alimentazione a caduta, il diametro della valvola
a spillo dev'essere sempre maggiore di circa il 30% del
diametro del getto di massima.
Negli impianti alimentati da pompa, il suo diametro deve invece essere
inferiore a quello del getto.
Scelta del galleggiante
Tenendo presente che sui motori da competizione è preferibile
utilizzare carburatori con galleggianti ad elementi indipendenti,
bisogna scegliere il peso del galleggiante in base al ciclo del motore:
leggero per i 2 tempi e pesante per i 4 tempi.
I galleggianti vanno poi regolati deformando gli arresti di chiusura in
base a delle misure suggerite dalle Case.
Scelta del getto d'avviamento
Ove presente, il getto d'avviamento è l'unico elemento di taratura
deputato a fornire il giusto titolo di miscela necessario per
l'avviamento del motore.
Difficoltà di avviamento possono essere risolte variando il diametro di
questo getto e la posizione dei fori di emulsione dell'aria, che
determinano la quantità di miscela erogata nella fase di avviamento:
quando questi fori sono praticati verso l'alto diminuiscono la quantità
di miscela erogata e quando sono bassi l'aumentano.
Rilevando eccessiva ricchezza o povertà di miscela dopo dei tentativi
di avviamento, si rimedia variando la posizione di questi fori di
emulsione.
Mentre se il motore, una volta avviato, non rimane in moto per almeno 1
minuto col dispositivo di avviamento inserito, bisogna intervenire sul
diametro del getto.
Minimo con vite regolazione miscela
La vite di regolazione miscela è presente sui carburatori a valle della
vite valvola, ovvero verso il motore.
Questa vite controlla, come già detto, il titolo della miscela nel
primo ottavo di apertura della valvola gas.
Svitandola aumenta il titolo della miscela fornita, avvitandola fino a
chiuderla smagrisce.
La procedura di regolazione prevede il preventivo controllo del gioco
del cavo dell'acceleratore, che dev'essere di circa 1mm.
Poi si provvede ad aumentare il minimo (agendo sulla vite valvola)
portandolo a circa 1200-1300g/' se il motore è a 2T, un po' più alto
anche 1500g/' se 4T.
La vite dev'essere svitata di almeno 1 giro e mezzo. Ciò perché se
troppo chiusa, può fornire un'insufficiente quantità di miscela (e
quindi d'olio in un 2T senza mixer!!) in fase di rilascio
dopo un allungo ad alto numero di giri.
Col minimo così accelerato, si cerca una regolazione della
vite miscela che consenta la massima regolarità al motore, non importa
se ad un regime superiore o inferiore a quello impostato.
Trovato il funzionamento più regolare, si provvede ad abbassare il
regime fino al minimo voluto, agendo sulla sola vite del minimo.
Minimo con vite di regolazione aria
La vite di regolazione aria è presente a monte della valvola e,
controllando un flusso aggiuntivo d'aria, funziona al contrario della
vite miscela, svitandola smagrisce la miscela formata nel primo ottavo
di apertura.
Tenendo presente questo, la procedura di regolazione è pressoché
identica a quella della vite miscela.
In tutt'e due i casi può essere utile apportare degli affinamenti di
regolazione anche dopo aver riportato il regime minimo al valore
prestabilito.
Scelta del getto del minimo
Se aprendo lentamente la valvola gas fino ad ¼, il motore prende giri
in modo lento ed irregolare, il getto del minimo è
troppo piccolo.
Ma ciò può essere riscontrato anche nel caso di errata regolazione
delle viti aria o miscela.
Quando nelle stesse condizioni si riscontra fumosità e funzionamento
"gorgogliante" del motore il getto è troppo grande. Come sopra, può
dipendere anche da errata regolazione delle viti del minimo.
Scelta del polverizzatore
La scelta del polverizzatore sta alla base della carburazione, in
quanto questo elemento di taratura, assieme alla regolazione del
galleggiante, influisce su tutto l'arco di utilizzo del motore e su
tutte le aperture della valvola gas.
Di norma si parte dalla regolazione del galleggiante per poi decidere
il tipo ed il diametro del polverizzatore da usare.
Possiamo dividere i polverizzatori in due tipi fondamentali: areati
e non areati.
Generalmente, ma non sempre, i polverizzatori non areati e con parte
terminale "bassa" o corta sono utilizzati più vantaggiosamente sui
motori a 2 tempi mentre quelli areati e con terminale alto più sui 4
tempi.
Ma in realtà i polverizzatori "bassi" che tendono ad ingrassare la
carburazione nelle fasi di progressione, vengono impiegati soprattutto
per motori sportivi in genere mentre i polverizzatori "alti" sono più
adatti a motori tranquilli. Nell'ambito dei polverizzatori alti, sui 4
tempi è possibile ingrassare o smagrire ulteriormente il passaggio
scegliendo dei polverizzatori con fori di aerazione praticati sulla
parte bassa (per ingrassare) o sulla parte alta (per smagrire).
Scelta dello smusso valvola
Le valvole gas presentano uno smusso, dal lato
aspirazione aria, dall'altezza identificata in decimi di millimetro e
impressa sul lato inferiore del componente.
Attraverso la scelta di questo smusso si può intervenire ingrassando o
smagrendo la carburazione in maniera molto avvertibile nel primo quarto
di apertura, un po' meno nel secondo quarto.
Una corretta scelta dello smusso è molto influente nella prima apertura
di gas, dopo la percorrenza di una curva oppure affrontando un salto in
fuoristrada.
Scelta dello spillo conico
La scelta di questo componente è quella che richiede la maggiore
sensibilità da parte di chi collauda la moto.
La conformazione dello spillo condiziona la carburazione all'incirca da
¼ a ¾ di apertura della valvola gas con la possibilità accessoria di
anticipare o posticipare il suo effetto grazie a delle tacche (per lo
più da 3 a 5) che permettono il suo montaggio più o meno alto.
Generalmente il montaggio di riferimento per uno spillo nuovo è quello
che prevede il blocco alla seconda tacca a partire dall'alto; questo è
anche il montaggio che quasi sempre si trova nelle tarature di fabbrica.
Gli spilli conici NON SONO SEQUENZIALI ma i suoi numeri identificativi,
anche se apparentemente progressivi, sono dei semplici codici di
riferimento per l'identificazione di ogni modello.
Per conoscere le sue misure caratteristiche, una misurazione effettuata
con un calibro non è abbastanza precisa in quanto alcune sue quote sono
centesimali e ricavate su superfici coniche.
Le misure caratteristiche di uno spillo, data per scontata
l'appartenenza ad una serie specifica (identificata da una lettera)
sono:
- numero tacche di montaggio
- diametro parte cilindrica
- lunghezza parte conica
- diametro di punta
Per complicare le cose, esistono anche spilli molto
particolari che presentano due tratti di conicità diverse; ma il loro
utilizzo è riservato alla risoluzione di particolarissimi problemi di
affinamento della carburazione.
La loro scelta si fa, conoscendo le loro misure caratteristiche
riportate su tabelle pubblicate dalle Case costruttrici dei
carburatori, in base alle diverse esigenze di titolo a seconda delle
aperture della valvola gas tenendo presente che:
- il diametro del tratto cilindrico parzializza la sezione del polverizzatore più o meno fino a metà dell'apertura del gas;
- la lunghezza (e quindi l'inizio) del settore conico "libera" sezione utile di passaggio a partire dal tratto successivo di apertura;
- il diametro di punta (in rapporto al diametro del tratto cilindrico, che però varia di poco) determina in effetti la conicità, e quindi la rapidità d'ingrassamento nell'ultima fase d'intervento dello spillo.
Determinazione del getto del massimo
Il getto del massimo è il primo elemento di
taratura da determinare in una prova pratica in quanto l'utilizzo di un
getto del massimo troppo piccolo può comportare seri problemi al motore
derivanti da surriscaldamento, ed anche scarsa lubrificazione nel caso
di motori a 2 tempi privi di miscelatore automatico.
Infatti si parte per prudenza da un getto "sicuramente" troppo grande
per poi trovare quello giusto.
Inoltre i sintomi di carburazione eccessivamente ricca sono più
facilmente avvertibili di quelli causati da carburazione magra.
Una getto del massimo troppo grande causa evidente fumosità, nel caso
di motore a 2 tempi, e comunque sempre una limitazione del regime
massimo, come una sorta di limitatore.
Per contro, un getto troppo piccolo, pur non causando malfunzionamenti
evidenti, non assicura un pieno sviluppo della potenza ed innalza la
temperatura di combustione in maniera anche pericolosa.
IMPORTANTE: Può succedere che oltrepassata una certa
misura non si noti nessun cambiamento nel funzionamento del motore.
Ciò è dovuto al fatto che in nessun caso la SEZIONE del getto del
massimo dev'essere superiore alla SEZIONE residua del polverizzatore
una volta sottratta la SEZIONE della punta dello spillo conico.
Quindi, nella necessità di aumentare ulteriormente il getto del massimo
è necessario procedere incrementando quest'area residua adottando un
polverizzatore di maggior diametro e/o uno spillo dalla punta più
sottile.
ALTRE NOTE SULLA CARBURAZIONE
I motori a 4 tempi hanno spesso bisogno di un
surplus di arricchimento in fase di accelerazione.
Questo extra è assicurato dalla pompa di ripresa a
volte presente su alcuni carburatori di grosso diametro (es.: Dell'Orto
serie PHF e PHM)
L'elemento di taratura che modifica il momento (non la portata)
dell'intervento della pompetta di ripresa (una piccola membrana
azionata da una camma) è una superficie inclinata (la camma in
questione) ricavata sulla valvola gas e corrispondente ad un
martelletto che aziona la pompa.
Questa ralla è ricavata più o meno in alto sulla valvola gas e
scegliendone il tipo appropriato si può variare il margine d'intervento
della pompa sempre in rapporto al grado di apertura della valvola
stessa.
%%%
Per la carburazione di minima, con batterie di carburatori
destinati all'alimentazione singola, di motori pluricilindrici è
necessario il vacuometro, uno strumento che misura la depressione
presente nei singoli condotti d'alimentazione.
Prima fase della carburazione di batteria è il controllo del gioco dei
cavi di comando e poi dell'allineamento delle valvole gas che devono
aprirsi tutte contemporaneamente, da tutte chiuse (viti minimo a zero)
Dopo si procede, tramite la sola regolazione delle viti aria o miscela,
al livellamento delle depressioni presenti nei singoli condotti,
misurando i valori ad un regime minimo accelerato.
Dopo l'operazione si procede alla regolazione del regime minimo agendo
sull'unica vite di regolazione del minimo oppure, ove non presente ed
in maniera più empirica, lasciando connessa l'accensione di un cilindro
per volta e regolando il minimo di ogni singolo cilindro. Finita
l'operazione sarà necessario provvedere ad abbassare il minimo svitando
nella stessa misura tutte le viti del minimo.
FATTORI INFLUENZANTI LA CARBURAZIONE
- variazioni del tipo o delle caratteristiche del combustibile;
- variazioni di pressione atmosferica;
- variazioni di temperatura.
Variazioni di combustibile
Utilizzando combustibili diversi, bisogna tener conto del loro rapporto
stechiometrico procedendo ad aumentare percentualmente il diametro dei
getti al diminuire di tale rapporto, e viceversa.
In alcuni casi, può essere necessario adeguare anche il diametro delle
valvole a spillo.
Variazioni di pressione e temperatura
Variazioni di pressione e temperatura condizionano la densità dell'aria
quindi influenzano la carburazione, nella misura di un arricchimento
della miscela con basse pressioni ed alte temperature, e viceversa.
Anche un aumento di quota comporta un arricchimento della carburazione
per via della minor pressione dell'aria all'aumentare dell'altezza dal
livello del mare.
Quindi:
La carburazione ingrassa spontaneamente al diminuire della pressione,
quindi all'aumentare di quota, e all'aumentare della temperatura
dell'aria aspirata;
La carburazione smagrisce spontaneamente all'aumentare della pressione
e al diminuire della temperatura dell'aria aspirata.
CENNI sugli impianti di SOVRALIMENTAZIONE e di alimentazione
ad INIEZIONE
Il sistema per prescindere dalla pressione atmosferica esiste ed è il compressore,
inventato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale per
permettere ai loro caccia intercettori, con motori a ciclo Otto, di
volare a quote inaccessibili agli stessi motori alimentati a pressione
atmosferica.
Dopo un breve entusiasmo il sistema è stato abbandonato per i motori
motociclistici mentre è ormai d'uso comune per i motori auto e da
trasporto in particolare se a ciclo Diesel.
Le moderne alimentazioni ad iniezione gestite
elettronicamente realizzano, in base a parametri impostati, tutte le
funzioni del carburatore ed anche di più, tenendo conto anche di
parametri variabili come quelli atmosferici, di carburante e di guida.
Ad ogni modo, il carburatore conserva ancora un certo vantaggio di
prontezza che con gli impianti d'iniezione non si è ancora riusciti a
raggiungere. Ma probabilmente ancora per poco…
Altro vantaggio del carburatore è l'affidabilità, data dalla mancanza
di (delicati) componenti meccanici ed elettronici sensibili a scariche
e mancanze di alimentazione elettrica, interferenza con altri
componenti, problemi di cablaggio, eventuali impurità o acqua presenti
nei carburanti, ecc. per cui ancor oggi si preferisce utilizzare i
carburatori nelle applicazioni in cui è richiesta massima affidabilità
e facilità di riparazione, come nel caso di raid motociclistici.
Per intervenire sulle modalità di erogazione delle iniezioni si può:
- variare la pressione di alimentazione dell'impianto sostituendo l'apposito regolatore esterno;
- variare la mappatura che, in memoria, presiede la funzionalità dell'impianto;
- variare i fattori di correzione (i fattori di correzione sono influenzabili indirettamente anche dalla sostituzione di filtro aria, scarico, ecc.)
- regolare la carburazione di minima basandosi sul valore del CO indicato da un'apposita sonda
- variare quantità e qualità dell'aria aspirata intervenendo sugli air-box
%%%%%%
Tenuto conto di quanto sopra esposto, l'altra variabile fondamentale
della carburazione rimane sempre, carburatori o iniezione che sia,
turbo o non turbo: il vostro polso destro.
Ma ricordate che solo in pista si và de_corsa.