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Settembre 2020: Viaggio in Italia - le Dolomiti
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16204425 Inviato: 20 Gen 2021 16:34
Oggetto: Settembre 2020: Viaggio in Italia - le Dolomiti
 

Premessa
Quanti chilometri ci sono dal lago Maggiore, casa mia, a Castello Tesino, luogo dove si svolge da tre anni il DolomiTingavert? Non so dare una risposta precisa, pur avendo partecipato per due volte a questo bellissimo raduno: la prima volta ci sono arrivato passando per la Germania ( icon_eek.gif ), la seconda facendo un tour di circa 1700 km attraverso le Dolomiti!
Ho preparato l'itinerario andando a cercare principalmente strade e passi che ancora non avevo percorso, ne è venuta fuori una full immersion di montagne, panorami e strade veramente piacevole.
In viaggio con me c'è Paolo (ElVufero), anche questa volta siamo solo in due, gli altri consueti compagni di mille scorribande hanno impegni lavorativi. Sono ormai passati più di quattro mesi dal viaggio, forse è ora di raccontarlo!

Lunedì 14 Settembre
La prima tappa, di trasferimento, è piuttosto lunga. Con Paolo ci troviamo ad Agrate alle 8:00, in teoria. In pratica, essendo due ritardatari, arriviamo alle 8:15, facciamo colazione e ripartiamo che è già tardi (cit.).
Pallosissimo trasferimento autostradale fino a Vicenza, quindi verso Valdastico e sulla nuovissima Pedemontana Veneta, da poco aperta, fino a Breganze.
Passiamo davanti agli stabilimenti Laverda (quella delle macchine agricole, le moto ormai sono un lontano ricordo eusa_wall.gif ) e proseguiamo fino a Marostica. Giunti nella città degli scacchi andiamo a cercare la famosissima piazza con la scacchiera, non prima di aver fatto una puntatina al castello superiore confidando in una vista panoramica (che c'era, ma sulla pianura sottostante).

Da Marostica ci spostiamo a Bassano del Grappa, un giretto per la città con passaggio "obbligato" sul ponte degli Alpini, peccato sia in ristrutturazione. Vista l'ora ci rifocilliamo giacché, nei pressi del luogo dove abbiamo lasciato le moto troviamo un bar che pubblicizza bruschette ai funghi e Asiago vecchio.

La moto di Paolo perde un po' d'olio dal carter dello statore, giusto ieri il nostro aveva sostituito le viti arrugginite dal tempo e dalle intemperie con un nuovo set nero fiammante, una stretta ulteriore e si riparte con la speranza che tenga.
Saliamo verso il monte Grappa, incontriamo il primo passo di giornata (Sella di Campo Croce, nulla di che) e, giunti in cima, visitiamo il sacrario che, con i quasi 23000 caduti lì sepolti di cui quasi 20000 ignoti, fa riflettere sull'orrore della guerra e sul tributo in vite umane che ha chiesto alle nazioni coinvolte.

La sensazione di essere in ritardo sulla tabella di marcia ci accompagna fin da stamattina ma ce ne infischiamo. Scendiamo dal monte Grappa verso nord attraversando una serie di piccoli colli fino a raggiungere Caupo dove incrociamo la statale 50 del Grappa e Passo Rolle che percorriamo fino ad Arsiè per salire verso il Passo Celado. Siamo a due passi da Castello Tesino, dove terminerà il nostro viaggio tra qualche giorno, ma abbiamo ancora un bel po' di strada da fare... icon_smile.gif
Ci dirigiamo verso il passo della Baia, ci aspettiamo un tratto sterrato (almeno così lo riportava google maps) ma scopriamo, piacevolmente, che l'intera strada che scende verso Arina è stata asfaltata. Passando per Lamon torniamo sulla strada del Passo Rolle che dopo pochi chilometri abbandoniamo diretti invece al Passo Cereda.

Tempo di una foto con le ombre lunghe e ci rimettiamo in marcia, per la Forcella Aurine raggiungiamo Agordo e la attraversiamo. La vista della sede di Luxottica mi fa tornare alla mente quando, una ventina di anni fa, ero qui per lavoro; in tutti questi anni l'azienda, che già era grande, è cresciuta ulteriormente continuando a rappresentare un punto di riferimento per il territorio.
La successiva salita al passo Duran mi ha fatto venire in mente un aneddoto raccontato sempre venti anni fa da un dipendente di Luxottica: per salire da Belluno ad Agordo dovevano percorrere la ex statale 203 agordina, strada di montagna lungo la valle del Cordevole soggetta a frane, slavine e valanghe; non era infrequente la sua chiusura, in quei casi una delle opzioni era la salita al passo Duran e la Val di Zoldo con il risultato di raddoppiare la distanza e il tempo di percorrenza.

In cima a passo Duran continuiamo a infischiarcene dell'orario (più o meno, almeno una chiamata all'albergo per farci attendere al check-in), ci fermiamo a fare foto e a bere qualcosa al rifugio. Vengo colpito da alcuni poster risalenti agli anni 80, immagini dell'Himalaya che però mi riportano alla mia Valsesia. Scopro in seguito che il rifugio è gestito da Soro Dorotei, guida alpina bellunese e fortissimo alpinista che, nella seconda metà degli anni 80, affrontò diverse salite in Himalaya in spedizioni delle quali facevano parte anche due alpinisti valsesiani: Tullio Vidoni e Martino Moretti, al primo, tragicamente scomparso, è dedicata la sottosezione CAI di Borgosesia alla quale sono tuttora iscritto, il secondo lo conosco personalmente e mi ha fatto da guida in alcune escursioni alpinistiche.
Come è piccolo il mondo.
Ripartiamo dal passo che sono le 19 passate, è settembre e le giornate non sono più così lunghe, scendiamo in val zoldana e risaliamo verso il passo Cibiana. Scende la sera, non amo particolarmente guidare la moto con il buio su strade di montagna sconosciute, supero il disagio e proseguo, arriviamo al passo che è praticamente buio (anche perché la strada è in mezzo al bosco).

Qualche foto dove a spiccare sono il cartello del passo, le luci delle moto e gli inserti catarifrangenti dell'abbigliamento e di nuovo in sella che ci mancano gli ultimi chilometri verso Vigo di Cadore, dove abbiamo prenotato due notti in albergo. Al bivio per Vigo i navigatori, che finora ci avevano condotto in maniera esemplare, ci conducono lungo due strade differenti che però portano entrambe al nostro albergo che scopriamo essere "in the middle of nowhere" eusa_doh.gif come dicono gli anglofoni.
Rimandiamo il check in e le formalità al mattino successivo, chiediamo all'albergatore (che stava per andare a letto, non erano nemmeno le 21 eusa_naughty.gif ) dove avremmo potuto mangiare qualcosa, scoprendo che in paese praticamente non c'è nulla, nel paese vicino raggiungibile a piedi il ristorante osserva il giorno di chiusura, un locale qualche chilometro più lontano non risponde al telefono (scopriremo l'indomani che è chiuso probabilmente in modo definitivo) e che non ci resta altro che inforcare le moto e scendere a Lozzo. eusa_wall.gif
Dopo una rapida doccia ci spostiamo quindi a Lozzo dove troviamo un unico locale aperto. Siamo gli unici avventori non autoctoni, il paese è desolatamente vuoto.
Rischi della vacanza "fuori stagione" che normalmente fa evitare la calca di turisti, a volte anche troppo!
Dopo cena rientriamo in hotel e ci dedichiamo al riposo.

Km: 580
Passi: 18 di cui 16 inediti

Ultima modifica di bastiancontrario il 29 Gen 2021 14:21, modificato 1 volta in totale
 
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16204439 Inviato: 20 Gen 2021 17:41
 

Caro bastiancontrario,
questo report mi ci voleva proprio, sia per prendere spunto per eventuali passi, sia per tornare anche se virtualmente in sella in attesa di tempi migliori.
Me lo rileggerò almeno due o tre volte, sicuro!

Ma continua?? 0509_up.gif
 
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16204481 Inviato: 20 Gen 2021 21:44
 

FireFox152 ha scritto:
Caro bastiancontrario,
questo report mi ci voleva proprio, sia per prendere spunto per eventuali passi, sia per tornare anche se virtualmente in sella in attesa di tempi migliori.
Me lo rileggerò almeno due o tre volte, sicuro!

Ma continua?? 0509_up.gif


Continua sicuramente, questo è solo il racconto del primo giorno. icon_wink.gif
Ho fatto anche io un tour, una full immersion, nel nordest, la settimana prima, in solitaria. Purtroppo le ferie non siamo riusciti a farle combaciare, altrimenti questo report avrebbe riguardato anche me. icon_rolleyes.gif
Attendo anche io il seguito eusa_whistle.gif
 
16204567
16204567 Inviato: 21 Gen 2021 10:09
 

FireFox152 ha scritto:
Caro bastiancontrario,
questo report mi ci voleva proprio, sia per prendere spunto per eventuali passi, sia per tornare anche se virtualmente in sella in attesa di tempi migliori.
Me lo rileggerò almeno due o tre volte, sicuro!

Ma continua?? 0509_up.gif


Continua, continua
A parte scrivere in ritardo di quattro mesi sulla fine del viaggio, è mia abitudine farlo a puntate.
Come un feuilleton del 1800...
Ma che dico un feuilleton, una telenovela argentina di serie B...
Ma che dico una telenovela argentina, la telenovela piemontese! Nota al grande pubblico grazie alla Gialappa's band e famosa perché la sera, a letto, leggevano le pagine gialle! rotfl.gif
 
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16204795 Inviato: 22 Gen 2021 14:39
 

Martedì 15 Settembre
Risveglio e colazione in quello che più che un hotel pare la dependance di Villa Arzilla, a parte due giovani stranieri che probabilmente hanno trovato l'albergo online come noi, il resto degli ospiti è dipendente INPS da qualche anno. Anche questo è uno dei rischi della vacanza fuori stagione che però ha molti pregi. La vista dalla finestra della camera però è spettacolare:

La normativa anti covid ci priva di uno dei piaceri dei soggiorni in albergo: la colazione a buffet (voce del verbo abbuffarsi eusa_doh.gif ) in luogo di una più parca colazione servita che, a onor del vero, in quantità e qualità non ha nulla da eccepire 0509_up.gif .
La giornata di oggi è dedicata al Friuli, si viaggia leggeri, senza borse laterali poiché stasera torneremo qui alla base di Vigo di Cadore.
Prima tappa della giornata, un benzinaio: la spia della riserva sulla mia moto illumina il cruscotto da un po'. Il più vicino è praticamente davanti al ristorante di ieri sera. Scendiamo nell'aria frizzante del mattino settembrino e dopo aver rifornito di carburante le nostre cavalcature, approfittiamo di una fontana dalla parte opposta della strada per fare scorta anche d'acqua. Torniamo sui nostri passi per salire al passo della Mauria, la strada dal Cadore è molto bella sia paesaggisticamente che in fatto di divertimento motociclistico, altrettanto non si può dire della discesa in Carnia, su alcuni avvallamenti si rischia il decollo! eusa_naughty.gif Dalla statale Carnica deviamo seccamente a sinistra per salire al passo del Pura, solo 1428m di quota ma immerso in un bellissimo paesaggio alpino.
La discesa dal passo ci porta al lago di Sauris, bacino artificiale ricavato sbarrando una profonda gola, attorniato da boschi di conifere. Oltrepassata la diga, purtroppo, non si può proseguire: la strada che dovrebbe riportarci nella valle del Tagliamento scendendo la valle del torrente Lumiei è interrotta per lavori.

Facciamo due foto in riva al lago, il panorama merita, e torniamo sui nostri passi verso il passo del Pura e scendiamo nuovamente lungo la strada panoramica che porta verso Ampezzo (che non ho mai capito se ha qualcosa in comune con Cortina...).

Il nostro itinerario devia verso Socchieve e la valle di Preone diretti alla Sella Chiampon, la strada è di quelle che possono essere descritte come "sentiero asfaltato", il passo del Vivione è un'autostrada in confronto. Il percorso si snoda in mezzo al bosco ed è piacevole, poco dopo aver svalicato sbuca sulla strada che porta a Sella Chianzutan, passo caratterizzato dalla presenza di un bar ristorante in cima - noto ritrovo di motociclisti - purtroppo chiuso da anni.
Scendiamo a Verzegnis, passiamo per Tolmezzo e risaliamo verso Paularo. Inizialmente nel percorso avevo inserito la Sella Cereschiatis e il Passo del Cason di Lanza ma Marcello, passato da queste parti la settimana prima di noi, mi ha comunicato che il Cason di Lanza era chiuso, con alcune ricerche su internet vengo a sapere che la chiusura si protrae dal 2018 per crolli di materiale roccioso... chissà quando la apriranno. 0509_down.gif
A Paularo l'appetito si fa sentire, l'orario è consono e troviamo un bar/pub dove c'è un po' di gente. Purtroppo non c'è posto all'aperto, ci tocca l'interno e la voglia di mangiare un piatto tipico friulano si scontra con un menu che prevede pasta alla carbonara dopo che la prima scelta di un panino ci è stata rifiutata per mancanza di pane. eusa_naughty.gif Meno male che la barista/cameriera è carina icon_asd.gif
A stomaco pieno, anche se non pienamente soddisfatto, ripartiamo alla volta della Forca di Liûs per una strada stretta e tortuosa, scendiamo quindi a Paluzza e poi a Sutrio dove inizia la salita del Monte Zoncolan. Lo Zoncolan è famoso per essere uno dei colli più duri scalati dai ciclisti al giro d'Italia (se la gioca con il Mortirolo), all'inizio della salita non ci pare che questa fama sia meritata, ci rendiamo conto delle pendenze solo quando siamo quasi in cima e, soprattutto, durante la discesa: il versante più ripido è quello occidentale che noi percorriamo scendendo, quando arrivo a Ovaro mi rendo conto che il mio freno posteriore si è surriscaldato e non fa più il suo dovere.

Ci portiamo a Comeglians (che, erroneamente, avevo sempre letto Corneglians), e da lì saliamo alla Sella Valcalda. L'idea sarebbe quella di percorrere la Panoramica delle Vette (Monte Crostis), strada in parte sterrata che ci è stata consigliata da Marcello; purtroppo, dopo aver girovagato un attimo in preda ai deliri dei navigatori, ci troviamo di fronte ad una selva di cartelli di divieto e chiusura: abbandoniamo l'idea e mesti torniamo sui nostri passi.

Tornati a Comeglians dobbiamo aggirare la chiusura di una galleria in centro al paese per poter risalire la valle del Piave, passando da Cima Sappada e dall'omonimo paese ci dirigiamo verso le sorgenti del fiume sacro alla patria. La salita alle sorgenti del Piave è su una strada piuttosto stretta e molto ripida, il paesaggio una volta arrivati in cima è spettacolare, circondato dalle vette dolomitiche illuminate dal sole. Nei pressi delle sorgenti c'è un rifugio dove ci concediamo un caffé e due chiacchiere.

Scendiamo per la stessa strada fino a Sappada quindi, lungo la valle superiore del Piave, entriamo in Veneto e, giunti a Campolongo, deviamo a sud in direzione Forcella Lavardet. (foto trovata su internet)

La strada che sale alla Forcella Lavardet è famosa per i 14 tornanti in rapida successione, una serpentina che permette di guadagnare 100 metri di quota in poco più di un chilometro di strada. Un'altra caratteristica della strada, classificata come statale, è quella di essere in parte sterrata. Ultima particolarità di questo tratto stradale lungo la valle del torrente Frison: è chiusa al traffico dal 1993 eusa_doh.gif a causa dei frequenti smottamenti sulle pareti che la delimitano; italianamente però vi sono una serie di deroghe al divieto di transito che fanno sì che ci passino tutti eusa_think.gif ! Saliamo il primo pezzo asfaltato, incontriamo il primo sterrato levigato come un bigliardo, giungiamo ai piedi dei 14 tornanti osservando quanto le forze della natura abbiano la meglio sul lavoro dell'uomo (il letto del fiume è invaso dagli ex muri di contenimento in calcestruzzo armato portati via dalla forza delle acque, arriviamo nei pressi dei lavori sulla diga di captazione acque per l'acquedotto e tutto va per il meglio. Qui, dopo un guado sul torrente fatto di ghiaia che ricopre alcuni tubi in calcestruzzo, inizia il tratto veramente "tosto" della salita. Inizio ad affrontarlo con circospezione finché Paolo non mi sorpassa a velocità molto più elevata della mia, sollevando una nuvola di polvere, ricordo così il detto in voga tra i motociclisti e "scuola di vita" per gli enduristi: "se sei incerto, tieni aperto" e lo applico con il risultato di superare, anche se non proprio agevolmente, quello sterrato malconcio e giungere finalmente alla forcella Lavardet. In cima mi sovvengono due frasi che avevo coniato in occasione di altri sterrati: "La CBF non è adatta per lo sterrato, ma lei non lo sa e ci va lo stesso" e "300kg di leggiadria su sterrato". Con Paolo, che è spesso presente a queste "pazzie", ne ridiamo. Riprendiamo la strada asfaltata, passiamo per Sella di Razzo e Sella Ciampigotto e in poco tempo rientriamo in albergo.
La cena stasera è a Laggio, nel ristorante che ieri era chiuso per turno e che è anche l'unico aperto raggiungibile a piedi, mangio un'ottima zuppa e un frico, la passeggiata per tornare all'albergo è un piacevole post-digestivo (al momento del conto ci siamo fermati a chiacchierare con il barista del locale che ci ha offerto un'ottima grappa) e il sonno non tarda ad arrivare. Domani ci aspetta un'altra bella giornata di moto.

Km: 280
Passi: 16 di cui 10 inediti
 
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16205292 Inviato: 25 Gen 2021 16:46
 

Eccomi a gustarmi il reportino. icon_smile.gif
Interessante la Forcella Lavardet, me la segno, che non si sa mai. icon_wink.gif
 
16205296
16205296 Inviato: 25 Gen 2021 17:08
 

grandissimi!

aspetto il prox episodio
 
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16205304 Inviato: 25 Gen 2021 17:48
 

Grande Bastiano!
C'è SEMPRE bisogno di spunti! eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif
doppio_lamp.gif
 
16205341
16205341 Inviato: 25 Gen 2021 20:34
 

nyxfluo ha scritto:
Grande Bastiano!
C'è SEMPRE bisogno di spunti! eusa_clap.gif eusa_clap.gif eusa_clap.gif
doppio_lamp.gif


Vero! E ultimamente anche tu ne hai offerto qualcuno icon_wink.gif 0509_up.gif
Ecco (anche) perchè i report sono anche utili per gli altri utenti 0509_doppio_ok.gif

A parte pochissimi luoghi raccontati in questo report, per me erano tutti posti già conosciuti: infatti qualche dritta è stata opera mia icon_mrgreen.gif

Adesso aspetto il seguito ( che in parte conosco) eusa_whistle.gif eusa_whistle.gif
 
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16205678 Inviato: 27 Gen 2021 18:11
 

Mercoledì 16 Settembre
Sveglia e colazione a "Villa Arzilla", bagagli pronti e si parte. Per la serata l'idea iniziale era di pernottare dalle parti di Castelrotto, temendo un'altra serata "in the middle of nowhere", abbiamo invece scelto un albergo in centro a Ortisei confidando in un livello di "vita" più alto. Il percorso è ridotto di una quindicina di km che recupereremo domani.
Prima tappa di giornata è la Forcella Zovo, preceduta però da un rifornimento di benzina a Santo Stefano di Cadore, raggiunto attraverso la lunga galleria Comelico (4 km di tunnel).
Siamo praticamente all'imbocco della strada della Forcella Lavardet che abbiamo percorso ieri ma saliremo sull'altro versante per una strada stretta, malridotta e infine per qualche centinaio di metri sterrata fino alla forcella. Per fortuna avevo detto a Paolo che gli sterrati erano finiti! icon_asd.gif La vista dai 1600 metri del passo è molto piacevole, dobbiamo tornare dallo stesso versante poiché la strada che prosegue verso la Val Visdende è sterrata e non ne conosciamo lo stato, vi sono inoltre nefasti cartelli che intimano il pagamento di una quota che non è ben chiaro se per il passaggio o per il parcheggio.

Scendiamo e percorriamo una strada a mezza costa tra villaggi tipicamente alpini fino ad incontrare la statale carnica che successivamente abbandoniamo alla volta di Danta di Cadore e del passo di Sant'Antonio, preceduto dalla Forcella Zambei. Scendiamo verso Padola e da lì sempre lungo la statale carnica, che costeggia il torrente Padola, saliamo per un tratto molto divertente e guidabile al passo Monte Croce Comelico che ci immette in Alto Adige.

Attraversiamo Moso, Sesto e San Candido e siamo a Dobbiaco, in val Pusteria. Da qui deviamo verso sud in direzione Lago di Misurina. Questa strada è trafficata ma lo prevedevo, il lago di Misurina è un catalizzatore di turisti come pochi altri. Poco prima del lago deviamo verso sinistra per prendere la strada a pagamento (20 €) che conduce al rifugio Auronzo, sotto le tre cime di Lavaredo. Prima di giungere al casello del pedaggio è tempo di una sosta foto al lago Antorno nel quale si specchiano le montagne.

Arrivati alla forcella Longeres parcheggiamo le moto di fianco al rifugio Auronzo, ci godiamo il panorama verso Auronzo di Cadore e il lago di Santa Caterina, e tutte le cime dolomitiche che si possono osservare da lassù e facciamo due passi ai piedi di quello spettacolo chiamato Tre Cime di Lavaredo fino alla chiesetta degli alpini.

Le calzature non adatte rotfl.gif ci consigliano di non proseguire fino al rifugio Lavaredo e alla forcella omonima ma di tornare sui nostri passi e dedicarci ad una delle cose che ci vengono meglio dopo i chilometri in moto (o prima? ai posteri l'ardua sentenza): cibarci! 0509_doppio_ok.gif
Il rifugio Auronzo offre, a self service, un ottimo spezzatino di cervo con la polenta, vorrai mica che ce lo lasciamo scappare! eusa_drool.gif
Durante la pausa pranzo vedo sul cellulare una chiamata non risposta di mio padre, non mi chiama praticamente mai e quindi un po' preoccupato lo richiamo subito; verificato che si era trattato di una telefonata partita per errore, gli faccio un po' invidia raccontandogli dove sono, lui ci era stato per la prima volta quasi 50 anni fa con mia madre in viaggio di nozze: operazione invidia riuscita icon_asd.gif
Abbandoniamo la stupenda scenografia delle Tre Cime di Lavaredo per spostarci in un altro angolo di paradiso delle Dolomiti: il lago di Misurina, limpido specchio d'acqua nel quale si riflette il cielo. Peccato che l'azzurro di questa mattina stia lasciando spazio a torme di nuvole nere che arrivano a frotte proprio dalla direzione dove stiamo andando noi (nella foto non si vedono ma vi assicuro che c'erano!).

L'ottimismo ci fa pensare ad un temporale passeggero. E' la volta del Passo Tre Croci che ci conduce a Cortina d'Ampezzo, la perla delle Dolomiti. Oltrepassiamo velocemente la località probabilmente più famosa di tutti i monti pallidi e ci apprestiamo a salire al Passo Giau. Del Giau ho un bellissimo ricordo legato alle mie prime vacanze in moto, nel 2011, ci arrivai dal versante opposto, in una giornata di cielo terso e rimasi colpito dalla bellezza del paesaggio, una cartolina illustrata dominata dall'imponenza del massiccio del Nuvolau. Oggi la cima dell'Averau è incoronata da nuvoloni neri e minacciosi di pioggia che però non sminuisce affatto la spettacolarità del luogo. Facciamo una sosta per goderci il luogo, scattare qualche foto e ammirare il panorama.

Guardiamo ancora una volta il cielo e conveniamo che non sarà questione di prendere acqua oppure no ma se prenderne tanta o poca eusa_doh.gif e con questa certezza partiamo alla volta di Colle Santa Lucia. Poco dopo il valico comincia a piovere, il tetto di una casa a lato strada arriva provvidenziale per permetterci di indossare le antipioggia senza bagnarci da capo a piedi. La fortuna è quasi dalla nostra, non piove moltissimo ma l'asfalto è ben bagnato e sulla strada verso il Pordoi anche un po' scivoloso. Con cautela arriviamo al passo e ci fermiamo per riscaldarci un po' perché la temperatura è piuttosto bassa.

Scendiamo verso Canazei per risalire al passo Sella. Piove di nuovo. Appena superato il valico prendo una deviazione verso sinistra apparentemente incomprensibile, è per raggiungere il Passo Sella geografico (il punto dove svalica la strada è in realtà la Sella del Col de Toi) nei pressi del Rifugio Valentini e raggiungere così il centesimo passo oltre i 2000 metri di quota della mia personalissima collezione 0509_doppio_ok.gif .
La strada non prosegue (ci sarebbe una sterrata per il col Rodella ma le condizioni non sono le migliori per percorrerla e, cosa più importante, c'è una sbarra che impedisce il passaggio eusa_doh.gif ) quindi torniamo indietro. All'incrocio con la strada principale, per evitare la svolta stretta, vado verso monte per poi invertire la marcia al primo spiazzo. Paolo non mi vede e invece scende direttamente verso valle. La discesa, nonostante la strada bagnata (la pioggia fortunatamente cessa), invita a pennellare le curve; il paesaggio invita alla contemplazione. Separati di qualche centinaio di metri scendiamo alla volta della val Gardena, oltrepassiamo Selva e Santa Cristina e giungiamo a Ortisei. L'hotel si trova nella zona pedonale, Paolo resta alle moto (parcheggiate alla buona un po' sul marciapiede eusa_naughty.gif ) mentre io mi reco alla reception. L'albergo ha un comodo garage con l'ingresso proprio a due passi dal punto dove abbiamo lasciato le moto. Prendiamo possesso della camera, molto bella, quasi ci spiace entrare con le antipioggia ancora gocciolanti. Una doccia e siamo pronti a lanciarci nella movida di Ortisei... che è praticamente uguale a quella di Vigo di Cadore eusa_wall.gif solo la cittadina è più curata... rotfl.gif
Cerchiamo un posto dove cenare e la scelta cade su una birreria artigianale un po' fuori dal centro e ai piedi di una discesa che dopo cena dovremo ripercorrere in senso inverso. Mangiamo abbastanza bene (tipici hamburger da birreria), le birre sono molto buone, la cameriera è simpatica. Non c'è il pienone nel locale, un paio di tavoli di avventori solitari (un uomo e una donna) e un gruppo di amici oltre a noi. Alla nostra incertezza sul dolce la cameriera ci convince offrendoci un assaggio della birra per accompagnarlo: è scortese rifiutare...

A cena conclusa risaliamo, io faticosamente - Paolo è più allenato, l'erta salita per tornare in albergo e ci concediamo una sana dormita.

Km: 230
Passi: 14 di cui 11 inediti
 
16205683
16205683 Inviato: 27 Gen 2021 18:31
 

Tre cime di Lavaredo, Misurina, Pordoi, ecc... Posti veramente molto belli. 0509_up.gif
Economico il pedaggio per arrivare al rifugio Auronzo...
 
16206008
16206008 Inviato: 29 Gen 2021 14:27
 

JO74 ha scritto:
Tre cime di Lavaredo, Misurina, Pordoi, ecc... Posti veramente molto belli. 0509_up.gif
Economico il pedaggio per arrivare al rifugio Auronzo...


Economicissimo!
Non si può nemmeno dire, come ad esempio per il Grossglockner in Austria, che sia a servizio di una cinquantina di chilometri con asfalto perfetto.
Anche l'intenzione di limitare gli accessi sembra non funzionare molto: eravamo pur sempre fuori stagione e in settimana ma di gente (e di auto che pagano 30€ di pedaggio) ce n'era parecchia. Non voglio pensare cosa sia ad Agosto.
 
16206040
16206040 Inviato: 29 Gen 2021 18:23
 

bastiancontrario ha scritto:
di auto che pagano 30€ di pedaggio
Alla faccia del... bicarbonato di sodio... icon_eek.gif icon_rolleyes.gif
 
16206048
16206048 Inviato: 29 Gen 2021 19:14
 

Giovedì 17 Settembre
Il nostro bell'albergo in centro a Ortisei ci riserva una colazione all'altezza. La sensazione oggi è quella di essere a Villen Arzillen, succursale tedesca della casa di riposo dei giorni precedenti anche se, a onor del vero, nel tavolo a fianco al nostro c'era una giovane coppia con un bimbo piccolo. E' sempre questione di bassa stagione. icon_mrgreen.gif
Il tragitto odierno non ci farà mancare splendidi panorami e una sequenza di passi che inizia appena fuori Ortisei, attraversiamo la galleria che ci immette sulla strada del passo Pinei verso Castelrotto. Attraversiamo quella che inizialmente doveva essere la meta della tappa di ieri e la vediamo ancora addormentata nel sole del mattino, o almeno così ci piace credere. Vorremmo salire all'Alpe di Siusi ma ci accorgiamo, alla base della salita, che l'accesso ai mezzi privati non è consentito dalle 9:00 alle 17:00. Non ci saremmo riusciti, senza saperlo prima, nemmeno pernottando a Castelrotto (si vede che non siamo amanti delle levatacce? icon_asd.gif ).
Sarà per una prossima volta, proseguiamo attraverso Telfen, Fié allo Sciliar, passo Nigra e iniziamo a vedere la devastazione lasciata dal passaggio della tempesta Vaia, un'immensità di alberi caduti. Arriviamo al passo di Costalunga e ci fermiamo per un caffé.

Torniamo indietro e ci dirigiamo verso il lago di Carezza dove sostiamo per qualche foto. Il lago è un gioiello delle Dolomiti, lo avevo già visto anni fa e quindi è ancora più impressionante rivederlo dopo il passaggio della tempesta, con una buona parte degli alberi che lo circondavano che hanno lasciato posto a radure costellate di ceppaie. La devastazione ha impiegato pochi minuti, la rinascita dei boschi impiegherà moltissimi anni.

Dopo un necessario rifornimento di benzina saliamo al Passo San Floriano a Obereggen, da lì al passo Lavazé e al vicino passo Oclini (che vale l'andirivieni, oltre che per aggiungere un passo alla collezione, per il panorama che si può godere dalla sommità). Anche questa zona è stata molto colpita dalla tempesta Vaia (ricordo ad esempio che uno dei team del programma TV Undercut, l'oro di legno lavorava nei pressi del passo Lavazé), abbiamo modo di vedere alcuni mezzi utilizzati dai tagliaboschi e anche una squadra al lavoro a caricare tronchi.


Siamo in contatto con un amico di Mestre che oggi, di riposo dal lavoro, ha deciso di raggiungerci per fare qualche chilometro con noi. Mentre noi siamo al passo Lavazé loro sono ancora indietro, ci accordiamo per incontrarci più avanti, a Cavalese che raggiungeremo dal passo di Pramadiccio e dove ci fermeremo per pranzo.
Troviamo un bar con terrazza sulla strada principale, comodo per l'avvistamento dell'amico in arrivo e, affamati, ci mangiamo un panino. Manuel arriva e non è solo, lo accompagna Jimena (o Ximena eusa_think.gif ) una sua amica argentina che abita in Germania conosciuta grazie al couchsurfing. Mangiano qualcosa anche loro, ci beviamo un caffé (e anche un amaro...) chiacchierando amabilmente in un consesso divenuto internazionale icon_asd.gif.
Si risale in sella e con il gruppo allargato a tre moto saliamo al Passo di San Lugano, piccola deviazione per la sella di Trodena e, passando da Montagna, ci portiamo in destra Adige per salire al passo della Mendola. Era tanto che mancavo dalla Mendola, la ricordavo come una gran strada da "manico". Paolo aveva lo stesso mio ricordo e credo che, bonariamente, ce l'avesse ancora con me per non esserci passati di ritorno da un giro in Austria dove avevamo inserito anche Giovo e Pennes sulla strada per il Tonale. Come al solito i ricordi sono più dolci della realtà, il passo della Mendola è molto bello ma non "strepitoso". Manuel mi fa provare la sua moto, una BMW K1200R, un missile terra-aria per me che sono abituato alla CBF. Scendo dalla Mendola in sella alla moto dell'amico mentre lui e Jimena (da qui in poi non mi pongo più il problema della grafia icon_asd.gif ) sono in sella alla mia. Visto che alla BMW occhieggiava la riserva, ci fermiamo al primo distributore e ritorno in sella al mio mezzo. Arriviamo dalle parti del lago di Santa Giustina e saliamo verso il passo Predaia, divertente e poco trafficato.

In cima al passo è la volta di Paolo di provare la moto di Manuel, siccome Paolo ha legato alla sella il bagaglio salgo io sulla sua (che avevo già provato) e Manuel e Jimena di nuovo sulla mia. Scendiamo dal passo e riprendiamo la statale della val di Non, come al solito i navigatori mio e di Paolo non sono concordi sulla strada da percorrere, con la complicazione che nessuno è sulla propria moto. All'imbocco di una galleria ci dividiamo per poi riunirci dopo qualche chilometro non senza un po' di apprensione per le sorti di amici e motociclette icon_eek.gif (ci vedevamo già spersi chissà dove per il Trentino eusa_wall.gif ).
Approfittiamo del ricongiungimento per tornare ognuno in sella alla propria due ruote. Imbocchiamo la bellissima strada della Val di Cembra 0510_mina.gif , passiamo nei pressi delle piramidi di Segonzano (ci ero già stato con un motogiro del Tingarda 0510_inchino.gif ), alla svolta per Brusago i miei due compagni di avventura, un po' presi dall'ingarellamento eusa_drool.gif non notano il bivio. Mi fermo ad attendere che si accorgano dell'errore ma passano i minuti e non li vedo arrivare. Li penso già in val di Fiemme eusa_doh.gif , mando la mia posizione via whatsapp, verifico che poco più avanti sulla loro strada c'è un altro bivio che conduce a Brusago e proseguo secondo quanto indicato dal mio navigatore. Giunto nel paesino, li attendo (ho verificato che Paolo ha letto la mia posizione) per qualche minuto. Hanno fatto una strada più lunga ma, a giudicare dai sorrisi, più divertente.
A Bedollo deviamo per l'ultimo passo di giornata(penultimo considerando la sella di Pergine, un passettino del c... come direbbe il buon prussianblue), il passo del Redebus, immerso in un paesaggio bucolico silvo-pastorale di quelli che a me trasmettono tranquillità, infatti pur non essendo prestissimo, sono molto tranquillo icon_asd.gif
Scendiamo dal passo, raggiungiamo Pergine e la statale della Valsugana. In poco tempo siamo a Levico, dove abbiamo prenotato per la notte. Salutiamo gli amici che hanno ancora un paio d'ore di strada per rientrare a Mestre, è stato un piacere rivedere Manuel e altrettanto piacevole conoscere Jimena. 0510_saluto.gif
Paolo ed io prendiamo possesso della camera dopo aver lasciato le moto nel ghiaioso parcheggio dell'hotel, ci facciamo una necessaria doccia e cerchiamo un posto dove mettere qualcosa sotto i denti. A due passi dall'albergo c'è la Birreria di Pedavena, spinti dalla fame (sono le 21 passate) ci infiliamo e mangiamo bene, ottimi canederli, non è così scontato trovare specialità locali nelle catene di ristorazione.
Per "digerire" ci facciamo una camminata verso il centro del paese, c'è un po' di salita e mi prende subito l'affanno (l'asma unita allo scarsissimo, direi inesistente, allenamento 0509_vergognati.gif ) però il borgo è molto bello, con molti richiami allo stile liberty. Ovviamente anche qui c'è poca gente in giro, quasi nessuno. Nonostante si tratti di un piccolo paese riusciamo a scendere verso l'albergo per strade diverse icon_mrgreen.gif .
E' proprio il leit motiv della giornata!

Km 314
Passi: 16 di cui 14 inediti
 
16206082
16206082 Inviato: 29 Gen 2021 22:37
 

Posti purtroppo ingodibili nell' unico periodo di ferie annuale concessomi eusa_wall.gif
Gli spunti sono preziosi, ma per esperienza so già che ad andare sulle Dolomiti in agosto è solo una tortura..
In Friuli ci ho fatto una puntata nel 2017 col buon Gughi, due Street Triple a prendere multe verso l' Austria rotfl.gif Credo che con la Zetona, e col ritrovato buon spirito di perdersi da soli tra le montagne, potrebbe essere un' ottima alternativa forzata dalla pandemia alle tradizionali due settimane in Francia icon_biggrin.gif
 
16206083
16206083 Inviato: 29 Gen 2021 22:39
 

Grandioso! Tutti posti che ho girato anche io, posso dire che sono i posti più belli che ci siano!
Grande! icon_biggrin.gif icon_biggrin.gif
 
16206085
16206085 Inviato: 29 Gen 2021 23:08
 

frenk_RS_125 ha scritto:
Posti purtroppo ingodibili nell' unico periodo di ferie annuale concessomi eusa_wall.gif
Gli spunti sono preziosi, ma per esperienza so già che ad andare sulle Dolomiti in agosto è solo una tortura..
In Friuli ci ho fatto una puntata nel 2017 col buon Gughi, due Street Triple a prendere multe verso l' Austria rotfl.gif Credo che con la Zetona, e col ritrovato buon spirito di perdersi da soli tra le montagne, potrebbe essere un' ottima alternativa forzata dalla pandemia alle tradizionali due settimane in Francia icon_biggrin.gif

Anche le mie precedenti esperienze in Dolomiti e dintorni sono state, per cause di forza maggiore, in Agosto. Dopo la prima volta mi ero detto "mai più", poi il richiamo di quei posti è stato più forte. Sicuramente in settembre sono più godibili.
 
16206467
16206467 Inviato: 1 Feb 2021 0:26
 

Siccome il Friuli mi manca quasi del tutto, se si vuole tornare a fare sella Chianzutan, monte Zoncolan, forcella Lavardet e panoramica delle vette (questa da solo non mi attenterei a farla.. è descritta come un po' tanto ostica..), io ci sono !!
 
16207680
16207680 Inviato: 7 Feb 2021 1:00
 

Due cose :
1) ma dov' è il Passo San Floriano eusa_think.gif
2) se per te il Mendola è molto bello ma non strepitoso, mi sa che il famoso esame per diventare gay non è andato male come dici sempre 0510_amici.gif 0509_pernacchia.gif
 
16207699
16207699 Inviato: 7 Feb 2021 10:24
 

frenk_RS_125 ha scritto:
Due cose :
1) ma dov' è il Passo San Floriano eusa_think.gif
2) se per te il Mendola è molto bello ma non strepitoso, mi sa che il famoso esame per diventare gay non è andato male come dici sempre 0510_amici.gif 0509_pernacchia.gif


Il Passo San Floriano è a Obereggen, qui icon_arrow.gif 46.386728, 11.523972
Il Mendola l'ho fatto anche io, una settimana prima: lo ricordavo meglio di come l'ho trovato. Una rivalutazione leggermente al ribasso. Bellissimo ma ho provato di meglio. Gusto personale 0510_confused.gif
 
16207704
16207704 Inviato: 7 Feb 2021 10:42
 

topomotogsx ha scritto:

Il Mendola l'ho fatto anche io, una settimana prima: lo ricordavo meglio di come l'ho trovato. Una rivalutazione leggermente al ribasso. Bellissimo ma ho provato di meglio. Gusto personale 0510_confused.gif
Oddio, ma lo avete fatto insieme l' esame ? 0510_confused.gif 0510_confused.gif Dov'è Luca CBR quando si ha bisogno di lui ?!?!?!
 
16207706
16207706 Inviato: 7 Feb 2021 10:46
 

topomotogsx ha scritto:
Il Passo San Floriano è a Obereggen, qui icon_arrow.gif 46.386728, 11.523972
Grazie, ho scritto su maps ma non c' è nulla.. Da dove ci si arriva ? Dal lago di Carezza c' è una strada che passa per Segheria Latemar, ma non ci sono le immagini. Altrimenti, da Nova Levante si passa per Ega, sacrificando così la salita al Lavazé. Merita ?
 
16207707
16207707 Inviato: 7 Feb 2021 10:58
 

Io sono salito da Novale, poi passando da Ega sono sceso a Ponte Nova.
Stavo scendendo proprio dal Lavazè.
Io ho fatto la deviazione per Obereggen per fare un passetto in più, però per uno come te che non colleziona passi, forse forse non è il massimo.
 
16207720
16207720 Inviato: 7 Feb 2021 12:30
 

Il problema è che c' è il Lavazé lì di fianco.. rotfl.gif
Eh niente.. mi ha preso la voglia di tornare a fare una trentinata da 700 km in giornata come ai vecchi tempi 0510_sad.gif
 
16207888
16207888 Inviato: 8 Feb 2021 11:25
 

All'esame per diventare gay mi hanno bocciato, confermo e sottoscrivo. rotfl.gif

Non ho detto che sia un brutto passo, quelli brutti sono fatti differenti. E' solo che... lo ricordavo più bello.
E' un po' come quando, dopo anni, rivedi la tua amichetta delle elementari, quella che ai tempi ti sembrava la più bella della classe e che popolava i tuoi primi sogni romantici (che di erotico alle elementari non c'era nulla), e non è che sia diventata un cofano ma guardandola ti dici: "tutto qui?"...
Ecco, questa è la sensazione che ho provato la seconda volta sul passo della Mendola. Ci tornerò, altra moto, altro giro, altro regalo (acchiappate il codone e sareste fortunati icon_asd.gif ) e vedrò se la sensazione sarà ancora questa. Come detto, quelli brutti sono altri.

Il passo di San Floriano è, come anticipato da Marcello e come direbbe il sempre ottimo prussianblue, un passettino del c..., un incrocio con rotonda nel paese di Obereggen senza alcuna segnalazione o tabella. Vale qualcosa solo per i collezionisti come Marcello e me...
 
16208128
16208128 Inviato: 9 Feb 2021 17:33
 

Finalmente qualcosa da leggere! icon_mrgreen.gif
E' stato l'ultimo giro con la CBF?
 
16208145
16208145 Inviato: 9 Feb 2021 20:05
 

Ma.... Tutto qua ❓🤔❓🥱❓manca la parte migliore ovviamente 😜😜😜
 
16208160
16208160 Inviato: 9 Feb 2021 21:37
 

jackseba ha scritto:
Ma.... Tutto qua ❓🤔❓🥱❓manca la parte migliore ovviamente 😜😜😜

Non ho ancora finito...
 
16208303
16208303 Inviato: 10 Feb 2021 16:26
 

Venerdì 18 Settembre e qualche cenno di Sabato e Domenica
Oggi inizia la "vacanza in moto" DolomiTingavert, qualcuno si ritrova alla birreria "Ai Trenti" per pranzo, noi abbiamo previsto un avvicinamento a Castello Tesino in puro spirito motociclistico: Castello Tesino dista da Levico Terme circa 50 km, a sera ne avremo fatti 280 abbondanti girovagando per le piccole Dolomiti.
Andiamo con ordine: lasciamo Levico Terme e, come prima tappa di giornata, affrontiamo la Kaiserjägerstraße o strada del Menador, costruita per motivi militari dalle truppe austriache (i Kaiserjäger, cacciatori imperiali) come accesso dalla valsugana all'altopiano di Lavarone, zona strategica del saliente trentino.
La strada, stretta, è molto panoramica, si gode della vista sui laghi di Levico e Caldonazzo e sulle cime del Lagorai.

Superata la salita entriamo nell'altopiano di Lavarone, pittoresco e scenografico quanto la vista dalla strada del Menador. Passiamo da Lavarone e da Carbonare e arriviamo al passo del Sommo dove, senza nemmeno fermarci, prendiamo a sinistra verso l'altipiano dei Fiorentini, confine tra Impero d'Austria e Regno d'Italia fino alla grande guerra e pertanto fronte di sanguinose battaglie. Deviamo nuovamente verso la Bocchetta degli alpini, sottopassata da una breve galleria, la vista si apre sulle valli laterali della Valdastico e la strada si dipana a mezzacosta in leggera, costante salita.

Passiamo a fianco al rifugio Rumor e giungiamo alla forcella Valbona dove sostiamo per scattare qualche foto. Alcuni pannelli informativi sulle vicende della grande guerra nella zona attraggono la mia attenzione: questa è zona di forti e trincee, nella prima guerra mondiale si battagliava e si moriva per conquistare fazzoletti di terreno pietroso e inospitale. Osservo con piacere il paesaggio montano di silenzio e pietre che mi trasmette serenità, quasi la strada e le moto sembrano fuori posto.

Ripartiamo oltre il passo e sempre a mezza costa ma questa volta in discesa giungiamo in un luogo che mi è famigliare: base Tuono. Visitammo la ex base missilistica NATO in occasione di un Tingarda, oggi ci limitiamo a guardare le rampe di lancio da lontano e a prendere un caffé al bar del vicino lago Coe, bar che espone assieme al listino prezzi alcune massime che ci rallegrano la giornata:
E' stato un uomo saggio colui che ha inventato la birra - Platone
Si è sapienti quando si beve: chi non sa bere non sa nulla
Purtroppo è difficile dimenticare qualcuno bevendo un'orzata - Hugo Pratt.
Rinvigoriti da queste lezioni di vita, valichiamo passo Coe e, visto che la strada più breve per la forcella Serrada è chiusa per lavori, approfittiamo del passaggio a Folgaria per fare rifornimento (sempre grazie al Tingarda che ci portò a Passo Coe ricordavo l'esistenza di un distributore).
Approfittiamo del rifornimento per fare un cambio moto, Paolo voleva riprovare l'ebbrezza dei pochi cavalli e dell'assenza di ciclistica della CBF icon_asd.gif , passiamo per Sella Serrada e saliamo verso il passo della Borcola. Le strade sono strettine, da bastiancontrario mi piace chiamarle, nell'abitato di Piazza ci sorpassa un tedesco alla guida di una S1000XR; i cavalli sono dalla sua, il terreno di gara è dalla mia... nonostante la moto non mia (ma già ebbi l'occasione di affermare che mi sembrava di andare più veloce con quella che con la mia 0510_mina.gif ) cerco di stargli dietro. Il tedesco ha una guida pulita ed efficace e in breve giungiamo al passo dove noi ci fermiamo mentre lui prosegue. Molto carino il passo, stretto tra due ripidi versanti montuosi e popolato di bovini niente affatto disturbati dalla nostra presenza.

Torniamo ognuno al proprio mezzo e scendiamo alla volta di Posina, che non raggiungiamo poiché deviamo verso il Passo Xomo. Sulla via che conduce anche alla famosa "strada delle 52 gallerie", altra testimonianza del periodo della grande guerra, incontriamo un gregge di pecore in transumanza che occupa tutta la carreggiata costringendoci alla sosta. Non esserci beccati qualche zecca la considero una sorta di "immunità di gregge" icon_asd.gif

Raggiungiamo passo Xomo che deve gran parte della sua notorietà al fatto di essere uno dei pochi, insieme al vicino passo Xon che raggiungeremo più tardi, ad avere il nome che inizia con la lettera "X" e anche qui facciamo qualche foto.

Scendiamo dal passo fino ad incontrare la strada per il Pian delle Fugazze, andiamo in direzione opposta, verso Valli del Pasubio e da lì saliamo a passo Xon, un passettino senza infamia e senza lode che non vale nemmeno la pena di una sosta, quindi il road book prevede la salita al passo di Campogrosso prima di scendere a Recoaro Terme. Complice un incrocio non proprio agevole su una stradina che definire secondaria è farle un complimento, ci ritroviamo invece a Recoaro dove decidiamo di fare una sosta per mangiare qualcosa. Recoaro Terme, come molte delle città termali che ho visitato, conserva i fasti di un glorioso passato ma vive un desolato presente. C'è poca gente in giro e anche trovare un locale dove mangiare qualcosa non è semplicissimo. Optiamo per un bar quasi di fronte alla cabinovia per Recoaro Mille dove possiamo mangiare all'aperto una buona insalatona (ci teniamo leggeri in previsione del weekend di mangiate e in conseguenza delle cene dei giorni precedenti eusa_whistle.gif ). Il dopo-pasto inizia con la salita (e successiva discesa per la stessa strada: una cricetata) al passo di Campogrosso. La strada è strettina ma una volta in cima ci godiamo la vista sulla cima del Pasubio. Il passo si trova sul confine tra Veneto e provincia autonoma di Trento, peccato che sul versante trentino le strade si interrompano e non permettano di passare da una parte all'altra.

Tornati a Recoaro scendiamo lungo il torrente Agno e prima di Valdagno ci inerpichiamo verso il passo dello Zovo (omonimo della forcella salita qualche giorno fa) che ci conduce a Schio. La salita al passo è evitabile con il lungo traforo dello Zovo (strada a pedaggio) ma che motociclisti saremmo se ci lasciassimo sfuggire un passo? eusa_naughty.gif
Attraversata Schio, raggiunto e superato il fiume Astico, siamo ai piedi dell'altopiano di Asiago che raggiungiamo salendo da Calvene e passando per la Bocchetta di Granezza, altra zona di combattimenti durante la prima guerra mondiale. Tagliamo per un errore ad un incrocio la Bocchetta di Conco e arriviamo a Passo Stretto, quindi giungiamo a Gallio. Inizialmente volevamo salire al passo di Monte Fiara (Campomulo) ma le sempre utilissime informazioni giunte da Marcello che ci è passato la settimana scorsa ci hanno sconsigliato di affrontarlo in quanto, a detta sua, avremmo affrontato uno sterrato non facile dove aveva fatto fatica pure lui con il V-Strom che è decisamente più enduristico delle nostre moto. 0509_lucarelli.gif Scendiamo dall'altopiano passando per Enego e risaliamo la Valsugana fino a Grigno, da qui per la bellissima strada abbarbicata sulla roccia arriviamo a Castello Tesino e al camping che ospita la "vacanza in moto" DolomiTingavert. Troviamo ad accoglierci Marcello e jackseba in accappatoio e ciabatte, non esattamente un'entrata trionfale ma questo offriva il convento... rotfl.gif

Km 283
Passi: 19 di cui 15 inediti

Il percorso totale: Link a pagina di Myrouteapp.com

Da qui in poi il report si sovrappone a quello del DolomiTingavert che qualcun altro ha scritto e documentato con immagini ( Report una vacanza ben riuscita 18 - 20 settembre ), un ritrovo che mi piace moltissimo per la formula con la quale si svolge, una combriccola di amici legati dal piacere di andare in moto, luoghi splendidi ad ospitarlo, tanta moto e ottimo cibo (che non guasta mai). eusa_drool.gif
Ho molto apprezzato l'accoglienza del camping Castel Tesino (già sperimentato due anni fa, lo scorso anno "purtroppo" ero di ritorno dai Pirenei in quel weekend), ho gradito molto la cucina (su questo argomento la mia panza mi precede 0509_vergognati.gif ), i motogiri, anche se su strade che già conoscevo, sono stati molto molto piacevoli e una degna conclusione della mia (nostra) settimana sulle Dolomiti. La compagnia si è infoltita, in buona parte amici dei gruppi Lombardia e Piemonte, e il divertimento non è mancato.

Domenica, per rientrare dalla sempre accogliente Speckstube (c'era una quantità di gente che a pensarci oggi mette paura) ci siamo fatti anche un classico dei percorsi da e verso il Garda: Val di Ledro, Idro, Lodrino, Gardone Val Trompia, Polaveno e Iseo. 0509_doppio_ok.gif
Giunto a casa, domenica sera, mi rendo conto dell'inevitabile: le gomme sono finite... Veramente ne avevo già avuto contezza durante il viaggio, pure Klaus me lo aveva fatto notare. 0509_down.gif
L'idea di cambiare moto a fine stagione è molto più che reale, affrontare la spesa di un cambio gomme (e di un tagliando, in scadenza pure quello) per un mese o poco più di utilizzo mi pare inutile. Rinuncio all'idea di vedere i 150.000Km sul cruscotto (ne mancano 1500) e mi metto attivamente alla ricerca di un nuovo mezzo. Il resto è storia: questo è stato l'ultimo viaggio (con me) della gloriosa Honda CBF600S eusa_clap.gif .
 
16208365
16208365 Inviato: 10 Feb 2021 23:47
 

bastiancontrario ha scritto:
strada del Menador, costruita per motivi militari dalle truppe austriache (i Kaiserjäger, cacciatori imperiali)
Ma si chiama così perché i Kaiserjäger te menano ?
 
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