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Inviato: 26 Ago 2017 20:19
VENERDÌ 11 AGOSTO - DA DUNKERQUE A FECAMP : RISORSE.
Calais Dieppe Treport Fecap - Camping "Domaine de Reneville" Fecamp
Oggi comincia il viaggio.
Dunkerque mi ha bucato l’anima. Ho amato quegli istanti densi vissuti ieri, e amo Questo Oceano. Mi piacerebbe fermarmi ancora. Solo sulla spiaggia. Null’altro che questo. Ma la Normandia è qui accanto. Non sto nella pelle. Per arrivarci devo passare ancora due tre paesini che voglio vedere.
Quindi rismonto tutto e rimpicciolisco nel mio borsone flou. Ha piovuto abbastanza, tutto è bagnato, non ti dico la moto. Ogni tanto nella notte uscivo a vedere come stava il cavalletto: con tutta quell’acqua credevo sprofondasse.
Noto un signore in molto anche lui. Anche lui viaggia da solo. Sta preparando la sua roba. Ha visto che sono italiana e prima di partire passa a salutarmi. È tedesco. Io il tedesco non lo parlo, ma è evidente che siano i miei occhi a farlo: sorrido e sorride anche lui. Ed è bellissimo. Siamo un’italiana e un tedesco, insieme su suolo francese, segnato dalla Storia che i nostri nonni hanno conosciuto. E i francesi qui con noi sono gentilissimi. Lo saluto a mio rimando augurandogli “Bone rute”… Come avevo detto a quel ragazzino ieri “Buona strada dentro la tua vita”.
Mi risponde in francese anche lui… Bonrute per me.
E si va.
Il navigatore lo odio. Si spegne se scrivo Calais. Ma io da lì ci devo passare… È pazzo. Non so come ma mi chiede se voglio andare a New York. Vuole liberarsi di me e scappare in America… Rido. È assurdo e non so darmi alcuna spiegazione. Quindi seguo un po’ le indicazioni ed un po’ inserisco altre destinazioni che legge: Dieppe gli è simpatica. Bene. Zero problema.
Ora ragazzi devo ammettere che passando da Calais una cosa volevo farla: imbarcarmi. Inghilterra. Irlanda. Scozia. Un gran bel giro. Mi é venuto in mente bastaincontrario e il suo report dell’Irlanda, quando era stato lui a desiderare di farsi un giro in Normandia, ma la sua destinazione era un’altra…
E così proseguo. Ed esce il sole. Ed è bellissimo. C'è un tratto di strada sulla costa che non ti aspetti mai possa essere così magnifico. Non è pianura e quindi mare. Sono colline morbidissime, gigantesche, coloratissime e quindi in fondo l’azzurro dell’Oceano. Mi pento amaramente di non aver scattato neanche una fotografia, perché in mezzo a questo c’era la striscia nera di strada fra che disegnava curve e sali e scendi. Era un quadro. E poi non me l’aspettavo: ma certo che i tedeschi si figuravano uno sbarco a Calais. Gli alleati avrebbero potuto quasi venire a nuoto sulla costa francese…. È ad un passo! Si vede! L’Inghilterra si vede! È stupenda questa cosa! L’adoro: mezz’ora di nave e sei in una nuova Terra, con la sua Storia, la sua cultura, le sue tradizioni… Fantastico. È veramente fantastico. Vorrei davvero poter viaggiare. Scoprire, conoscere e comprendere. Magari un giorno quando divento grande lo faccio come lavoro…
Mi muovo su queste strade morbidissime abbastanza distesa. E attraverso tutti i paesini della costa.
Treport merita. Graziosissima. É la posizione geografica che la rende tale: È fra le falesie. Io le amo le Falesie… A Bonifacio ci ho lasciato un pezzo di cuore… e queste sono sull’Oceano… Figurati… Puoi camminare sui prati in alto o scegliere i negozietti e localini in basso accanto al porto… O fermarti e sederti un po' sulla spiaggia: oggi l’acqua ha un colore straordinario. Sfumature di un azzurro cristallino brillantissimo. Ma io proseguo… Voglio altro…
E ad un tratto di nuovo, non me lo aspettavo. Cimitero. Lapidi bianche tutte uguali. Non so quante fossero. Ma erano tante. Questa volta mi fermo. Mi trovo davanti al cimitero militare di Mont Huon del 1919. Ho scattato alcune foto. E solo ora mi accorgo essere molto simile ad un altro cimitero che ho visitato. L'unica differenza sono le date di morte. Circa vent’anni dopo. E ti chiedi come sia possibile. Ma insomma era appena finita una guerra devastante, che aveva lasciato solchi inenarrabili sulle genti. Di certo quei padri che hanno combattuto quel primo conflitto mondiale non potevano immaginare che potessero passare appena 20 prima del secondo. Giusto il tempo necessario per vedere tuo figlio da bambino diventare uomo, militare. E tu padre che lo vedi partire conosci quello che lui vivrà. E magari capita pure che siate insieme a combattere. Non si può immaginare. Non ci riesco. Ma sicuramente è accaduto. Ne sono certa: ne ho visto le tombe.
Via via. Via da quel cimitero. Vi di lì.
E arrivo con motina sopra le Falesie anche io.. Quei prati e quelli colori.. … Che meraviglia… Merita. È uno spettacolo. Due fotone e via…
Arrivo a Dieppe. E subito c'è aria dal sapore britannico… Qui fra i palazzi le bandiere svolazzanti sono inglesi… Merita Dieppe. Un giro, una passeggiata, magari fermarsi anche di sera.
Ma io no…. Due microfoto e via…
Reimposto il navigatore. Non guardo nemmeno più tanto la cartina e proseguo. Voglio Fecamp. E ci arrivo, ed è bellissima! Merita!
E poi non lo so. Sono stanca, non so se andare oltre, ma alla fine imposto il navigatore a caccia di un campeggio. E poi è la fine. Il Garmin si spegne. Definitivamente. Schermo nero. Io sono preoccupatissima. Il mio braccio destro mi ha mollata. Non posso crederci. All’inizio problemi con la batteria. Poi il cellulare che fa quello che vuole e non posso chiamare nessuno. E adesso l’unico strumento digitale che davvero è assolutamente, totalmente funzionale, non funziona. A scrivere tutto ciò comodamente seduta a casa mia, la cosa mi fa quasi ridire. Ma ti assicuro che in realtà lì, da sola così, io ho pianto. Senza neanche volerlo. Le lacrime sono venute giù da sole.
Arrivo a ‘sto campeggio che inizia a piovere. Sono stanca e tesa. Il posto per dormire c'è ed io mi organizzo. Almeno una cosa buona c'è: la moto questa volta è coperta sotto un tetto. Ed io monto la tenda fra pioggia e un pianto desolato. Quel tipo di lacrime che scendono quando constati tutto ciò che avrebbe potuto essere ma non è. Sei da sola e sarebbe stato bello avere un compagno di vita accanto, ma non ce l’hai nemmeno di viaggio, non capisci un c@xzo di moto ma ti ostini ad usarne una, sei lontana un bel po’ di km da casa, da tutti, sei con i soldi contati perché sei stata deficente ed i tuoi errori te li paghi, il navigatore non funziona e viaggiare solo con la cartina sai già sarà un casino. Morale: appunto, piango. Tutta la vita la mia prima reazione ad un problema è sempre e solo emotiva. E mi odio a morte per questo. E, continua a piovere. Mi faccio una doccia calda e vado a mangiare fuori.
Sul mio diario annoto due cose “Sono stanca. Molto. Sono a pezzi. Forse vorrei solo essere a casa mia. Nel mio letto. E invece sono in questo ristorante. €16.90 e mangio di tutto, pure il formaggio di chevre che qui è un casino ordinare qualcosa di vengano. E me ne fotto. Sono stata davvero male. Demoralizzata. Sconforto. Le lacrime di impotenza. Quelle che puoi solo constatare la situazione in cui sei. Non bella. Il tuo braccio destro Garmin ti ha appena abbandonata. Era tutto troppo bello per essere vero. Sarà un viaggio faticosissimo. Non ne vedo la fine. Emotivamente sono già provata. Dovrò essere ingamba e agire solo più con le cartine. Fare appello alle mie risorse. Continuare a ripetermi che andrà tutto bene, che posso farcela. Sarà un casino. Ma AVANTI. Chi si ferma é perduto. Domani piove. Ancora. Sono stanca e ho freddo. 3 ragazzi italiani: cenano e parlano di donne. Sono graziosi. È bello sentire la lingua italiana. Chissà cosa accadrà domani.”
Mi viene in mente che a mia figlia avevo raccontato tramite sms il casino del primo giorno, lei mi aveva risposto “Continuerà così, ma tu sei forte”. Mio padre si fa sempre vivo. Ogni sera mi chiama e desidera sapere come sto e come va la moto. Il come sto a volte lo sente già dalla voce. E questa sera sono un po’ giù di corda e sono particolarmente contenta di sentirlo. È dispiaciuto che il navigatore non funzioni, e mi dice che comunque non è un problema gravissimo. Ci sono le cartine. E anche questo è vero, mio padre e mia mandare hanno girato moto macchina o furgone che fosse solo e soltanto con le cartine, molto spesso anche in Francia. L'hanno fatto e lo fanno ancora in tantissimi.
Io stessa ho girato in moto solo con le cartine, ma ero in Italia, regioni italiane, dalla Liguria al Trentino Alto Adige. Tutta un’altra cosa. Mi rincuorano i miei amici motociclisti. È a loro che chiedo aiuto per il navigatore e prontamente lo ricevo. E questa cosa ha un valore che apprezzo sempre. Ed è bello sentirli “vicini”. Mi consigliano di caricarlo ad una presa normale. Io lo avevo già fatto, ma ci riprovo. Sto in palla per un’ora. Poi lo riaccendo, sembra funzioni. Dormo un sonno più tranquillo. Sotto la pioggia ma più tranquillo.
Non nego che incomincio a pensare che se continua così, giro la moto e torno a casa. Non so più se ho davvero tutte le risorse necessarie per far fronte ad una qualsiasi situazione.
Una cosa bella però è successa: ho cambiato mappa, da France Nord- Est a quella che più ho amato Normandie 513 Michelin.
Ps... ho modificato: ho aggiunto il nome del camping.
Ultima modifica di atram il 26 Ago 2017 21:30, modificato 1 volta in totale