Preso da Aprilia.com
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GUIDA SUL BAGNATO
Tutti lo conoscono e tutti ne farebbero volentieri a meno. Purtroppo ogni tanto capita che piova. E, prima o poi, tutti i motociclisti hanno a che fare con l’asfalto bagnato. Vediamo quindi come si può affrontare la guida sul bagnato, anche in pista, con una relativa tranquillità.
Su strada l’unica regola valida è quella di ridurre la velocità. Anche perché la pioggia raddoppia i rischi. Visibilità ridotta (anche quella degli altri) e guida imprecisa di automobilisti distratti sono all’ordine del giorno, per cui va fatta la massima attenzione. Altrettanto logico che tutto ciò che non è asfalto vada evitato come la peste. Binari, tombini e strisce pedonali sono in città i trabocchetti che ognuno incontra sulla sua strada e li c’è poco da fare. Se li incontriamo, evitiamo almeno di metterci sopra le ruote, di frenare, o accelerarci sopra. E il discorso vale anche fuori dalla città, dove una striscia di mezzeria presa in piena accelerazione può essere pericolosa. Consigli scontati a parte, è il modo di guidare che cambia sul bagnato: se la manovra fluida paga anche quando si guida sull’asciutto, figuriamoci quando si guida sul bagnato dove tutto deve essere fatto in modo ancora più leggero. Quindi niente aperture violente dell’acceleratore, niente frenate brusche. Muovere il corpo con moderazione per invitare la moto ad entrare in curva, guidre il più rotondi possibile, meglio una marcia in più che una in meno, meglio sfruttare la coppia del motore piuttosto che la potenza. I pneumatici ovviamente dovranno essere in perfette condizioni e di tipo stradale (chi va su strada rifugga le gomme racing che alla prima pioggerella perdono completamente grip).
Nella guida sportiva le cose non cambiano granché: valgono le stesse regole già scritte per la strada con la differenza che in pista non abbiamo pericoli per cui possiamo anche cimentarci a guidare con il bagnato in modo più spedito, una cosa consigliabile perché, anche se certamente è meno divertente che guidare sull’asciutto, ci fa guadagnare una grande sensibilità, sempre utile nelle altre occasioni.
Premesso che la sensibilità del pilota è insostituibile, anche la tecnica della moto può venire in soccorso. Occorre innanzitutto avere i pneumatici giusti. Le cosiddette gomme “rain” nascono apposta per questo motivo, hanno mescola morbidissima e sono profondamente intagliate per drenare quanta più acqua possibile. L’assetto va “allentato” radicalmente, forcella e ammortizzatore devono lavorare il più possibile liberi. Quindi scaricare il precarico e i freni idraulici quasi del tutto dà sicuramente un bell’aiuto alla gomma. Il concetto è semplice: frenando o curvando andiamo a comprimere le molle di forcella e ammortizzatore, che a loro volta trasmettono la forza ai pneumatici. Se l’assetto è troppo rigido le sospensioni (meno sollecitate a causa della scarsa aderenza) non si comprimono e fanno lavorare troppo la gomma, che arriva presto al limite dell’aderenza. Il discorso vale anche se non siamo equipaggiati con pneumatici da pioggia (ma assolutamente sconsigliabile è l’ingresso in pista con gomme di tipo racing). Alleggerendo l’assetto si aiuta il lavoro del pneumatico e si aumenta di parecchio la sensibilità del pilota, che percepisce molto prima ciò che sta accadendo sotto le ruote. La moto, insomma, “parte” con molto preavviso, mentre con un assetto rigido ci si ritrova in terra senza nemmeno sapere il perché. La morbidezza di guida fa il resto. Proprio per il fatto che abbiamo scarsa aderenza occorre piegare meno e sporgersi di più sulla moto, in modo da avere sempre una considerevole superficie di gomma a terra. Molti piloti mettono la doppia saponetta per aumentare lo spessore ed avere un riferimento. Banditi i movimenti bruschi, gli ingressi in curva a freni tirati, i manubri strizzati (la tensione gioca brutti scherzi) e qualsiasi manovra che possa stressare i pochi centimetri quadrati che ci tengono attaccati al suolo. Più ci si muove sciolti, meglio è. E poi via, giro dopo giro guidando con un minimo di criterio si impara a capire il funzionamento della moto. E finisce che, anche con il bagnato, ci si riesce a divertire.