gazzella ha scritto:
Vedo che ci sono altre persone che la vedono come me e questo mi fa piacere.
Non perché credo di avere la verità in tasca, ma semplicemente perché secondo me essere motociclisti non può prescindere dalla conoscenza del proprio mezzo, dalla voglia di prendersene cura, di metterci le mani sopra, imparando, a partire dalle piccole cose, da chi ha una moto da tempo e la giusta esperienza, e a sua volta ha potuto imparare piccole e grandi cose da chi è stato disponibile ad aiutare, affiancare, far vedere come si fa, condividendo con quel pretesto una passione profonda, chiacchiere, intrecci di vite e di esperienze, tra una birra ghiacciata e qualcosa di buono da mangiare. Per poi andare sulle strade e con la stessa semplicità e solidarietà offrire aiuto a un fratello che ha un problema.
Quest'estate ho dovuto spingermi 180 kg di moto, rimasta a secco per rottura della spia della riserva, su una strada a scorrimento veloce molto battuta da motociclisti, per 3 km, sotto il sole cocente in pieno luglio, con casco annesso. Mi sono vista sfilare da una marea di gradassi in moto, per poi ritrovarmi, arrivata al distributore, un cretino con una Brutale nuova di zecca che mi aveva sfilato un attimo prima e che ha pure provato a broccolarmi bello fresco. Inutile dirvi che l'ho mandato immediatamente al paese che fu, insultandolo letteralmente. Rendiamoci conto di cosa è diventato oggi l'andare in moto.
Purtroppo oggi vedo un sacco di gente che pensa di essere motociclista ma è solo possessore di un mezzo qualsiasi, in verità, e s'immedesima nella parte credendo che essere motociclisti sia avere una moto bella e potente e andare in giro intutati il sabato e la domenica. Oppure gente che fa una caduta banale e poi si ammazza di disperazione perché ha sfrisato le carene o le marmitte in carbonio. Ma comprati una moto, non uno status symbol, e poi vacci per davvero, e mettiti nell'ottica che andare in moto è anche questo: cadere. E ridi, perché ti sei salvato la pelle! A mio parere questo accade anchge perché non c'è consapevolezza vera di cosa sia andare in moto. Andare in moto prevede anche questo. A me piace la mia moto perché è quanto di più essenziale credo possa esistere. Cado? E' da prevedere. Di fronzoli non ne ha. La si accomoda, e si riparte senza tanti piagnistei. Un bell'848, che mi piace non poco, lo lascio a chi di moto ne ha già tre, da portare in pista in rare occasioni, per poi spenderci un patrimonio se scivola, e se lo può permettere. Vedo in giro tanti palloni gonfiati che poi alla resa dei conti sono mammole vere e proprie, e pur di chiudere una gomma in strada venderebbero la madre. Poi restano a piedi in strada e non sanno neanche dove mettere le mani. Che tristezza. Una donna con un Ducati 600 a carburatori che andava in giro tirandosela senza manco sapere cosa stava guidando, e senza manco saper tirare giù una candela e vedere com'è. La moto è mettersi in gioco. E' essenziale, ingovernabile passione. Se si vuole viaggiare veramente con lei, bisogna conoscerla per davvero.
A me 'sti motociclisti moderni fanno veramente tristezza. Stanno sulla punta dell'iceberg e si perdono tutto quel che c'è sotto.
La moto è una fenice che muore e rinasce continuamente, insieme a noi, e con la quale noi ci evolviamo. Una scuola di vita. Se cadi e dall'altra parte c'è un gruppo di amici da cui andare pieni di ammaccature sul serbatoio e nell'anima, e che ti aiutano a rimettere in sesto il serbatoio e l'anima, tutto allora diventa un'occasione di crescita, e senza troppe pene si rimedia al danno, senza uccidersi dal dispiacere di svenarsi di somme da capogiro, condividendo veramente e facendo veramente qualcosa che in sé ha un senso.
Così funzionava anni fa, siamo noi che siamo caduti nel tranello di complicate tecnologie non necessarie, e che siamo diventati molli e flaccidi cullandoci in credenze assurde.
Speriamo che i tempi che corrono facciano riscoprire questo aspetto fondamentale e che si ridimensionino le necessità fasulle create da una cultura di plastica che nulla ha a che fare con una motocicletta e chi la guida.
LAMPS
le moto (tutte) sono ormai troppo complesse per poter pensare di metterci mano se non per olio/liquidi e filtri.
Questo fa si che ormai quasi nessuno si azzarda a provarci, anche per non fare (giustamente) danni.
Ovviamente anche una banale caduta oggi può far danni che non possiamo calcolare perchè non disponiamo delle competenze e delle attrezzature adatte.
Sullo spirito di solidarietà ti dico dipende...
dalle mie parti una domenica mi ero fermato per fissare una freccia che si era allentata quindi avevo la sella sollevata ed armeggiavo con gli attrezzi attorno alla moto in 10 minuti si sono fermate 5-6 moto (praticamente tutte quelle che passavano) per chiedermi se avessi bisogno di una mano... è anche vero che quella è una strada preferita dai motociclisti.