firedance ha scritto:
senza nemmeno conoscermi questa fantomatica psicologa mi aveva prescritto il lexotan...senza sapere...ripeto...nulla di quello che stavo vivendo e il motivo per cui mi ero rivolta a lei...
Il lexotan te l'avrà prescritto perché ti avrà visto un po' sclerata. Sarei stata sclerata anch'io, bada bene.
Visto che ci siamo racconto la mia tagliando un po' perché se no viene un post di 40 pagine.
Nell'agosto del 2008 ho avuto un brutto incidente che ha coinvolto me, in sella alla transalp di mio cognato, e un pullman di linea.
La moto era già da un po' che la lumavo e volevo provarla. Mio cognato fidandosi delle mie capacità di guida non ha fatto un baffo e me l'ha lasciata.
Purtroppo per me ho fatto un giro un po' troppo arzigogolato che mi ha portato a perdermi e a ritrovarmi al mio appuntamento col destino che si è tenuto ad un incrocio il cui semaforo, rotto da giorni a causa di un temporale e che non era stato riparato visto che il comune stavo approntando nello stesso punto una bella rotonda, mi ha tratto in inganno. Il semaforo era lampeggiante, ovviamente c'era anche il classico cartello che avvisava di dare la precedenza a semaforo rotto o lampeggiante. Sono arrivata in zona semaforo a 60 km/h e mi ricordo di aver scalato in seconda ed andavo a circa 40 km/h. Ho tirato dritto al semaforo senza rallentare ulteriormente ne fermarmi ne ho dato la precedenza. Il cartello c'era ma non l'ho visto forse perché stavo pensando a dove cavolo fossi finita e che strada prendere per tornare indietro.
Arrivata già al di la del semaforo mi giro verso destra e mi trovo a tu per tu col bel faccione largo del pullman. Ho avuto solo il tempo di pensare: Oh caxxo!; speravo quasi di essere riuscita a passare ma no.
Impatto col pullman, io che volo tipo buzz lightyear verso l'infinito ed oltre ma atterro su un paletto. Nell'impatto mi sono rotta milza, rene sinistro e fegato.
Il pullman si ferma, il guidatore apre la porta e mi urla: Rispetta il semaforo!; e io... io faccio per alzarmi come se niente fosse. Mi appoggio ad un gomito e gli urlo: Mi dispiace!
Dopo di che niente. Nel capannello di gente che mi si era fatto intorno ricordo di aver sentito una signora dire: Madonna! Guarda la caviglia!; Io ovviamente da brava cojona ero in giro in pantaloncini e maglietta. Qualcuno chiama il 118 e chiedo che avvisassero mia sorella dell'accaduto. Io nel frattempo ho passato 10/15 min a straparlare: La moto! La moto! La moto! Perché?!; e balle varie. Quando è arrivata mia sorella con suo marito ero li che le dicevo: Marina, mi dispiace! Vi ho rotto la moto! Mi dispiace!; e lei che mi dava della cretina e mi diceva di non preoccuparmi della moto.
Vabbé arrivata l'ambulanza e mi ha portato via. Al PS mi portano subito a fare la Tac poi mi mollano fuori in corridoio su una barella fintanto che non arriva uno che non so chi fosse che mi dice: Ti dobbiamo operare. Hai il fegato rotto. Io: Ah!;
Dopo solo tre ore di operazione e una sfettata di 20 centimetri sulla mia povera panza mi hanno svegliato e io ho pure avuto il coraggio di stiracchiarmi almeno credo e di dire: Che bella dormita!; ho fatto ridere tutta la sala.
Dopo di che 6 giorni in terapia intensiva(che dovevano essere 5 ma non c'era spazio in reparto). Calcolando che mi sono passata il ferragosto al fresco con una bella coperta di lana addosso è andata bene. Mi sono quasi divertita. Il dolore c'era anche se non me lo ricordo granché ma tra il fatto che dormivo 18 ore al giorno come i gatti e che gli infermieri erano delle sagome uno più dell'altro mi è passata senza problemi. Ho avuto un po' di rogne al trasloco dalla terapia intensiva al reparto di chirurgia ma sono stata bene. Sono stata capace di far venir fuori il mio senso dell'umorismo tant'è che in stanza ero molto ben voluta
In reparto mi sono fatta solo 3 giorni poi mi hanno rispedita a casa. Compatisco mia madre perché ha dovuto sopportarmi in dei momenti di crisi totale dovuti un po' al dolore che non mi dava tregua e un po' alla depressione post ospedale che suona tanto come depressione post parto.
Il giorno successivo al mio rientro a casa ho cominciato pian piano a uscire. Andavo a fare la spesa a piedi con mio padre. Andavo in giro gobba e camminando come se avessi avuto 90 anni ma era già molto visto che mi avevano squartato da soli 10 giorni.
Il primo di settembre sono stata ricoverata di nuovo perché mi era venuta la preurite Anche in quel caso l'ho vissuta abbastanza bene. Me ne andavo in giro per l'ospedale con la mia 24 nella mano destra (non mi ricordo come si chiama il marchingegno ma fa niente) e una cannetta infilata tra le costole. Andavo fuori nel parco dell'ospedale a leggere e a prendere il sole tanto per passare il tempo.
Una settimana dopo mi hanno defenestrato e me ne sono potuta tornare a casa finalmente. Nei successivi controlli i medici erano tutti piacevolmente stupiti della mia rapida guarigione.
Dopo i ricoveri sono stata seriamente depressa per un anno ma quella è un'altra storia anche perché ero già in cura quindi era un problema in più ma me la sono cavata.
Ora me la godo, dolori non ne ho. Mi sento molto fortunata per due semplici motivi: mi sono rotta "solo" niente ossa quindi non sono dovuta rimanere bloccata a letto e balle varie, il secondo motivo è che il pullman non ha preso me ma la moto se no probabilmente mi sarei ritrovata spalmata sull'asfalto in stile marmellata e i miei parenti non avrebbero più avuto modo di rompermi i cohoni sul fatto che andare in moto è pericoloso, che se cadi BLA BLA BLA puoi morire BLA BLA BLA Ora li liquido con la frase: se non sono morta ci sarà un motivo, no? Quindi MOOOOOOOTOOOOOO!!!!
In ultima analisi ho avuto pure il coraggio di mettermi nei panni del guidatore del pullman che mi ha urlato dietro e mi sono detta che l'avrei fatto anch'io. Una cornuta ti taglia la strada, si fa tamponare e ha pure il coraggio di avvoltolarsi intorno ad un paletto. Prima la soccorro poi la meno
La rabbia dopo anni e anni e anni, anche se non sono ancora vecchia da dire che ne sono passati così tanti, ho imparato che non va tenuta dentro mai. E' meglio fare fuoco e fiamme e farsi odiare, tanto poi c'è il tempo di recuperare le amicizie o altro, che tenersela dentro. Può fare tanti di quei danni la rabbia repressa che non ci si può immaginare e io me li porto tutti addosso.
Alla fine ho comunque scritto un papiro... Non c'è verso. Vabbè cara, riprenditi che la vita è bella e non va sprecata portando rancore. La grinta che è andata in rabbia utilizzala per qualcosa di più sano.
In bocca al lupo