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Condotti di aspirazione, lisci senza porosità è meglio?
9326530
9326530 Inviato: 14 Feb 2010 21:52
Oggetto: Condotti di aspirazione, lisci senza porosità è meglio?
 

Salve a tutti.
Dunque, stò facendo un lavoro di modifica all'airbox dalla mia moto, in particolare al collettore di aspirazione tra airbox e l'esterno. L'airbox non va in pressione ma è di tipo a depressione. L'interno del collettore e dell'airbox presenta una superficie piuttosto ruvida al tatto. Senza dilungarmi troppo vorrei sapere se una superficie liscia favorisce l'afflusso di aria al motore o non c'è differenza. L'idea che ho io è che una superficie liscia, crei meno turbolenze all'interno di un condotto di aspirazione e l'aria fluisca con meno resistenza e con meno turbolenze. Giusto? Se così fosse, ormai che ho l'airbox smontato potrei approfittarne per lisciare bene l'interno e poi stendere un velo di vernice per rendere tutto perfettamente liscio. Che ne dite? Potrebbe essere un vantaggio o solo una perdita di tempo?
Forse la domanda vi sembrarà stupida, ma mi piace capire e sperimentare.
Saluti! 0510_saluto.gif
 
9326611
9326611 Inviato: 14 Feb 2010 22:03
 

l' aria è anch' essa un fluido, e sottosta alle leggi della fluidodinamica. So che può sembrare un paradosso, ma una superficie estremamente liscia crea più turbolenze rispetto ad una superficie rugosa. Quest' ultima infatti, permette la creazione di uno strato limite sulla superficie (una sorta di cuscino d' aria detto in soldoni) che permette una maggior velocità.
Una superficie troppo liscia, invece, porterebbe ad una continua rottura del nostro strato limite, causando così attriti e turbolenze icon_wink.gif

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9326616
9326616 Inviato: 14 Feb 2010 22:04
 

la teoria è giusta il vantaggio reale fa parte di quei 0.1 cv che portano a 1Cv insieme ad altre modifiche,

guarda dalla presa d'aria il passaggio che fa l'aria, deve essere più liscio possibile e non ci devono essere spigoli o buchi, questo però solitamente si fa sugli airbox che vanno in pressione 0509_up.gif
 
9326630
9326630 Inviato: 14 Feb 2010 22:06
 

gia che e gia smontato fallo.....
 
9327103
9327103 Inviato: 14 Feb 2010 23:20
 

Ci sono teorie e teorie (spesso divergenti) in merito alla porosità o "liscità" necessaria per una miglior scorrevolezza dell'aria.
Addirittura fanno caburatori con venturi e condotti lucidi, ma c'è chi afferma che sarebbero meglio senza.
 
9327123
9327123 Inviato: 14 Feb 2010 23:24
 

qui ti confondi con la lfuidodinamica della miscela...per l'aria o i gas in genere sarebbe meglio mantenere una porosita della superficie a contatto minor possibile dato che tali composti non hanno la capacita di creare il cosiddetto strato limite, possibile invece con la miscela, e per questo con i gas si mantengono condotti lisci mentre con la miscela condotti porosi (es sabbiatura)
 
9327211
9327211 Inviato: 14 Feb 2010 23:42
 

Citazione:
Al fine dei calcoli aerodinamici, ed in particolare per il calcolo delle prestazioni dei velivoli, compresi gli aerei ultraleggeri, è necessario poter disporre di una formula matematica che mi consenta il calcolo del valore della resistenza aerodinamica. In seguito ad opportune ipotesi di partenza e con passaggi matematici si è giunti a disporre della seguente formula illustrata nella lavagna sottostante. La D risulta essere l'iniziale di "Drag" che nella lingua


D = 1/2 * P * V * V * S * Cd

Cd = Cdf + Cdat + Cdi + Cdint

inglese indica proprio la resistenza aerodinamica. La P è la densità dell'aria. La V è la velocità di volo, ed essendo moltiplicata per sè stessa, essa è elevata al quadrato. La S è la superficie di riferimento; nel caso di un velivolo, in prima approssimazione essa è la superficie alare (dipende però dalla tipologia della componente di resistenza aerodinamica che vogliamo calcolare. Il Cd è il coefficiente di resistenza. Essendo la resistenza aerodinamica costituita da più componenti, il coefficiente di resistenza tiene conto delle varie componenti della resistenza aerodinamica. In Cdf è il coefficiente che


permette di quantificare la componente della resistenza aerodinamica di forma o scia. Essa dipende dalla grandezza della scia a valle del corpo la quale a sua volta dipende dalla forma del corpo. Il Cdat permette di quantificare la componente della resistenza aerodinamica di attrito, l'entità della quale è legata alla levigatezza della superficie del corpo. Il Cdi tiene conto della componente della resistenza indotta, la quale dipende dall'entità dei vortici che si sviluppano dietro le estremità alari. Il Cdint quantifica la resistenza aerodinamica di interferenza la quale dipende dalla mutua interferenza delle correnti fluide d'aria che lambiscono parti adiacenti del velivolo (vedi lezioni precedenti riguardanti le singole componenti della resistenza aerodinamica). é da notare che la resistenza aerodinamica diminuisce all'aumentare della quota di volo, perchè aumentando essa diminuisce la densità dell'aria. E' questo uno dei motivi per i quali la quota di crociera dei velivoli commerciali è relativamente elevata, posizionata sui 10.000 metri. E' importante notare anche che la resistenza aerodinamica aumenta molto velocemente all'aumentare della velocità di volo, essendo proprio la velocità il termine che ha maggiore importanza nella formula sopra riportata. E' infine intuitivo constatare che il valore della resistenza aumenta all'aumentare della superficie S bagnata dal fluido aria. Tale formula è di fondamentale importanza nella progettazione degli ultralights operanti nel campo dell'aviazione ultraleggera e del volo sportivo vds. Essa viene utilizzata, con opportune procedure di calcolo, per calcolare le caratteristiche aerodinamiche del profilo medio, dell'ala isolata e del velivolo completo dell'ulm in fase di progettazione (tale procedure di calcolo verranno sommariamente illustrate in lezioni successive).
Ing. Massimiliano Ghielmetti; docente di Aerotecnica





L'aerodinamica della pallina da golf


Sicuramente la forma della superficie di una pallina da golf ha sempre suscitato interrogativi. La sua superficie, infatti, invece di essere liscia, presenta innumerevoli concavità. Può suscitare curiosità ma il motivo di tale tipologia di superficie è legato a questioni prettamente di carattere aerodinamico. All'inizio del ventesimo secolo, era comune il detto tra i giocatori di golf che diceva "Pallina vecchia va più lontano della pallina nuova...". La differenza tra le due palline è data dai numerosi intagli e dalle escoriazioni che presenta la pallina vecchia rispetto la nuova. Le concavità della moderna pallina da golf




servono proprio per sostituire tali intagli. La funzione di tali asperità è quella di garantire sulla superficie della pallina uno strato limite turbolento (vedi lezione sullo strato limite). Lo strato limite turbolento ha il pregio di staccarsi dalla superficie del corpo più tardi di quanto si abbia con lo strato limite laminare. Questo determina il formarsi dietro alla pallina di una scia turbolenta più piccola di quella che si ha invece con lo strato limite laminare. Una scia più piccola comporta un valore più piccolo della componente della resistenza aerodinamica che ha il nome di resistenza di forma o di scia (vedi


lezioni sull'origine fisica della resistenza aerodinamica e sulle sue componenti). Avendo però la superficie della pallina delle asperità, si ha anche un aumento della componente della resistenza aerodinamica che ha il nome di resistenza di attrito. Per i corpi tozzi però, come per la nostra pallina, avviene che l'aumento della resistenza di attrito è più piccolo della diminuzione della resistenza di forma. La resistenza aerodinamica totale quindi diminuisce. Per la pallina, quindi, è conveniente avere delle asperità sulla propria superficie. Una resistenza aerodinamica totale minore comporta che la pallina può volare più lontano. Si è quindi spiegato scientificamente quello che i vecchi giocatori di golf conoscevano tramite la loro esperienza. Viceversa il discorso appena redatto non è valido per i corpi affusolati, come potrebbero essere i profili alari. Questo perchè, in questo caso, l'aumento della resistenza aerodinamica di attrito è più grande della diminuzione della resistenza di forma. Quindi in questo caso la resistenza aerodinamica totale aumenterebbe invece di diminuire, ostacolando quindi maggiormente l'avanzamento del corpo all'interno del fluido aria.
Ing. Massimiliano Ghielmetti; docente di Aerotecnica





Lo strato limite


Nelle lezioni sulle componenti della resistenza aerodinamica, si era vista l'esistenza dello strato limite. Lo strato limite è un sottile strato del fluido aria adiacente alla superficie del corpo investito dalla corrente d'aria. La sua esistenza è dovuta al fatto che l'aria non è un fluido perfetto. La caratteristica che discosta maggiormente l'aria da un fluido perfetto, è la presenza della viscosità. La viscosità è la responsabile del crearsi di forze tangenziali, ossia di forze aventi la stessa direzione della velocità del fluido. Tali forze sono simili in una certa misura alle forze di attrito. Queste esercitano quindi una sorta di attrito tra i vari strati di aria, più precisamente tra i vari filetti fluidi di aria. Questa azione di attrito è tanto maggiore quanto più ci avviciniamo alla superficie del corpo. Questo determina una variazione del




valore della velocità dell'aria mano a mano ci avviciniamo alla superficie del corpo. In particolare, sulla superficie del corpo, la velocità è nulla. E' per questo motivo che quando sulla carrozzeria dell'automobile vi è depositata della polvere, anche se l'autoveicolo percorre un'autostrada ad alta velocità, la polvere rimane intatta sulla carrozzeria. Lo spessore dello strato limite è piccolo, dell'ordine di qualche millimetro. All'interno di questo sottile spessore, la velocità varia la sua velocità aumentando il proprio valore mano a mano che ci si allontana dalla superficie. La variazione del valore della


velocità è di tipo quadratico, ossia il diagramma che illustra come aumenta il valore della velocità dell'aria allontanandosi dalla superficie ha la forma di una parabola (vedi lavagna sopra a sinistra). Lo strato limite può presentare due differenti tipologie: può essere di tipo laminare oppure di tipo turbolento. Nel primo caso i filetti fluidi di aria sono tutti gli uni paralleli agli altri, nel secondo caso invece essi si intersecano in un certo senso tra di loro. Lo strato limite turbolento ha uno spessore maggiore di quello laminare. Quello laminare è preferibile per abbassare il più possibile la componente della resistenza aerodinamica che prende il nome di resistenza di attrito. Quello turbolento è preferibile se si vuole ridurre la resistenza aerodinamica totale nel caso in cui il peso della componente di attrito è minore del peso percentuale della resistenza di forma o scia. Una esplicitazione pratica di tale ultimo concetto è dato dall'aerodinamica della pallina da golf, che sarà oggetto di una nostra futura lezione. Uno strato limite turbolento è inoltre preferibile per ritardare lo stallo del velivolo. Per questo motivo spesso si usano degli accorgimenti per trasformare lo strato limite laminare in turbolento. Anche quest'ultimo argomento verrà affrontato in più lezioni future. Nel campo dell'aviazione ultraleggera, la considerazione dell'esistenza dello strato limite è di fondamentale importanza. Questo perchè le leggi aerodinamiche che valgono per l'aviazione maggiore (generale, commerciale, etc...) mantengono la stessa identica validità per gli ulm ed ultralights. Dal punto di vista aerodinamico non vi è quindi alcuna distinzione tra l'aviazione sportiva ed il resto dell'aviazione.
Ing. Massimiliano Ghielmetti; docente di Aerotecnica





Resistenza aerodinamica di attrito.


La resistenza aerodinamica totale è costituita da più componenti, precisamente da quattro componenti. Una di queste componenti è la resistenza aerodinamica di attrito. Essa diperda dalla rifinitura superficiale del corpo. maggiore è la levigatezza della superficie del corpo, ossia meno asperità sono presenti su tale superficie, minore è il valire della resistenza aerodinamica di attrito. Da un punto di vista aerodinamico, la resistenza aerodinamica di attrito è legata alla tipologia dello strato limite. Riguardo allo strato limite, si rimanda alla prossima lezione. In questo momento basta accennare che esso è un sottile strato di aria di qualche millimetro aderente alla superficie del corpo. In esso la velocità varia da un valore nullo sulla superficie del corpo ad un valore asintotico aumentando il proprio




valore in modo parabolico (vedi lavagna a lato). Vi possono essere due differenti tipologie di strato limite: uno strato limite laminare, più sottile, in cui i filetti fluidi sono gli uni paralleli agli altri; ed uno strato limite turbolento, più spesso, dove i filetti fluidi si intersecano gli uni agli altri. Una superficie del corpo liscia, consente di avere uno strato limite laminare. Una superficie del corpo ruvida, o con delle asperità, determina la formazione dello strato limite turbolento. Uno strato limite laminare consente di avere una resistenza aerodinamica di attrito più contenuta di quella che si ha con uno strato limite


turbolento. Per questo motivo è uso, per avere una resistenza aerodinamica contenuta e quindi maggiori velocità di volo o maggiori autonomie chilometriche ed orarie, cercare di avere le superfici del velivolo bagnate dal fluido aria le più lisce e pulite possibili. Facendo riferimento alla storia aeronautica, molto noto è l'episodio del velivolo Macchi Castoldi MC 72 detentore del record assoluto di velocità per idrovolanti con motore a pistoni stabilito nel 1934 e tuttora imbattuto. Originariamente i galleggianti - scarponi del velivolo erano in lega leggera di alluminio. Le giunzioni tra i vari pannelli di alluminio erano realizzati con delle chiodature (ribattini di alluminio). Le teste dei chiodi costituivano delle asperità sulla superficie del corpo, la quale non presentava quindi una superficie perfettamente liscia. Lo strato limite su tale superficie era quindi di tipo turbolento. Successivamente i galleggianti vennero realizzati in legno. I vari pannelli di compensato di betulla utilizzati erano giuntati tra di loro mediante incollaggio. Mediante stuccatura e successiva verniciatura, la superficie dei galleggianti era praticamente lucidata a specchio, ossia perfettamente liscia e priva di asperità. Lo strato limite in questo caso era quindi di tipo laminare. Tale miglioria permise di aumentare la velocità massima del velivolo di addirittura 15 km/h, permettendo di stabilire il record di velocità con il valore di 709,2 km/h
Ing. Massimiliano Ghielmetti; docente di Aerotecnica

Pagina presa da internet, mi ha aiutato molto. Fonte:http://www.toflyrc.com/Forum/tm.asp?m=204483&mpage=2&key=
Per corpi affusolati quindi è meglio avere una superficie liscia.
 
9327498
9327498 Inviato: 15 Feb 2010 0:56
Oggetto: Re: Condotti di aspirazione, lisci senza porosità è meglio?
 

Innocentinet ha scritto:
Salve a tutti.
. L'airbox non va in pressione ma è di tipo a depressione. .
Saluti! 0510_saluto.gif

Qual ' e' il tipo a depressione?
La velocita' dell' aria all' interno dell' airbox e' bassa in quanto l' area e' ampia,
quindi non risente della differenza di rugosita' ,
semmai all' imbocco , ciae' nella parte piu' stretta si raggiunge una velocita' piu' alta convene farlo piu' liscio possibile.
A riguardo del mc72 dovete sapere che per ridurre la resistenza aerodinamica sono stati eliminati i radiatori e sono stati sostituiti da una serie di tubi in rame appiattiti che hanno ricoperto quasi completamente le gambe dei galleggianti e le ali , in questo modo si e' anche cambiato la temperatura dell' aria e quindi la densita' e di conseguenza il numero di reynold e quindi si e' ridotta ulteriormente la turbolenza
 
9327524
9327524 Inviato: 15 Feb 2010 1:08
Oggetto: Re: Condotti di aspirazione, lisci senza porosità è meglio?
 

snowstorm ha scritto:

Qual ' e' il tipo a depressione?
La velocita' dell' aria all' interno dell' airbox e' bassa in quanto l' area e' ampia,
quindi non risente della differenza di rugosita' ,
semmai all' imbocco , ciae' nella parte piu' stretta si raggiunge una velocita' piu' alta convene farlo piu' liscio possibile.
A riguardo del mc72 dovete sapere che per ridurre la resistenza aerodinamica sono stati eliminati i radiatori e sono stati sostituiti da una serie di tubi in rame appiattiti che hanno ricoperto quasi completamente le gambe dei galleggianti e le ali , in questo modo si e' anche cambiato la temperatura dell' aria e quindi la densita' e di conseguenza il numero di reynold e quindi si e' ridotta ulteriormente la turbolenza


Domanda:
Se si fa più liscio possibile non si può verificare il problema del distaccamento dello strato limite che va ad interferire con le parti centrali del fluido?
 
9328115
9328115 Inviato: 15 Feb 2010 10:37
 

se il condotto è ben fatto e non presenza situazioni a limite di distaccamento dello strato limite (curve brusche, improvvisi allargamenti di sezione,gradini, ecc) uno strato limite il più sottile e laminare possibile è la cosa migliore dal punto di vista della resistenza aerodinamica, e questo si ottiene con una superficie liscia.

Da notare che l'importanza della rugosità della superficie varia in relazione allo spessore dello strato limite, quindi una superficie a specchio potrebbe non portare a miglioramenti rispetto ad una superficie carteggiata 240...
 
9328443
9328443 Inviato: 15 Feb 2010 11:47
 

L' allargamento della sezione dopo la sezione ristretta deve essere graduale e formare un angolo max di 5-7 ° a meno di utilizzare accorgimenti particolari ( generatore di vortici o diaframmi e paratie).
Tutto naturalmente dipende dalla velocita' del flusso e dimensioni della sezione
 
9328554
9328554 Inviato: 15 Feb 2010 12:06
 

Con airbox a depressione intendo che esso non ha la bocchetta di aspirazione rivolta frontalmente (come nelle moto ad iniezione) ma rivolta nel posteriore, in quanto la moto è a carburatori a depressione e non del tipo soffiati. L'airbox quindi non va in pressione con l'aumento della velocità, ma rimane sempre in depressione.
 
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