Questo viaggio è estremamente importante per me, chi mi conosce può forse immaginarlo, il report è lungo, ma non temete… potrebbe esserlo ancora di più!
Sono pronta per la partenza, una decisione presa d’impulso e poi studiata per un paio di settimane,
un viaggio in solitaria, finalmente dopo tante piccole tappe “motociclistiche” più o meno felici, mi sento pronta per spiccare il volo con la mia motina, così come ho sempre voluto fare: viaggiare.
Preparato un itinerario approssimativo, dormirò dove trovo e per le emergenze ho con me il mio fido sacco a pelo.
La meta ufficiale è il Lago di Resia, ma in realtà è il Trentino e il Sudtirolo , diciamo la zona compresa fra il lago di Garda, Austria e Svizzera.
1 giorno: Brescia –Molveno - Fondo
Con la mia consueta precisione parto alle ore 10:40 (
), mentre l’orario previsto erano le 9:00, ma in fondo che importa? Sono da sola ed è questo il bello, sono libera di fare tutto quello che voglio. Salgo con emozione la rampa del garage e …. Via!
Mi avvio verso un itinerario estremamente noto a chi è della zona, alla volta delle Coste di S. Eusebio e alla prima sosta benzina scopro qualcosa che mi accompagnerà per tutto il viaggio, la gente mi guarda stranita, non è abituata a vedere una donna da sola con la sua moto carica per il viaggio
. Incontro dei simpatici motociclisti che m’invitano a seguirli nel loro giro, ma io ho già il mio itinerario e non mi lascio tentare. Voglio stare da sola.
Proseguo per il lago d’Idro, siamo in settimana e il traffico non è molto, il panorama è sempre suggestivo il lago si apre fra i monti con dei bellissimi colori, la strada è pulita ed è una continua serpentina estremamente divertente, l’andatura è assolutamente tranquilla, sono in ferie e mi godo il panorama, ma ogni tanto mi lascio tentare.
Appena dopo Idro svolto verso Ledro e mi appresto a salire, ma prima una meritata pausa pranzo.. è prestino, ma ho già fame… vedo delle moto parcheggiate fuori da un bar e mi fermo. Anche qui conosco un simpatico barista che m’invita a ritornare tutto contento “perché di donna che girano da sole non ne vedo mai” (
) e qualche motociclista.
Mi avvio verso Ledro, bellissima valle, davanti a me due motociclisti con cui affronto i primi tornanti, mi stacco dopo un po’ perché ho la necessità di aumentare un po’ l’andatura, mi voglio godere questa bellissima strada e il suo panorama, la valle è piena di prati e alberi verdi e il lago è azzurrissimo, invidio la gente che fa il bagno.. fa un caldo folle e con l’abbigliamento in cordura mi sto lentamente sciogliendo… Nella discesa verso Riva mi raggiungono i due motociclisti di prima e ci salutiamo a Riva dove io proseguo verso Arco e Dro’.. solo dei motociclisti possono salutarsi come amici per aver condiviso qualche Km..
e sono ancora più felice di far parte di questa famiglia.
La strada fino a Sarche è una tangenziale, grande e con poche curve, ma estremamente panoramica, a Sarche svolto per Tione di Trento e costeggio i canyon scavati dal fiume Sarche che secondo me sono davvero una meraviglia della natura, asfalto bellissimo e curve larghe, ci si diverte parecchio.
A Comano Terme inizio la salita verso il lago di Molveno, strada con curve più o meno strette in mezzo a boschi e prati, una goduria. Conosco uno scuterista che si aggrega al giro e mi seguirà fino a sera. A Molveno sosta per mettere i piedini in fresco nel lago, un oretta di acqua e sole e poi si riparte alla volta di Cles. Non salgo dal Fai della Paganella, ma rimango parallela alla Paganella seguendo per Spormaggiore con il Gruppo del Brenta a sinistra, strada curvosa molto divertente si sale sulla montagna e il panorama è favoloso.
Per Cles, ovviamente non prendo la tangenziale, ma svolto per Sporminore e inizio un arrampicata, fra curve, boschi e soprattutto… meli!!! Meli ovunque a destra e sinistra, la strada si srotola fra qualche tornante e curva secca mentre salgo e l’odore delle mele passa nel caso.
Prima di Cles, gitarella al lago di Tovel, molto carino, ma sinceramente mi aspettavo meglio, la strada nella valle per arrivare al lago e curvosa e divertente, ma per arrivare a Tovel bisogna pagare 4 €.
Costeggio il lago di S. Giustina a Cles e mi avvio verso Fondo, ma prima una tappa al Santuario di S. Remedio, ovviamente sbaglio strada e mi trovo ad affrontare curve e tornanti in una strada minuscola, ma alla fine guadagno la strada principale che porta a Fondo, anche qui curve impegnative, inizio a sentirmi stanca e dopo tre tentativi trovo una camera a buon mercato in un paesino prima di Fondo dove mangio una cena luculliana per auto-festeggiarmi.
Sono in Val di Non e i meli sono perenni compagni.
Giorno 2: Fondo – Passo Palade - Resia – Valle Lunga
Partenza sempre in perfetto orario 10:30… (
) Oggi dovrei raggiungere Resia con il suo campanile sommerso nel lago artificiale, doveva essere anche il giorno del rientro, ma ho deciso di aggiungere un giorno.
Procedo verso Passo Palade, stupendo!!!! Sia paesaggisticamente (vista sulla Val d’Ultimo), sia per la strada, asfalto stupendo curve morbide e qualche tornante largo
IN realtà, decido di vagare un po’ per il monte e mentre seguo cartelli per laghi e cascate spesso mi ritrovo in strade piccolissime e dissestate, in mezzo a prati e malghe che normalmente terminano in sentieri e strade sterrate, continue inversioni in condizioni non proprio agevoli mi fanno capire che è il caso di procedere altrimenti non arriverò mai
.
La discesa verso Lana e Merano è favolosa a livello paesaggistico, nella parte finale la strada è a strapiombo sulla valle sottostante con una stupenda vista ad un vecchio castello. Presto attenzione alla velocità, perché le gallerie in questo lato hanno la pavimentazione in porfido.
Lascio la Val di Non e mi avvio verso Val Venosta, che si rivela decisamente noiosa, una strada grandissima e tutta dritta, con molto traffico,
devio verso Val Senales dove le cose vanno decisamente meglio
curve morbide, in mezzo a pascoli e boschi fino al lago ( di cui non ricordo il nome) piccolo e azzurro, procedo fino al Maso corto dove la strada finisce e si sale con la funivia.
Mentro ricerco nuovamente del cibo, mi accorgo che qui non si parla italiano, ma credo Ladino. Fatico a farmi capire e loro spesso non collaborano, con difficoltà mi procuro un panino e riparto.
Nuovamente in Val Venosta, è una vera noia, ma finalmente s’inizia a salire verso Resia, panorama sulle montagne molto bello, ogni tanto qualche tornante largo, ma in effetti anche questa strada è un po’ deludente. Arrivo a Resia e non c’è traccia del campanile!
Dov’è?
Ci sarà troppa acqua? Avrà piovuto troppo?...
.....
infine lo trovo dietro una curva in un ansa protetta del lago. Molto suggestivo, ma io pensavo fosse proprio in mezzo al lago. E’ ancora presto e mi avvio verso passio Resia e l’Austria… anche qui la strada è semplice e poco curvosa… gitarella in Austria, ma la strada non mi soddisfa e torno indietro… cosa fare? IL giorno dopo medito per lo Stelvio o per il destradige… inizio a tornare?
Attratta da un cartello “Valle lunga” svolto ed… è subito amore!!!
Una piccola valle verde e stupenda, c’è poca gente e sembra di stare in un film. In fondo c’è il ghiacciaio Palla Bianca con un sentiero che lo raggiunge. Trovo una camera a prezzo stracciato (il bagno è al di là del corridoio, ma non sono schizzinosa) da una signora che affitta camere e ovviamente parla un italiano stentato e dopo essermi un po’ ripresa, mi avvio verso il sentiero del ghiacciaio (a piedi stavolta).
Cena a base di Gulash e via a nanna!!! Non si sente nulla e siccome sono a 1950 msl uso pure il piumotto…
Giorno 3: il grande massacro… Valle lunga – Stelvio – Brescia
Credo di poterla chiamare la giornata dei tornanti….
A colazione decido che tornerò passando dallo Stelvio, è da tanto che voglio farlo e visto che sono arrivata fin qui da sola, perché non regalarmi anche questa conquista
Dopo un breve panico da benzina (ero a 250 km e non trovavo un distributore) mi rifornisco al paese prima, mi vesto con la maglia pesante visto che raggiungerò i 2700 (grande errore, mi sono sciolta per tutto il viaggio) e mi appresto alla “Grande Conquista”.
All’inizio la strada è bellissima, belle curve e il panorama… mozzafiato, con il Stelvio davanti a me nella sua maestosità. Iniziano i tornantini e in effetti sono piccoli e ripidi… ma il problema più grosso è che c’è traffico
, mi devo fermare ad ogni tornante con la motina che tenta di spegnersi perché a 8 km/h anche sfizzionando non ne vuole sapere…
i primi li faccio troppo larghi e cerco di migliorare la tecnica. Me la vedo brutta quando devo fermarmi in mezzo ad un tornante in piena salita dietro ad un macchina che tenta di fare manovra dietro ad una bici(
)… ma alla fine dopo 42 tornanti arrivo in cima!!!! Mi guardo attorno come Alice nel paese dei balocchi, felice come una Pasqua… moto dappertutto e tanta gente… troppo gente, mi avvio verso il rifugio dove mangio e prendo un po’ di sole.
La discesa verso il lato di Bormio è molto più facile, i tornanti sono più spaziosi e anche il panorama non è così roccioso, ma molto più morbido e verde… da questo lato i tornanti sono credo 39 (l’avevo letto, ma non sono sicura..), ma la parte più difficile in realtà sono state le gallerie, piccole e buie dove passa solo un mezzo e quando esci c’è il baratro… soffrendo di vertigini il vuoto non lo reggo molto bene…
La super strada da Bormio verso Tirano è noiosa, ma arrivo verso Grosio dove ho individuato sulla cartina una strada che porta verso Edolo… peccato che sto per scoprire che è il passo del Mortirolo
e che l’ho preso pure dalla stradina prima, quella lunga, piccola e sconosciuta.. non incontro nessuno fino alla cima (Passo Foppa) e inizio a dubitare di quello che sto facendo…
lo Stelvio in confronto è un gioco da bambini, qui la strada è molto piccola e i tornanti minuscoli a paragone, il fondo stradale non è messo bene, ma poi migliora… finalmente sn cima corgo qualche anima, soprattutto ciclisti. La discesa verso Edolo è un gioco da bambini in confronto, in mezzo ai prati e molto panoramica.
Da Edolo punto verso Brescia… ma … Passo Crocedomini… perché non farlo?
Anche qui la strada è piccola, il fondo stradale non bellissimo, ma molto panoramica. Questo passo non mi entusiasma molto perché alcuni tornanti sono costeggiati dal vuoto e, come già detto, le mie vertigini non ringraziano…
La strada dal Gaver a Bagolino è messa molto male, ma poi da Bagolino a Idro è un serpentina morbida e continua, una goduria!!!!
Sono stanca però… e mi avvio verso Brescia in tutta tranquillità….
A breve (spero in giornata) aggiungo le foto, così il report magari diventa un po’ più scorrevole…