Articolo e immagini da : Dueruote.it
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L'idea degli amici di Kawasaki Italia è stata tanto semplice quanto riuscita: a distanza di un paio d'anni dalla sua presentazione la Versys è una realtà consolidata nella gamma della Casa di Akashi, ma se è vero che i motociclisti hanno oramai imparato a riconoscere la media "tuttofare" grazie alla sua estetica personale, non è altrettanto scontato che sia chiara a tutti la reale ecletticità di questo modello così per metterla alla prova siamo partiti da Milano alla volta di Nizza per raccontarvi come si comporta la bicilindrica giapponese nei lunghi tragitti autostradali, lungo i passi di montagna e nel caotico traffico della città francese, lungo un tragitto di quasi 900 km.
Per chi ancora non la conoscesse la Kawasaki Versys è una via di mezzo tra una naked e un'enduro stradale. Offre un manubrio alto e abbastanza largo, ruote da 17" con gommatura radiale e un bicilindrico in grado di offrire una discreta verve in ogni situazione e in grado di spingere con discreta forza i 181 kg dichiarati della moto. Si potrebbe pensare ad una moto votata unicamente al divertimento puro, mentre in realtà la Versys sa essere anche molto... versatile, soprattutto se equipaggiata con gli accessori del "kit Tourer" (in vendita a 665 euro), composto dalle capienti borse laterali, dall'immancabile bauletto e dal cupolino rialzato.
Dall'autostrada ai tornanti della costa azzurra
Lasciato alle spalle il groviglio di tangenziali milanesi prendiamo l'autostrada in direzione Savona-Ventimiglia.
La posizione in sella è comoda, col busto eretto e le gambe che stringono naturalmente il capiente serbatoio da 19 litri, l'ergonomia di questa moto è in grado di offrire un comfort di marcia elevato anche nelle lunghe percorrenze.
Nel tragitto autostradale abbiamo apprezzato anche la protezione aerodinamica offerta dal cupolino rialzato, montato sul modello a noi affidato, e la precisione di guida alle elevate velocità, dove abbiamo riscontrato solo qualche vibrazione percettibile sulle pedane però mai tale da inficiare il comfort.
La rapportatura del cambio si raccorda perfettamente all'utilizzo autostradale, con una sesta marcia in grado di far viaggiare la Versys ai 130 km/h imposti dal codice col motore a circa 6.000 giri, pertanto prossimo al regime di coppia massima (6,2 kgm a 6.800 giri). Questa caratteristica si traduce in una spinta fluida e corposa che permette sorpassi e riprese molto rapidi, senza la necessità di chiamare in causa il cambio.
Il viaggio autostradale scorre via veloce e, arrivati a Nizza, ci districhiamo tra le strade trafficate e caotiche della città:
il rigore direzionale evidenziato alle andature elevate lascia il posto ad una maneggevolezza totale, sulle prime quasi sorprendente; la Versys si divincola senza difficoltà tra le auto, si lascia condurre con estrema disinvoltura assistita da un impianto frenante potente ma mai esuberante e da un raggio di sterzata contenuto.
In questa situazione anche il motore gioca un ruolo fondamentale e per questo le buone doti di ripresa fin dai bassi regimi (senza strappi o incertezze di alcun tipo) consentono al pilota una guida sempre rilassante e divertente. Gli unici appunti che ci sentiamo di muovere sono relativi alla prima marcia, decisamente troppo corta e per questo scarsamente sfruttabile nelle situazioni di traffico più caotiche, e al calore trasmesso alle gambe dal propulsore.Il giorno seguente è la volta del percorso più probante, uno di quei tratti tutto curve e tornanti che ogni motociclista inserisce obbligatoriamente nel suo road-book: la nostra meta è il Col de Turini, 1600 metri s.l.m. da percorrere tutti d'un fiato. In questo luogo immerso nel verde si sviluppa una strada costellata di curve d'ogni genere, e non è un caso che lungo questa statale si possano ammirare alcuni tester impegnati nella messa a punto di nuovi modelli di auto con tanto di targa prova e camuffamenti sulla carrozzeria.
Anche in questo caso la Versys ha dato ottima prova di sé, coniugando le doti di maneggevolezza già evidenziate nel centro cittadino con una stabilità in grado di garantire un ottimo feeling anche nella guida più "disinvolta".
Piacevole e rapida da condurre nei tornanti, la Versys permette elevati angoli di inclinazione, garantendo un gran divertimento di guida anche ai motociclisti più smaliziati. Anche il motore riesce a sorprendere: i suoi 64 CV a 8.000 giri non fanno gridare al miracolo, ma sono distribuiti in maniera uniforme lungo tutto l'arco di erogazione, con la possibilità, seppure sia consigliabile cambiare rapporto non oltre i 9.500 giri, di spingersi in allungo a quota 11.000, regime al quale interviene il limitatore e dove comunque la potenza è già calata sensibilmente.
Arrivati in cima siamo oramai consci del fatto che la nostra "vacanza" sta per volgere al termine ma anche che ci aspetta tutto il viaggio del ritorno. Se il divertimento sarà quello dell'andata non c'è tempo da perdere, un panino e via di nuovo