Come omologare una supermotard.
Articolo pubblicato su Ultramotard il: 2003-10-31 11:43:12
Ormai lo sanno tutti. Anche la semplice modifica delle dimensioni dei pneumatici della nostra moto comporta la necessità di sostenere una nuova omologazione del veicolo, pena il sequestro del libretto da parte delle forze dell’ordine e l’obbligo di rimettere la moto nelle condizioni originali sostenendo una visita di revisione e pagando una multa salatissima.
Proprio per questo una delle domande più ricorrenti che arrivano in redazione è quella su come fare per avere una supermotard che sia regolarmente omologata e permetta di circolare serenamente, senza rischiare di incorrere nelle ire dei solerti tutori della legge.
Le strade sono tre.
La prima, la più semplice e logica, prevede l’acquisto di una moto già omologata con cerchi da 17”. Ormai l’offerta è ampia e permette di poter spaziare dai modelli enty-level alle più cattive race-replica. Esistono poi una serie di modelli venduti nella doppia versione enduro che hanno anche la possibilità di montare i cerchi da motard in quanto riportati sul libretto di circolazione. E’ il caso ad esempio della Suzuki DRZ400. Dal prossimo anno però la pacchia della doppia omologazione dovrebbe finire, visto che la normativa comunitaria, recepita anche dall’Italia, prevede la possibilità di una sola misura di ruote. Ma si sa come vanno certe cose in Italia, per cui nulla è ancora perduto……
La seconda possibilità, per chi vuole omologare la sua enduro come supermotard è quella di richiedere alla casa costruttrice il nullosta tecnico per permettere l’aggiornamento delle nuove misure sul libretto di circolazione. Non tutte le case lo rilasciano (Yamaha non lo fa, Honda Dalla'Ara solo acquistando il kit motard della casa, ecc.). Una volta ottenuto il nullaosta bisogna andare alla motorizzazione con la moto e i nuovi cerchi e dopo una prova (non sempre…) vengono omologate le nuove misure. Seguendo questa strada molti proprietari di Honda XR e Husqvarna TE sono riusciti ad omologare le loro enduro come motard.
Esiste poi, per tutti, una terza e più complicata via. E’ palese che il Codice della strada italiano stabilisce in pratica che le omologazioni siano prerogativa dei costruttori. Quindi anche per la più piccola e insignificante modifica serve il nulla osta del costruttore per aggiornare la carta di circolazione.
La parola magica per bypassare i costruttori è il TUV. Un organismo privato che rilascia omologazioni in accordo con il Ministero dei trasporti tedesco e ha un ufficio a Milano. Attraverso il TUV si possono omologare moto modificate oltre che nelle misure dei cerchi, anche allo scarico, ai freni, alla forcella, fino ad arrivare al motore completo e al telaio, modificandone le quote fondamentali.
L’iter non è semplice, ma neanche impossibile. Una volta ottenuta l’omologazione, si immatricola temporaneamente la moto in Germania, esportandola poi formalmente in Italia in virtù del principio di libera circolazione delle merci, che prevede il mutuo riconoscimento anche delle omologazioni nazionali.
Questa pratica è già nota agli amanti di custom, naked e streetfighter che si sono rivolti con successo all’ente tedesco per omologare le loro special. Intervenire su una moto già omologata e semplicemente modificata è relativamente semplice se si tratta di un veicolo prodotto a partire dal '99, da quando cioè si applica la direttiva europea di omologazione in oggetto.Se il veicolo è antecedente la cosa si complica e bisogna vedere in base a quale normativa è stato certificato e poi aggiornarne l’omologazione preoccupandosi che sia comunque conforme alla normativa originale.
Nel caso della sostituzione di pochi componenti, l'operazione è più semplice se i ricambi adottati sono già omologati a livello comunitario o se sono certificati TUV. Diversamente vanno dapprima approvati dall’ente tedesco attraverso prove aggiuntive.
Se invece si tratta di componenti originali già adottati da una casa costruttrice di motocicli il problema è superato per la presunzione di sicurezza riconosciuta ai componenti originali. Importante: per i componenti strutturali, quelli più importanti, viene richiesta una fattura d'acquisto o una dichiarazione di vendita.
Al termine delle prove viene stesa una relazione e attraverso agenzie specializzate si può provvedere a un'immatricolazione provvisoria in Germania, operazione che comporta anche il pagamento di una serie di tasse e di un'assicurazione a breve scadenza. Poi bisogna fare l’immatricolazione italiana. Tutto il giochetto costa circa 500 euro
Il costo della prestazione del TUV per omologare differenti misure di cerchi e pneumatici (con componenti già certificati TUV) può costare sui 2-300 euro. Per un veicolo completo si va dai 1.500 ai 3.000 euro (più le prove di laboratorio), a seconda che siano utilizzati componenti già omologati o meno.
Se la cosa sia conveniente o meno lo lasciamo decidere a voi.
Se comunque avete voglia di approfondire l’argomento il TUV di Milano risponde al numero 02.66.05.31.
info:
Tuv.it
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