alexss ha scritto:
de_corsa ha scritto:
1) Ne = PME * V * n / 900 (costante per un motore a 4T, altrimenti è 450)
dove Ne è la potenza effettiva
V è la cilindrata
n è il numero di giri
quindi il numero di giri è un moltiplicatore della potenza, ecco perché di due motori di pari cilindrata, da quello più frazionato e superquadro si riescono ad ottenere valori di potenza massima superiori.
è chiaro che influiscono anche la sezione delle valvole ecc. ma il motivo di base è questo.
per contro, un motore meno frazionato (o meno superquadro) avrà di sicuro una curva di coppia più corposa, ma nel suo valore massimo non sarà tanto superiore a quella del motore più frazionato.
ed il numero di giri massimo possibile, e tutte le curve di coppia e potenza che ne conseguono, come ben sai dipende dal valore della corsa in maniera assolutamente proporzionale: più è ridotto e più il motore può girare in alto, anche e soprattutto per la sua influenza diretta sulla Velocità Media del Pistone che si ricava dall'equazione Vm = c * n / 30 e che limita in ultima analisi il regime massimo possibile di un motore oltre ai limiti fisici dei tempi di accensione-combustione
è noto quanto possano girare alto i micromotori e diversamente da loro i motori di grossa cilindrata tanto più se sono poco frazionati, per i motivi suddetti.
non credo ci sia da discutere su questo aspetto ma fammi capire se vuoi sottolineare altri aspetti
2) certo, ma il braccio corrisponde alla corsa nel momento in cui il sistema biella-manovella si trova angolato 90° e, fatte salve le perdite generate dalla spinte laterali del pistone ed il suo disassamento in quelle condizioni, è quello il valore istantaneo di coppia massima ipotizzando una PME più o meno costante durante la fase di espansione.
e la coppia rilevabile alla presa di forza non è altro che un valore medio nell'arco di un ciclo che vede come picco il valore massimo di calcolo.
1) costruendo un motore solamente con una corsa inferiore a parità di cilindrata unitaria, ma con le stesse valvole e condotti la potenza non aumenterebbe minimamente, in realtà è il conseguante dimensionamento dei condotti che permette di poter girare più velocemente al motore(perchè riesce a far entare più aria nello stesso tempo) e il fatto di avere una corsa corta implica solamente il raggiungimento di tale scopo oltre al riuscire a mantenere bassi gli sforzi meccanici. quindi non è l acorsa in sè ad avere un ainfluenza diretta sulla potenza.
la formula che hai scritto è del sistema tecnico e anche semplificata, dal quale si ricava la potenza, non la coppia
2) il braccio è massimo nel punto di quadratura fra biella e manovella, un pò prima dei 90° ed è pari a metà della corsa.
la coppia rilevata è una media senza dubbio, ma il valore della pme è una media, quindi......
pressione media effettiva significa la pressione che darebbe come risultato la stessa coppia senza che ci fossero dei picchi e dei flessi nel valore, quindi è un valore ricavato e non di progetto.
Bella questa disputa accademica... caro de-corsa, hai trovato un osso duro!
Sinceramente credo che ale abbia ragione... se aumenti l'alesaggio e diminuisci la corsa senza variare il riempimento, cioè lasciando inalterato il diametro delle valvole e dei condotti, il numero di giri aumenta poco, e i vantaggi della corsa corta sarebbero minimi... cambia tutto se la diminuizione della corsa è funzionale all'aumento della "respirazione" del motore, aumentando il diametro di valvole, condotti e corpi farfallati... credo anch'io che l'aumento sostanzioso del numero di giri e quindi della potenza massima sia reso possibile da quello... certo, anche dalla corsa corta... ma l'aumento dell'alesaggio è funzionale all'impiego di valvole e condotti di maggiore diametro, non il contrario....