Ogni anno sono sempre tante le novità ad Eicma Moto.
Qui si possono ammirare i più bei modelli presenti oggi sul mercato e qualche anticipazione in assoluta.
All’interno del programma spesso passano in sordina molti forum interessanti soffocati dalle vetrine dei motori e dagli entusiasmanti momenti di spettacolo che si svolgono nell'area esterna alla Fiera.
In uno di questi incontri giovedì 6 novembre, all’interno della Sala Scorpio si è parlato dei guard-rail di nuova generazione “amici dei motociclisti “che sono oramai in fase di studio avanzato.
Il focus si è spostato precisamente sull’impatto dei dispositivi di ritenuta stradale , come appunto gli attuali guard-rail , sulla sicurezza degli utenti delle due ruote, e sulla loro idoneità proprio in riferimento agli utilizzatori delle due ruote.
L’incontro prevedeva gli interventi di:
- Luciano Marasco, Responsabile Divisione Sicurezza della Circolazione Stradale del Ministero dei Trasporti
- Eleonora Cesolini, Direttore Unità Innovazione e Ricerca dell’ANAS
- Claudio De Viti, Responsabile Settore Moto Confindustria ANCMA
- Stefano Calamani, Segretario Generale e Direttore Centro Prove AISICO
- Aline Delhaye, Segretario Generale FEMA, Federazione Europea Associazioni Motociclisti
- Antonio Perlot, Direttore Public Affairs ACEM, Associazione Europea Produttori Moto
AISICO (l'Associazione Italiana per la Sicurezza della Circolazione) l’unico centro prove accreditato in Italia
ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Moto Accessori) è l'Associazione Sindacale di categoria che riunisce le Aziende italiane costruttrici di veicoli a 2 e 3 ruote.
Queste due Associazioni stanno collaborando a un progetto che prevede 100 crash test per mettere a punto una proposta di normativa specifica.
Il problema degli incidenti è da sempre molto sentito per questo le associazioni hanno organizzato un forum per parlare di guard-rail e fare il punto sullo stato dei lavori.
Primo dato rilevante sottolineato da un dirigente del Ministero dei Trasporti: le moto rappresentano il 3% della mobilità nazionale, ma contribuiscono con il 26% alla quota di mortalità.
Ci troviamo al momento attuale di fronte ad un pasticcio burocratico, le barriere amiche dei motociclisti come il famoso DR46© in Italia non sono né omologate né omologabili, perché manca una specifica normativa.
Normative che sono presenti in molti altri paesi europei, a cominciare dalla Spagna, dove sono riusciti ad omologare tre sistemi diversi di attenuatori d’urto.
Intervistato l'Ing. Luciano Marasco, della Motorizzazione Civile spiega che oggi non è più possibile intervenire con normative nazionali, perché è ormai stato insediato un gruppo di studio europeo.
Esiste però un mezzo per accelerare i lavori.
E’ stato chiesto all’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) di elaborare un progetto di normativa, sulla base del quale poi ci sarà la possibilità di autorizzare delle sperimentazioni.
Questo darebbe maggiore tutela a quelle amministrazioni che volessero introdurre sui tratti più pericolosi delle loro strade delle protezioni per i motociclisti"
l'Ing. Stefano Calamani, segretario generale dell'Aisico, comunica che è stato avviato un programma che prevede 100 crash test "motociclistici" nel loro impianto di Anagni (l'unico in Italia attrezzato per i crash test dei veicoli contro le barriere) da effettuarsi entro la primavera del 2009.
L'obiettivo è quello di valutare e mettere a punto una normativa e dei parametri per l'omologazione dei guard rail specifici per moto.
Questo perché l'unico protocollo al momento utilizzato è quello spagnolo, che prevede unicamente due impatti di testa contro la barriera.
"La testa però –dice Calamani- è l'unica parte del corpo veramente protetta. Sarebbe meglio monitorare con il manichino strumentato, come stiamo iniziando di fare noi, anche altre parti; quali il collo, la spina dorsale, il bacino".
"Auspichiamo di riuscire a completare una proposta di normativa che preveda specifici test per i motociclisti. Non sarà facile, anche perché a livello internazionale non c'è una letteratura neppure sui parametri delle sollecitazioni massime che il corpo umano può sopportare. Insomma, noi registriamo degli impatti e le relative decelerazioni, ma poi non sappiamo quali sono i valori massimi da tenere in considerazione. Su tutto questo stiamo lavorando, e nel giro di pochi mesi tireremo fuori una proposta. Poi, speriamo che qualcuno esamini e prenda in considerazione il nostro lavoro".
E’ opinione diffusa che i momenti siano maturi per far sentire con più forza la nostra voce.
Il 26 di Aprile 2009 scendi anche tu in piazza con noi, insieme contribuiremo in maniera determinante affinché anche in Italia si possa circolare con gli stessi margini di sicurezza di altri paesi europei.
Ulteriori informazioni sull'iniziativa:
[il presente articolo fa parte del progetto
Ting'Alive]