Samurai81 ha scritto:
Chiedo anche a te, che differenza passa tra alimentare un gatto con crocchette composte, tra le altre cose, da scarti animali, piuttosto che da piante, partendo dal fatto che entrambe apportano i nutritivi di cui l'animale ha bisogno (senza contare che gli scarti animali con cui vengono fatte le crocchette "tradizionali" non sono proprio a prova di controllo sanitario -eufemismo- ) ?
In entrambi i casi il pet non soddisfa quello che l'istinto ancestrale gli suggerirebbe di fare, no ?
Come ha detto Urano, se il mio gatto esce di casa e si caccia le prede da solo non c'è problema... Ho perso il conto di passerotti, lucertole o topolini ritrovati sullo zerbino di casa
Cambia che gli scarti animali per il gatto non sono tali, ma sopratutto gli si da una dieta a base di carne e non una a base di surrogati arricchiti. I mangimi veg mi sembrano una forzatura, magari sbaglio e sono pronto a ricredermi, ma per ora resto della mia opinione.
urano88 ha scritto:
Non è affatto OT: la cultura vegana vuole evitare ogni tipo di attività che comporta sfruttamento e sofferenza di animali. Si è parlato di test su animali già nelle prime pagine del topic, per quanto ne so sono solo dei palliativi. I veri test sui farmaci si fanno nei primi mesi di commercializzazione e consumo di massa, non a caso moltissimi farmaci vengono ritirati proprio a quel punto! E non a caso molte aziende ora stanno investendo molta ricerca nella coltura di sistemi umani in vitro su cui fare test decisamente più attendibili...
Se non è ot sono ben lieto di parlarne. Partirei con il dire che non sono dei palliativi, ma danno un sacco di utili informazione al fine della ricerca e che attualmente sono indispensabili per andare avanti con la ricerca perché ci danno informazioni che non potremmo ottenere in altro modo.
Quella a cui tu ti stai riferendo è la fase di farmocovigilanza che avviene dopo la fase clinica in cui si sperimenta sull'uomo, principalmente offre informazioni sugli effetti collaterali più rari, quelli che si verificano ogni 10000-100000 persone, in quanto in fase clinica il campione non è abbastanza grande per rilevarli. Aggiungo che in questa fase i farmaci ritirati sono pochi.
Il motivo per cui le aziende spingono verso i test in silicio e in vitro in realtà è tristemente economico, gli animali da laboratorio hanno costi esorbitanti, molto più alti dei metodi alternativi. Di fatti l'iter di ricerca prevede delle prime fasi in silicio e in vitreo, ma purtroppo non si può ancora evitare il passaggio in vivo perché le informazioni che si ottengono non sono sufficienti, comunque già adesso ogniqualvolta sia possibile sostituire un test su animale con un test alternativo si fa.
urano88 ha scritto:
...e le conseguenze: una provoca patologie terribili, l'altra permette di risparmiare test e sofferenze di altri animali garantendo ugualmente il corretto apporto di nutrienti. Visto che la dieta tradizionale da supermercato, oltre a non essere ugualmente "naturale", ha delle conseguenze importanti, non vedo il motivo per cui condannare la dieta alternativa.
Perché, come ho detto sopra la trovo una dieta innaturale. Sulla parte delle conseguenze nulla da dire.
urano88 ha scritto:
Mi sembra ancora meno giusto e coerente il fatto che i padroni di pet finanzino spregevoli test che garantiscono una vita di sofferenza ad animali tali e quali ai loro. Allora o si mette fuori legge il possesso di animali, o si cercano alternative.
Vero che è incoerente, ma lo è anche prendere un carnivoro e dargli una dieta vegana per il mero piacere di avere un gatto, come ho già detto basta prendere un animale erbivoro e si risolve il problema. Se no, se non si vogliono comprare scatolette (cosa buona e giusta) e si vuole lo stesso avere un gatto si compra carne da un allevatore che si conosce o si va a caccia o si allevano dei topi proprio come si fa per i serpenti.