Masque ha scritto:
ma quello è animismo
Dargli un etichetta non ne riduce la verità
In realtà è una questione scientifica - le piante hanno una vita, secondo i canoni della biologia: infatti nascono, crescono, si riproducono e muoiono.
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ma se vai a prendere solamente il materiale ed il razionale, puoi facilmente distinguere fra forme di vita in grado di provare dolore o meno.
Questo non è del tutto certo - sebbene i vegetali non abbiano un sistema nervoso analogo al nostro, è dimostrabile che "soffrono" le conseguenze di un ambiente poco ospitale e cercano di evitarlo... esattamente come facciamo noi
E' dimostrato che reagiscono a cure amorevoli come a una minaccia (fuoco principalmente)... ovviamente non con la stessa prontezza né con le stesse modalità di un animale.
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personalmente, so di non essere in grado di uccidere alcun essere in grado di provare dolore.
di DIMOSTRARE dolore. Che ne sai se le piante soffrono? La vera differenza tra un animale e una pianta è che la pianta non dimostra il dolore nella stessa maniera...
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(anche se nel linguaggio comune si tende a nascondere l'origine di ciò che si mangia, usando allegorie come "fettine", "cotolette", "polpettoni", perché il ricordare la loro origine potrebbe essere sgradevole. motivo, tra l'altro, per cui non spiego mai il perché della mia scelta quando mi viene chiesto mentre si è tavola).
Per quanto mi riguarda è solo questione di identificare quello che avrò nel piatto... dire filetto non mi nasconde la mucca che ci stava dietro, non più di quanto dire "frittata" mi nasconda che si tratta di uova
Trovo alquanto irritante invece un certo atteggiamento del tipo "mangio bistecca ma non mangio agnello"... "perché?" "ma dai quel povero agnellino, batuffoloso e carino...."
--- quindi gli animali carini devono vivere e quelli brutti al macello?
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nella mia visuale del mondo, materialista ed atea, esiste una sola vita e nessun aldilà. per questo motivo, ritengo che essa vada rispettata il più possibile.
Chapeau per la coerenza.
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per questo motivo, scelgo di mangiare qualcosa che, per ottenerla, non abbia provocato la sofferenza di qualsiasi essere in grado di provarne o la sua morte.
La vita è caratterizzata dallo sforzo di autopreservazione... i vegetali non fanno eccezione.
Sto facendo l'avvocato del diavolo: mi interessa la tua visione e la "contesto" per approfondire, più che per altro
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ultimo motivo: l'utilizzare alimenti vegetali per nutrire, mantenere in vita e far crescere un animale, allo scopo di macellarlo è uno spreco di energie in quanto quegli stessi alimenti potrebbero essere utilizzati per nutrire direttamente l'uomo.
L'unico argomento a favore di questo è che l'estensione di prato potrebbe essere utilizzata per coltivare cereali o altri vegetali commestibili - l'erba del prato non la si mangia (non saprei dire perché, credo abbia percentuali nutritive basse)!
Esistono studi che sostengono che l'equivalente estensione in soja o altri alimenti proteici non sarebbe equivalente in termini di resa per l'essere umano, e che quindi abbandonare completamente la carne sarebbe comunque impraticabile. Purtroppo non riesco a ritrovare la fonte
Inoltre, se evitiamo di sterminare l'intera popolazione degli animali cosiddetti da carne, devono essere previste "riserve" dove questi possano vivere, considerando che condividono la nicchia ecologica con l'uomo (pianure fertili)... il che ridurrebbe ulteriormente l'estensione dei campi sostitutivi...
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quando non ho scelta o ritengo che un prodotto ricavato dalla morte di un animale possa servire per salvarmi la vita, scelgo di utilizzarlo. è il caso ad esempio, della tuta da moto.
Ecco.. io ho un amico che compra solo protezioni in cordura o sintetico per questa ragione, e lo rispetto per questo. Io non lo farei, perché devo ammettere che mi sento più sicuro con un bel pezzo di cuoio solido tra me e l'asfalto...
D'altra parte, sarebbe ridicolo da parte mia mangiare carne di bovino e rifiutarmi di indossarne la pelle. Ma non indosso pelle di camoscio, canguro (ma si mangia anche quello in realtà), montone, serpente, animali "da pelliccia" (mi fa imbestialire questa!!!). Al massimo coniglio... visto che anche quello è diffuso e si mangia
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assieme alle condizioni di vita degli animali da allevamento (trattati praticamente come oggetti: fatti crescere fino a quando riescono a produrre latte, uova, ecc, e poi uccisi e gettati quando non più utili allo scopo, perché sarebbe chiaramente sconveniente mantenerli fino alla loro morte naturale).
E su questo, purtroppo, non c'è niente da obiettare