Calimar ha scritto:
"palladilardo" (Soldato Lawrence?
), capisco cosa vuoi dire ma difficilmente porterà a qualcosa di buono
Correggimi se sbaglio, stai dicendo che in un mondo ideale, il fatto di dire "un rom ubriaco" non dovrebbe essere diverso dal dire "un romagnolo ubriaco" o "un veneto ubriaco" o "uno svedese ubriaco". E che il fatto di non poterlo dire alla stessa maniera è un sintomo di quanto malati siamo. Hai ragione.
Il mondo, pero', non è ideale: quando una persona viene cresciuta nella ferrea convinzione che le regole valgano per gli altri, ci vuole una incredibile forza di volontà per diventare onesti, o anche giusti. E pochi ce l'hanno. Se immersi in un contesto dove certe cose non sono accettabili, in maniera naturale si adattano... eccezioni a parte. Per questo le concentrazioni come i famosi "campi nomadi" son da evitare come la peste. Oltre a ghettizzare, rinforzi una cultura dell'illegalità che è ESTREMAMENTE pericolosa.
Quindi più che di "razza" io parlo di cultura. Non mi interessa di chi sono i tuoi geni, mi interessa come sei stato educato. Uno slavo non è diverso per razza da un italiano: ma è stato educato dalla guerra, e questo è quello che lo rende diverso.
Non tutti, non sempre, e tutti i distinguo del caso. Ma è un fatto, ed è il caso che noi si cominci a prenderne atto, che un ghetto crea criminalità, dove lo stesso numero di famiglie sparse in un quartiere "normale" favorirebbero l'integrazione. Perché le famiglie singole calate in un contesto comune vengono sempre apprezzate, mentre le grosse concentrazioni stile campi vari vengono avversate da tutti?
Basta pensarci su un attimo...
Mia opinione.
bravo calamaro..