YZF R1… The One… La Storia... La Leggenda...
Tre semplici lettere YZF, seguite da una spettacolare R, poi il numero che meglio identifica questa moto: 1…
Il signor Torakusu Yamaha non si sarebbe mai immaginato che una fabbrica di strumenti musicali si sarebbe trasformata in una grossa azienda motoristica…
Il primo motociclo che produsse la Yamaha fu la “libellula rossa” YA-1, era un 125 cc.
Da quel giorno la Yamaha iniziò la sua storia motoristica, nel corso degli anni i modelli aumentavano sempre più fino ad arrivare al 1997, mentre fu presentata la Thunderace 1000, e i numerosi tester provavano la moto, un piccolo gruppo di progettisti, rintanati in un piccola stanza all’interno del paddock, pensava ad una nuova moto da immettere sul mercato, una moto molto più potente e compatta, una moto in grado di polverizzare la concorrenza.
Mr Miwa disse ai suoi progettisti tutto quello che aveva in mente, poi prese un foglio bianco e una penna e buttò uno schizzo, appena ebbe finito un progettista prese una matita e scrisse ”NESSUN COMPROMESSO”.
Ecco allora nel 1998 atterrare sul mercato una moto, una leggenda, YZF R1
Questa moto appena arrivò sui listini prese subito il nome di THE ONE!!!
Fu una moto costruita per stracciare la concorrenza, le sorelle Japponesi e le rivali italiane non avevano scampo. Era rifinita in maniera maniacale, tanto che il sig. Miwa–San prese il soprannome di “Mr. Nessun Compromesso”
L'R1 venne considerata una moto che rivoluzionò la storia, infatti fino ad allora le concorrenti erano 900 o 750 cc , mentre l'R1 fu costruita con un motore 998 cc, quindi possiamo affermare che il termine che oggi usiamo "millone" nasce con questa moto.
Sbalordì tutti i giornalisti presenti, ma soprattutto venne proclamata la Moto del Millennio!
Uno dei tanti punti forti era il peso peso ridotto rispetto alle altre sorelle japu, era infatti, la prima 1000cc a presentarsi con il peso, la compattezza e l'agilità di una 600cc, unite a prestazioni che mai prima erano state raggiunte nella sua categoria, aveva un rivoluzionario telaio deltabox II, e qui io mi soffermerei:
Il primo telaio deltabox comparse sul TZR 250, venne studiato un telaio in alluminio in grado di resistere molto meglio alle sollecitazioni, rispetto al classico telaio a doppia culla, ma soprattutto in grado di dare rigidità.
Detto questo andiamo avanti, il Deltabox II era ancora più evoluto, ancora più leggero e più rigido grazie allo schema a diamante, in grado di poter tenere ben stretto lo spaventoso motore che l’YZF R1 aveva
E ora proprio del motore io andrei a parlare:
Parliamo di un 4 cilindri 4t frontemarcia, con cilindri inclinati in avanti e parte superiore del carter fusi in un unico pezzo, 4 carburatori Mikuni da 40 mm rovesciati, alesaggio 74 e corsa 58, 5 valvole per cilindro, valvola EXUP per esaltare la resa ai medi regimi (una delle caratteristiche che decretarono il successo di questa moto) ben 150 cv all’albero, un rapporto di compressione di 11.8:1 e una coppia massima di 11,4 Kg-m a 8.500 giri/min.
Cosa a dir poco shoccante sono i consumi, infatti se si dosa bene il poso, si riesce tranquillamente a sfondare i 16-17 km / L, per riuscire a toccare picchi di 18 km/L.
Logicamente se scendiamo in pista e abbiamo un buon manico, facciamo fatica a stare sopra i 10 km/L
Riscosse subito un grosso successo sul mercato, era una moto che lasciava senza fiato, un motore molto cattivo, senza nessun tipo di controlli, con il solo compito di essere aggressivo!!!
Parliamo di dati e valori rilevati alla ruota:
- Ducati 916 del 98 faceva misurare 104.6 cv alla ruota
- Honda CBR 919 del 98 faceva misurare 111.4 cv ala ruota
- Kawasaki ZX9R del 98 faceva misurare ben 132.1 cv alla ruota
- Suzuki GSXR 750 del 98 faceva 114.5 cv alla ruota
- YZF R1 del 98 faceva misurare 133.3 cv alla ruota
Come questa piccola scheda da me postata dimostra, moto come CBR 919 e ZX9R si ritrovarono una sorellona che giocava duro, più potenza e coppia per prestazioni nettamente superiori .
Sullo 0-100 la casa dichiarava 2,4 secondi... (qui forse hanno un po' esagerato, però ci mette davvero poco) .
Era equipaggiata con una forcella a steli rovesciati da 41mm, un mono posteriore a gas entrambi marchiati Showa e completamente regolabili.
Per i freni, all'anteriore troviamo un doppio disco da 298 che viene "morso" da 2 pinze a doppio pistoncino azionata da una pompa assiale Nissin, mentre al posteriore un monodisco da 245 una pinza mono pistoncino e una pompa marchiata Brembo.
Come gomme la casa omologava la classica 120/70-17, mentre al posteriore una 190/50-17
La posizione di guida è scomoda, molto caricata sugli avambracci, la sella passeggero è piccola e poco imbottita, bhè certo che cercare la comodità su un mezzo simile è abbastanza improbabile.
Come unico difetto presentò un cambio poco duraturo, infatti il famoso problema alla seconda marcia capitò un po’ a tutti i proprietari, ma fortunatamente nei modelli successivi (00-01) fu risolto.
Questo fastidioso inconveniente provocava degli "strappi", infatti la moto superati i 7-8 mila giri motore, iniziava a strappare, sempre più forte e in maniera sempre più fastidiosa.
Purtroppo però prese anche un altro soprannome… ”ammazza cristiani”
Molta gente, poco pratica, tentata dalla potenza di questa moto, la comprò ma causa la loro inesperienza, fecero una brutta fine.
Piccole considerazioni personali:
Io sono un felice possessore di questa belvaccia modello del 2000, e ormai pur avendo quasi 11 anni, fa sempre la sua porca figura, in prestazioni e in estetica….
Sono innamorato del marchio Yamaha, e fin da piccola questa casa costruttrice mi ha cresciuto con gli scooter, poi piano piano sono arrivato alla prima moto YZF 600 R thundercat… e oggi con uno splendido YZF R1. Mi appaga in tutte le circostanze, e mi fa divertire come un bambino!!!
Per chi mi conosce sa che la Yamaha per me è la regina delle Japu!!!
Concludo l'articolo dicendo che il Mr. Torakusu Yamaha, non ha mai visto nessun modello di moto Yamaha prodotto, infatti è morto prima che l’azienda iniziasse a produrre moto, ma sono sicuro che da lassù è orgoglioso di quello che la Yamaha è diventata.
Questa è la mia bimba
Questo è un accessorio che la Yamaha regala a tutti i possessori di r1 a carburatori